Putin: armeremo la Bielorussia con missili Iskander-M Il presidente russo Vladimir Putin, che oggi ha incontrato il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko a San Pietroburgo, ha annunciato la decisione di armare la Bielorussia con missili balistici di tipo Iskander-M. Si tratta di missili a corto raggio, tra i più moderni nell’arsenale di Mosca, capaci anche di trasportare testate atomiche.
A sua volta Lukashenko ha chiesto al capo del Cremlino aiuto per adattare i suoi caccia a portare le testate nucleari.
Lukashenko: il blocco di Kaliningrad è come una dichiarazione di guerra
Il presidente della Bielorussia, Alexander Lukashenko, che oggi ha incontrato Putin a San Pietroburgo, ha affermato che «il blocco del transito tra l’enclave russa di Kaliningrad e la Lituania da parte di Vilnius equivale a una dichiarazione di guerra de facto». Lo riporta l’agenzia russa Ria Novosti
Il ritiro dei soldati ucraini da Severodonetsk, la battaglia strada per strada a Lysychansk
Che si tratti di una ritirata «tattica» per guadagnare un vantaggio strategico (come sostiene Kiev) o di un ritiro vero e proprio (come ritiene Mosca), ormai quasi tutti i soldati ucraini hanno lasciato la città di Severodonetsk.
A comunicarlo sono fonti concordanti da entrambi i campi: da un lato, il comandante ceceno Ramzan Kadyrov; dall’altro, il sindaco della città, Oleksandr Stryuk, che alla tv ha detto: «Sfortunatamente», i militari «hanno ormai pressoché abbandonato la città».
I combattimenti si intensificano nella città gemella, Lysychansk: i separatisti filo-Mosca hanno annunciato che lì si «combatte per le strade». «Alcune parti della città sono già stati prese. Adesso ci sono combattimenti per le strade».
«La svolta sarà ad agosto, torneremo ai confini del 1991»
In questi giorni l’esercito ucraino è messo in difficoltà a causa dell’enorme volume di fuoco d’artiglieria espresso da Mosca, che ha permesso alle truppe russe di guadagnare terreno nel Donbass.
Ma malgrado le giornate sanguinosissime e complesse, il capo dell’intelligence militare ucraina, generale Kyrylo Budanov, si è detto certo che l’Ucraina sconfiggerà la Russia e tornerà ai suoi confini del 1991.
Intervistato da Itv, Budanov ha previsto per il mese di agosto il momento della svolta, e per la fine dell’anno quello della fine dei combattimenti.
Il ritiro da Severodonetsk è una decisione «tattica», «per ottenere una vittoria strategica, il nostro comando ha deciso di raggrupparsi su nuove posizioni. Personalmente ritengo sia una decisione giusta», ha affermato. «L’Ucraina tornerà ai suoi confini del 1991, non ci sono altri scenari», ha proseguito, riferendosi dunque anche alla Crimea e le due repubbliche separatiste di Luhansk e Donetsk.
Mosca: «Abbiamo ucciso 80 mercenari polacchi in Ucraina»
L’esercito russo ha comunicato di aver ucciso «circa 80 mercenari polacchi» ch esi trovavano in Donbass. Nell’attacco missilistico di Mosca, spiega l’esercito nel suo bollettino, citato dall’agenzia Ria Novosti, sono stati distruti anche «20 veicoli orazzati e 8 lanciamissili multipli».
L’attacco sarebbe avvenuto nella fabbrica Megatex, a Konstantinovka, nella regione di Donetsk.
Secondo Mosca, in quell’area vengono uccisi «almeno 300 tra soldati di Kiev e mercenari» al giorno.
CorSera
A sua volta Lukashenko ha chiesto al capo del Cremlino aiuto per adattare i suoi caccia a portare le testate nucleari.
Lukashenko: il blocco di Kaliningrad è come una dichiarazione di guerra
Il presidente della Bielorussia, Alexander Lukashenko, che oggi ha incontrato Putin a San Pietroburgo, ha affermato che «il blocco del transito tra l’enclave russa di Kaliningrad e la Lituania da parte di Vilnius equivale a una dichiarazione di guerra de facto». Lo riporta l’agenzia russa Ria Novosti
Il ritiro dei soldati ucraini da Severodonetsk, la battaglia strada per strada a Lysychansk
Che si tratti di una ritirata «tattica» per guadagnare un vantaggio strategico (come sostiene Kiev) o di un ritiro vero e proprio (come ritiene Mosca), ormai quasi tutti i soldati ucraini hanno lasciato la città di Severodonetsk.
A comunicarlo sono fonti concordanti da entrambi i campi: da un lato, il comandante ceceno Ramzan Kadyrov; dall’altro, il sindaco della città, Oleksandr Stryuk, che alla tv ha detto: «Sfortunatamente», i militari «hanno ormai pressoché abbandonato la città».
I combattimenti si intensificano nella città gemella, Lysychansk: i separatisti filo-Mosca hanno annunciato che lì si «combatte per le strade». «Alcune parti della città sono già stati prese. Adesso ci sono combattimenti per le strade».
«La svolta sarà ad agosto, torneremo ai confini del 1991»
In questi giorni l’esercito ucraino è messo in difficoltà a causa dell’enorme volume di fuoco d’artiglieria espresso da Mosca, che ha permesso alle truppe russe di guadagnare terreno nel Donbass.
Ma malgrado le giornate sanguinosissime e complesse, il capo dell’intelligence militare ucraina, generale Kyrylo Budanov, si è detto certo che l’Ucraina sconfiggerà la Russia e tornerà ai suoi confini del 1991.
Intervistato da Itv, Budanov ha previsto per il mese di agosto il momento della svolta, e per la fine dell’anno quello della fine dei combattimenti.
Il ritiro da Severodonetsk è una decisione «tattica», «per ottenere una vittoria strategica, il nostro comando ha deciso di raggrupparsi su nuove posizioni. Personalmente ritengo sia una decisione giusta», ha affermato. «L’Ucraina tornerà ai suoi confini del 1991, non ci sono altri scenari», ha proseguito, riferendosi dunque anche alla Crimea e le due repubbliche separatiste di Luhansk e Donetsk.
Mosca: «Abbiamo ucciso 80 mercenari polacchi in Ucraina»
L’esercito russo ha comunicato di aver ucciso «circa 80 mercenari polacchi» ch esi trovavano in Donbass. Nell’attacco missilistico di Mosca, spiega l’esercito nel suo bollettino, citato dall’agenzia Ria Novosti, sono stati distruti anche «20 veicoli orazzati e 8 lanciamissili multipli».
L’attacco sarebbe avvenuto nella fabbrica Megatex, a Konstantinovka, nella regione di Donetsk.
Secondo Mosca, in quell’area vengono uccisi «almeno 300 tra soldati di Kiev e mercenari» al giorno.
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