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Sanremo 2022 - LXXII Festival della Canzone Italiana
Il Festival è stato la loro fortuna a livello di popolarità del cine-teatro. Il Festival avrebbe dovuto trasbordare all'Ariston solo temporaneamente, si disse così, perchè il Salone della feste era da ristrutturare...e poi come accade spesso in Italia le cose temporanee diventano definitive e quindi il Festival è "temporaneamente" all'Ariston da 45 anni - ma d'altro canto il Salone al Casinò era davvero troppo piccolo ormai.
Sta diventando stretto pure l'Ariston. Si parla spesso di costruire un palaFestival da qualche parte ma poi non se ne fa mai niente.
Sarebbe una rovina per la mia città lo trasferissero, spero permanga la tradizione.
ho visto l'ingresso dell'ariston e non si direbbe un gran teatro, un uscio incastonato tra un condominio e un negozio calzedonia, mentre di solito si pensa ai teatri come strutture enormi e a se stanti
Sì, l'ingresso non è niente di particolare, c'è una grande differenza tra l'altro vederlo nella settimana del Festival e il resto dell'anno. È nella via principale di Sanremo che arriva fino al casinò, pedonale (prima degli anni 2000 ci passavano ancora le auto) e da un decennio hanno messo delle mattonelle speciali che in ordine cronologico riportano tutti i vincitori del festival (poco prima di ogni edizione aggiornano con i vincitori dell'anno prima). Quello a sinistra non è proprio un condominio, c'è un passaggio che se attraversato porta a un'entrata secondaria dell'Ariston (che se non sbaglio da anni non è più accessibile) e permette di immettersi in un'altra via. Comunque sì, non è niente di particolare l'ingresso.
Sarebbe una rovina per la mia città lo trasferissero, spero permanga la tradizione.
Sono anche io per la tradizione. Non mi immagino il Festival da nessuna altra parte. Forse però l'Ariston andrebbe magari ristrutturato ancora. E' la Rai che ogni tanto preme perchè si costruisca un palaFestival...ma non mi pare ci sia niente di concreto, progetti o altro.
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Un anno. Nel 1990. Lì fu l'Ariston ad essere in ristrutturazione e il Festival si spostò al mercato dei fiori di Sanremo, in periferia.
Io nel 1990 e avevo 5 anni e non ricordo, ma il Palafiori comunque non è in periferia, a piedi saranno 7/8 minuti dall'Ariston (praticamente li divide una grande piazza e più una ventina di metri di corso Garibaldi). Come struttura però è terribile (oggi c'è l'anagrafe e altri uffici l'hanno reso centro vaccini per un periodo,) immagino che anche per quello ci sia stata la voglia di tornare in un vero teatro al più presto.
Sono anche io per la tradizione. Non mi immagino il Festival da nessuna altra parte. Forse però l'Ariston andrebbe magari ristrutturato ancora. E' la Rai che ogni tanto preme perchè si costruisca un palaFestival...ma non mi pare ci sia niente di concreto, progetti o altro.
Imho è corretto rimanga dov'è, seppur con i suoi limiti. Ci sono luoghi che hanno una loro magia. Sarebbe come spostare una liturgia da una cattedrale a una chiesa di renzo piano (con tutto il rispetto per questo professionista).
Io nel 1990 e avevo 5 anni e non ricordo, ma il Palafiori comunque non è in periferia, a piedi saranno 7/8 minuti dall'Ariston (praticamente li divide una grande piazza e più una ventina di metri di corso Garibaldi). Come struttura però è terribile (oggi c'è l'anagrafe e altri uffici l'hanno reso centro vaccini per un periodo,) immagino che anche per quello ci sia stata la voglia di tornare in un vero teatro al più presto.
Le cronache di allora parlavano di periferia con questo palafiori sperso lontano dal centro e i commercianti, albergatori e ristoratori a lamentarsi per la mancanza della gente in centro appunto. Forse i giornalisti hanno drammatizzato. Si scriveva pure di pipistrelli che volteggiavano nel soffitto di questa grossa struttura del mercato con la gente in platea (e i bagni chimici).
La scenografia invece, approfittando degli ampi spazi, fu molto bella. Una scogliera dove venne sistemata l'orchestra e dietro un mare.
...ma di noi
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nella necropoli deserta»
Le cronache di allora parlavano di periferia con questo palafiori sperso lontano dal centro e i commercianti, albergatori e ristoratori a lamentarsi per la mancanza della gente in centro appunto. Forse i giornalisti hanno drammatizzato. Si scriveva pure di pipistrelli che volteggiavano nel soffitto di questa grossa struttura del mercato con la gente in platea (e i bagni chimici).
La scenografia invece, approfittando degli ampi spazi, fu molto bella. Una scogliera dove venne sistemata l'orchestra e dietro un mare.
Dal punto di vista dei commercianti, albergatori e ristoratori capisco le proteste, dato che per quanto non sia lontano dal centro non è comunque una via che si fa per acquisti o mangiare. Ci sono dei bar, una struttura medica, tabacchi e uffici (tra cui il mio ). Non è una via che i turisti o chi è in vena di shopping o di cenare fuori frequenta. Anche se piuttosto vicina al centro, da quel punto di vista possiamo effettivamente considerarla periferia
Imho è corretto rimanga dov'è, seppur con i suoi limiti. Ci sono luoghi che hanno una loro magia. Sarebbe come spostare una liturgia da una cattedrale a una chiesa di renzo piano (con tutto il rispetto per questo professionista).
Concordo. I luoghi respirano la storia e assorbono le emozioni di chi ha contribuito a scrivere quella storia.
Lì negl ultimi 45 anni c'è passata (quasi) tutta la musica italiana (e non solo italiana, pure tanti grandissimi personaggi esteri, pensiamo solo ai Queen). Vittorie, trionfi, sconfitte, cadute, risalite, una infintà di canzoni, interpreti, personaggi.
Alice ha raccontato che dopo la sua vittoria per anni non riuscì a mettere più piede in quel teatro perchè troppa ancora l'emozione. Vecchioni, quando gli comunicarono che aveva vinto, dietro le quinte svenne, ebbe un mancamento. C'è una stratificazione emozionale che non si ricrea dall'oggi al domani.
Quando la Pausini dice: "io sono partita da qui" indica non solo un luogo nel tempo ma anche uno nello spazio...ovvero il palco che calca e il teatro che ospita quel palco.
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Dal punto di vista dei commercianti, albergatori e ristoratori capisco le proteste, dato che per quanto non sia lontano dal centro non è comunque una via che si fa per acquisti o mangiare. Ci sono dei bar, una struttura medica, tabacchi e uffici (tra cui il mio ). Non è una via che i turisti o chi è in vena di shopping o di cenare fuori frequenta. Anche se piuttosto vicina al centro, da quel punto di vista possiamo effettivamente considerarla periferia
bello che l'ariston appartenga agli eredi del fondatore, gli dà una dimensione umana e un po' meno commerciale, per come vanno el cose in italia sarebbe potuto appartenere a qualche fondo straniero
"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori". (L. Pirandello)
bello che l'ariston appartenga agli eredi del fondatore, gli dà una dimensione umana e un po' meno commerciale, per come vanno el cose in italia sarebbe potuto appartenere a qualche fondo straniero
Hai ragione, mi farebbe piacere però che i Vacchino investissero più sul teatro/cinema nel resto dell'anno. La sala dell'Ariston va bene come cinema, un'altra sempre al piano terra (il Ritz) meno ma accettabile, le altre 4 sale (le Roof 1,2,3 e 4) ai piani superiori terribili. In una sembra di essere in una cabina di un aereo, nelle altre sedie scomodissime e se ci sono dei momenti di silenzio nel film può capitare di sentire l'audio della sala vicino. Un teatro così famoso in Italia non può permettersi di essere così arretrato. Certo con la sofferenza che ha subito il cinema in questi anni di pandemia non è il momento ideale per sperare in investimenti.
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
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