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Cronaca e politica estera [Guerra Ucraina-Russia] Thread unico.
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Ogni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.Originariamente Scritto da Bob TerwilligerDi solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.
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Originariamente Scritto da Sergio Visualizza Messaggio"Hamas military commander Muhammad Al-Deif called the operation “Al-Aqsa Storm” and said that the assault on Israel was a response to attacks on women, the desecration of the al-Aqsa mosque in Jerusalem and the ongoing siege of Gaza."
Sounds like bullshit to me.
Più che altro si sono rotti le palle del bullismo Israeliano.
Quello che mi lascia perplesso è vedere articoli e foto di gente Palestinese disperata di fianco ad edifici distrutti, cosa si aspettavano dopo un attacco del genere?...ma di noi
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C. Campo - Moriremo Lontani
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Originariamente Scritto da Sergio Visualizza Messaggio"Hamas military commander Muhammad Al-Deif called the operation “Al-Aqsa Storm” and said that the assault on Israel was a response to attacks on women, the desecration of the al-Aqsa mosque in Jerusalem and the ongoing siege of Gaza."
Sounds like bullshit to me.
Più che altro si sono rotti le palle del bullismo Israeliano.
Quello che mi lascia perplesso è vedere articoli e foto di gente Palestinese disperata di fianco ad edifici distrutti, cosa si aspettavano dopo un attacco del genere?
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Per Riad «Israele è responsabile»: la prima vittoria strategica di Hamas e dell'Iran. E adesso?
Il riconoscimento diplomatico di Israele da parte dell'Arabia è in bilico, forse già cancellato dall'agenda. Hamas vede alla portata la prima vittoria sul piano geopolitico, ma il mondo arabo si è disaffezionato dalla causa palestinese
di Federico Rampini
Qual è l’obiettivo strategico dietro l’attacco di Hamas contro Israele? Una prima risposta viene da Riad. «Il Regno dell’Arabia saudita – ha dichiarato il ministro degli Esteri – considera Israele responsabile, per le sue ripetute provocazioni e la privazione di diritti inflitta ai palestinesi».
Fino a 48 ore fa sembrava imminente una svolta storica in Medio Oriente, cioè il riconoscimento diplomatico di Israele da parte della più grande potenza araba. Oggi quell’evento sembra meno probabile, forse già cancellato dall’agenda del futuro prossimo. In questo senso Hamas vede alla sua portata una vittoria strategica sul piano geopolitico, a prescindere da quel che sta accadendo e accadrà sul terreno militare.
L’Arabia saudita è il soggetto più potente di tutta l’area, soprattutto dal punto di vista economico-finanziario. I suoi aiuti economici tengono a galla l’Egitto, un’economia in bancarotta. I suoi investimenti dilagano in Occidente e in Africa. Ha un leader giovane e visionario, il principe Mohammed Bin Salman, che persegue un progetto audace di modernizzazione e laicizzazione all’interno del quale viene ridimensionato il ruolo malefico del clero wahabita. Deve vedersela con il nemico storico, l’Iran, che sostiene movimenti fondamentalisti come Hamas e Hezbollah.
La tragedia di questo conflitto è prima di tutto il bilancio immane e spaventoso di morti, violenze e sofferenze. Ma altre tragedie future saranno ancora più probabili, se svanisce la possibilità di una riconciliazione tra Israele e la potenza leader del mondo arabo, che doveva completare gli accordi di Abramo (l’allacciamento di rapporti diplomatici formali già avvenuto con Emirati, Bahrein, Marocco, Sudan).
L’attacco di Hamas, sostenuto dall’Iran, ha l’effetto di polarizzare due forze. Da una parte, la monarchia saudita in quanto potenza leader del mondo arabo e dei musulmani sunniti, nonché custode dei luoghi sacri dell’Islam, in queste ore sente una pressione formidabile dall’opinione pubblica musulmana. Quel mondo è stato abituato a rappresentarsi la sorte del popolo palestinese come una tragedia imputabile esclusivamente alla persecuzione e agli abusi d’Israele. È una rappresentazione schematica e stereotipata, che nasconde molti altri aspetti: l’incapacità dei palestinesi di esprimere una leadership onesta ed efficiente; la presa di potere a Gaza di forze estremiste e autoritarie; la crescente ostilità verso i palestinesi da parte dell’Egitto (che isola Gaza con sanzioni non meno dure di quelle israeliane perché considera Hamas come un’altra versione dei Fratelli musulmani); la disaffezione di tutto il mondo arabo dalla causa palestinese che si traduce in minori aiuti da parte delle potenze del petrolio. Tant’è, quando esplode la violenza l’opinione pubblica araba non è interessata alle analisi equilibrate, vuole delle prese di posizione manichee, da una parte il Male dall’altra il Bene. Improvvisamente i margini di manovra diplomatici di MbS si restringono.
Un effetto simmetrico dell’attacco di Hamas viene esercitato sull’estrema destra israeliana: si vede confermata anch’essa nei suoi pregiuduzi, e cioè che nessun accordo è possibile con i palestinesi, nessun compromesso, nessuna concessione. Anche a Tel Aviv l’interesse verso il riconoscimento diplomatico di Riad diminuisce, visto che quel disgelo andrebbe accompagnato da qualche miglioramento per i palestinesi (è una condizione perché MbS lo renda presentabile al suo mondo di riferimento).
C’è la possibilità di salvare quell’accordo e cominciare a porre le basi per un Medio Oriente meno bellicoso e sanguinoso? Molti esperti in queste ore terribili ricordano che l’ultima grande guerra arabo-israliana, quella dello Yom Kippur combattuta 50 anni fa, partorì a sorpresa una grande pace: l’accordo tra Egitto e Israele firmato a Camp David cinque anni dopo, nel 1978. Certo, fu decisiva da parte dell’America una regia di alta diplomazia come il duo Nixon-Kissinger nella fase iniziale; poi però la staffetta diplomatica passò dall’Amministrazione repubblicana a quella democratica di Jimmy Carter, che portò a termine quell’accordo.
Oggi chi “osa” sognare un esito analogamente positivo per la guerra in corso, immagina due tempi: prima una sconfitta militare di Hamas, poi un nuovo assetto di governo per la striscia di Gaza che coinvolga l’Autorità palestinese (quella di Ramallah in Cisgiordania), sorretta assistita e garantita da una forza di pace multilaterale con Arabia saudita, Egitto, Emirati, nonché la benedizione di Stati Uniti ed Unione europea. Lo fa, tra gli altri, un osservatore esperto e autorevole come Bret Stephens, già direttore del Jerusalem Post e oggi editorialista delNew York Times.
Può sembrare un’utopia. Fra i tanti ostacoli alla realizzazione di questo sogno, c’è la profonda lacerazione politica che spacca in due sia Israele sia l’America; nonché la radicale avversione dell’Iran per qualsiasi pacificazione del Medio Oriente dalla quale il regime degli ayatollah uscirebbe come il grande sconfitto (e dietro Teheran non è difficile vedere la mano di Mosca e Pechino). Però anche nel baratro della guerra del 1973 pochi osavano immaginare la svolta del presidente Sadat e gli accordi di pace del 1978.
CorSera
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Msnbc: Usa pianificano spostamento di navi e aerei militari più vicino a Israele
Gli Stati Uniti stanno pianificando lo spostamento di navi e aerei militari più vicino a Israele in segno di sostegno. Lo riporta Msnbc citando alcune fonti.
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Se gli Stati Uniti avessero un grammo di intelligenza (il cuore sappiamo già che non ce l'hanno, al suo posto vi è la matrice del Dollaro), imporrebbero ad Israele lo Stato di Palestina, come da risoluzione ONU.
Se la Palestina diventasse uno Stato, a quel punto avrebbe un ordinamento giuridico, un suo esercito, sue forze di sicurezza ed una sua politica interna ed estera...ed Hamas si troverebbe isolata...e con gli anni verrebbe riassorbita entro la società civile, come accaduto all'IRA in Irlanda e a tutte le formazioni combattenti per la libertà delle proprie nazioni, anche perchè inizierebbe a mancare l'appoggio e il consenso interno, visto che i palestinesi guarderebbero al loro Stato e non più alle milizie combattenti.
Il mondo, l'occidente dovrebbe imporre ad Israele la creazione dello Stato palestinese, così da pacificare quella zona del mondo che altrimenti non avrà mai pace. Lo stesso Israele non avrà mai pace...ma preferiscono tenere i palestinesi in stato di cattività, per la brama di terra (non sua) e del mito biblico del "grande regno di Israele", piuttosto che cercare la pace.
Gli americani, che al posto del cuore hanno il Dollaro, è ovvio che coccolano e custodiscono e nutrono e scaldano e sfamano e vestono gli israeliani...e così ai palestinesi tocca fare da soli e così in quella terra si potrà solo fare finta di vivere una vita "felice", gli israeliani potranno solo recitare, fingere, perchè finchè non daranno la pace e la libertà ai palestinesi non vivranno mai in pace.Last edited by Sean; 08-10-2023, 21:05:26....ma di noi
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Leggevo oggi un articolo secondo cui una crisi adesso serve a tutti:
"Ai PALESTINESI: ormai condannati altrimenti ad un inesorabile e lento genocidio.
Agli ISRAELIANI che sicuramente sapevano. Una crisi del genere ricompatta la società sionista che, fino a qualche settimana fa, qualcuno definiva sull’orlo della guerra civile. Poi, immaginate se per sbaglio un missile cadesse sulla Moschea di Al Aqsa e “per sbaglio” la distruggesse…
All’IRAN che assume un ruolo di leader regionale bruciando in partenza tutti gli altri (anche se rischia la ritorsione di Israele che potrebbe persino essere nucleare).
Alla RUSSIA che si è ampiamente rotta le scatole dei bombardamenti sulla Siria (due giorni fa, 100 soldati siriani uccisi) e del sostegno di Israele a tutti i suoi nemici; e che evidentemente sapeva e ha lasciato fare.
Ognuno ha il suo interesse e, come sempre, ognuno è convinto di poter gestire le crisi e non farle deragliare troppo. Vedremo."
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E' condivisibile. In fondo è una crisi che in un certo senso fa comodo anche ad Israele, perchè in effetti ricompatta il sionismo nazionale ed internazionale, dopo mesi di ferocissime divisioni e profondissima crisi....ma di noi
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Originariamente Scritto da Sly83 Visualizza MessaggioMsnbc: Usa pianificano spostamento di navi e aerei militari più vicino a Israele
Gli Stati Uniti stanno pianificando lo spostamento di navi e aerei militari più vicino a Israele in segno di sostegno. Lo riporta Msnbc citando alcune fonti.
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioSe gli Stati Uniti avessero un grammo di intelligenza (il cuore sappiamo già che non ce l'hanno, al suo posto vi è la matrice del Dollaro), imporrebbero ad Israele lo Stato di Palestina, come da risoluzione ONU.
Se la Palestina diventasse uno Stato, a quel punto avrebbe un ordinamento giuridico, un suo esercito, sue forze di sicurezza ed una sua politica interna ed estera...ed Hamas si troverebbe isolata...e con gli anni verrebbe riassorbita entro la società civile, come accaduto all'IRA in Irlanda e a tutte le formazioni combattenti per la libertà delle proprie nazioni, anche perchè inizierebbe a mancare l'appoggio e il consenso interno, visto che i palestinesi guarderebbero al loro Stato e non più alle milizie combattenti.
Il mondo, l'occidente dovrebbe imporre ad Israele la creazione dello Stato palestinese, così da pacificare quella zona del mondo che altrimenti non avrà mai pace. Lo stesso Israele non avrà mai pace...ma preferiscono tenere i palestinesi in stato di cattività, per la brama di terra (non sua) e del mito biblico del "grande regno di Israele", piuttosto che cercare la pace.
Gli americani, che al posto del cuore hanno il Dollaro, è ovvio che coccolano e custodiscono e nutrono e scaldano e sfamano e vestono gli israeliani...e così ai palestinesi tocca fare da soli e così in quella terra si potrà solo fare finta di vivere una vita "felice", gli israeliani potranno solo recitare, fingere, perchè finchè non daranno la pace e la libertà ai palestinesi non vivranno mai in pace.
quello che auspichi tu è praticamente irrealizzabile
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Originariamente Scritto da Sergio Visualizza Messaggio
Hanno perso totalmente il senno, perché non si fanno gli affari loro?
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Arturo fai la cortesia a tutti:
1. non postare sta merd4
2. esci da internet, che tra Crypto, Twitter, Fb: sei l'esemplificazione del perché i social media americani abbiano fottuto il mondo
3. vai a lavorare, trovati qualsiasi cosa che ti tenga occupato, fosse anche raccogliere le nocchie nel viterbeseOriginariamente Scritto da claudio96
sigpic
più o meno il triplo
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