Toni Capuozzo
Due pesi e due misure: l’Occidente ha due morali ?
Ieri, a Stasera Italia, l’ex ambasciatore di Israele Dror Eydar non ha reso un buon servizio al suo Paese, mostrando, più che quello della fermezza, il volto della vendetta. Ma è vero che abbiamo presto dimenticato le immagini del 7 ottobre, soppiantandole con quelle delle vittime civili a Gaza. E’ vero, le immagini del 7 ottobre non erano mostrabili e non erano guardabili, sono insopportabili icone vuote. Allora dobbiamo andare a un’immagine iconica e terribile, ma all’apparenza molto meno sanguinosa: l’11 settembre, gli aerei che si conficcano nelle due torri. Un’immagine che abbiamo guardato e riguardato -sappiamo dov’eravamo quando lo abbiamo appreso – perché talmente incredibile da non sembrare vera. E abbiamo capito che nulla sarebbe più stato come prima. Non lo è stato: l’America ha invaso due paesi – Afghanistan e Iraq- condotto due guerre sbrigative e due lunghissimi e infelici dopoguerra. L’appendice di quella guerra al terrore sono state le primavere arabe – dalla Tunisia alla Libia, dall’Egitto alla Siria- finite nelle mani del fondamentalismo islamico. La guerra all’Isis è stato l’atto finale di quel ventennio. Bene, io non ricordo nessuno che predicò moderazione agli Usa. Nessuno che chiedesse un cessate il fuoco. Nessuno che reclamasse corridoi umanitari : l’umanità afghana o irachena vale di meno di quella palestinese ? Nessuno che chiedesse una proporzionalità: quante furono le vittime innocenti del World Trade Center e quanti civili morirono poi nelle guerre al terrore ? Non ci fu nessun segretario delle Nazioni Unite a dire che in fondo anche l’attentato di New York aveva cause lontane: venne giudicato ingiustificabile e basta, mai più come prima. Perché ora con Israele funziona diversamente ? C’è il pregiudizio antisemita, e la convinzione che in fondo se la siano cercata. C’è una sola cosa che dovremmo ricordare a Israele: che impari dai nostri errori, da quei vent’anni infelici. Che pensi a un dopo, anche solo in termini di sicurezza futura. Con i palestinesi dovrà convivere, sia pure da separati in casa. E dovrà scollare i palestinesi da Hamas, fare in modo che sentano quello che sta succedendo- una Nabka.2 – come il vicolo cieco in cui li ha messi Hamas, e non una punizione collettiva. Ma avendo nel nostro passato pretese armi chimiche, bombe al fosforo di Falluja, gli abomini di Abu Ghraib, Guantanamo e la guerra dei droni afghana condotta da Obama, non abbiamo proprio niente da insegnare ad Israele.
Due pesi e due misure: l’Occidente ha due morali ?
Ieri, a Stasera Italia, l’ex ambasciatore di Israele Dror Eydar non ha reso un buon servizio al suo Paese, mostrando, più che quello della fermezza, il volto della vendetta. Ma è vero che abbiamo presto dimenticato le immagini del 7 ottobre, soppiantandole con quelle delle vittime civili a Gaza. E’ vero, le immagini del 7 ottobre non erano mostrabili e non erano guardabili, sono insopportabili icone vuote. Allora dobbiamo andare a un’immagine iconica e terribile, ma all’apparenza molto meno sanguinosa: l’11 settembre, gli aerei che si conficcano nelle due torri. Un’immagine che abbiamo guardato e riguardato -sappiamo dov’eravamo quando lo abbiamo appreso – perché talmente incredibile da non sembrare vera. E abbiamo capito che nulla sarebbe più stato come prima. Non lo è stato: l’America ha invaso due paesi – Afghanistan e Iraq- condotto due guerre sbrigative e due lunghissimi e infelici dopoguerra. L’appendice di quella guerra al terrore sono state le primavere arabe – dalla Tunisia alla Libia, dall’Egitto alla Siria- finite nelle mani del fondamentalismo islamico. La guerra all’Isis è stato l’atto finale di quel ventennio. Bene, io non ricordo nessuno che predicò moderazione agli Usa. Nessuno che chiedesse un cessate il fuoco. Nessuno che reclamasse corridoi umanitari : l’umanità afghana o irachena vale di meno di quella palestinese ? Nessuno che chiedesse una proporzionalità: quante furono le vittime innocenti del World Trade Center e quanti civili morirono poi nelle guerre al terrore ? Non ci fu nessun segretario delle Nazioni Unite a dire che in fondo anche l’attentato di New York aveva cause lontane: venne giudicato ingiustificabile e basta, mai più come prima. Perché ora con Israele funziona diversamente ? C’è il pregiudizio antisemita, e la convinzione che in fondo se la siano cercata. C’è una sola cosa che dovremmo ricordare a Israele: che impari dai nostri errori, da quei vent’anni infelici. Che pensi a un dopo, anche solo in termini di sicurezza futura. Con i palestinesi dovrà convivere, sia pure da separati in casa. E dovrà scollare i palestinesi da Hamas, fare in modo che sentano quello che sta succedendo- una Nabka.2 – come il vicolo cieco in cui li ha messi Hamas, e non una punizione collettiva. Ma avendo nel nostro passato pretese armi chimiche, bombe al fosforo di Falluja, gli abomini di Abu Ghraib, Guantanamo e la guerra dei droni afghana condotta da Obama, non abbiamo proprio niente da insegnare ad Israele.
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