Europei di calcio 2021: I CAMPIONI SIAMO NOI!

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  • marcu9
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    Originariamente Scritto da Sean
    Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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    • Sean
      Csar
      • Sep 2007
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      • In piedi tra le rovine
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      Nel calcio il quadriennio si tara sui mondiali. Gli europei, che comunque sono importantissimi (perchè le squadre europee pesano), sono la tappa di mezzo, il test che ti dice a che punto sei in vista dei mondiali. Le federazioni ed i commissari tecnici lavorano in vista dei mondiali, su quelli stilano i programmi e selezionano i giocatori.

      D'altro canto, ripeto quanto già scrissi, nell'albo dei mondiali non trovi la Grecia, non trovi la Danimarca e non trovi nemmeno l'Olanda, ahiloro, pur avendo avuto nazionali fortissime e campioni illustrissimi...ma agguantare la coppa del mondo è davvero per pochi e a tutt'oggi per pochi rimane.

      Qui mancano le sudamericane, mancano anche le africane, perchè le squadre africane sono capaci di sgambetti, ci sono insomma nei mondiali delle difficoltà ed imprevedibiltà assenti nel torneo europeo, che resta un torneo importantissimo (anche perchè i trofei per le nazionali sono pochi, pochissimi, sono 2, mondiali ed europei), ci ha regalato una gioia che io ancora godo e che godrò penso a lungo, perchè vado centellinandomi tutti i video per prolungare la goduria...però il mondiale è l'apoteosi e questo europeo ci serve per godere e anche come auspicio, viatico per i mondiali prossimi, perchè il gruppo c'è, forse altri giocatori usciranno fuori e non dimentichiamoci che abbiamo perso Zaniolo e Spinazzola per strada.

      Valcareggi dopo l'europeo del '68 arrivò in finale al mondiale del '70, quello della prima edizione messicana, un mondiale bellissimo, quello dell'Italia-Germania 4-3.

      Prendiamo questa seconda vittoria europea come un segno ed un auspicio.
      ...ma di noi
      sopra una sola teca di cristallo
      popoli studiosi scriveranno
      forse, tra mille inverni
      «nessun vincolo univa questi morti
      nella necropoli deserta»

      C. Campo - Moriremo Lontani


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      • valium
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        • Sep 2006
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        Variante Italiana in Inghilterra, nulla di grave, brucia solo un po' il culo
        sigpic

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        • Luke91
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          • Apr 2014
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          Originariamente Scritto da Giampo93 Visualizza Messaggio
          Sto ancora godendo a distanza di 24 ore, dopo quanto bisogna andare al pronto soccorso?
          Quando non riesci più a toglierti le mutande croccanti
          Originariamente Scritto da huntermaster
          tu ti sacrifichi tutta la vita mangiando mer da in bianco e bevendl acqua per.farti le seghe nella tua kasa di prigio.
          Originariamente Scritto da luna80
          Ma come? Non avevi mica posto sicuro al McDonald's come salatore di patatine?

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          • Sean
            Csar
            • Sep 2007
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            • In piedi tra le rovine
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            Oltre alla Scozia, all'Irlanda, al Galles, che hanno imbandierato col tricolore le loro vie ed i loro locali, vedo che ci sono attestati e complimenti, e che hanno tifato per noi, dal Vietnam al Marocco, dall'Albania all'Indonesia, e in Europa anche la Germania e ovviamente la Danimarca...e chissà quanti altri Paesi nel mondo.

            Insomma, questi inglesi sono finiti sulle balle non solo ai loro storici vicini di casa (irlandesi, scozzesi e gallesi) ma anche ai meno vicini.
            ...ma di noi
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            • marcu9
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              Originariamente Scritto da Sean
              Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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              • KURTANGLE
                Inculamelo: l'ottavo nano...quello gay
                • Jun 2005
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                Originariamente Scritto da marcu9 Visualizza Messaggio
                L'invasione di campo oscurata dalle TV di ieri.




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                finte di corpo strepitose!!!!
                Last edited by KURTANGLE; 13-07-2021, 01:42:02.
                Originariamente Scritto da SPANATEMELA
                parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
                Originariamente Scritto da GoodBoy!
                ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


                grazie.




                PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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                • arkon86
                  signore degli alcaloidi
                  • Oct 2004
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                  • piazza la bomba e scappa
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                  Ragazzi ma la shitstorm sulla pagina instagram di tom cruise è semplicemente poesia. Un profilo distrutto ahaahah


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                  • Sean
                    Csar
                    • Sep 2007
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                    • In piedi tra le rovine
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                    Mancini e l’Italia campione d’Europa: ora il piano Mondiale, resta Chiellini dentro Kean, Scamacca e Raspadori

                    Azzurri in ascesa nel ranking: dal 21° al 4° posto in tre anni. Il c.t. Mancini valorizzerà altri giovani in vista di Qatar 2022 e ha il problema del centravanti

                    A Wembley aveva perso la Champions con la Sampdoria e adesso ha vinto l’Europeo con l’Italia. Roberto Mancini ha completato il suo riscatto, atteso quasi una vita. Ha pianto e riso e abbracciato uno per uno i suoi fedeli discepoli. Il cerchio si è chiuso in una notte irripetibile, in cui ha prevalso il sentimento di un pugno di uomini diventati Squadra. Ma la cifra stilistica di questa nuova Nazionale che ci riempie il cuore è alzare l’asticella e non accontentarsi mai.

                    La notte di Londra non è un punto di arrivo, ma la vera partenza di un ciclo che mira a essere irripetibile. A ottobre ci sono le Final Four di Nations League, il 6 a San Siro concederemo la rivincita alla Spagna e se andrà bene resteremo a Milano per giocarci il 10 la finale contro Francia o Belgio (altra potenziale rivincita). Il Portogallo, padrone d’Europa nel 2016, ha completato il percorso vincendo proprio la Nations. Ma nella testa del Mancio c’è soprattutto il Mondiale in Qatar, tra sedici mesi. Il tempo giusto per consentire a questo gruppo di fare un ulteriore salto di qualità tecnico.

                    Il Mondiale è la nostra dimensione, ne abbiamo vinti 4, ma anche il nostro cruccio. Dopo il 2006 non siamo più riusciti a giocare una partita a eliminazione diretta. Non succede da quindici anni e nella migliore delle ipotesi arriveremo a sedici. La nuova sfida del c.t. è proprio questa. Il viaggio sarà difficile, ma meno avventuroso di quanto non lo sia stato ricostruire in questi ultimi tre anni sulle macerie. Lo scetticismo ha lasciato il posto all’entusiasmo riacceso con l’Europeo miracoloso. L’Italia tornerà in campo il 2 settembre a Firenze contro la Bulgaria e tre giorni dopo andrà a Basilea a far visita alla Svizzera, la vera antagonista del girone sulla strada verso il Qatar. Mancini non ha tempo da perdere. Bisognerà riattaccare in fretta la spina, sconfiggere il rischio di appagamento che subentra dopo una ubriacatura di felicità così totale, gestire il peso del successo: dopo il Mondiale del 2018 eravamo precipitati al 21° posto del ranking Fifa, adesso siamo quarti.

                    Il c.t. cercherà di valorizzare i giovani come ha fatto sino adesso. Le idee sono chiare: ritrovare il talento di Zaniolo, recuperare quello altalenante di Kean, misurare il discontinuo Tonali, riportare in gruppo Lorenzo Pellegrini e Sensi che qui c’erano e sono stati messi fuori gioco dagli infortuni, lanciare Scamacca e Raspadori perché, anche se siamo sul tetto d’Europa, il problema della Nazionale è quello di sempre: il centravanti.

                    Poi chiederà al vecchio Chiellini di restare in Nazionale sino alla Nations, ma se possibile sino alla fine della stagione, per aiutare la crescita di Bastoni e perché questo gruppo ha bisogno della tempra del capitano. Mancini non cambierà strada e lavorerà sugli stessi concetti: visione, futuro, coraggio. Il gioco sarà al centro di tutto. Ma l’anima, lo ha dimostrato l’Europeo, non potrà mancare. Alla base il divertimento che ha animato il gruppo in questi 50 giorni. La leggerezza come valore. La sensazione è che questo gruppo sia all’inizio di un ciclo bellissimo e oggi viene facile accostarlo a quello irripetibile della Spagna di Xavi e Iniesta che ha vinto due Europei e un Mondiale in quattro anni. Forse esageriamo, ma almeno lasciateci sognare.

                    CorSera
                    ...ma di noi
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                    C. Campo - Moriremo Lontani


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                    • Sean
                      Csar
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                      Fischi, insulti razzisti e la medaglia tolta: la brutta figura del calcio inglese

                      I tifosi hanno fischiato l'inno di Mameli e insultato i giocatori neri che hanno fallito il rigore. I giocatori della nazionale si sono tolti la medaglia che spetta a chi perde la finale

                      Il rovescio della medaglia. Gli inglesi che per giorni hanno detto trionfalmente "It's coming home", convinti di vincere l'Europeo in casa, hanno fischiato l'inno italiano, hanno insultato i giocatori che hanno sbagliato i rigori, e soprattutto i calciatori sconfitti si sono tolti la medaglia che spetta a chi perde la finale. Mentre il presidente dell'Uefa Ceferin la consegnava, i giocatori se la sfilavano.

                      Impressiona soprattutto il giovane Phil Foden, giocatore del Manchester City di Guardiola: il tecnico spagnolo dopo la sconfitta in finale di Champions League aveva baciato la medaglia dello sconfitto. Un gesto elogiato anche da Papa Francesco. Un gesto di classe, dimenticato in fretta. Sicuramente non imitato.

                      Una brutta figura iniziata prima della partita, quando arrivavano forti e chiari dalle tribune di Wembley i fischi all'inno di Mameli. Non sono serviti gli appelli dell'ex nazionale inglese Lineker, di Boris Johnson dei giorni precedenti: i tifosi hanno comunque fischiato l'inno. Gli italiani che erano a Wembley raccontano di poco fair play anche all'uscita dallo stadio: sostengono che i tifosi inglesi abbiano preso a calci e lanciato oggetti verso i locali italiani vicino allo stadio. E sui social hanno rovesciato la frustrazione per la sconfitta insultando i giocatori che hanno fallito il rigore, Rashford, Sancho e Saka. Insulti razzisti condannati dalla federazione e dal primo ministro Boris Johnson che in un tweet scrive "Questa squadra inglese merita di essere lodata, non insultata sui social media. I responsabili di questi terrificanti insulti razzisti dovrebbero vergognarsi".

                      La Federcalcio inglese in una nota si dice "sconvolta" dal "comportamento disgustoso" di chi lancia in rete questi messaggi. La polizia di Londra ha condannato l'abuso "inaccettabile" e indagherà sui post sui social media "offensivi e razzisti". Gli inglesi sostengono di aver inventato il calcio e il fair play: ma c'è sempre un altro lato della medaglia.

                      ...ma di noi
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                      • Sean
                        Csar
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                        «Congratulazioni Azzurri», William rende onore agli avversari.

                        «Heartbreaking. Congratulations Azzurri on a great victory». Firmato W. Ovvero William. Dopo la finale di Wembley, il principe, presidente della Football Association che ha seguito partecipe tutto il match con il figlio George e la moglie Kate, è stato sportivo. E ha concesso: «Un grande vittoria - congratulazioni Azzurri!». Poi rivolto all’Inghilterra - ha ricacciato indietro la delusione - e si è complimentato perché «siete arrivati così avanti, ma ahimé questo non era il giorno del destino per noi. Ma potete tenere alta la testa ed essere così orgogliosi di voi stessi - sono sicuro che ci saranno altre soddisfazioni e vittorie».

                        CorSera
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                        • Sean
                          Csar
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                          E' un caso che solo William, cioè un aristocratico, abbia avuto il buon gusto e la sportività di rivolgere un pensiero, di fare i complimenti agli avversari per la vittoria, mentre i suoi connazionali (o sudditi) si comportavano come animali allo stato brado, anche nei confronti dei propri giocatori? No, un caso non lo è.

                          In una società profondamente classista, dove solo pochi possono permettersi una istruzione adeguata, delle abitazioni a misura d'uomo, una educazione dello spirito, un accesso alla bellezza che possa ingentilire quei tratti e quelle pulsioni barbare ed elevarsi dallo stato selvatico, gli unici inglesi civilizzati sono appunto gli appartenenti alla classe alta o chi ha sufficienti disponibilità in denaro.

                          Gli aristrocratici sono tra i pochi eletti. Il "fair play", quando lo si cita riferito allo spirito sportivo inglese, lo si intende in relazione ai comportamenti della casta alta, quelli che hanno inventato i grand tour in Italia, coloro che andavano ad ammirare (e depredare) le antichità della Grecia, che svernavano in Sicilia, che andavano a scaldarsi e ad illuminare l'animo fuori dall'isola britannica, presso il sole e le bellezze e la civiltà mediterranea.

                          Coloro che possono permettersi di non ridurre la loro vita ad un circolo fatto di lavoro-pub-lavoro-pub, compressi e sperduti in metropolis immaginate da Fritz Lang, con l'uomo ridotto a componente di una inesausta catena di montaggio, dove l'evasione diventa alienazione e dove ci si abbruttisce in ritualità tribali uguali a se stesse, caricandosi la società inglese di una violenza e di una insoddisfazione ribollente e che al primo sfogo divora anche se stessa - illuminanti al riguardo gli insulti verso i propri giocatori, con la classe alta che si dice "scandalizzata" e che cerca continuamente, e anche preventivamente, di insegnare alla massa bruta "come si vive" ("non fischiate l'inno avversario", "non bevete troppo", "non comportatevi come animali") ignorando che però è quel sistema, quel modello di "civiltà nordica" e mercantile, nel quale gli William sono al vertice, ad aver ridotto e mantenuto in quello stato oscuro e selvaggio la classe bassa, gli automi destinati alla produzione.

                          Felicissimi noi a poter vivere nella terra delle bellezze naturali e spirituali, dove l'animo si educa per condizione naturale, e dove il minimo livello del gradino umano, che differenzia dal regno animale, non deve appartenere per forza di cose ad un rango "principesco" ma è patrimonio comune, condiviso e millenario.
                          Last edited by Sean; 13-07-2021, 15:06:36.
                          ...ma di noi
                          sopra una sola teca di cristallo
                          popoli studiosi scriveranno
                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
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                          • Sean
                            Csar
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                            Italia campione d’Europa, Sconcerti: superato il calcio all’antica è l’era della «Mancinità»

                            Cambiando la tradizione l’Italia apre una nuova via: non è Contismo o Guardiolismo, è una diversità molto personale, la chiamerei Mancinità. E non avrà una data di scadenza

                            di Mario Sconcerti

                            Che significa essere campioni d’Europa? Cosa cambia del nostro calcio? Sappiamo che non succedeva dal ’68, ma pochi ricordano che quello fu un Europeo senza forma, con una finale in Italia e appena quattro squadre. Battemmo l’Unione Sovietica alla monetina, poi in finale venimmo surclassati dalla vecchia Jugoslavia ancora unita, pareggiammo a dieci minuti dalla fine con Domenghini. Non esistevano i tempi supplementari, il regolamento ordinava si rigiocasse due giorni dopo. Valcareggi cambiò non solo formazione, ma anche sistema di gioco, vincemmo 2-0, gol di Anastasi e Riva.

                            Il significato di quell’Europeo fu chiudere il nostro lungo dopoguerra del calcio, andare oltre la fine del Grande Torino e cancellare gli anni Cinquanta, inutili e dolorosi come i nostri anni dieci. Erano stati allora Milan e Inter ad accendere la strada per la Nazionale, è toccato oggi alla Nazionale indicare il cammino a quelli che non sanno più vincere. Non credo che questa vittoria ci riqualifichi nel calcio perché il calcio è una terra nostra, la frequentiamo da tanto tempo, nessuno si è mai permesso di dimenticarci. Il significato di questi Europei è l’annebbiamento, forse la fine, di una lunga leggenda che abbiamo costruito con dedizione per molti, moltissimi anni: il calcio all’italiana.


                            Non credo riusciremo a rimanerne lontani a lungo, né sarebbe giusto, però è cambiato almeno il modo di farci guardare dagli altri. Non era mai successo, nemmeno dopo i due Mondiali vinti. Siamo riusciti nella cosa più difficile, cambiare una lunga tradizione. È finito il calcio di strada, la convenienza, siamo entrati nella parte condivisa del calcio. Abbiamo messo a disposizione del mondo un grande metodo di calcio di cui tanti hanno usufruito e che conta ancora più imitazioni della Settimana enigmistica.

                            Ma abbiamo deciso di cambiare da soli. Conte, cinque anni fa, con la squadra che aveva agli ultimi Europei, fece un’impresa ad arrivare nei quarti e ad essere eliminato ai rigori. Ma anche Conte giocava all’italiana. I contropiedi erano elettrici come quelli di Mancini, ma nascevano dal profondo della squadra.

                            Oggi abbiamo aperto una via diversa al calcio, una sintesi tra il Nord del mondo e il suo Sud. Non è Contismo o Guardiolismo, è una diversità molto personale, la chiamerei Mancinità, una nuova categoria. Non è una rinascita, non è questo il significato. Quaranta buoni giocatori un Paese di sessanta milioni di persone, li troverà sempre. È cambiato il modo di farli pensare, e con questo, il nostro modo di seguirli. La gente non si è innamorata dell’Italia per i suoi risultati, prima del Belgio non avevamo davvero battuto nessuno. Ha amato la squadra per come si è subito sentita rappresentata dalla sua diversità.

                            Le Nazionali sono come le stagioni, da tempo non sono più quelle di una volta. Poche escono dal proprio campionato, ormai siamo un continente sovrapposto, tutti giocano dovunque. E nella selezione le squadre nazionali acquistano pubblico ma perdono qualità. Le grandi squadre di club sono non solo più forti delle Nazionali ma anche più omogenee, hanno imparato a stare insieme per sessanta partite non per sette, per anni e anni, non per un mese.

                            Ma le grandi Nazionali vanno oltre, sono identitarie, giocano ogni volta per un intero popolo, questo le moltiplica. Vanno capite e prese al volo quelle parti del Paese che spostano. In gioia, in idee, in abitudini. Le Nazionali cambiano qualcosa e vengono cambiate dalla propria gente. C’è uno scambio vasto, meno legato al tempo di una stagione. Per questo la Mancinità non avrà data di scadenza, da oggi è un principio, una ricetta, da agitare e usare secondo dosi. È il nostro nuovo regalo al calcio di tutti. Questo è il significato.


                            CorSera
                            ...ma di noi
                            sopra una sola teca di cristallo
                            popoli studiosi scriveranno
                            forse, tra mille inverni
                            «nessun vincolo univa questi morti
                            nella necropoli deserta»

                            C. Campo - Moriremo Lontani


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                            • Venkman85
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                              A me sembra di ricordare che anche della Nazionale di Prandelli all'estero dicessero che non giocava all'italiana, ma che fosse propositiva

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                              • Françis1992
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                                ma Sbaglio o Mancini e' sembrato avercela con la Rai ?


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