A giugno 2023 leggo che le sparatorie di massa negli Stati Uniti erano già 284 con 409 morti e 1000 feriti. Oggi la notizia di questo nuovo massacro interno (ad ora 22 morti e 60 feriti).
La causa prima di queste continue stragi non può certo identificarsi nel solo possesso delle armi e nelle liberalità americane al riguardo. Quelle sono cause seconde. Prima e sopra c'è che in quella landa rimasta allo stato del selvaggio West, agli individui si fulminano le lucine nella testa e iniziano a sparare a caso; c'è la violenza insita in quella società; c'è uno stato psicologico precario (gli americani si impasticcano di psicofarmaci a milioni, distribuendo quei farmaci anche ai bambini come fossero caramelle), segno di un disagio profondo; c'è la barbarie di una società sradicata ed individualista, dove chi non raggiunge "il sogno americano" è un paria, secondo il precetto protestantico che il successo e l'accumulo di ricchezza sono segno di elezione divina (in America vali per quel che hai, per ciò che possiedi).
In quella centrifuga, che qualcuno erge pure a "modello", più d'uno perde la testa. Si mantengono in vita le luci artificiali del "diritto alla felicità", la mitologia di celluloide del migliore dei mondi possibili e al tempo stesso si spengono quelle interiori, vivendo gli individui una sorta di paranoide scissione tra le promesse di cartapesta e la realtà che si percepisce, immersi in un perenne stato di alienazione.
La causa prima di queste continue stragi non può certo identificarsi nel solo possesso delle armi e nelle liberalità americane al riguardo. Quelle sono cause seconde. Prima e sopra c'è che in quella landa rimasta allo stato del selvaggio West, agli individui si fulminano le lucine nella testa e iniziano a sparare a caso; c'è la violenza insita in quella società; c'è uno stato psicologico precario (gli americani si impasticcano di psicofarmaci a milioni, distribuendo quei farmaci anche ai bambini come fossero caramelle), segno di un disagio profondo; c'è la barbarie di una società sradicata ed individualista, dove chi non raggiunge "il sogno americano" è un paria, secondo il precetto protestantico che il successo e l'accumulo di ricchezza sono segno di elezione divina (in America vali per quel che hai, per ciò che possiedi).
In quella centrifuga, che qualcuno erge pure a "modello", più d'uno perde la testa. Si mantengono in vita le luci artificiali del "diritto alla felicità", la mitologia di celluloide del migliore dei mondi possibili e al tempo stesso si spengono quelle interiori, vivendo gli individui una sorta di paranoide scissione tra le promesse di cartapesta e la realtà che si percepisce, immersi in un perenne stato di alienazione.
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