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Bhe sono in linea con lemaltre sud america autentiche
Ogni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.
Originariamente Scritto da Bob Terwilliger
Di solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.
Erano le 21.30 di un caldo mercoledì d’agosto, quando improvvisamente realizzai che avendo iniziato a lavorare alle 14.00 anziché alle 15.00, avrei finito alle 22.00 anziché alle 23.00. In quell’istante venni percosso da un brivido effervescente: ancora trenta minuti e la mia pena quotidiana sarebbe giunta al termine!
Il piazzale era deserto, si riusciva a distinguere il frinire delle cicale, la sensazione era quasi di serenità interiore. Fu in quel momento che entrarono tre camion. Il primo autista si presentò con una risma di bolle, da timbrare una per una, e fu così che il frinito delle cicale lasciò il posto al rumore gracchiante della timbratrice. Ogni timbrata corrispondeva ad un’imprecazione verso il Creato.
Il secondo autista mi pose le sue bolle: non erano una risma, ma un cospicuo enumero di escrementi cartacei su cui accanirmi nuovamente con la timbratrice. L’odio nei confronti di quei maledetti profanatori di pace interiore stava salendo pericolosamente.
Il terzo autista aveva solo un paio di bolle, ma ormai l’equilibrio era stato spezzato, perciò ai miei occhi rappresentò soltanto la ciliegina avariata su una torta di sterco propinatami negli ultimi istanti di permanenza in quel luogo disgustoso.
Finalmente a casa.
Finalmente il divano.
Finalmente i miei 20 grammi di cioccolatose proteine.
Erano le 21.30 di un caldo mercoledì d’agosto, quando improvvisamente realizzai che avendo iniziato a lavorare alle 14.00 anziché alle 15.00, avrei finito alle 22.00 anziché alle 23.00. In quell’istante venni percosso da un brivido effervescente: ancora trenta minuti e la mia pena quotidiana sarebbe giunta al termine!
Il piazzale era deserto, si riusciva a distinguere il frinire delle cicale, la sensazione era quasi di serenità interiore. Fu in quel momento che entrarono tre camion. Il primo autista si presentò con una risma di bolle, da timbrare una per una, e fu così che il frinito delle cicale lasciò il posto al rumore gracchiante della timbratrice. Ogni timbrata corrispondeva ad un’imprecazione verso il Creato.
Il secondo autista mi pose le sue bolle: non erano una risma, ma un cospicuo enumero di escrementi cartacei su cui accanirmi nuovamente con la timbratrice. L’odio nei confronti di quei maledetti profanatori di pace interiore stava salendo pericolosamente.
Il terzo autista aveva solo un paio di bolle, ma ormai l’equilibrio era stato spezzato, perciò ai miei occhi rappresentò soltanto la ciliegina avariata su una torta di sterco propinatami negli ultimi istanti di permanenza in quel luogo disgustoso.
Finalmente a casa.
Finalmente il divano.
Finalmente i miei 20 grammi di cioccolatose proteine.
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