Originariamente Scritto da Sergio
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Cronaca e politica estera [Guerra Ucraina-Russia] Thread unico.
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Credo sia via più ricco di TrumpOgni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.Originariamente Scritto da Bob TerwilligerDi solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.
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Originariamente Scritto da MarcoT Visualizza MessaggioChe fastidio rampini è proprio brutto da leggere
non riesce a non insultare in ogni articolo chi non ha idee come lui
Originariamente Scritto da Marco pli 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.Originariamente Scritto da master wallaceIO? Mai masturbato.Originariamente Scritto da master wallaceIo sono drogato..
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A Trump concessa l'immunità parziale dalla Corte Suprema. L'ex presidente Usa: «Grande vittoria per la democrazia»
La Corte Suprema Usa ha concesso una parziale immunità presidenziale, ma solo per gli atti ufficiali, a Donald Trump nel processo per l'assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021. Slitta in questo modo ulteriormente il processo. La campagna di Biden: «Trump pensa di essere al di sopra della legge»
La Corte Suprema Usa ha concesso una parziale immunità presidenziale a Donald Trump nel processo per l'assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021. L'immunità, tuttavia, riguarda solo gli atti ufficiali, ossia le azioni prese nei suoi poteri costituzionali. In tal caso, infatti, è assoluta. Per la Corte Suprema Usa Trump non è titolato all'immunità per le azioni prese nelle sue capacità private. Questo consentirà al processo di proseguire ma con ulteriori rallentamenti perché si dovrà distinguere tra atti ufficiali e atti privati. E dunque bisognerà capire se il comizio incendiario tenuto dall'ex presidente, che spinse i suoi sostenitori ad assaltare il Campidoglio, sia un atto ufficiale o meno.
«Grande vittoria per la nostra costituzione e la democrazia. Orgoglioso di essere americano!», ha commentato Trump sul suo social media Truth. Il tycoon è imputato anche per le carte segrete di Mar-a-Lago e per il tentativo di ribaltare il voto in Georgia.
La sentenza sull'immunità parziale ha avuto sei voti a favore, quelli dei giudici conservatori, e tre contrari, quelli dei giudici liberali.
La campagna di Biden: «Trump ha istigato la rivolta del 6 gennaio»
La campagna di Joe Biden non nasconde la delusione per la sentenza della Corte suprema sull'immunità parziale. «La sentenza di oggi non cambia quello che è successo il 6 gennaio: Donald Trump ha incoraggiato una folla a rovesciare i risultati di un'elezione libera ed equa», si legge in una nota.
«Trump è candidato alla presidenza pur essendo un criminale condannato per la stessa ragione per cui è rimasto seduto a guardare mentre la folla attaccava violentemente Capitol Hill: pensa di essere al di sopra della legge ed è disposto a fare qualsiasi cosa per ottenere e mantenere il potere», ha attaccato la campagna.
CorSera...ma di noi
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«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
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La Corte Suprema americana é ormai una accozzaglia di gente che é peggio persino di Trump e Biden (il che...).
La decisione su Chevron é turbo capitalismo distopicoOriginariamente Scritto da claudio96
sigpic
più o meno il triplo
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seeeeeeeeeeeeeeee mettiti il pannolone vecchio di merda seeeeeeeeeeeeeeeeeeeeOriginariamente Scritto da SPANATEMELAparliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentusOriginariamente Scritto da GoodBoy!ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?
grazie.
PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
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Faccio presente a tutti che quel bifolco di Kurt tifa Trump non tanto per un auspicato isolazionismo che tanto farebbe bene alla politica estera europea, con la questione ucraina in cima alla lista...ma per il fatto che essendo quel porcone immanicato e probabilmente indebitato e preso per le palle dalla comunità ebraica, quel demente darebbe carta bianca a Israele per continuare il massacro ed i crimini di guerra a Gaza
Il tutto per la gioia del nostro utente giudeo
Originariamente Scritto da Sean
mi attacco ai tuoi pantaloni o te lo infilo a forza in gola
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seeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee
seeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee
seeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeOriginariamente Scritto da SPANATEMELAparliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentusOriginariamente Scritto da GoodBoy!ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?
grazie.
PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
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Poche ore per fermare Le Pen, ma lei si sente già al potere. Bardella: “Io parlo con tutti”
Scade stasera alle 18 il termine per le “desistenze” (già oltre 170) per arginare l’estrema destra. I gollisti non ci stanno, i centristi divisi. E Macron sembra essersi rassegnato alla coabitazione
Scade stasera alle 18 il termine per le “desistenze” (già oltre 170) per arginare l’estrema destra. I gollisti non ci stanno, i centristi divisi. E Macron semb…
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La mappa del voto in Francia: così l'onda di destra va dalle campagne alle porte delle città. «Vivono un senso di abbandono»
Béatrice Giblin, decana dei geografi francesi e direttrice dell’Istituto di geopolitica dell’Università di Paris VIII, analizza i risultati del primo turno delle legislative. Dalla mappa del voto emergono indicazioni chiare
Un’onda blu scuro che avanza verso ogni punto cardinale di un Paese triste, abbandonato, vuoto. «La nostalgia per una Francia che non esiste più e che non esisterà mai più», quella che la decana dei geografi francesi Béatrice Giblin ha percorso e studiato negli anni, in lungo e in largo, città, campagne e trasformazioni, fino al voto di domenica. Direttrice dell’Istituto di geopolitica dell’Università di Paris VIII e della storica rivista Hérodote, Giblin guarda con il Corriere la mappa dei risultati: «La campagna bretone ha votato tutta per il Rassemblement National; Pas-de-Calais, Aisne, Lot-et-Garonne, Vaucluse: ci sono dipartimenti in cui l’estrema destra potrebbe prendere tutti i deputati». E già molti li ha conquistati al primo turno con risultati trionfali simili al 58% di Marine Le Pen nella sua roccaforte di Henin Baumont.
«Resiste all’avanzata solo il cuore della grandi città: Parigi, Tolosa, Bordeaux, Nantes…elettori che hanno studiato, hanno un lavoro stabile e uno stipendio dignitoso». Il resto del territorio è consegnato a RN, che penetra stavolta anche nell’Ovest finora meno permeabile. Come è successo? «Fuori dai principali centri urbani la Francia è vasta e non sempre densamente popolata — spiega la studiosa — in alcune zone le cifre sono di 10-40 abitanti per chilometro quadrato. Mantenere i servizi pubblici, l’assistenza medica, l’istruzione in queste circostanze è difficile. Ed è costoso».
C’erano una volta campagne popolate, villaggi industriali, agglomerati di lavoratori delle ferrovie lungo binari che restano tra i migliori in Europa, una popolazione rurale e operaia che votava a sinistra contro il potere centrale. Oggi è tutto finito o in dismissione. «Regna un sentimento di abbandono terribile — continua la geografa —: la sensazione che di questa gente rimasta nel nulla non interessi più a nessuno». Grandi centri commerciali nelle periferie, la necessità di spostarsi in automobile, i piccoli negozi che muoiono; i servizi che piano piano disertano, dagli uffici postali ai tribunali amministrativi, sostituiti da procedure online: «Persino le farmacie chiudono, duecento ogni anno». Manca il lavoro, i ragazzi partono; «si diffonde un senso generale di insicurezza reale o percepita».
In questo mondo sconsolato e nostalgico Rassemblement attinge il suo consenso, esasperando il consolidato odio della provincia francese nei confronti delle metropoli «privilegiate». Parigi la più odiata, nella mappa quasi tutta rossa del Nuovo Fronte Popolare o semmai gialla di Macron. La ragione di questo isolamento sta anche nel ritaglio delle circoscrizioni, insegna Giblin, che lasciano fuori l’area urbana e disegnano un perimetro perfetto di alloggi cari a cui hanno accesso solo classi sociali elevate con un alto tasso di istruzione. La geografa sottolinea un elemento che tornerà anche al secondo turno: la grande mobilitazione. «Non solo a sinistra. Gli elettori del Rassemblement National sono determinati a dare alla destra la maggioranza assoluta».
Ci riusciranno? «Io non credo, il 66 per cento dei francesi non ha votato per loro. Una maggioranza relativa però guardando la disposizione delle circoscrizioni sul territorio dovrebbero raggiungerla». Come? «Per diventare premier, Bardella non può che cercare di conquistare i voti del centro-destra e lo farà usando ancora la paura dei francesi».
CorSera...ma di noi
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L'intellettualismo dei sinistri, ben raffigurato anche dalla geografa Giblin, si incardina su delle astrazioni: il mito del "buon selvaggio", da cui discende l'attrazione per lo straniero; l'utopia di una "comune mondiale" dove mescolare e perdere ogni differenza e specificità, da cui discende il globalismo; la convinzione che il male provenga dalla "disuguaglianza" e che non sia invece connaturato nell'uomo, per cui si tende a dare la colpa ai presunti guasti della società, ai "muri", ai "confini", alla "differenze", alla famiglia "patriarcale", alle tradizioni, volendo quindi spianare tutto, omogenizzare tutto come se poi si inverasse il paradiso in terra.
Astrazioni intellettualoidi per l'appunto, che hanno portato l'occidente su di un binario morto, una balena spiaggiata in putrefazione.
Si diventa talmente distaccati dalla realtà che ancora si spiega il voto alle destre come colpa dell' "ignoranza" o della "paura", l'avversione istintiva per quel mondo "fatato" dove possono convivere assieme tutte le razze e tutte le culture - istinto salvifico di chi non assume i veleni che si veicolano nelle università odierne ma si mantiene attaccato alla terra, alle proprie radici, e che subisce sulla propria pelle i guasti della nefanda utopia dissolvitrice, che crea più disuguaglianza di quanta vorrebbe risolverne.
Le città sono diventate metropoli barbare ed insicure; lo "straniero" è confinato in sterminate periferie dove non arriva più ad entrare nemmeno la polizia; la gran massa ivi stanziata rappresenta un esercito di schiavi da muovere per andare a raccogliere i pomodori a 2 euro l'ora, nel mentre per gli indigeni che non hanno alcuna voglia di "dislocarsi" in quelle spersonalizzanti metropoli, vengono a mancare il lavoro, le tutele, i diritti.
Si deve avere non solo "paura" ma anche orrore di questo disgustoso, anti umano, anti storico processo di trasformazione e degenerazione, per cui i francesi ancora "sani" fanno bene a mandare segnali di protesta attraverso il voto, un'arma però ahiloro spuntata, veicolo di un'altra illusione, quella democraticista, quella che fa ritenere che scarabochiando su di un foglio si possa "contare" qualcosa o "cambiare" qualcosa - non cambierà nulla, le "destre" o le "sinistre" sono solo facce di un medesimo tumorale prisma, e la direzione e l'accelerazione centrifuga sono ormai troppo avanzate per porter arrestare un processo che non è iniziato oggi e che proseguirà al di sopra delle teste dei singoli individui o delle singole comunità.
Il caos non si riforma, per sua natura, in quanto dis-ordine può solo distruggersi trascinando seco tutto ciò che contiene, noi tutti compresi.Last edited by Sean; 02-07-2024, 11:26:16....ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioLa mappa del voto in Francia: così l'onda di destra va dalle campagne alle porte delle città. «Vivono un senso di abbandono»
Béatrice Giblin, decana dei geografi francesi e direttrice dell’Istituto di geopolitica dell’Università di Paris VIII, analizza i risultati del primo turno delle legislative. Dalla mappa del voto emergono indicazioni chiare
Un’onda blu scuro che avanza verso ogni punto cardinale di un Paese triste, abbandonato, vuoto. «La nostalgia per una Francia che non esiste più e che non esisterà mai più», quella che la decana dei geografi francesi Béatrice Giblin ha percorso e studiato negli anni, in lungo e in largo, città, campagne e trasformazioni, fino al voto di domenica. Direttrice dell’Istituto di geopolitica dell’Università di Paris VIII e della storica rivista Hérodote, Giblin guarda con il Corriere la mappa dei risultati: «La campagna bretone ha votato tutta per il Rassemblement National; Pas-de-Calais, Aisne, Lot-et-Garonne, Vaucluse: ci sono dipartimenti in cui l’estrema destra potrebbe prendere tutti i deputati». E già molti li ha conquistati al primo turno con risultati trionfali simili al 58% di Marine Le Pen nella sua roccaforte di Henin Baumont.
«Resiste all’avanzata solo il cuore della grandi città: Parigi, Tolosa, Bordeaux, Nantes…elettori che hanno studiato, hanno un lavoro stabile e uno stipendio dignitoso». Il resto del territorio è consegnato a RN, che penetra stavolta anche nell’Ovest finora meno permeabile. Come è successo? «Fuori dai principali centri urbani la Francia è vasta e non sempre densamente popolata — spiega la studiosa — in alcune zone le cifre sono di 10-40 abitanti per chilometro quadrato. Mantenere i servizi pubblici, l’assistenza medica, l’istruzione in queste circostanze è difficile. Ed è costoso».
C’erano una volta campagne popolate, villaggi industriali, agglomerati di lavoratori delle ferrovie lungo binari che restano tra i migliori in Europa, una popolazione rurale e operaia che votava a sinistra contro il potere centrale. Oggi è tutto finito o in dismissione. «Regna un sentimento di abbandono terribile — continua la geografa —: la sensazione che di questa gente rimasta nel nulla non interessi più a nessuno». Grandi centri commerciali nelle periferie, la necessità di spostarsi in automobile, i piccoli negozi che muoiono; i servizi che piano piano disertano, dagli uffici postali ai tribunali amministrativi, sostituiti da procedure online: «Persino le farmacie chiudono, duecento ogni anno». Manca il lavoro, i ragazzi partono; «si diffonde un senso generale di insicurezza reale o percepita».
In questo mondo sconsolato e nostalgico Rassemblement attinge il suo consenso, esasperando il consolidato odio della provincia francese nei confronti delle metropoli «privilegiate». Parigi la più odiata, nella mappa quasi tutta rossa del Nuovo Fronte Popolare o semmai gialla di Macron. La ragione di questo isolamento sta anche nel ritaglio delle circoscrizioni, insegna Giblin, che lasciano fuori l’area urbana e disegnano un perimetro perfetto di alloggi cari a cui hanno accesso solo classi sociali elevate con un alto tasso di istruzione. La geografa sottolinea un elemento che tornerà anche al secondo turno: la grande mobilitazione. «Non solo a sinistra. Gli elettori del Rassemblement National sono determinati a dare alla destra la maggioranza assoluta».
Ci riusciranno? «Io non credo, il 66 per cento dei francesi non ha votato per loro. Una maggioranza relativa però guardando la disposizione delle circoscrizioni sul territorio dovrebbero raggiungerla». Come? «Per diventare premier, Bardella non può che cercare di conquistare i voti del centro-destra e lo farà usando ancora la paura dei francesi».
CorSera
chi sta nei centri delle città e vota a sinistra non sta li perché è laureato ma perché sono ricchi e probabilmente lo sono da generazioni, grazie al cazz0 che poi si laureano ancheOriginariamente Scritto da Lorenzo993non nominare cristo che se ti avesse incontrato avrebbe mandato a mignotte la bibbia e ti avrebbe preso a calci in culo
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioL'intellettualismo dei sinistri, ben raffigurato anche dalla geografa Giblin, si incardina su delle astrazioni: il mito del "buon selvaggio", da cui discende l'attrazione per lo straniero; l'utopia di una "comune mondiale" dove mescolare e perdere ogni differenza e specificità, da cui discende il globalismo; la convinzione che il male provenga dalla "disuguaglianza" e che non sia invece connaturato nell'uomo, per cui si tende a dare la colpa ai presunti guasti della società, ai "muri", ai "confini", alla "differenze", alla famiglia "patriarcale", alle tradizioni, volendo quindi spianare tutto, omogenizzare tutto come se poi si inverasse il paradiso in terra.
Astrazioni intellettualoidi per l'appunto, che hanno portato l'occidente su di un binario morto, una balena spiaggiata in putrefazione.
Si diventa talmente distaccati dalla realtà che ancora si spiega il voto alle destre come colpa dell' "ignoranza" o della "paura", l'avversione istintiva per quel mondo "fatato" dove possono convivere assieme tutte le razze e tutte le culture - istinto salvifico di chi non assume i veleni che si veicolano nelle università odierne ma si mantiene attaccato alla terra, alle proprie radici, e che subisce sulla propria pelle i guasti della nefanda utopia dissolvitrice, che crea più disuguaglianza di quanta vorrebbe risolverne.
Le città sono diventate metropoli barbare ed insicure; lo "straniero" è confinato in sterminate periferie dove non arriva più ad entrare nemmeno la polizia; la gran massa ivi stanziata rappresenta un esercito di schiavi da muovere per andare a raccogliere i pomodori a 2 euro l'ora, nel mentre per gli indigeni che non hanno alcuna voglia di "dislocarsi" in quelle spersonalizzanti metropoli, vengono a mancare il lavoro, le tutele, i diritti.
Si deve avere non solo "paura" ma anche orrore di questo disgustoso, anti umano, anti storico processo di trasformazione e degenerazione, per cui i francesi ancora "sani" fanno bene a mandare segnali di protesta attraverso il voto, un'arma però ahiloro spuntata, veicolo di un'altra illusione, quella democraticista, quella che fa ritenere che scarabochiando su di un foglio si possa "contare" qualcosa o "cambiare" qualcosa - non cambierà nulla, le "destre" o le "sinistre" sono solo facce di un medesimo tumorale prisma, e la direzione e l'accelerazione centrifuga sono ormai troppo avanzate per porter arrestare un processo che non è iniziato oggi e che proseguirà al di sopra delle teste dei singoli individui o delle singole comunità.
Il caos non si riforma, per sua natura, in quanto dis-ordine può solo distruggersi trascinando seco tutto ciò che contiene, noi tutti compresi.
Mio e nostro malgrado solo la guerra monda queste storture e venti di guerre ce ne sono a sufficienza e sarà guerra di sopravvivenza per l'occidente, sopravvivenza che sotto sotto, non credo si desideri e sarà quindi abbandono e costante, triste declino. Come Roma.
Ah che disastro che ha creato Colombo, portare alla luce quel pezzo di terra che tanto danno ha fatto alla storia e all'Europa.Originariamente Scritto da claudio96
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Originariamente Scritto da Ponno Visualizza Messaggio
È così, nel momento in cui si è sacrificato il mito della nazione sull'altare del globalismo capitalista, lupo vestito da agnello LGBTQFGHILMNO, è iniziato il declino occidentale ormai putrescente.
Mio e nostro malgrado solo la guerra monda queste storture e venti di guerre ce ne sono a sufficienza e sarà guerra di sopravvivenza per l'occidente, sopravvivenza che sotto sotto, non credo si desideri e sarà quindi abbandono e costante, triste declino. Come Roma.
Ah che disastro che ha creato Colombo, portare alla luce quel pezzo di terra che tanto danno ha fatto alla storia e all'Europa.
Originariamente Scritto da Sean
mi attacco ai tuoi pantaloni o te lo infilo a forza in gola
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Originariamente Scritto da Ponno Visualizza Messaggio
È così, nel momento in cui si è sacrificato il mito della nazione sull'altare del globalismo capitalista, lupo vestito da agnello LGBTQFGHILMNO, è iniziato il declino occidentale ormai putrescente.
Mio e nostro malgrado solo la guerra monda queste storture e venti di guerre ce ne sono a sufficienza e sarà guerra di sopravvivenza per l'occidente, sopravvivenza che sotto sotto, non credo si desideri e sarà quindi abbandono e costante, triste declino. Come Roma.
Ah che disastro che ha creato Colombo, portare alla luce quel pezzo di terra che tanto danno ha fatto alla storia e all'Europa.
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