sul lettino di Freud. L'angolo dell'interpretazione dei sogni

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  • Lorenzo993
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    Originariamente Scritto da Luke91 Visualizza Messaggio
    Manda via pm numero dello spacciatore che ti ha fornito sta roba
    Ho preso un preworkout su mm e ecco gli effetti

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    • Lorenzo993
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      • May 2012
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      Avt il momento é catartico, appena torni dal complex di mamma urge una spiegazione del sogno

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      • Arturo Bandini
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        • Aug 2003
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        Originariamente Scritto da Lorenzo993 Visualizza Messaggio
        Sono in mezzo al mare e c'é solo acqua in tutte le direzioni, mi immergo e sono circondato da meduse, riesco a respirare sott'acqua e arrivo sul fondale, cammino sul fondale finché arrivo a una spiaggia che ha una scogliera sulla sinistra

        Cammino dalla spiaggia e entro in un bosco con al centro un percorso, alla fine del percorso c'é una fonte, sulla destra una montagna, a sinistra una statua con la faccia di mio padre, davanti a me, dopo la fonte, c'é un'entrata che porta dentro un abisso tipo hellraiser
        è abbastanza scontato, posto che l'interpretazione vera la devi fare tu perchè deriva dalle tue esperienze e non è condivisibile.
        Come l'altra volta il mare, situazione che per te rappresenta pericolo o comunque difficoltà, ma riesci a cavartela adattandoti al contesto (i tuoi polmoni imparano a respirare acqua: stai imparando a gestire una situazione nuova e difficile). L'immagine della corsa sul fondale potrebbe essere causata da scene viste nella vita reale, se come me hai visto su fb il capibara che anzichè nuotare corre sul fondale.
        Poi ti chiedi cosa ci sia alla fine di questa fase che tu speri sia momentanea con l'approdo a una spiaggia. Ci sarà ancora un percorso complicato (la scogliera) e in cui è difficile orientarsi (il bosco). Poi da una parte l'esempio di tuo padre: seguire la sua strada che forse ti pare più facile da affrontare ma non ti entusiasma; dall'altro un percorso personale, la discesa e affrontare altri pericoli e forse dolori. La selva oscura e poi la discesa all'inferno, da cui però si può tornare a riveder le stelle

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        • Arturo Bandini
          million dollar boy
          • Aug 2003
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          esempio di interpretazione. talmente perfetto che qualcuno pensa si inventasse i casi clinici per dimostare le sue teorie






          il lupo altro non era che il primo sostituto paterno
          FREUD – IL SOGNO DEI LUPI

          Un giovane che per i suoi ricordi d’infanzia individua come punto di riferimento il fatto che i suoi genitori – quando egli non aveva ancora cinque anni – si erano trasferiti da un possedimento di campagna a un altro, racconta questo sogno, che a suo dire è il primo della sua vita ed è avvenuto quando egli si trovava ancora nella prima tenuta:
          «Sognai che era notte e mi trovavo nel mio letto (il letto era orientato con i piedi verso la finestra e davanti ad essa c’era un filare di vecchi noci; sapevo ch’era inverno mentre sognavo, e ch’era notte). Improvvisamente la finestra si aprì da sola, e io, con grande spavento vidi che sul grosso noce proprio di fronte alla finestra stavano seduti alcuni lupi bianchi. Erano sei o sette. I lupi erano tutti bianchi e sembravano piuttosto volpi o cani da pastore, perché avevano una lunga coda come le volpi, e le orecchie ritte come quelle dei cani quando stanno attenti a qualcosa. In preda al terrore – evidentemente di esser divorato dai lupi – mi misi a urlare e mi svegliai. La bambinaia accorse al mio letto per vedere cosa mi fosse successo. Passò un bel po’ di tempo prima che mi convincessi che era stato soltanto un sogno, tanto naturale e nitida mi era parsa l’immagine della finestra che si apre e dei lupi che stanno seduti sull’albero. Finalmente mi tranquillizzai, mi sentii come liberato da un pericolo, e mi riaddormentai».
          «L’unica azione contenuta nel sogno fu l’aprirsi della finestra, poiché i lupi stavano seduti tranquilli e immobili sui rami dell’albero, a destra e a sinistra del tronco, e mi guardavano. Era come se avessero rivolto su di me tutta la loro attenzione. Credo che questo sia stato il mio primo sogno d’angoscia. Avevo tre o quattro anni, cinque al massimo. Da allora, fino agli undici o dodici anni, ho sempre avuto paura di vedere in sogno qualcosa di terribile».
          Il giovane aggiunge quindi un disegno dell’albero coi lupi che conferma la sua descrizione.
          L’analisi del sogno porta alla luce il materiale seguente.
          Egli ha sempre messo in relazione questo sogno con il ricordo della straordinaria paura provata in quegli anni dell’infanzia per la figura di un lupo che si trovava in un libro di fiabe. La sorella più grande, decisamente superiore a lui, aveva l’abitudine di stuzzicarlo mostrandogli continuamente con una scusa o con l’altra proprio quella figura, al che egli, atterrito, si metteva a urlare.
          Nella figura il lupo era rappresentato eretto, con un piede proteso, gli artigli sporgenti, le orecchie ritte. Secondo il giovane si trattava di un’illustrazione della fiaba di Cappuccetto Rosso.
          Perché i lupi sono bianchi? Questo particolare gli rammenta le pecore, che in grandi greggi si aggiravano nei dintorni della tenuta. Di tanto in tanto il padre lo conduceva con sé a visitare queste greggi ed egli ne era ogni volta tutto fiero e felice. Più tardi (a quanto risulta dalle informazioni raccolte, probabilmente poco prima del sogno) fra queste pecore scoppiò un’epidemia. Il padre fece venire un allievo di Pasteur che vaccinò le bestie; ma dopo la vaccinazione ne morirono più di prima.
          Come hanno fatto i lupi a salire sull’albero? A questo proposito gli viene in mente una storia che aveva sentito raccontare dal nonno, non ricorda più se prima o dopo il sogno. Tuttavia, il contenuto di essa depone decisamente a favore della prima ipotesi.
          Ecco la storia. Un sarto stava seduto al lavoro nella sua stanza, ed ecco che la finestra si apre e balza dentro un lupo. Il sarto gli scaglia addosso la misura – anzi no… si corregge il giovane – lo acchiappa per la coda e gliela strappa, sicché il lupo fugge via terrorizzato.
          Qualche tempo dopo il sarto va nel bosco, a un tratto vede avvicinarsi un branco di lupi e per evitarli cerca rifugio su un albero. I lupi dapprima non sanno che fare, ma quello mutilato, che si trova fra loro e vuole vendicarsi del sarto, propone ai compagni di montare uno sull’altro in modo che l’ultimo possa raggiungere il sarto. Lui stesso – un vecchio lupo robusto – farà da base alla piramide.
          I lupi seguono il suo consiglio ma il sarto ha riconosciuto il visitatore punito e a un tratto grida come quel giorno: «Acchiappare il grigio per la coda!». A questo ricordo il lupo senza coda scappa via atterrito e tutti gli altri ruzzolano a terra.
          In questo racconto compare l’albero sul quale nel sogno i lupi stanno seduti. Non solo; esso contiene altresì un’allusione non ambigua al complesso di evirazione. Il vecchio lupo è stato dal sarto amputato della coda. Le code volpine dei lupi del sogno sono probabilmente compensazioni per questa coda mancante.
          Perché i lupi sono sei o sette? Sembra che questa domanda non debba avere risposta finché io non avanzo il dubbio che forse la figura che gli incuteva tanta paura non si riferiva alla fiaba di Cappuccetto Rosso. Quest’ultima offre lo spunto soltanto a due illustrazioni – la scena di Cappuccetto Rosso che incontra il lupo nel bosco e quella in cui il lupo giace nel letto con la cuffia della nonna. Quindi dietro al ricordo di quella figura si cela presumibilmente un’altra fiaba.
          Egli scopre ben presto che non può trattarsi che della storia del Lupo e i sette capretti. Qui si trova il numero sette, ma anche il sei, poiché il lupo divora soltanto sei capretti mentre il settimo si nasconde nella cassa del pendolo. Anche il colore bianco compare nella storia, perché il lupo si fa infarinare la zampa dal fornaio dopo che i capretti, alla sua prima visita, l’avevano riconosciuto dalla zampa grigia.
          Le due fiabe hanno del resto molti elementi in comune: in entrambe c’è il divorare, la pancia che viene aperta con un taglio, l’estrazione di coloro che sono stati divorati, la loro sostituzione con grossi sassi; infine, in entrambe le fiabe il lupo cattivo perisce. Inoltre, nella fiaba dei capretti compare anche l’albero: infatti dopo il pasto il lupo si sdraia sotto un albero e russa.
          Per un motivo particolare dovrò occuparmi ancora di questo sogno in altra sede, e allora ne interpreterò e valuterò più a fondo il significato. Esso è infatti il primo sogno d’angoscia che il soggetto ricordi della sua infanzia e il contenuto di esso, messo in relazione con altri sogni che seguirono poco dopo e con alcuni episodi dell’infanzia del sognatore, presenta un particolarissimo interesse.
          Qui ci limiteremo al rapporto fra il sogno e due fiabe che hanno molti elementi in comune, quella di Cappuccetto Rosso e quella del Lupo e i sette capretti.
          L’impressione prodotta da queste fiabe si manifestò, nel piccolo sognatore, in una zoofobia vera e propria che si distingueva da altri casi analoghi per un unico fatto: l’animale che suscitava angoscia non era un oggetto facilmente accessibile alla percezione (come il cavallo, per esempio, o il cane), ma era noto al bambino soltanto dai racconti e dai libri illustrati.
          Mi riservo di occuparmi in altra occasione della spiegazione di queste zoofobie e del significato che ad esse va attribuito. Qui anticiperò soltanto che questa spiegazione è in perfetta armonia con le principali caratteristiche che la successiva nevrosi del sognatore portò alla luce. La paura del padre era stata la ragione che più fortemente lo aveva indotto ad ammalarsi e un atteggiamento ambivalente nei confronti di ogni figura sostitutiva del padre dominò d’allora in poi la sua esistenza non meno che il suo comportamento durante la cura.
          Se nel caso del mio paziente il lupo altro non era che il primo sostituto paterno, c’è da domandarsi se la fiaba del lupo che divora i capretti e quella di Cappuccetto Rosso celassero in sé qualcosa di diverso dalla paura del padre. Inoltre, il padre del mio paziente aveva la peculiarità di indulgere nella «sgridata affettuosa», a cui del resto sono avvezze molte persone nei rapporti coi propri figli. E la minaccia scherzosa: «Adesso ti mangio!» sarà risuonata probabilmente più di una volta nei primi anni, allorché quel padre – divenuto in seguito assai severo – usava giocare col figlioletto e vezzeggiarlo.
          Una mia paziente mi ha raccontato che i suoi due bambini non erano mai riusciti a voler bene al nonno poiché, giocando affettuosamente, costui soleva spaventarli dicendo che avrebbe tagliato loro il pancino.


          L’interpretazione di questo sogno si protrasse per parecchi anni. L’unica azione contenuta nel sogno era l’aprirsi della finestra, poiché i lupi stavano seduti tranquilli e immobili sui rami dell’albero. Il giovane mise sempre in relazione questo sogno con il ricordo della straordinaria paura provata in quegli anni dell’infanzia per la figura di un lupo che si trovava in un libro di fiabe. L’immagine riattivata quella notte nel caos delle tracce mnestiche è la scena di un coito tra i genitori, avvenuto in condizioni piuttosto insolite e particolarmente favorevoli all’osservazione. L’età da attribuire al bambino in quel periodo è di un anno e mezzo circa. Le posizioni che il paziente aveva visto assumere dai genitori erano così descrivibili: L’uomo eretto e la donna prona come un animale. Egli riteneva che la posizione del lupo (in una figura che illustrava la fiaba del Lupo e i sette capretti) avesse potuto rammentargli la posizione assunta dal padre durante la scena primaria che era stata ricostruita. Comunque sia, la figura era servita come punto di partenza per altre manifestazioni di angoscia. L’espressione di questa angoscia, “la paura di essere divorato dal lupo”, era soltanto una trasposizione del desiderio di essere posseduto carnalmente dal padre, ossia di essere soddisfatto da lui come la madre. La sua meta sessuale ultima, l’atteggiamento passivo verso il padre, era incorsa nella rimozione, e al suo posto era comparsa la paura del padre sotto forma di fobia dei lupi. La madre assunse il ruolo del lupo evirato che invita gli altri a montargli sopra, il padre il ruolo del lupo che monta. Sembra che nel corso del sogno il bambino si sia identificato con la madre evirata e abbia lottato contro questa identificazione: una chiara “protesta virile”. L’evoluzione sessuale di questo caso ha subìto dunque dei perturbamenti: dapprima influenzata in modo decisivo dalla seduzione, fu poi fuorviata dalla scena dell’osservazione del coito, la quale, con effetto ritardato, agì come una seconda seduzione.



          Last edited by Arturo Bandini; 15-01-2024, 22:48:30.

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          • Lorenzo993
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            apparte che i sogni che faccio io sono meglio di questo del lupo fuori dalla finestra e poi praticamente ogni cosa sarebbe ricondotta in finale per sigumundo a prenderlo su per il kulo?

            Avt evidentemente non hai visto scarface nella scena in cui tony dice a manny: è tutto qui? si riduce tutto a questo manny?


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            • Arturo Bandini
              million dollar boy
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              non si riduce tutto a questo, io faccio sogni di altro tipo, quasi sempre legati alla nostalgia e alla paura della morte, ma Freud analizzava i sogni di persone malate, non semplici depressi ma schizofrenici, paranoici (in questo sogno è evidente un sintomo della paranoia: i lupi che fissano lui, mentre in realtà era lui a fissare i lupi). Per casi del genere, i sogni riportati nei casi clinici, probabilmente tra molti sogni raccontati, sono quelli che all'improvviso risolvono l'analisi, rivelando qual è il trauma originale che ha scatenato la malattia

              ps: appunto dice "come effetto ritardato agì come seconda seduzione": a un anno e mezzo aveva registrato la scena senza saperla interpretare, ma quando fu più grande capì la natura sessuale del gesto e da lì il desiderio verso il padre.
              Probabilmente raccontava spesso questo sogno perchè inconsciamente sapeva che rappresentava il punto focale, ma la rimozione gli impediva di coglierne il senso, che poi l'analisi ha spiegato
              Last edited by Arturo Bandini; 15-01-2024, 23:47:50.

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              • Arturo Bandini
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                tutti abbiamo un sogno che, pur avendolo fatto una volta sola, ci è rimasto impresso. probabilmente spiegherebbe molto di noi.
                Quando avevo forse 5 anni sognai mio zio che mi investiva con la sua macchina e poi con tono allegro guardava nello specchietto e diceva "schiacciato"

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                  Fatti due domande
                  Ogni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.
                  Originariamente Scritto da Bob Terwilliger
                  Di solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.

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                    La risposta è dentro di te, mapperò è sbajata!
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                    • Arturo Bandini
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                      Il piccolo Hans, uno dei casi più emblematici di Freud



                      Il caso del piccolo Hans è tra quelli che meglio illustrano la teoria del complesso di Edipo e l'angoscia di castrazione, due concetti chiave della psicoanalisi freudiana. In questo articolo esponiamo lo sviluppo e le conclusioni di uno dei più famosi casi della storia della psicoanalisi.
                      Quello del piccolo Hans è tra i casi clinici più emblematici della psicoanalisi. Ci parla del paziente più giovane di Sigmund Freud. Si tratta, inoltre, del caso a partire dal quale Freud strutturò le basi dell’analisi infantile e, in buona parte, della sua teoria delle fobie.

                      Nel 1909 viene dato alle stampe il libro Analisi della fobia di un bambino di cinque anni. È qui che Freud racconta il caso del piccolo Hans. Questa pubblicazione conferma ciò che il padre della psicoanalisi aveva già sostenuto nelle sue opere sull’interpretazione dei sogni.

                      Il piccolo Hans era Herbert Graf, figlio di un importante musicologo, membro del Circolo Psicoanalitico di Vienna. Freud chiarisce che fu lo stesso padre del bambino a condurre l’analisi. Egli gli inviava le sue note e, in base a queste, Freud presentò il caso così come lo conosciamo.
                      “In ogni uomo convivono desideri che non vorrebbe comunicare agli altri e desideri che non vorrebbe confessare neppure a se stesso”.
                      -Sigmund Freud


                      La fobia del piccolo Hans


                      Il piccolo Hans aveva 4 anni quando sua madre diede alla luce la sorellina. Il bambino continuava a chiedersi come fosse uscita dalla pancia della mamma. Tuttavia, non trovò una risposta definitiva alla domanda. Gli fu subito chiaro, invece, che non godeva più, come prima, delle attenzioni della madre.

                      Un giorno ella lo vide giocare con quello che lui chiamava il suo “fapipì. Lei lo ammonì dicendogli di non giocarci troppo, perché se avesse esagerato sarebbe stata costretta a “tagliarglielo”. In un’altra occasione mentre si trovava al parco con la governante, davanti ai suoi occhi, un cavallo cadde rumorosamente al suolo e morì.

                      Da allora sviluppò un’intensa fobia dei cavalli. E in particolare, di quelli che avevano qualcosa di nero sul muso. Precisa inoltre che anche il cavallo aveva un grande “fapipì”. Freud associò la figura del cavallo a quella del padre del bambino. Anche il padre aveva “qualcosa di nero” in bocca: i baffi.


                      Il sogno del piccolo Hans


                      La fobia divenne così intensa che il piccolo Hans si rifiutava persino di uscire di casa. A quel tempo i cavalli erano il principale mezzo di trasporto e si trovavano ovunque. Perciò era in qualche modo comprensibile che il bambino si rifiutasse di varcare la soglia di casa. Suo padre, anch’egli psicanalista, cominciò a prendere nota di tutto quello che accadeva.

                      Il piccolo Hans fece un sogno particolarmente intenso e singolare in quel periodo. In esso vi erano due giraffe: una grande e una sgualcita. La grande gli urlava contro, perché gli aveva portato via quella sgualcita. Poi d’improvviso le grida si fermarono e il bambino si sedette sulla la giraffa sgualcita.

                      Come si può vedere, a monte, vi è una costellazione di eventi significativi in un momento cruciale dello sviluppo del bambino. La nascita della sorellina, la minaccia di castrazione, i dubbi sui meccanismi biologici e, come mostrerà Freud, la presenza del complesso di Edipo.


                      L’interpretazione di Freud


                      Per Freud, alla base del caso del piccolo Hans vi è il complesso di Edipo e la conseguente angoscia di castrazione. Per inciso, con ciò si intende il desiderio del bambino di prendere il posto del padre nei confronti della madre. Tale desiderio di eliminare il padre, causa l’angoscia di essere castrato, o di venire ostacolato dal padre nel prendere il suo posto.

                      Le giraffe del sogno rappresentano i genitori. Il loro collo è un simbolo fallico. “Quella grande” rappresenta il padre, o meglio l’organo maschile del padre. “Quella sgualcita” rappresenta la madre o, per meglio dire, la vagina.

                      Il padre del piccolo Hans racconta che il bambino prese l’abitudine di entrare nel letto dei genitori al mattino. Il padre, un giorno, rimproverò la madre di essere troppo permissiva.

                      Lei rispose che era un fatto di poca importanza e l’uomo rimase in silenzio. Hans, in quel momento, si aggrappò alla madre. Per Freud, questa scena è indubbiamente edipica ed è esattamente ciò che viene rappresentato nel sogno.

                      La soluzione alla fobia di Hans, consiste, innanzitutto, nello spiegargli nel dettaglio i meccanismi biologici della nascita. Poi, aiutarlo a vedere se stesso come il padre, e il padre come suo nonno. Un giorno il bambino si accorse che il suo pene era cresciuto e ciò lo rassicurò. Come conseguenza sparì anche la fobia dei cavalli.
                      Last edited by Arturo Bandini; 17-01-2024, 19:39:39.

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                        Mi piace il fapipí
                        Ogni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.
                        Originariamente Scritto da Bob Terwilliger
                        Di solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.

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                          è naturale che la sessualità sia alla base di quasi tutti i traumi che poi determinano le dinamiche psichiche in età adulta. I bambini, prima della fase di latenza, non sono affatto asessuati, al contrario, sono perversi polimorfi.
                          E proprio le figure genitoriali, inevitabilmente quelle con cui il bambino è più a contatto in questa fase, vengono investite di fortissimi impulsi libidici.

                          Provate a pensare a qualche episodio riguardante la vostra infanzia, prima della fase di latenza.
                          Io mi ricordo quando in bagno con mia madre le chiesi di mostrarmi il suo pisellino (il bambino rimane sconvolto appena intuisce che la madre non ha il pene, perchè, dando per scontato che tutti nasciamo col pene, ne desume che la madre sia stata castrata e che quindi anche per lui esista quel pericolo). Il feticismo per le gambe, ad esempio, o per le mutandine, rappresenta l'attaccamento all'ultima cosa vista prima di scoprire che le donne non hanno il pene, e è una negazione di questa realtà.

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                          • Fabi Stone
                            Bodyweb Senior
                            • Jan 2015
                            • 11131
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                            Originariamente Scritto da Arturo Bandini Visualizza Messaggio
                            è naturale che la sessualità sia alla base di quasi tutti i traumi che poi determinano le dinamiche psichiche in età adulta. I bambini, prima della fase di latenza, non sono affatto asessuati, al contrario, sono perversi polimorfi.
                            E proprio le figure genitoriali, inevitabilmente quelle con cui il bambino è più a contatto in questa fase, vengono investite di fortissimi impulsi libidici.

                            Provate a pensare a qualche episodio riguardante la vostra infanzia, prima della fase di latenza.
                            Io mi ricordo quando in bagno con mia madre le chiesi di mostrarmi il suo pisellino (il bambino rimane sconvolto appena intuisce che la madre non ha il pene, perchè, dando per scontato che tutti nasciamo col pene, ne desume che la madre sia stata castrata e che quindi anche per lui esista quel pericolo). Il feticismo per le gambe, ad esempio, o per le mutandine, rappresenta l'attaccamento all'ultima cosa vista prima di scoprire che le donne non hanno il pene, e è una negazione di questa realtà.
                            Fortuna i trans...

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                            • Arturo Bandini
                              million dollar boy
                              • Aug 2003
                              • 31488
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                              stanotte ho fatto un sogno che ho interpretato in 2 secondi appena sveglio. Lo ricordavo vividamente perchè mi sono svegliato durante il sogno, il cui contenuto è talmente innocuo che non necessitava di censura e trasformare in metafora il suo contenuto, ma tale è il meccanismo dei sogni...
                              Lorenzo forse lo sa interpretare (dico lui per un motivo preciso)
                              c'era su rai3 uno spot di renzo arbore (contenuto correlato all'esperienza quotidiana, avendo letto una sua intervista online) che vendeva insetticidi. Questo è per scarafaggi, 5 euro, quest'altro per formiche 5 euro, questo per vespe.
                              Questo invece se te lo spruzzi addosso attrae le api, costa $ 1,70

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                              • M K K
                                finte ferie user
                                • Dec 2005
                                • 67313
                                • 3,002
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                                Io ho sognato di urinare sul lettone ( al tempo) e sui cuscini dei miei genitori .
                                sogno vividissimo
                                Ogni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.
                                Originariamente Scritto da Bob Terwilliger
                                Di solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.

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