Cosa significa la caduta di Mariupol e la resa degli ultimi combattenti della Azov?
(Andrea Marinelli, Guido Olimpio) La battaglia di Mariupol è finita dopo 82 giorni. Almeno questo è ciò che raccontano i fatti di queste ore. Una vittoria per gli invasori, un esempio di coraggio per la resistenza, una storia di sacrifici e morte per tanti. Compresi quelli che si sono trovati in prima linea anche senza essere soldati.
La resa degli ultimi combattenti sancisce il controllo totale della città, di fatto in mano ai russi. Lo Stato maggiore può rivendicare il successo — costoso come sempre — e offrire al neo-zar Vladimir Putin un corridoio territoriale nella parte sud dell’Ucraina, legando la Crimea alle zone del Donbass sotto controllo, e quindi alla madre patria, al momento raggiungibile soltanto attraverso un ponte costruito dopo l’annessione militare del 2014.
L’operazione «speciale» è anche una missione di conquista: la presa della città garantisce un altro tassello al mosaico, ma anche un ulteriore elemento di vantaggio nel caso di negoziati. Molti osservatori segnalano come la Russia stia fortificando il fronte sud: trincee, postazioni in cemento, difese che devono rendere arduo qualsiasi tentativo di riconquista degli ucraini. I bunker e le linee lanciano un messaggio militare e politico, l’Ucraina con uno sbocco ridotto sul Mar Nero rischia di soffocare.
L’articolo completo qui.
CorSera
(Andrea Marinelli, Guido Olimpio) La battaglia di Mariupol è finita dopo 82 giorni. Almeno questo è ciò che raccontano i fatti di queste ore. Una vittoria per gli invasori, un esempio di coraggio per la resistenza, una storia di sacrifici e morte per tanti. Compresi quelli che si sono trovati in prima linea anche senza essere soldati.
La resa degli ultimi combattenti sancisce il controllo totale della città, di fatto in mano ai russi. Lo Stato maggiore può rivendicare il successo — costoso come sempre — e offrire al neo-zar Vladimir Putin un corridoio territoriale nella parte sud dell’Ucraina, legando la Crimea alle zone del Donbass sotto controllo, e quindi alla madre patria, al momento raggiungibile soltanto attraverso un ponte costruito dopo l’annessione militare del 2014.
L’operazione «speciale» è anche una missione di conquista: la presa della città garantisce un altro tassello al mosaico, ma anche un ulteriore elemento di vantaggio nel caso di negoziati. Molti osservatori segnalano come la Russia stia fortificando il fronte sud: trincee, postazioni in cemento, difese che devono rendere arduo qualsiasi tentativo di riconquista degli ucraini. I bunker e le linee lanciano un messaggio militare e politico, l’Ucraina con uno sbocco ridotto sul Mar Nero rischia di soffocare.
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