Originariamente Scritto da The_Shadow
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Cronaca e politica estera [Equilibri mondiali] Thread unico.
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Originariamente Scritto da Nemesis84 Visualizza MessaggioBeh in questo caso a noi fa comodo fare orecchie da mercante, siamo un po' troppo vicini e abbiamo gli scarponi di cartoni
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Originariamente Scritto da The_Shadow Visualizza MessaggioAnche la valigia, di cartone..."It' better stand tall when they're calling you out, don't bend, don't break, don't back down"
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Colloquio capi di Stato maggiore Russia-Stati Uniti
Il capo di Stato maggiore russo, il generale Valery Gerasimov, ha avuto un colloquio con il suo omologo americano, il generale Mark Milley, riferiscono fonti di agenzie. I due hanno parlato "su iniziativa della parte americana" e di "questioni di reciproco interesse, compresa la situazione in Ucraina".
Il Pentagono conferma il colloquio fra capi di stato maggiore di Usa e Russia
Il Pentagono conferma il colloquio telefonico fra il capo dello Stato maggiore congiunto Usa Mark Milley e il suo omologo russo, Valery Gerasimov. Si tratta del primo colloquio fra i due dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina. "Hanno discusso di diversi argomenti che destano preoccupazioni in materia di sicurezza", ha riferito il colonnello Dave Butler, portavoce dello Stato maggiore Usa. I due hanno deciso di non divulgare i dettagli della loro conversazione
Nato: colloquio Milley-Gerasimov speranze per una soluzione
"Spero che ci avvicineremo di un passo a una soluzione diplomatica in Ucraina". Così il generale americano Tod Daniel Wolters, comandante supremo delle Forze Alleate in Europa della Nato, ha commentato in conferenza stampa il colloquio telefonico tra i capi di stato maggiore di Usa e Russia, Milley e Gerasimov, avvenuto oggi.
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Mosca: riapriremo i porti se verranno revocate le sanzioni sull’export
La riapertura dei porti ucraini è legata alla revoca delle sanzioni sulle esportazioni russe: lo ha detto il vice ministro degli Esteri russo, Andrei Rudenko. In altre parole, ha spiegato, i porti riapriranno solo se saranno revocate le sanzioni imposte alla Russia sulle sue esportazioni. «La questione - ha osservato l'esponente di governo - richiede un approccio molto ampio e integrato: se i nostri partner desiderano una soluzione, è necessario anche risolvere i problemi legati alla revoca delle restrizioni sanzionatorie che sono state imposte alle esportazioni russe».
Erdogan: no a Svezia e Finlandia nella Nato
La Turchia ha informato i suoi alleati della Nato che dirà no all'ingresso di Svezia e Finlandia nell'Alleanza e non intende cambiare la sua posizione. Lo ha affermato il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, citato dall'agenzia di stampa Anadolu. «Non vogliamo fare due volte lo stesso errore. Perciò continueremo con decisione la nostra politica al riguardo. Abbiamo detto ai nostri partner che diremo no all'adesione di Svezia e Finlandia alla Nato», ha detto Erdogan in un discorso ai giovani. Erdogan ha fatto riferimento al malcontento della Turchia per la partecipazione della Grecia alle attività militari della Nato a partire dal 1980, che ha definito un errore che non va ripetuto.
Stoltenberg, dobbiamo prepararci a lungo conflitto
"Non crediamo che la Russia abbia rinunciato ai suoi obiettivi strategici. Quindi dobbiamo essere preparati per il lungo periodo, al fatto che questa guerra possa continuare a lungo. E ciò significa anche che gli alleati della Nato devono essere preparati a cercare di sostenere l'Ucraina per molto tempo. Penso che sia molto pericoloso speculare troppo. Le guerre sono sempre imprevedibili, ma dobbiamo essere preparati al fatto che ciò possa durare e quindi anche essere preparati per il lungo periodo quando si tratta di sostenere l'Ucraina". Così il Segretario Generale della Nato, Jens Stoltenberg, in conferenza stampa con la prima ministra danese Mette Frederiksen.
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Importantissimo il colloquio tra Milley e Gerasimov, perchè sopra loro non c'è che un colloquio Biden-Puntin. Essi sono difatti le massime cariche militari delle due potenze e i militari sono abituati a parlarsi francamente, i militari sono persone realiste...per cui sarà stato un colloquio sicuramente franco, denso e interessante.Last edited by Sean; 19-05-2022, 21:08:12....ma di noi
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Il vantaggio della Russia: l’Armata avanza nel Donbass e cerca di consolidare i territori conquistati
Armi laser e blindati Terminator per Mosca, che avanza 1 o 2 chilometri al giorno: nonostante ciò, ha conquistato quasi l’intera provincia di Lugansk e ora vuole aumentare il controllo sul sud del Paese
di Andrea Marinelli e Guido Olimpo
Mosca e Kiev studiano e combattono, usano la propaganda e pensano alle prossime mosse. Il vice premier russo Borisov ha annunciato il ricorso ad armi laser. La prima è Zadira, trasportata su veicolo, raggio di cinque chilometri d’azione, in grado di abbattere i droni. Lo stesso dirigente ha spiegato che è anche attivo in patria il Peresvet: prende il nome da un leggendario monaco ortodosso protagonista di un duello mortale, è stato concepito per accecare i satelliti, raggiunge un target a 1.500 chilometri. Da vedere quale sia la distanza tra realtà operativa e rullo di tamburi. Il discorso di Borisov tocca due aspetti. I droni, in dotazione ad entrambi gli schieramenti, servono per le ricognizioni, ma anche per lanciare ordigni su trincee, veicoli, persino singoli soldati.
I russi hanno poi sferrato azioni cyber per paralizzare le comunicazioni ed hanno rivolto le loro «attenzioni» ai sistemi satellitari che permettono alla resistenza di agire, anche con i droni. Colpi che hanno spinto Washington a inviare materiale utile per disturbare gli apparati: una fornitura confermata mercoledì da fonti ufficiose. Sul campo di battaglia sono poi apparsi i Terminator, nuovi blindati dotato di doppio cannoncino da 30 millimetri, mitragliatrice e lanciarazzi. Come evoca il nome, dovrebbe garantire un volume di fuoco intenso: l’esperto Tom Cooper sostiene che i suoi effetti si sono visti nella zona di Popasna, dove agiscono tra le migliori unità di Mosca.
Gli annunci in arrivo dalla Russia si rivolgono al nemico — che reagisce con ironia — e alla propria opinione pubblica: è un modo per ribadire che l’arsenale è pieno di risorse. E questo mentre tornano dettagli — ne abbiamo già scritto il 14 — sul siluramento alti ufficiali. Per l’intelligence britannica sarebbero stati sospesi il generale Kisel, in quanto non è riuscito a conquistare Kharkiv, e il vice ammiraglio Igor Osipov, comandante della Flotta del Mar Nero. Indiscrezioni confermate anche da fonti ufficiose statunitensi.
Da quando l’Armata si è ritirata dal nord dell’Ucraina per riorganizzarsi e sferrare una nuova offensiva a est, i russi hanno ottenuto soltanto piccoli successi. Guadagnano terreno, ma senza slancio: avanzano 1 o 2 chilometri al giorno, scrive l’Economist, e non è sorprendente. La teoria militare convenzionale ritiene che infatti chi attacca debba avere 3 uomini per ogni difensore, ma i russi sono molto al di sotto di questa proporzione.
A questo proposito fonti Usa aggiungono: numerosi dei 106 Battaglioni non sono in piena efficienza; agiscono con unità ridotte per alleggerire la logistica; le sortite quotidiane dell’aviazione sono scese a 140. Nonostante ciò, hanno conquistato quasi l’intera provincia di Lugansk, una delle due regioni contese del Donbass, di cui prima della guerra controllava soltanto la parte meridionale. L’altra provincia, quella di Donetsk, è per lo più nelle mani ucraine a eccezione della città portuale di Mariupol, ormai conquistata dai russi.
Il conflitto è diventato ormai d’attrito, costoso in termini di mezzi e vite umane. Oltre ad avere la possibilità di decidere il significato di una vittoria, i russi hanno tuttavia un altro vantaggio: possono attendere, bersagliare le città da lontano con l’artiglieria senza subire grosse perdite e, soprattutto, consolidare il controllo dei territori conquistati. Militarmente, ma anche politicamente: Mosca, scrive il New York Times, si sta preparando ad annettere le aree meridionali in suo controllo, dove si trovano il cuore agricolo dell’Ucraina, la più grande centrale nucleare d’Europa e alcuni porti strategici. «Avrebbero un posto di rilievo nella nostra famiglia russa», ha detto un anonimo alto funzionario russo al quotidiano newyorkese.
Questa strategia sarebbe confermata dalla visita del vice primo ministro russo Marat Khusnullin a Melitopol, nel sud: nonostante piccole sacche di resistenza — nei giorni scorsi sarebbe stato ucciso un ufficiale dell’Armata e ieri è stato rivendicato l’attacco contro un treno blindato di Mosca — i russi hanno occupato la città e ora vorrebbero annetterla. Mosca comincerà presto a far pagare agli ucraini l’elettricità prodotta nella centrale che è passata di mano, ha detto Khusnullin, mentre Mariupol, dopo essere stata massacrata, potrebbe essere trasformata in un resort. Qualche settimana fa i media indipendenti russi avevano diffuso la notizia che il Cremlino avrebbe organizzato per il 14 e il 15 maggio dei referendum pilotati nelle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk, ma anche a Kherson, sempre al sud, che avrebbero votato l’annessione alla Federazione: la scadenza è passata, ma il piano non sembra essere cambiato.
In questo modo — oltre a consolidare il controllo sulla regione e ad aprire un corridoio dalla Crimea al Donbass e quindi alla madre patria — i russi soffocherebbero l’economia ucraina privandola delle centrali elettriche, dell’agricoltura e dei porti fondamentali per le esportazioni e non dovrebbero organizzare un’offensiva su larga scala per la quale non ha le forze. Dall’altro lato Kiev si affida a piccoli contrattacchi per guadagnare terreno, in qualche caso – come a Kharkiv – ha respinto indietro gli invasori per diverse decine di chilometri, ma non può permettersi una grande controffensiva per riconquistare i territori che controllava prima del 24 febbraio.
Se dal punto di vista militare è in stallo, la situazione potrebbe sbloccarsi sul piano politico: la controversa resa di Mariupol chiesta da Zelensky, quindi, potrebbe essere un primo compromesso in grado di portare a una trattativa fra le parti.
CorSera...ma di noi
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A me mettono tristezza quelle vecchiette ucraine che hanno vissuto guerra, URSS ed ora questo. Sempre in povertà e vivendo in baracche da favelas ( perché nell'Ucraina che vuole entrare nell'EU, oltre a corruzione e nazisti , bisogna dire che ogni singola abitazione inquadrata che non sia nel centro città, è una roba che forse le bombe migliorano. Sembrano le baraccopoli di Nairobi).
Vecchiette che ora chiaramente non se ne vanno perché attaccate a quel poco che hanno, dai 3 animali in croce alle conserve in cantina/bunker. Ma che sembrano comunque abbandonate a loro stesse.
C'è un po' di quella vita rurale post guerra dei nostri nonni nelle campagne...Lì, però, 80 anni dopo (ma almeno, seppur poveri in canna,i nostri avevano case spaziose che ospitavano più generazioni insieme, non delle lamiere come nel Burundi. Ed anche il rapporto con gli anziani, mi sembra ben diverso.)
Originariamente Scritto da Sean
mi attacco ai tuoi pantaloni o te lo infilo a forza in gola
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Originariamente Scritto da Barone Bizzio Visualizza MessaggioSempre eccellente Guido Olimpio...ma di noi
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Vice comandante Azov: «Sono ancora nello stabilimento Azovstal» «Io e il comando militare ci troviamo nello stabilimento Azovstal». Lo dichiara in un video pubblicato dai media ucraini il vice comandante del reggimento Azov, Sviatoslav Palamar, smentendo le voci che lo davano per arreso alle forze russe. «È in corso una determinata operazione, di cui non rivelo i dettagli», ha aggiunto Palamar, dicendosi «grato all’Ucraina e a tutto il mondo per il sostegno. Ci vediamo».
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioVice comandante Azov: «Sono ancora nello stabilimento Azovstal» «Io e il comando militare ci troviamo nello stabilimento Azovstal». Lo dichiara in un video pubblicato dai media ucraini il vice comandante del reggimento Azov, Sviatoslav Palamar, smentendo le voci che lo davano per arreso alle forze russe. «È in corso una determinata operazione, di cui non rivelo i dettagli», ha aggiunto Palamar, dicendosi «grato all’Ucraina e a tutto il mondo per il sostegno. Ci vediamo».
CorSera
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Onu, 90% popolazione ucraina rischia di finire in povertà
Il Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP) ha avvertito che il 90% delle persone in Ucraina potrebbe finire in povertà, se la Russia continuerà il suo assalto. «Stiamo parlando di nove ucraini su 10 che cadranno in povertà, se questa guerra continuerà fino alla fine dell’anno», ha affermato il vice rappresentante dell’Undp in Ucraina, Manal Fouani citato da Bbc. Ha descritto questo numero come «scioccante», dato che il tasso di povertà nel paese era solo del 2,5% appena prima dell’inizio della guerra. Fouani ha affermato che 18 anni di guadagni in termini di sviluppo potrebbero essere persi entro la fine dell’anno: gli «investimenti dell’Unione europea e di tutti i donatori e partner di sviluppo di questo paese negli ultimi 20 anni».
Gb: dopo Mariupol Mosca rafforzerà campagna Donbass
"È probabile che ben 1.700 soldati ucraini dell'acciaieria Azovstal si siano arresi. Un numero imprecisato di forze ucraine rimane all'interno della fabbrica. Una volta che la Russia si sarà assicurata Mariupol, è probabile che sposterà le proprie forze per rafforzare le operazioni nel Donbass". È l'ultimo aggiornamento sul campo dell'intelligence britannica in merito all'invasione russa dell'Ucraina.
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