La fortuna di navigare in Italia

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    La fortuna di navigare in Italia

    No, non sto parlando della bellezza del mare italiano, ma volevo farvi notare cosa succede negli altri paesi, quando si scrive qualcosa "di troppo" su forum, siti o newsgroup...

    Sarà tutto un fatto di politica oppure e la mentalità generica del posto dove si vive?

    Riporto l'articolo di Punto Informatico

    " 42 cyberdissidenti sono prigionieri in Cina, tra cui:
    Liu Di, detenuta in una località segreta
    Liu Di, 22 anni, è stata arrestata nel campus dell'università di Pechino, il 7 novembre 2002. Da allora, è prigioniera in una località segreta. Studentessa di psicologia, "il mouse inossidabile" - era questo il suo pseudonimo in Internet - aveva incoraggiato gli internauti a "ignorare la propaganda del regime cinese" e invitato a "vivere in tutta libertà".
    Huang Qi condannato a cinque anni di carcere
    Creatore del sito Internet www.tianwang.com, Huang Qi è stato arrestato, il 3 giugno del 2000. Ha dovuto aspettare tre anni prima di sapere di essere stato condannato a cinque anni di carcere per "sovversione" e "incitamento alla rivolta contro i poteri dello Stato". Al momento del suo processo-farsa che si è tenuto a porte chiuse nell'agosto 2001, il cyberdissidente, sfinito dai lunghi interrogatori e dalle pesanti condizioni di detenzione, portava sul volto e sul corpo i segni evidenti dei maltrattamenti che gli venivano regolarmente inflitti dai suoi guardiani.

    3 cyberdissidenti sono prigionieri alle Maldive, tra cui:
    Ahmad Didi condannato a 25 anni di carcere
    Ahmad Didi, 50 anni, era un brillante uomo d'affari e si era candidato per un posto di deputato nel suo paese. Ma con altre tre illustri personalità delle Maldive, ha avuto l'idea di lanciare Sandhaanu, un bollettino di informazioni diffuso su Internet. Il presidente delle Maldive ha ordinato il loro arresto nel gennaio 2002. Nel luglio dello scorso anno, sono stati condannati a una pena di 25 anni di carcere per aver "insultato il Presidente " e aver tentato di "rovesciare il governo (...) creando un bollettino chiamato Sandhaanu". Dopo l'annuncio della sentenza, le autorità del paese hanno rifiutato il ricorso in appello ai prigionieri, che continuano a essere sprovvisti di avvocati per la loro difesa.

    5 cyberdissidenti sono prigionieri in Viêt-nam, tra cui:
    Le Chi Quang condannato a quattro anni di carcere
    Le Chi Quang, 32 anni, laureato in chimica e in diritto, è stato arrestato il 21 febbraio 2002 in un cybercaffè di Hanoi da un poliziotto in borghese che si era spacciato per un internauta. È stato condannato, l'8 novembre 2002, a quattro anni di carcere per aver pubblicato su Internet degli articoli critici nei confronti del regime comunista. Nonostante questo cyberdissidente sia gravemente sofferente per problemi di insufficienza renale, il tribunale di Hanoi ha recentemente rifiutato la sua liberazione per "motivi di salute".

    1 cyberdissidente è prigioniero in Tunisia:
    Zouhair Yahyaoui condannato a due anni di carcere
    Nel luglio 2001, appena laureato e disoccupato con la passione di Internet, Zouhair Yahyaoui lancia, dalla Tunisia, un sito di informazioni. Il 4 giugno 2002, viene arrestato in un cybercaffè alla periferia di Tunisi.
    Durante gli interrogatori, il cyberdissidente rivela la password del sito e viene ferocemente torturato. Il 10 luglio 2002, viene condannato a due anni di carcere per "diffusione di notizie false". Dall'inizio dell'anno 2003, Zouhair Yahyaoui è entrato per ben tre volte in sciopero della fame.


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