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Cronaca e politica estera [Equilibri mondiali] Thread unico.
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Originariamente Scritto da Mario12 Visualizza Messaggiosi parla di imminente attacco di Israele a luoghi militari iraniani e di un presunto test nucleare avvenuto nella città di Semnan
sono queste le trame che vogliamoLast edited by Sean; 10-10-2024, 14:47:45....ma di noi
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C. Campo - Moriremo Lontani
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioBiden: “Milton sarà la tempesta del secolo”
"In meno di 14 ore Milton toccherà terra in Florida. Sarà la tempesta del secolo". Lo ha detto Joe Biden riferendosi all’uragano che sta allarmando gli Stati Uniti. Il presidente e la vicepresidente Kamala Harris stanno ricevendo un aggiornamento sui preparativi salvavita dell'Amministrazione per l'uragano Milton, nonché gli ultimi aggiornamenti sulle previsioni e gli impatti previsti per lo Stato della Florida. Biden e Harris riceveranno anche un aggiornamento sulla risposta in corso agli impatti dell'uragano Helene nel sud-est.
Si temono mareggiate fino a 4,7 metri, venti oltre i 200 km/h
Il problema maggiore dell’uragano Milton sono considerate le mareggiate che potrebbero raggiungere i 4,7 metri, il doppio di quelle causate da Helene due settimana fa. L'uragano toccherà terra probabilmente come categoria 3 o 4 e attraverserà la penisola della Florida che lascerà come categoria 1. L'impatto potenziale sarà devastante su un'area molto grande, dal golfo del Messico all'oceano Atlantico, con piogge torrenziali, inondazioni, tornado e venti ben oltre i 200 km/h. Se Milton colpirà direttamente Tampa come categoria 3 o più alta, le perdite sarebbero nell'ordine di decine di miliardi, forse fino a 75 miliardi. Una cifra che potrebbe comunque facilmente salire. Le perdite causate da Katrina sono state oltre 100 miliardi mentre quelle di Ian, che si è abbattuto sulla costa occidentale della Florida nel 2022, sono state nell'ordine dei 50 miliardi di dollari.
Repubblica
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L'antropologo Emmanuel Todd e il suo libro controverso: «Non sono filorusso, ma se l’Ucraina perde la guerra a vincere è l’Europa»
Esce per Fazi l’edizione italiana del volume La sconfitta dell’Occidente di Emmanuel Todd, pubblicato in Francia da Gallimard.
Professor Todd, in Francia è stato scritto che lei vuole «far passare i suoi sogni per realtà» e che ciò che afferma non ha basi scientifiche. Che cosa risponde?
«La questione non è sapere cosa scrive di me la stampa francese, ma conoscere i fatti che la storia attuale rivela. Il fatto è che gli Stati Uniti non sono stati in grado di produrre l’equipaggiamento militare di cui gli ucraini hanno bisogno, perché è un dato di fatto che il potere della loro industria è stato prosciugato dalla finanziarizzazione. È un dato di fatto che l’esercito ucraino è in ritirata ed è un dato di fatto che fatica a reclutare soldati. È un dato di fatto che le sanzioni economiche occidentali hanno fatto più danni all’economia europea che a quella russa ed è anche un fatto che la stabilità politica della Francia è oggi più minacciata di quella della Russia. La ristrutturazione dell’economia russa è stata resa possibile dal fatto che questo paese produce più ingegneri degli Stati Uniti e dal fatto che i paesi che non sono alleati o sudditi degli Stati Uniti hanno continuato a commerciare con la Russia. I commenti di buona parte della stampa francese sui miei sogni — “Le Monde”, “Libération”, “L’Express” etc. — suggeriscono che è lei che vive in un sogno. Il successo del mio libro in Francia suggerisce anche il fatto che questa stampa non è sempre presa sul serio dai francesi».
Tuttavia, il volume si basa sulle sue teorie sul nichilismo e la decadenza religiosa in Europa. Ci può presentare il loro significato?
«Sono scomparse le ultime tracce dell’impianto sociale e morale di origine religiosa. È stato raggiunto lo stato zero della religione. L’assenza di credenze, norme e abitudini di carattere o origine religiosa, lascia però l’angoscia di essere un uomo, mortale, e che non sa cosa fa sulla terra. La reazione più banale a questo vuoto è la divinizzazione del vuoto: il nichilismo, che porta all’impulso di distruggere le cose, le persone e la realtà. Un sintomo centrale di ciò per me è l’ideologia transgender che porta le nostre classi medio-alte a voler credere che un uomo possa diventare una donna e una donna un uomo. Questa è un’affermazione del falso. La biologia del codice genetico ci dice che questo è impossibile. Parlo qui da antropologo, da studioso, e non da moralista. Dobbiamo proteggere gli individui che pensano di appartenere a un genere diverso dal proprio. Per quanto riguarda la parte LGB dell’ideologia LGBT (lesbismo, omosessualità maschile e bisessualità), queste sono preferenze sessuali che hanno la mia benedizione. È anche sorprendente ma significativo che, accettando l’inflessibilità del codice genetico, la scienza e la Chiesa siano oggi dalla stessa parte. Contro l’affermazione nichilistica del falso».
Lei sostiene che l’Europa abbia delegato la rappresentanza dell’Occidente agli Stati Uniti e ora ne paga le conseguenze. Come pensa che si possa cambiare questa tendenza?
«Allo stato attuale non possiamo fare altro. È iniziata una guerra. È l’esito di questa guerra che deciderà il destino dell’Europa. Se la Russia venisse sconfitta in Ucraina, la sottomissione europea agli americani si prolungherebbe per un secolo. Se, come credo, gli Stati Uniti verranno sconfitti, la Nato si disintegrerà e l’Europa sarà lasciata libera. Ancora più importante di una vittoria russa sarà l’arresto dell’esercito russo sul Dnepr e la mancanza di volontà del regime di Putin di attaccare militarmente l’Europa occidentale. Con 144 milioni di abitanti, una popolazione in calo e 17 milioni di kmq, lo Stato russo fa già fatica ad occupare il suo territorio. La Russia non avrà né i mezzi né il desiderio di espandersi, una volta ricostituiti i confini della Russia pre-comunista. L’isteria russofobica occidentale, che fantastica sul desiderio di espansione russa in Europa, è semplicemente ridicola per uno storico serio. Lo choc psicologico che attende gli europei sarà quello di comprendere che la Nato non esiste per proteggerci ma per controllarci».
Pensa che l’Europa abbia fatto l’ultimo passo verso questa subordinazione durante i conflitti nei Balcani, e soprattutto con la questione del Kosovo?
«No, è partito tutto in Ucraina. Durante la guerra in Iraq, dopo il Kosovo, Putin, Schröder e Chirac hanno tenuto conferenze stampa congiunte. Questo terrorizzava Washington. Sembrava che l’America potesse essere espulsa dal continente europeo. La separazione della Russia dalla Germania divenne quindi una priorità per gli strateghi americani. Peggiorare la situazione in Ucraina è servito a questo scopo. Costringere i russi ad entrare in guerra per impedire l’integrazione di fatto dell’Ucraina nella Nato è stato, inizialmente, un grande successo diplomatico per Washington. Lo choc della guerra paralizzò la Germania e permise agli americani, nella generale confusione, di far saltare in aria il gasdotto Nordstream, simbolo dell’intesa economica tra Germania e Russia. Ovviamente, in una seconda fase, quella della sconfitta americana, il controllo americano sull’Europa sarà polverizzato. Germania e Russia si incontreranno di nuovo. Questo conflitto è in un certo senso artificiale. La cosa naturale, in un’Europa a bassa fertilità, con la sua popolazione che invecchia, è la complementarità tra l’industria tedesca e le risorse energetiche e minerarie russe».
Perché assume una posizione filo-russa riguardo alla guerra in Ucraina e vede questo conflitto come un esempio della fine dell’Occidente?
«Sono uno storico obiettivo. Voglio capire perché noi occidentali abbiamo provocato questa guerra e l’abbiamo persa, e con questa sconfitta abbiamo anche perso la presa sul mondo. Non sono filo-russo. Ma leggo i testi di Putin e Lavrov e penso di comprendere i loro obiettivi e la loro logica. Se i nostri leader avessero preso più sul serio i ricercatori come me e alcuni altri, non ci avrebbero portato a un simile disastro. Un Putinofobo intelligente potrebbe usare il mio libro per combattere la Russia. D’altra parte, quando un giornale come “Le Monde” nasconde ai suoi lettori – le élite francesi – la ripresa economica e sociale della Russia, come ha fatto, disinforma i nostri leader sulla stabilità e il potere russo e serve Putin».
Lei introduce i concetti di «oligarchia liberale» per molti stati europei e di «democrazia autoritaria» per la Russia. In quale sistema preferirebbe vivere?
«L’oligarchia liberale non rappresenta per me un problema pratico. Non dimenticare che sono nato nell’establishment intellettuale francese. Mio nonno Paul Nizan pubblicava con Gallimard prima della guerra e aveva Raymond Aron come testimone di nozze. Sua moglie, mia nonna Henriette, era cugina di Claude Lévi-Strauss. Mio padre Olivier Todd era un grande giornalista del “Nouvel Observateur”. Fondamentalmente sono solo un membro dissidente dell’oligarchia intellettuale. Inoltre, amo appassionatamente il mio paese, la Francia, e vivrò lì finché il regime non sarà fascista o razzista, e non dovrò diventare un rifugiato politico. Se diventassi un rifugiato politico, non andrei negli Stati Uniti come era tradizione nella mia famiglia, perché stanno precipitando in qualcosa di peggio dell’oligarchia liberale, del nichilismo. Non ho gusto per la barbarie, sono troppo culturalmente conformista, troppo educato come dicono in francese. Penso che andrei in Italia, perché lì è tutto bello, o in Svizzera perché parte del paese parla francese. Cosa farei in Russia?».
Esce la traduzione italiana del libro dello studioso francese accusato di posizioni vicine a Putin. Martedì 8 ottobre sarà a Bologna
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Libano: colpito dagli israeliani il quartier generale dell’Unifil, almeno 2 feriti
Ci sono almeno due feriti tra i caschi blu del quartier generale di Unifil, la missione Onu schierata nel sud del Libano, a Naqura, presa di mira dall'esercito israeliano. Lo riferiscono all'Ansa fonti della sicurezza militare libanese.
Libano, nel mirino di un drone israeliano anche il bunker dei soldati italiani
L'esercito di Israele ha sparato oggi su una delle basi italiane lungo la linea di demarcazione con il Libano. Lo riferiscono all'Ansa fonti dell'intelligence militare libanese, secondo cui Israele ha aperto il fuoco contro la base UNP 1-31 sulla collina di Labbune, nell'area di responsabilità del contingente italiano.
Secondo le fonti locali, dopo che un drone israeliano ha ripetutamente sorvolato la base, i colpi israeliani hanno preso di mira l'ingresso del bunker dove sono rifugiati i soldati italiani. Nell'attacco, affermano le fonti, sono stati danneggiati i sistemi di comunicazione tra la base e il comando Unifil a Naqura.
Colpite due basi Unifil italiane, distrutte le telecamere
Alcune telecamere che si trovano negli avamposti italiani di due basi di Unifil sono state distrutte da colpi di armi portatili. L'episodio - a quanto apprende l'Ansa - sarebbe avvenuto alla base di Naqura, dove il luogo sarebbe stato preso di mira dall'esercito israeliano. Secondo quanto riferiscono le fonti, non ci sono militari italiani tra i feriti.
Libano, i due caschi blu Unifil feriti sono indonesiani
Secondo le fonti militari libanesi, due caschi blu di nazionalità indonesiana sono rimasti feriti nella base di Naqura dopo che un carro armato israeliano ha sparato contro una torretta di osservazione della base. La torre è stata centrata e i due militari Onu sono precipitati a terra. Le loro condizioni non sono gravi, riferiscono fonti mediche locali.
Repubblica
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Media palestinesi: “28 morti in raid di Israele su sfollati in una scuola di Deir al-Balah a Gaza”
Almeno 28 palestinesi, tra cui donne e bambini, sono stati uccisi e altri 54 feriti in un bombardamento israeliano su una scuola che ospitava sfollati a ovest della città di Deir al-Balah, nel centro di Gaza. È quanto ha riferito l'agenzia di stampa palestinese Wafa, citando fonti mediche.
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Qualcuno deve fermare quei pazzi scriteriati, gli unici soli veri terroristi a piede e mani libere.Last edited by Sean; 10-10-2024, 15:08:13....ma di noi
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Ci sono almeno due feriti tra i caschi blu del quartier generale di Unifil, la missione Onu schierata nel sud del Libano, a Naqura, presa di mira dall'esercito israeliano. Lo riferiscono all'Ansa fonti della sicurezza militare libanese.
Libano, nel mirino di un drone israeliano anche il bunker dei soldati italiani
L'esercito di Israele ha sparato oggi su una delle basi italiane lungo la linea di demarcazione con il Libano. Lo riferiscono all'Ansa fonti dell'intelligence militare libanese, secondo cui Israele ha aperto il fuoco contro la base UNP 1-31 sulla collina di Labbune, nell'area di responsabilità del contingente italiano.
Secondo le fonti locali, dopo che un drone israeliano ha ripetutamente sorvolato la base, i colpi israeliani hanno preso di mira l'ingresso del bunker dove sono rifugiati i soldati italiani. Nell'attacco, affermano le fonti, sono stati danneggiati i sistemi di comunicazione tra la base e il comando Unifil a Naqura.
Colpite due basi Unifil italiane, distrutte le telecamere
Alcune telecamere che si trovano negli avamposti italiani di due basi di Unifil sono state distrutte da colpi di armi portatili. L'episodio - a quanto apprende l'Ansa - sarebbe avvenuto alla base di Naqura, dove il luogo sarebbe stato preso di mira dall'esercito israeliano. Secondo quanto riferiscono le fonti, non ci sono militari italiani tra i feriti.
Libano, i due caschi blu Unifil feriti sono indonesiani
Secondo le fonti militari libanesi, due caschi blu di nazionalità indonesiana sono rimasti feriti nella base di Naqura dopo che un carro armato israeliano ha sparato contro una torretta di osservazione della base. La torre è stata centrata e i due militari Onu sono precipitati a terra. Le loro condizioni non sono gravi, riferiscono fonti mediche locali.
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E senza dimenticare i propositi in Iran
Oltre l'"esagerazione", davveroSpesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.
"Un acceso silenzio brucerà la campagna
come i falò la sera."
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portiamo via il kulo dal Libano
subitoOriginariamente Scritto da SPANATEMELAparliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentusOriginariamente Scritto da GoodBoy!ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?
grazie.
PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
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Ottimo dai, attaccare militari ONU, soprattutto di nazionalità alleate. Grandissimi, ancora nessuno che dica a.
L'intervista dello storico di sopra é pressoché perfetta, soprattutto riguardo la fobia americana di Germania e Russia vicineOriginariamente Scritto da claudio96
sigpic
più o meno il triplo
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
Su quello in questi mesi, ormai anni, ne ho spiegato in abbondanza i motivi a sostegno di quelle ragioni. Mi chiedo solo come si possano analizzare o approndire le cause che muovono ad una guerra senza che se ne sviscerino tutti i pregressi, le cause prime di cui già parlavano gli storici antichi...altrimenti se ne deve concludere che la Russia si è svegliata una mattina col naso storto e ha deciso di invadere i "pacifici" e del tutto ignari ucraini.
Chi invade un paese, o chi muove una guerra, non è automaticamente, per il solo fatto di fare una guerra, in torto: il casus belli, che giustifica una guerra od una invasione, può non essere un colpo sparato ma squisitamente politico o geopolitico e strategico, come in questo caso, quando si mette in pericolo la sicurezza di una potenza, la si vuol circondare da presso, le si vuol sottrarre le sue sfere di influenza, la si vuol circondare fin dentro il giardino di casa di basi militari nemiche, la si mette con le spalle al muro...e se ne provoca così facendo la reazione, un automatismo talmente elementare che negli anni innumerevoli analisti e politici di lungo corso avevano previsto questo esito.
Lo stesso schema lo si sta ripetendo a Taiwan: la sola presenza americana in quel quadrante è di per se stessa un atto provocatorio e aggressivo, prodromico ad uno scontro militare (con le tempistiche cinesi ovviamente, che dalla guerra in Ucraina stanno prendendo appunti).
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