Cronaca e politica estera [Equilibri mondiali] Thread unico.

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  • Irrlicht
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    " "Lostacolo più grande alla fine della guerra è la convinzione" del presidente russo Vladimir Putin "di poter resistere più a lungo dell'Ucraina e dei molti paesi che sostengono" Kiev, afferma il segretario di Stato americano Antony Blinken. "Stiamo lavorando molto duramente per liberarlo da questa idea. Naturalmente la guerra potrebbe finire domani se Putin decidesse di fermarsi. E prima di tutto siamo determinati, così come lo sono tanti altri paesi, a continuare ad aiutare l'Ucraina a difendersi, a riprendersi il territorio che la Russia le ha sottratto con la forza. E non si tratta solo di un'aggressione contro l'Ucraina e i suoi cittadini, ma lo è anche contro gli stessi principi che sono al centro del mantenimento della pace e della sicurezza nel mondo: l'idea che i paesi debbano rispettare la loro integrità territoriale, la loro sovranità, la loro indipendenza. Se lasciamo che ciò che la Russia sta facendo in Ucraina vada avanti impunemente, allora si aprirà un vaso di Pandora e ogni aspirante aggressore in tutto il mondo dirà 'beh, se possono farla franca, posso farla franca anche io'. Questa è una ricetta per un mondo in conflitto"."
    (Ansa)
    Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.

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      " Un drone ucraino ha preso di mira la notte scorsa una stazione di polizia nella regione russa di Bryansk, al confine con l'Ucraina, senza causare vittime: lo ha reso noto oggi il governatore della regione, Alexander Bogomaz. "Le forze ucraine hanno attaccato il distretto di Troubtchevski durante la notte", ha scritto Bogomaz su Telegram. "Un drone ha colpito la stazione di polizia di questo distretto. Non ci sono state vittime. ...

      Esplosioni sono state udite questa mattina nella città di Kryvyi Rih, nella regione di Dnipropetrovsk, dove è stata dichiarata nelle ultime ore un'allerta aerea. Kryvyi Rih è la città natale del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. ...

      Le forze ucraine hanno liberato la settimana scorsa due chilometri quadrati di territorio in direzione Bakhmut, mentre i russi spostano un gran numero di soldati a est: lo ha detto la vice ministra della Difesa ucraina, Hanna Malyar. "Per quanto riguarda la direzione Bakhmut, abbiamo guadagnato terreno per tutta la settimana con vari gradi di successo... Tutto questo sta accadendo sotto il pesante fuoco nemico e lo sminamento. Kiev ha liberato 37 chilometri quadrati di territorio nella direzione di Bakhmut, di cui due la settimana scorsa. La Russia, intanto, sta spostando un gran numero di truppe e a est. Tuttavia, i soldati ucraini avanzano sul fianco meridionale intorno a Bakhmut."
      (Ansa)
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        " Una persona è morta e altre 10 sono rimaste ferite nell'attacco russo di questa mattina contro la Kryvyi Rih, città natale del presidente ucraino Volodymyr Zelensky La città, ha precisato, è stata colpita da due missili.
        Probabilmente ci sono persone sotto le macerie. ...


        Le forze russe hanno ricominciato a bombardare questa mattina la città di Kherson, nell'Ucraina meridionale, provocando la morte di un civile.
        "Verso le 8:20 di oggi (le 7:20 in Italia), gli occupanti hanno bombardato il centro di Kherson con il sistema missilistico antiaereo Grad. Un dipendente della società di servizi pubblici della città è morto sul colpo per le ferite riportate".
        I russi hanno preso di mira i quartieri residenziali della regione e l'area di uno stabilimento e di una società nella città di Kherson."
        (Ansa)
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          Controffensiva ucraina, il giorno più nero: «Mine, droni e sangue. La strategia va cambiata»

          Il reportage del nostro inviato. Le ore drammatiche dello scorso 7 giugno e le difficoltà dell’avanzata raccontate dai soldati: «Siamo troppo lenti»

          di Lorenzo Cremonesi

          Storie di soldati. Storie crude, come se le possono raccontare tra commilitoni ventenni e uomini meno giovani che stanno in guerra da un anno e mezzo. E storie testimoniate da video di sangue, adrenalina impazzita e morte, non censurati, presi in diretta dagli ucraini nel caos delle esplosioni, del fumo, delle urla e del fracasso. Ad ascoltarle è facile comprendere il motivo per cui tra di loro parlino dell’«Operazione Ü», con un’inflessione gergale che ricorda il richiamo delle mucche tra i pastori delle valli bergamasche, per sottolineare quanto sia stata primitiva, brutale e in fin dei conti sino ad ora tragicamente inefficace questa prima fase dell’offensiva lanciata a inizio giugno dai comandi di Kiev per riconquistare le regioni occupate dall’esercito russo. I blindati americani

          «Alle due di mattina del 7 giugno ci infiliamo negli abitacoli dei Bradley per avanzare verso le linee russe: partenza dalle nostre posizioni a Mala Tokmachka, destinazione quelle nemiche a Tokmak, una quindicina di chilometri più a sud in direzione di Melitopol. Fuori è buio pesto, noi della fanteria ce ne stiamo accovacciati in attesa di uscire all’attacco. Ma il viaggio dura più del previsto. Gli autisti procedono lenti, faticano sotto i tiri dell’artiglieria nemica a restare nei solchi tracciati dagli sminatori e ci sono continui raid di droni, dribblano tra le esplosioni. Poco dopo le cinque il nostro mezzo è colpito, vedo immediatamente il cadavere del comandante, distinguo i due piloti insanguinati. Io con tre compagni balziamo fuori, intravedo una trincea russa a due o tre metri e mi ci butto dentro alla ricerca di un riparo. Odo dal fondo il gracchiare di un walkie talkie abbandonato, parlano in russo con forte accento ceceno e dicono che stanno per venire a riprendere la posizione. Dobbiamo andarcene! Mi dico. In quel preciso momento avverto l’esplosione che mi ferisce alla schiena e sulla spalla sinistra. Tocco l’uniforme: è intrisa del mio sangue.

          Due compagni, anche loro feriti, ma più leggermente, mi afferrano sotto le ascelle e mi trascinano verso un altro Bradley venuto in soccorso. L’autista tenta una rapida retromarcia. Ma anche questo è centrato dai missili anticarro. Il comandante muore subito, gli altri non so; siamo sotto shock, odo lamenti, giacciamo nel sangue e nell’olio bruciato. Mezz’ora dopo spira il mio amico Dmitri, che aveva 32 anni, gli chiudo le palpebre. Trascorrono altre due ore, nel mentre ho individuato la radio di bordo e ogni dieci minuti lancio l’allarme: siamo ancora vivi, attendiamo soccorsi. Finalmente giunge un terzo Bradley. Esulto. Ma per pochi secondi. Una bomba credo d’aereo lo colpisce in pieno, brucia veloce, vedo un membro dell’equipaggio strisciare fuori e sparire nell’erba. Dopo altre cinque ore sopraggiunge un M113 trasporto truppa, la battaglia si è spostata più a destra, i russi ci sparano, ma mancano il bersaglio. Sono salvo».

          Scuote mestamente la testa mentre racconta e ogni tanto si interrompe con lunghi sospiri il 39enne Ivan Kolomiets: fante del Secondo battaglione della 47esima brigata meccanizzata dispiegata sul fronte meridionale, che incontriamo mentre è in cura nell’ospedale di Zaporizhzhia.


          Primo battaglione

          Con lui sta il 28enne Viktor Hametz, che è pilota di Bradley nel Primo battaglione della stessa brigata. «Ho fatto addestramento nelle basi Nato in Europa tra gennaio e febbraio. Per fortuna gli americani ci hanno inviato queste autoblindo superprotette, se usassimo i vecchi modelli ereditati dall’esercito sovietico le nostre vittime sarebbero molto più numerose», dice. Anche per lui l’incontro traumatico con le difficoltà dell’offensiva è stato il 7 giugno. «Quel giorno siamo avanzati per quattro o cinque chilometri nel mezzo dei campi minati. Ma presto ci siamo accorti che non eravamo attrezzati per superare le difese formidabili approntate dai russi negli ultimi mesi. Sono trincerati molto bene in bunker di cemento armato, dispongono di molti uomini, godono della copertura aerea, hanno posizionato ovunque telecamere che permettono alle loro sentinelle di individuarci senza essere esposte. Uno dei nostri problemi maggiori è stato e resta che occorrono più sminatori, dobbiamo aprire più varchi allo stesso tempo e molto più velocemente, altrimenti i russi avranno il tempo per organizzare la resistenza e fermarci», ricorda.


          Il problema

          Loro e altri soldati incontrati in città, compresi alcuni ufficiali che non vogliono farsi identificare, riassumono il problema con una spiegazione molto diffusa: i due eserciti si sono scambiati di ruolo, l’anno scorso i russi avanzavano e gli ucraini si difendevano, ma adesso avviene l’opposto.

          Le dinamiche del conflitto si sono profondamente modificate. «Noi oggi incontriamo problemi simili a quelli che avevano i russi di fronte a Kiev. Dobbiamo manovrare un esercito che è molto più grande, con più mezzi da coordinare», dicono. Nessuno però, assolutamente nessuno, accenna ad una eventualità di cessate il fuoco o progetto di compromesso territoriale con Putin in cambio della pace. Affermano: «Dobbiamo studiare sistemi diversi, intanto logoriamo le difese russe; rivediamo le nostre strategie, per esempio usando sminatori appiedati, ma l’unica possibilità di fare la pace arriverà solamente quando avremo liberato tutte le nostre terre».

          CorSera




          Last edited by Sean; 31-07-2023, 13:30:23.
          ...ma di noi
          sopra una sola teca di cristallo
          popoli studiosi scriveranno
          forse, tra mille inverni
          «nessun vincolo univa questi morti
          nella necropoli deserta»

          C. Campo - Moriremo Lontani


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            Originariamente Scritto da Irrlicht Visualizza Messaggio
            " "Lostacolo più grande alla fine della guerra è la convinzione" del presidente russo Vladimir Putin "di poter resistere più a lungo dell'Ucraina e dei molti paesi che sostengono" Kiev, afferma il segretario di Stato americano Antony Blinken. "Stiamo lavorando molto duramente per liberarlo da questa idea. Naturalmente la guerra potrebbe finire domani se Putin decidesse di fermarsi. E prima di tutto siamo determinati, così come lo sono tanti altri paesi, a continuare ad aiutare l'Ucraina a difendersi, a riprendersi il territorio che la Russia le ha sottratto con la forza. E non si tratta solo di un'aggressione contro l'Ucraina e i suoi cittadini, ma lo è anche contro gli stessi principi che sono al centro del mantenimento della pace e della sicurezza nel mondo: l'idea che i paesi debbano rispettare la loro integrità territoriale, la loro sovranità, la loro indipendenza. Se lasciamo che ciò che la Russia sta facendo in Ucraina vada avanti impunemente, allora si aprirà un vaso di Pandora e ogni aspirante aggressore in tutto il mondo dirà 'beh, se possono farla franca, posso farla franca anche io'. Questa è una ricetta per un mondo in conflitto"."
            (Ansa)
            ..."Naturalmente la guerra potrebbe finire domani" anche se gli USA decidessero di farla finire...e invece non ne hanno la minima voglia, anzi, siccome il mondo è troppo in pace, inviano armi all'Ucraina ma pure a Taiwan...il Grande Pacificatore del mondo, gli Stati Uniti, sono la personificazione stessa della brama di potenza e del mantenimento in uno stato tellurico di tutti i continenti. Non si salva nessuno dalle brame e dalle trame di quello stato con le fauci perennemente spalancate.

            Blinken è la maschera dell'assenza di ogni vergogna. Parla a vanvera di rispetto di sovranità e integrità nazionali quando l'America durante il corso del suo criminale imperialismo non ha fatto altro che violare quei "principi" di cui Blinken si riempie la bocca.

            Se c'è uno stato che impedisce al mondo quella "sicurezza e pace" di cui ciancia Blinken è proprio il suo.

            Gli Stati Uniti, convincendo l'Ucraina di poter "riconquistare tutte le terre", stanno mandando al massacro totale un popolo intero, guidato da quel burattino telecomandato che hanno come presidente, correo di tanta strage.

            Non c'è modo o maniera per gli ucraini, con quei pochi mezzi che l'occidente invia, di poter raggiungere i propri scopi. La Russia è trincerata in difesa, le terre ormai le ha prese, armi e munizioni ne possiede, deve solo colpire gli attaccanti ogni volta che si avvicinano, come un passatempo, un videogioco.

            Vedremo quando l'America si sarà saziata di tanta strage e dirà che adesso è abbastanza.
            ...ma di noi
            sopra una sola teca di cristallo
            popoli studiosi scriveranno
            forse, tra mille inverni
            «nessun vincolo univa questi morti
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            C. Campo - Moriremo Lontani


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            • The_machine
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              Senza il supporto USA l'Ucraina ad oggi non esisterebbe più, sarebbe stata integrata (con l'uso della forza) nella Russia. Si può dire quindi che gli USA stiano aiutando uno stato a mantenere la sua sovranità.

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              • Irrlicht
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                " "Le nuove leggi della Duma, che facilitano l'arruolamento dei cittadini, consentono di richiamare in guerra fino a cinque milioni di russi", lo scrive il media indipendente Novaya Gazeta riferendo calcoli sulla base della situazione anagrafica della popolazione nella Federazione russa.
                Andrei Kartapolov, coautore degli emendamenti, li ha definiti cambiamenti "sensibili", scritti "per la mobilitazione generale: questa legge è scritta per una grande guerra, che già si sente", ha detto.
                La modifica prevede anche l'ampliamento dell'età di leva: ora è possibile essere arruolati dai 18 ai 30 anni, mentre prima era fino a 27 anni."
                (Ansa)
                Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.

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                • Sean
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                  La chiamata alle armi di milioni di cittadini non serve, se lo scopo è quello di arroccarsi nelle linee difensive. L'ipotesi della presa di tutta l'Ucraina è caduta, morta pochi giorni dopo l'inizio della invasione. Tra l'altro sarebbe impossibile tenere tutta l'Ucraina, cioè un paese che non vuol stare con te...molto più semplice annettere le zone dove ci sono i russi, quelle cioè di confine.
                  ...ma di noi
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                  «nessun vincolo univa questi morti
                  nella necropoli deserta»

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                    Ecco i soldi che la famiglia Biden ha incassato dall’estero. Così i repubblicani puntano a incastrare il presidente

                    La commissione di controllo della Camera oggi sente il socio di Hunter Biden, Devon Archer. Da Ucraina, Romania e Cina transazioni opache. La Casa Bianca: il presidente non ha mai parlato di affari con il figlio

                    L'agenda del presidente americano Joe Biden è per oggi, lunedì 31 luglio, sgombra da appuntamenti ufficiali; quella della Commissione Sorveglianza della Camera (House Oversight Committee) invece prevede l’audizione, rigorosamente a porte chiuse, di Devon Archer, 58 anni, socio in affari di Hunter Biden e ben noto al presidente. I due si sono parlati e incontrati più volte, una foto su un campo da golf li immortala insieme nel 2014.
                    Quello che Archer dirà oggi ai deputati della Commissione guidata da James Comer, repubblicano, rischia di avere ripercussioni serie sul presidente, la campagna elettorale e di gettare le basi per una richiesta di impeachment. La storia è complessa e riguarda gli affari con soggetti stranieri che la compagnia fondata nel 2009 da Hunter Biden, Archer e Christopher Heinz hanno fondato. Nel 2009 Joe Biden era vicepresidente degli Stati Uniti.
                    Ebbene oggi Archer dovrebbe presentarsi a Washington per la deposizione. Sabato sera però in una mossa che i repubblicani considerano “l’ennesima di un uso politico della giustizia”, il Dipartimento della Giustizia ha intimato al procuratore federale di New York di fissare una data di inizio pena per Archer. Deve scontare infatti unanno di reclusione per frode nei confronti dei nativi americani risalente al 2018. La storia non ha nessun legame con la vicenda di Hunter Biden.

                    Al momento non si sa dove sia Archer, ma secondo i repubblicani il Dipartimento di Giustizia sta facendo di tutto per intimidire Archer e impedirgli di deporre. Perché?
                    La sua audizione potrebbe dare ai repubblicani la pistola fumante e corroborare prove e sospetti sui fondi stranieri transitati sui conti della famiglia Biden e dimostrare tre cose: la prima che il presidente Biden ha ricevuto soldi da entità straniere, Cina e Ucraina in testa; la seconda è che ha mentito perché in un dibattito contro Trump il 22 ottobre del 2020 disse: «Io non ho preso un penny da alcuna fonte straniera nella mia carriera politica». La terza invece è legata al fatto che Biden ha detto di non «aver mai parlato con il figlio circa i suoi accordi di affari all’estero». Quest’ultima affermazione è stata ribadita nuovamente giovedì scorso dalla portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre. Per mesi la Casa Bianca ha martellato dicendo che il presidente non è implicato in nessuna transazione di denaro con l’estero.

                    I repubblicani la pensano diversamente. E hanno raccolto molti elementi e indizi.
                    In una recente audizione della House Oversight sono stati illustrati registri bancari e fiscali, transazioni, messaggi e-mail e sms che confermano il ruolo di Hunter Biden negli affari con entità straniere cinesi, ucraine e del Kazakhstan principalmente nel periodo in cui il padre era vicepresidente. Due “whistleblowers” dell’agenzia del fisco Usa (IRS) hanno testimoniato sostenendo che i procuratori federali hanno eretto un muro di gomma ignorando – o ridimensionando – la portata degli affari di Hunter Biden all’estero.
                    Ieri diversi deputati repubblicani sono intervenuti ai talk show della domenica e hanno confermato l’esistenza di elementi che vanno in direzione contraria alla versione di Biden. Secondo Nancy Mace, della South Carolina, “in base alle prove che abbiamo sono circa 50 milioni i dollari transitati sui conti della famiglia Biden”. Il presidente della Commissione di Sorveglianza James Comer alla Fox News ha detto che ci sono “170 transazioni sospette legate” al caso Hunter Biden. Quindi ha detto che oggi ad Archer “chiederà di dire solo la verità”. Anche Comer ha parlato di documenti bancari che smentirebbero la difesa del presidente.

                    Ma di che affari stiamo parlando?
                    Anzitutto i documenti di cui è in possesso la Commissione rivelano, citiamo dalle carte dell’inchiesta, che “Biden e i suoi associati hanno ricevuto oltre 10 milioni di dollari da entità straniere”. La stima di 50 milioni fatta da Nancy Mace potrebbe essere una proiezione di dati di altro materiale non ancora preso interamente in considerazione e di cui si attende una certificazione ultima.
                    Sono quattro i punti di interesse di cui parla Comer. Il primo porta in Romania. Il 28 settembre del 2015 quando il vicepresidente Biden riceve alla Casa Bianca il presidente Klaus Iohannis. Entro cinque settimane dal meeting, tal Gabriel Popoviciu, uomo d’affari sotto inchiesta per corruzione, deposita sul conto di un associato di Biden tre milioni di dollari in sedici pagamenti. L’account bancario della famiglia Biden si vede accreditare 1.038 milioni di dollari.

                    Il secondo filone porta alla Cina.
                    Qui i repubblicani citano un episodio del 1° marzo 2017, meno di due mesi dopo la fine dell’Amministrazione Obama. La State Energy HK Limited, compagnia cinese, fa un bonifico sempre a un associato di Biden. Usa lo stesso numero di conto del romeno per depositare 3 milioni di dollari, di cui 1,065 finiscono poi sui conti della famiglia Biden. Ci saranno altri depositi, in totale arrivano oltre 8 milioni di dollari. I rapporti con Pechino si intensificano comunque fra il 2017 e il 2020.

                    Ci sono poi intrecci con il Kazakhistan.
                    Il 23 aprile del 2014 ad esempio la società Rosemont fa un bonifico di 142.300 dollari a un venditore di auto del New Jersey presso il quale Hunter ha comprato un’auto sportiva.

                    Il dossier ucraino è nutrito e complesso.
                    In sintesi. Il 20 marzo del 2015 in un noto ristorante italiano di Washington, Hunter Biden organizza una cena di lavoro. Passa alla fine anche Joe Biden per incontrare i vertici di Burisma, fra cui Vladym Pozharskyi, il capo. Da lì a qualche mese Pozharskyi suggerirà a Biden e ai vertici Usa di organizzare una visita a Kiev per parlare con il procuratore generale Viktor Shokin e con il presidente Petro Poroshenko. La necessità di questo dialogo si impone poiché Shokin sta indagando su Burisma – società energetica nel cui Board siede Hunter Biden con gettone di presenza da 50mila dollari a seduta – e sul suo patron, Mykola Zlochevsky per frode. Il 6 novembre 2015 Amos Hochstein, alto funzionario dell’Amministrazione Usa, incontra Hunter Biden per discutere di Burisma. Poche settimane dopo vede Biden nella West Wing e poi chiama Hunter. Meno di un mese più tardi il vicepresidente Joe Biden intraprende una missione a Kiev ed è durante quella missione che il 7 dicembre che dirà che il procuratore generale Shokin deve essere rimosso se l’Ucraina vuole un miliardo di dollari dal Fondo Monetario Internazionale. Riparte da Kiev con la garanzia che Poroshenko avrebbe licenziato il procuratore Shokin. Lo farà il 16 febbraio “invitandolo a dimettersi”. Il Parlamento ratificherà. E due giorni dopo Poroshenko riceverà la telefonata di ringraziamento di Biden.

                    Una data importante nella ricostruzione della Commissione è il 30 giugno del 2020, quindi in piena campagna elettorale, quando l’FBI fa un memorandum che si basa sulle confidenze di una fonte (è un oligarca) che dice che c’è stata una corruzione “per 5 milioni di dollari per Joe Biden e il figlio con lo scopo di avere in cambio qualcosa sull’Ucraina”. Ma non c’è nessuna inchiesta ormai in Ucraina. E sarà questo che spingerà nel luglio del 2020 Donald Trump a chiamare il neopresidente Volodimyr Zelensky chiedendogli di aprire un’inchiesta su Burisma e Hunter Biden.
                    Hochstein oggi è il responsabile delle politiche per la sicurezza energetica del Dipartimento di Stato.

                    Il laptop di Hunter.
                    Parte delle ricostruzioni che ha fatto la Commissione della House hanno preso spunto dal famoso laptop di Hunter Biden lasciato in riparazione in un negozio del Delaware. Il 14 ottobre del 2020, meno di un mese dalle elezioni, il New York Post era entrato in possesso di parte del contenuto e aveva rivelato l’esistenza di una e-mail inviata il 17 aprile del 2015 da Vladyn Pozharskyi, “consigliere di Burisma” in cui ringraziava per l’opportunità di aver incontrato il vicepresidente nel suo recente viaggio a Washington. Ai tempi lo scoop del New York Post venne liquidato come un’invenzione basata su rumors o ancora peggio frutto “della disinformazione russa”, e lo stesso Biden parlò di fake news. Una cinquantina di ex ufficiali (e non solo ex) dell’intelligence vennero in soccorso firmando una lettera dicendo che si trattava di propaganda russa con lo scopo di aiutare Trump.
                    Il materiale che la Commissione House ritiene di avere è molto e tocca diversi ambiti. Quello che oggi molti si attendono è che Archer confermerà che Biden padre era stato messo in vivavoce in oltre 20 telefonate quando il figlio parlava di business con l’estero. Pertanto – la conclusione che traggono – è che non può dirsi estraneo alla vicenda.

                    Impeachment?
                    Lunedì scorso Kevin McCarthy, Speaker della Camera, ha confermato in un’intervista alla Fox News l’importanza del materiale in mano ai deputati e ha detto che siamo sulla strada dell’impeachment. Poi ha fatto una correzione di rotta sostenendo che si continuerà a lavorare per avere “fatti e documenti”. Rispondendo a Maria Bartiromo della Fox News, James Comer non ha voluto dire se sostiene l’impeachment limitandosi a sottolineare che il “mio lavoro è cercare i fatti”. E per questo la deposizione di Archer è fondamentale.

                    https://www.lastampa.it/esteri/2023/..._a_incastrare_ il_presidente-12974002/?ref=LSHA-BH-P6-S1-T1
                    ...ma di noi
                    sopra una sola teca di cristallo
                    popoli studiosi scriveranno
                    forse, tra mille inverni
                    «nessun vincolo univa questi morti
                    nella necropoli deserta»

                    C. Campo - Moriremo Lontani


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                    • Irrlicht
                      Bodyweb Senior
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                      " "Abbiamo concordato la possibilità di utilizzare i porti croati sul Danubio e sul Mare Adriatico per il trasporto del grano ucraino.
                      Ora lavoreremo per stabilire le rotte più efficienti verso questi porti e sfruttare al meglio questa opportunità".
                      Lo ha reso noto il ministro degli esteri ucraino Dmytro Kuleba dopo aver ricevuto il collega croato Gordan Grli?-Radman."
                      (Ansa)

                      Mosca, 'in Niger non siamo sulla stessa linea di Wagner' https://www.ansa.it/sito/notizie/top...24c0fd1df.html


                      "Gli attacchi aerei russi hanno distrutto circa 180.000 tonnellate di raccolti di grano in nove giorni questo mese.
                      Lo ha denunciato il ministero degli Esteri ucraino, come riporta il Guardian."
                      (Ansa)

                      Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.

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                      • M K K
                        finte ferie user
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                        Bene
                        Ogni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.
                        Originariamente Scritto da Bob Terwilliger
                        Di solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.

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                        • Sean
                          Csar
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                          • In piedi tra le rovine
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                          "Essere nemici dell'America può essere pericoloso, ma esserne amici è fatale" [Henry Kissinger]

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                          ...ma di noi
                          sopra una sola teca di cristallo
                          popoli studiosi scriveranno
                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
                          nella necropoli deserta»

                          C. Campo - Moriremo Lontani


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                          • Irrlicht
                            Bodyweb Senior
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                            " Diversi droni sono stati abbattuti mentre cercavano di dirigersi verso Mosca.
                            Uno ha colpito lo stesso grattacielo dell'ultima volta", ha detto su Telegram il sindaco della capitale russa Sergei Sobyanin aggiungendo che non si segnalano feriti. Il ministero della Difesa russo parla di due droni abbattuti su Mosca."
                            (Ansa)

                            Ucraina, media: merci militari Occidente a Mosca nonostante veti
                            Merci militari occidentali per un valore di miliardi di dollari continuano ad affluire in Russia nonostante le sanzioni internazionali, secondo l'agenzia di stampa indipendente russa Vertska citata dai media ucraini. (ANSA)

                            Last edited by Irrlicht; 01-08-2023, 10:48:43.
                            Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.

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                            • Irrlicht
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                              " L'esercito russo ha dichiarato di aver respinto la notte scorsa un attacco ucraino con tre droni marini contro le sue motovedette nel Mar Nero. "I tre droni marini nemici sono stati distrutti" dal fuoco delle navi russe, ha affermato il ministero della Difesa in un comunicato, aggiungendo che le motovedette sono state attaccate a 340 km a sud-ovest di Sebastopoli, il porto della flotta russa del Mar Nero nella Crimea annessa."
                              (Ansa)
                              Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.

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                              • Sergio
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                                Maaaa.... i droni che gli americani hanno regalato/prestato agli Ucraini, li fanno guidare agli Ucraini o li guidano direttamente gli americani dalle loro basi "secondo le istruzioni" degli Ucraini?
                                Mhhm....



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