Originariamente Scritto da germanomosconi
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Cronaca e politica estera [Equilibri mondiali] Thread unico.
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La vera, unica e sola chance che ha la "pace" è quella di una rimozione o caduta di Zelensky. Continua a chiedere aiuti, armi, soldi, addirittura l'ingresso nella Nato, insiste sull'ingresso nella Nato pur sapendo che non avverrà mai...il che o ci fa o ci è (scollegato dalla realtà), non può dunque nella maniera più assoluta essere questo figuro, questo pupazzo, il personaggio deputato a trattare la "pace" per l'Ucraina, in quanto non riesce ad avere una visione oggettiva degli sviluppi bellici e delle politiche internazionali per come vanno mutando.
Saranno decisivi i primi mesi della presidenza Trump: se davvero lui e i repubblicani daranno seguito alle intenzioni programmatiche di tagliare i fondi all'Ucraina, allora da una parte gli europei saranno costretti a fare pressioni sull'Ucraina per un accordo e i russi potranno continuare ad aumentare la pressione militare sul campo.
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Il presidente ucraino Zelensky parla all’Unione europea ma il messaggio è per gli Stati Uniti: «Vogliamo porre fine alla guerra. Vogliamo la pace, ma dobbiamo avere garanzie di sicurezza che ci aiuteranno a proteggerci domani. Le garanzie di sicurezza europee non saranno sufficienti, per noi la vera garanzia è la Nato e la Nato dipende dalle decisioni prese da europei e americani». È la battaglia di Zelensky, sa chi è il suo nemico e chi può essere suo alleato. Il presidente russo è «un pericolo molto grande per tutti». Non esita a definirlo «pazzo. Lui ama uccidere».
La sospensione delle ostilità, per Zelensky, farebbe solo guadagnare tempo a Putin: «Dobbiamo spingere Mosca verso una pace reale, sostenibile e garantita. Comprendiamo tutti che a gennaio il presidente Trump aumenterà gli sforzi per porre fine alla guerra — ha detto —. Dipende da noi se l’Europa lo sosterrà con una voce forte e unita». La presidente della Commissione von der Leyen ha sottolineato che «il 2025 sarà un anno decisivo» e l’Ue deve assicurarsi che «l’Ucraina prevalga».
Zelensky ha elencato sette condizioni per fare in modo che la Russia «riconosca la necessità della pace» e la prima è l’invito all’Ucraina ad aderire alla Nato, ma su questo Usa e Germania nutrono dubbi (Trump e Scholz si sono sentiti ieri per una «politica coordinata tra Europa e Stati Uniti»). Poi servono chiari progressi nell’adesione di Kiev all’Ue. Quindi l’invio di armi e sistemi di difesa aerea, maggiori investimenti nella produzione di armi, il mantenimento delle sanzioni, l’uso dei beni russi congelati, l’impegno nella ricostruzione.
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Ogni omicidio di quel tipo è potenzialmente da pena di morte, ma poi le cose nel concreto sono spesse volte differenti, intanto perchè l'aggravante del terrorismo è tutta da provare in aula, poi perchè la difesa può mettersi d'accordo con la procura, poi perchè la pena di morte nello stato newyorkese è sospesa dal 2004, per cui si vedrà
Intanto nell'articolo leggo che
L'accusa ha definito l'omicidio un "atto di terrorismo" perché, secondo la procura, l'attentato aveva lo scopo di influenzare le politiche governative e intimidire i civili.
Fuori dal tribunale si è radunata una piccola folla di sostenitori di Mangione, con cartelli a sostegno dell'imputato.
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Putin e la conferenza stampa di fine anno: «In Ucraina stiamo avanzando». L'apertura su Zelensky, il cambio di direzione (un'ora dopo) e le parole su Berlusconi
Il presidente russo ha tenuto l'usuale conferenza stampa-fiume di fine anno: ha magnificato l'economia russa, lodato «la simpatia che avverte verso la Russia da parte della società italiana», celebrato«l'ormai prossimo raggiungimento degli obiettivi che ci eravamo prefissi in Ucraina»
«Tutto è calmo, tranquillo e stabile». Almeno per quel che lo riguarda, è una verità. Vladimir Putin apre l’abituale e fluviale conferenza stampa di fine anno, che dovrebbe sintetizzare circa due milioni e mezzo di domande che gli sono state inviate dai suoi cittadini, confessando un cruccio di natura personale. All’ultima festa di compleanno del suo amico ed ex cancelliere della Germania Gerhard Schröder, dice, tutti hanno cantato in inglese, «anche le ragazze del coro di Hannover». L’unica consolazione è che solo i suoi cosacchi di Kuban si sono esibiti in tedesco, rispettando uno dei caposaldi del sovranismo.
Accanto alle solite cose, alcune frasi del presidente russo, tra le decine di domande diciamo così piuttosto ossequiose che gli sono state rivolte dai giornalisti russi presenti nel Gostiny Dvor, il palazzo degli Ospiti, l’enorme edificio accanto al Cremlino che fu il primo magazzino commerciale della Russia zarista, sono destinate a far discutere.
L'economia «che cresce» e la critica a Nabiullina
Le prime domande - inevitabile che sia così data la crisi che sta colpendo la moneta del suo paese - riguardano l’economia. E qui Putin dimostra ancora una volta di avere una visione tutta sua del mondo e dei numeri che lo regolano. «Stiamo crescendo molto più velocemente rispetto all’Eurozona, che sta andando male, e agli Stati Uniti, che sono in evoluzione. Il nostro tasso di disoccupazione non è mai stato così basso. Credo che i nostri ottimi risultati siano il risultato del rafforzamento della nostra sovranità».
A questo punto, Putin inserisce una frase che ha fatto molto scalpore sui social. Ma era chiaramente rivolta alla situazione economica, non certo alla guerra. «Quando tutto va secondo quanto programmato, ci annoiamo, e vogliamo più azione. Non appena si comincia a ballare un po’, con le orecchie che ci fischiano e le pallottole indirizzate a noi che ci sfiorano, siamo spaventati. Tutto questo solo perché siamo abituati a misurare tutto con il metro dell’economia». Tra le pieghe delle sue parole, non è sfuggita una critica diretta alla Banca di Russia, giudicata incapace di governare il rublo. Potrebbero esserci sviluppi.
L'esibizione di potenza bellica e il «nodo Kursk»
Non è mancata, come sempre, l’esibizione muscolare della propria potenza bellica, con guanto di sfida lanciato ai nemici dell’Occidente. «Si determini un obiettivo da colpire, diciamo a Kiev. Loro concentrano tutte le loro forze di difesa contraerea. Noi colpiremo con i nostri nuovi missili Oreshnik, e poi vediamo cosa succede». Tra una domanda sulla costruzione della superstrada tra Mariupol e Lugansk, assicura che sono già previsti i fondi, si arriva alle questioni più urgenti e interessanti.
Il tema del Kursk occupato dalle truppe di Kiev viene introdotto così da un giornalista russo, che si mette sull’attenti mentre parla. Presidente, «le strade di quella nostra regione sono cosparse di corpi dei soldati ucraini e di attrezzature belliche occidentali». Putin rassicura la platea, e sembra mettere la questione Kursk come nodo da sciogliere prima di cominciare qualunque negoziato. «Non posso e non voglio fornire la data precisa di quando la regione verrà liberata. Ma assicuro che lo faremo, è la cosa più importante per noi». E nel dire questo, fa spiegare alle sue spalle la bandiera della 155ª brigata di marines della Flotta del Pacifico, che sta combattendo nella regione di Kursk. «Uno dei tanti regali che ricevo regolarmente dai nostri ragazzi».
«Le nostre truppe avanzano, gli obiettivi sono vicini»
Operazione militare speciale: «La situazione è ormai cambiata radicalmente. Avanziamo lungo l’intera linea del fronte. Non di 100,200, 300 metri: i nostri soldati guadagnano territorio a chilometri quadrati. Ci stiamo avviando verso il raggiungimento degli obiettivi delineati all’inizio di questa vicenda». Sul nucleare, nulla di nuovo, se non una velata minaccia rivolta ai Paesi che non ce l’hanno. «Se questi Stati, come i loro alleati, creano minacce alla sovranità del nostro paese, allora crediamo di avere il diritto di impiegare anche contro di loro la nostra arma nucleare».
L'apertura alla discussione e il «cambio di rotta» (in un'ora)
Con le domande dei pochi giornalisti occidentali ammessi all’evento, si entra nel vivo. Il capitolo di una eventuale trattativa con Kiev presenta un Putin meno spavaldo e meno duro del solito. Quasi dialogante, con quella che sembra essere una apertura alla discussione. «La politica è appunto l’arte del compromesso. Noi abbiamo sempre detto di essere pronti ai negoziati e ai compromessi. Solo che la controparte ha sempre rifiutato di parlare con noi. Noi siamo sempre pronti: il risultato dei colloqui è sempre un compromesso. Alla fine del 2022 avevamo già raggiunto un accordo. Poi chissà perché la parte ucraina ha rinunciato: è arrivato il vostro alleato, il signor Boris Johnson, quell’uomo con i capelli strani, e ha detto che loro dovevano combattere fino all’ultimo ucraino. Infatti, tra poco finiranno gli ucraini, almeno quelli che vogliono combattere».
Ma un’ora dopo, tornando sull’argomento, il presidente russo sembra rifiutare l’ipotesi di un negoziato con Vladimir Zelensky, ponendo implicitamente il suo allontanamento, o la richiesta di nuove elezioni, come una precondizione necessaria all’inizio del processo di pace. «La Costituzione ucraina non contempla la possibilità di prolungare i poteri del presidente nemmeno nelle condizioni del regime marziale. Con chi parlare, visto che il capo di Stato non è legittimo? Se qualcuno andrà alle elezioni e le vincerà, gli parleremo. Chiunque sia, anche Zelensky. Se mai arriveremo alla firma di documenti congiunti, lo dovremo fare con rappresentanti legittimi, eletti dal popolo. Tutto qui».
Le parole su Trump: «Noi non siamo uno Stato indebolito»
Un giornalista della Nbc gli pone la domanda su un giornalista americano scomparso in Siria dodici anni fa e sull’esito di un eventuale incontro tra Donald Trump e il presidente di «uno Stato indebolito». Mal gliene incoglie. La risposta di Putin è un monologo dai toni piccati. «Intanto non so quando avverrà. Lui non lo dice e io non parlo con lui da più di quattro anni. Ma certamente sono pronto. Caro collega, la chiamo così perché nonostante le persecuzioni contro la nostra stampa, vi permettiamo di lavorare qui, lo fate liberamente ed è già un bene. A lei e a coloro che la pagano negli Usa piacerebbe tanto che ci trovassimo in cattive condizioni. Io invece ritengo che la Russia sia diventata di gran lunga più forte negli ultimi due-tre anni. E sa perché? Siamo diventati un Paese veramente sovrano, non dipendiamo da nessuno, e siamo in grado di tenerci in piedi dal punto di vista economico».
Le frasi sull'Italia (e Berlusconi)
C’è spazio anche per l’attualità più stringente. «L’attentato al generale Kirillov è un atto terroristico, non certo il primo commesso dal regime di Kiev. I nostri servizi speciali devono migliorare il loro lavoro ed evitare questi colpi per noi pesantissimi».
E in conclusione della parte internazionale della lunghissima conferenza stampa di fine anno, c’è anche spazio per una frase sul nostro Paese che sembra celare il rimpianto di Putin per il recente passato. «Nella società italiana si nutre simpatia verso la Russia, è una cosa che sentiamo. Per me negli anni addietro è stato interessante poter dialogare con politici come Helmut Kohl, Jacques Chirac e Silvio Berlusconi, un uomo operoso con una forte presa sulla sua gente». Tutti loro operavano anzitutto nell’interesse dei propri paesi, conclude Putin, lasciando sospesa la frase, e lasciando intendere che oggi invece non è più così. Ah, i bei tempi andati.
https://www.corriere.it/esteri/24_di...tml?refresh_ce
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Zuse avevo speranze per te. Invece mi finirai con Anja che a 35 anni svacca e mette i baffi.
La nostra ゆか invece a 45 anni avrà ancora pelle vellutata, una ruga manco sotto il microscopio, seconda anti gravità che Evangelion levati e ti prepara il riso pranzo cena e colazione
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Originariamente Scritto da Ponno Visualizza Messaggio
Io non disdegno manco una bella russa, tuttavia rimango assolutamente convinto che Coreano, Giapponesi, e qualche Cinese siano la razza con la **** più pregiata. https://www.instagram.com/share/p/BAPinhg5Rh
Comunque notevole Putin che ricorda Berlusca nel discorso di fine anno, unico grande politico nostrano. Ci aveva aperto il mondo della Russia e le gambe delle russe
Ne trovi 10 meglio alla prima fermata dell' autobus di un villaggio sperduto di 11 abitanti nell' oblast di novasibirsk!
KURTANGLE digli qualcosa!
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Originariamente Scritto da zuse Visualizza Messaggio
Vallo a spiegare a quel verginello di Ponno sotto le 15 pelli che va dietro alle coreane!!
Comunque notevole Putin che ricorda Berlusca nel discorso di fine anno, unico grande politico nostrano. Ci aveva aperto il mondo della Russia e le gambe delle russe
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Originariamente Scritto da zuse Visualizza Messaggio
Vallo a spiegare a quel verginello di Ponno sotto le 15 pelli che va dietro alle coreane!!
Altro che musi gialli
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Originariamente Scritto da LARRY SCOTT2 Visualizza Messaggio
Nono intendevo dire per arrivare tranquillo nella Grande Madre.
Comunque scusa eh ma vuoi mettere una cerbiattina ventenne di Smolensk che sta appena scoprendo l'Amore e il Marxismo rispetto ad andare a Lviv a tirare le frecce di pietra nelle sagome di Gagarin insieme a Scholz o Zenly?
Anche tu pero eh scusami, cerca di ragionare !
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Originariamente Scritto da zuse Visualizza Messaggio
Oh no!!! Vuoi dire che se passo le vacanze goderecce in Russia poi non potrò andare in Ucraina?
Mmmmmm che peccato non poter visitare kharkiv!
O la splendida bakhmuth!
L'irridente Donetsk!! Oh che tristezza doverci rinunciare
E vuoi mettere le bellezze architettoniche di Kherson?
O girare per Kiev a collezionare i francobolli nazisti di bandera?
Oh no! Come farò?
Comunque scusa eh ma vuoi mettere una cerbiattina ventenne di Smolensk che sta appena scoprendo l'Amore e il Marxismo rispetto ad andare a Lviv a tirare le frecce di pietra nelle sagome di Gagarin insieme a Scholz o Zenly?
Anche tu pero eh scusami, cerca di ragionare !
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Originariamente Scritto da LARRY SCOTT2 Visualizza Messaggio
Vediamo cosa quanto e come ne rimarrà dopo la divisione stile FDR/DDR
(comunque anche sopra, il segreto è sempre passare dagli -stan o dai paesi del Golfo)
Mmmmmm che peccato non poter visitare kharkiv!
O la splendida bakhmuth!
L'irridente Donetsk!! Oh che tristezza doverci rinunciare
E vuoi mettere le bellezze architettoniche di Kherson?
O girare per Kiev a collezionare i francobolli nazisti di bandera?
Oh no! Come farò?
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