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Cronaca e politica estera [Guerra Ucraina-Russia] Thread unico.
Si alza il tiro, colpevolizzando il popolo russo. Nel frattempo si continuano a richiedere armi di difesa a gran voce, come il SAMP/T, che arriva a costare 1 miliardo di euro. Alle brutte si creerà una nuova accisa sui carburanti.
Inviato dal mio SM-G991B utilizzando Tapatalk
"Il vostro codardo silenzio, il vostro tentativo di aspettare la fine di ciò che sta accadendo, finirà solo con il fatto che un giorno questi stessi terroristi verranno a prendervi", ha detto il presidente ucraino nel discorso serale.
Ogni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.
Originariamente Scritto da Bob Terwilliger
Di solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.
Ogni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.
Originariamente Scritto da Bob Terwilliger
Di solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.
Ucraina, elicottero caduto a Brovary: morti ministro e viceministro degli Interni
Il ministro degli Interni ucraino Denys Monastyrskyi è morto nello schianto dell'elicottero caduto vicino ad un asilo a Brovary, nella regione di Kiev. Tra le vittime anche il suo vice Yevhen Yenin e il segretario di Stato del Ministero degli affari interni. Lo riferiscono i media ucraini citando il capo della polizia nazionale Ihor Klymenko, precisando che 9 dei morti erano a bordo dell'aeromobile.
Nello schianto dell’elicottero è morto il ministro dell’Interno di Kiev
Si aggrava il bilancio dello schianto dell’elicottero avvenuto nella mattinata di oggi a Brovary, una cittadina nella regione di Kiev.
I morti — secondo quanto riferito dalla Reuters e dalla Agence France Presse, che citano fonti di polizia — sarebbero almeno 18; e tra loro ci sono anche il ministro dell’Interno ucraino Denys Monastyrskyi, il vice ministro e altri funzionari del governo di Kiev.
Tre bambini sono morti nello schianto, avvenuto vicino a un asilo, e altri 10 sono stati trasportati in ospedale.
La nebbia e il buio: ecco la dinamica dello schianto dell’elicottero
Era buio e nebbioso al momento dell’incidente dell’elicottero dei servizi di emergenza a Brovary, nella regione di Kiev, in cui hanno perso la vita 18 persone, tra cui il ministro degli interni ucraino Denys Monastyrskyi. Le prime informazioni suggeriscono che l’elicottero abbia colpito l’asilo prima di schiantarsi vicino a un edificio residenziale, riferisce la Bbc. Insieme a Monastyrsky sono rimaste uccise altre due figure di spicco del ministero degll’Interno: Yevgeny Yenin era il primo viceministro mentre Yuriy Lubkovich era segretario di Stato del ministero.
Per quanto riguarda le cause, le forze dell’ordine ucraine stanno valutando tutte le ipotesi, ha spiegato il procuratore generale Andriy Kostin. «Al momento, investigatori ed esperti stanno lavorando sul luogo della tragedia. Sono in corso azioni investigative urgenti. Per ora stiamo valutando tutte le possibili versioni dell’incidente dell’elicottero. L’istruttoria è stata affidata agli investigatori dell’Sbu,» ha scritto Kostin su Telegram.
Kiev: ministro Interno era in viaggio verso zona di guerra Il ministro dell’Interno Denys Monastyrskyi era in viaggio verso «un punto caldo» della guerra quando il suo elicottero si è schiantato. Lo ha detto, parlando alla Tv ucraina, il vice capo dell’ufficio presidenziale ucraino Kyrylo Tymoshenko, come riporta la Bbc. Come ha spiegato il corrispondente Bbc da Kiev, i funzionari ucraini generalmente volano a bassa quota per evitare i missili nemici. Ed era nebbioso stamattina. Ma al momento non si conoscono le cause dell’incidente e gli investigatori stanno setacciando la scena.
Repubblica-CorSera
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Una buona regola di prudenza recita di non far viaggiare mai su di un mezzo volante un gruppo di personalità importanti, perchè se per caso il mezzo si schianta poi i danni sono maggiori.
Nell'elicottero, diretto in una "zona calda di guerra", c'erano il ministro, il viceministro e il segretario di stato del ministero, insomma le prime tre cariche degli interni.
Posto che può benissimo essere un incidente (c'era nebbia e si volava bassi per questioni di sicurezza) far salire tutte e 3 quelle personalità sullo stesso elicottero è stata una imprudenza, tanto più che la destinazione era una zona di guerra, un fronte caldo.
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Effettivamente non è stata affatto una scelta oculata...
Originariamente Scritto da Sean
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni e tutto il Governo esprimono profondo cordoglio e vicinanza al presidente dell'Ucraina Zelensky, al primo ministro Shmyhal e a tutto il popolo ucraino per il tragico incidente nel quale hanno perso la vita il mini... (ANSA)
qualcuno è uscito dalla cucina. i piatti non si lavano da soli.
L’economia russa non è crollata: è la rivincita di Putin sulle sanzioni?
Secondo Putin, il Pil della Russia lo scorso anno è calato solo del 2,1 per cento: «La realtà», ha detto, «è stata assai migliore delle previsioni di molti esperti». A pesare è stato l'aumento dei prezzi di gas e petrolio: ma i veri calcoli sul danno economico fatto alla Russia dalla guerra in Ucraina andranno fatti sul lungo periodo
di Federico Fubini
Per il Washington Post l’ultimo discorso di Vladimir Putin sullo stato dell’economia russa è una risposta indiretta al World Economic Forum di Davos.
Il summit dell’establishment globalista sulle montagne svizzere quest’anno ha messo al bando i russi, dirigenti politici e oligarchi, mentre riserva un’accoglienza calorosa alla First Lady ucraina Olena Zelenska.
Però a questa ennesima dimostrazione simbolica dell’isolamento russo non corrisponde un isolamento economico altrettanto stringente.
Putin, quasi volesse lanciare una provocazione all’élite di Davos, ha snocciolato dati rassicuranti sulla sua economia. Ha detto che il Pil della Russia dal gennaio al novembre scorso è sceso solo del 2,1%, quindi «la realtà è stata assai migliore delle previsioni di molti esperti». Putin ha insistito su questo punto sottolineando che «alcuni dei nostri esperti, per non parlare di quelli stranieri, prevedevano un declino del 10% o del 15% o perfino del 20%».
Andarsi a rileggere certi scenari di metà 2022 gli dà ragione: ci fu un trionfalismo infondato, in alcuni ambienti occidentali, che si basava su una sottovalutazione delle capacità economiche della Russia oppure su una sopravvalutazione sull’impatto delle nostre sanzioni.
È giusto prendere i dati ufficiali di Putin – che anticipano per l’intero 2022 una caduta del Pil del 2,5% – con beneficio d’inventario.
Le statistiche ufficiali russe possono non dirci tutta la verità.
Però una statistica difficilmente manipolabile è quella sul commercio estero, perché è la più facile da verificare confrontandola con i dati dai paesi che importano dalla Russia.
Su questo fronte è ben visibile ciò che ha attutito la crisi economica della Russia: l’impennata dei prezzi dell’energia sui mercati mondiali nel 2022 ha compensato la riduzione delle quantità esportate.
Mosca ha venduto meno gas ma a prezzi decisamente più alti, per buona parte dell’anno scorso. D’altronde va ricordato che le nostre sanzioni sul fronte energetico – embargo contro il petrolio russo e tetto al prezzo del gas – sono arrivate molto tardi, e hanno tuttora dei limiti.
Il Washington Post cita un docente russo che insegna in una facoltà irlandese, Alexander Titov della Queen’s University di Belfast, che in un recente viaggio nel proprio paese ha constatato la scarsa incidenza delle sanzioni occidentali sulla disponibilità di beni di consumo.
Altri osservatori indipendenti hanno confermato che l’economia russa, per quanto impoverita, non dà segni di penurie drammatiche o di caos come accadde durante la crisi degli anni Novanta.
È vero che le nostre sanzioni non sono state pensate per colpire i consumi di massa, bensì per diminuire la capacità di Putin di acquistare o produrre nuove armi di distruzione: è su quel fronte che le penurie di tecnologie occidentali dovrebbero avere un impatto. Ma ogni embargo, anche quello tecnologico, può essere aggirato almeno in parte.
Di recente il New York Times ha pubblicato un’inchiesta dal confine tra Russia e Georgia, dove un’interminabile colonna di Tir trasporta beni occidentali nel mercato dove teoricamente non dovrebbero più arrivare. La Georgia non ha alcun interesse politico ad aiutare Putin, che la invase nel 2008. Tuttavia l’interesse economico prevale, il mercato nero è generoso di profitti. Fior di aziende occidentali stanno vendendo alla Georgia prodotti che in realtà finiranno – opportunamente rincarati per compensare gli intermediari – ai committenti russi. I controlli dovrebbero impedirlo; a giudicare dalla lunghezza delle colonne di Tir i controlli non stanno funzionando.
Anche ammesso che Putin stia edulcorando la realtà, e che i suoi dati ufficiali non restituiscano fedelmente la situazione dell’economia russa, la situazione di Mosca va vista in questo contesto: l’economia ucraina ha subito un crollo del 33% nel 2022, secondo le stime più aggiornate.
In quanto al deficit pubblico della Russia, è pari al 2,3% del suo Pil, cioè inferiore a quello degli Stati Uniti. Siamo sempre nell’ambito delle statistiche ufficiali, ma forse non lontanissimi dalla realtà. Pure questo è un dato da interpretare con attenzione: la Russia ha un deficit pubblico non immenso anche perché non ha più accesso ai mercati finanziari occidentali, quindi non può indebitarsi. I calcoli sul danno economico alla Russia andranno fatti nel lungo periodo. Alcune sanzioni, in campo energetico, daranno i loro frutti solo nel 2023. Non c’è dubbio che il ruolo della Russia nel mercato energetico mondiale ne uscirà ridimensionato e perfino marginalizzato, così come la sua capacità di ricattare l’Europa.
La dipendenza della Russia verso i suoi nuovi mercati – Cina e India – ha dei costi immediati e ne avrà ancor più negli anni a venire.
Però il messaggio indiretto di Putin al summit di Davos si arricchisce di nuovi dettagli che vengono proprio dalla Svizzera: la Confederazione elvetica sembrava uscita dalla sua neutralità per unirsi al concerto delle sanzioni; le ultime notizie — a partire da questa, sul Corriere- rivelano che la sua durezza nel colpire gli oligarchi è più leggenda che realtà.
CorSera
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