La mossa di Biden
«Sistemi avanzati di difesa aerea». È la promessa fatta ieri sera dal presidente americano a Zelensky, e si riferisce con ogni probabilità a nuove batterie di missili terra-aria Nasams (National Advanced Surface-to-Air Missile System) che dovrebbero aggiungersi alle due già promesse a luglio. Il presidente ucraino chiede da tempo uno scudo aereo, fatto di jet da combattimento, sistemi antimissili e missili Atacms (Army Tactical Missile System), che possono colpire obiettivi a 300 km di distanza.
• Usa verso la svolta?
Scrive Giuseppe Sarcina: «Finora Biden ha sempre eluso le richieste del governo ucraino, spiegando anche pubblicamente che va evitato il rischio di allargare lo scontro con la Russia. Ma, dopo i bombardamenti delle città ucraine, questo teorema potrebbe essere superato».
• Il cambio di paradigma
«Siamo in presenza di un cambiamento profondo della natura del conflitto». A dirlo è Emmanuel Macron, che per mesi è stato accusato da inglesi e polacchi di appeasement strisciante verso Mosca perché invitava a non «umiliare» Putin, cioè a non cercare un’improbabile vittoria totale e a non rinunciare alla via negoziale. L’avanzata ucraina e la terribile risposta di Putin potrebbero però aver indotto il presidente francese — un pragmatico di ferro — a una correzione di rotta. Che oggi potrebbe investire l’intero campo occidentale.
• Il vertice del G7
L’ha convocato per oggi la Germania, presidente di turno: Zelensky si collegherà a distanza e le parole di Biden sono molto attese. Un’altra riunione importante, sempre oggi, è in programma a Bruxelles tra i 50 Paesi che aiutano l’Ucraina. Per gli Usa ci saranno il segretario alla Difesa Austin e il capo di Stato maggiore Milley. Ogni loro parola sarà pesata per capire se l’America recederà in qualche modo dalla strategia di fondo che ha adottato finora, quella di un aiuto massiccio all’Ucraina ma a scopi solo «difensivi», per evitare di indurre Putin a ricorrere alle armi nucleari tattiche. Il ricatto dello zar funzionerà ancora?
CorSera
«Sistemi avanzati di difesa aerea». È la promessa fatta ieri sera dal presidente americano a Zelensky, e si riferisce con ogni probabilità a nuove batterie di missili terra-aria Nasams (National Advanced Surface-to-Air Missile System) che dovrebbero aggiungersi alle due già promesse a luglio. Il presidente ucraino chiede da tempo uno scudo aereo, fatto di jet da combattimento, sistemi antimissili e missili Atacms (Army Tactical Missile System), che possono colpire obiettivi a 300 km di distanza.
• Usa verso la svolta?
Scrive Giuseppe Sarcina: «Finora Biden ha sempre eluso le richieste del governo ucraino, spiegando anche pubblicamente che va evitato il rischio di allargare lo scontro con la Russia. Ma, dopo i bombardamenti delle città ucraine, questo teorema potrebbe essere superato».
• Il cambio di paradigma
«Siamo in presenza di un cambiamento profondo della natura del conflitto». A dirlo è Emmanuel Macron, che per mesi è stato accusato da inglesi e polacchi di appeasement strisciante verso Mosca perché invitava a non «umiliare» Putin, cioè a non cercare un’improbabile vittoria totale e a non rinunciare alla via negoziale. L’avanzata ucraina e la terribile risposta di Putin potrebbero però aver indotto il presidente francese — un pragmatico di ferro — a una correzione di rotta. Che oggi potrebbe investire l’intero campo occidentale.
• Il vertice del G7
L’ha convocato per oggi la Germania, presidente di turno: Zelensky si collegherà a distanza e le parole di Biden sono molto attese. Un’altra riunione importante, sempre oggi, è in programma a Bruxelles tra i 50 Paesi che aiutano l’Ucraina. Per gli Usa ci saranno il segretario alla Difesa Austin e il capo di Stato maggiore Milley. Ogni loro parola sarà pesata per capire se l’America recederà in qualche modo dalla strategia di fondo che ha adottato finora, quella di un aiuto massiccio all’Ucraina ma a scopi solo «difensivi», per evitare di indurre Putin a ricorrere alle armi nucleari tattiche. Il ricatto dello zar funzionerà ancora?
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