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Cronaca e politica estera [Equilibri mondiali] Thread unico.
M., quindici anni fa se ricordi ci sfottevano e perculavano tutti qua sopra su quel che dicevamo e prospettavamo nel medio lungo termine, ora letteralmente tutte le nostre previsioni si sono avverate.
Mala tempora currunt.
FINE OT.
Comunque gli anglosassoni stanno iniziando a pisciare fuori dal vaso. Sono in un vantaggio diplomatico e di immagine assurdo (almeno Johnson), dovrebbero evitare di spingersi troppo in là con certe dichiarazioni.
Ma io ero convintissimo di avere ragione ancora 15 anni fa, vedevo i miei coetanei ( tutt'ora) come dei completi rincojoniti, Larry io non sono stupito di nulla anzi...
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Originariamente Scritto da Pesca
lei ti parla però, ti saluta, è gentile, sei tu la merda hunt
Londra, come la Polonia, se potesse partirebbe domani mattina per questa guerra.
Ci pensavo stamani. Sembra quasi che la bellicosità intrinseca e che periodicamente rispunta fuori nella cultura anglosassone stia spingendo forte forte (a differenza dei loro analoghi di discendenza norrena in Scandinavia che son diventati dei beta allucinanti).
Anche lì, è una questione di immagine e proiezione esterna: dopo la Brexit, dopo la gestione ''meh'' della Pandemia ed un probabile futuro inglobamento dell'Irlanda del Nord nell'Eire e forse un'indipendenza scozzese dopo secoli, è evidente un ritorno dell'ideale imperiale britannico proiettato all'esterno. Johnson vuole ridare fiamma alla quasi mai sopita fiammella del ''Rule Britannia'' che con gli anni post Thatcher e dell'UE (dove si sono sempre messi, col broncio, all'Ombra di Berlino e Parigi) si era quasi spenta. E stranamente ci sta riuscendo, dopo la pessima politica interna.
Loro, però, possono forse permetterlo (si saranno fatti i loro conti). Noi no.
Non mi stupirei per niente se dietro i sabotaggi e le esplosioni in territorio russo ci fossero proprio gli inglesi con la loro intelligence, i loro ufficiali sul campo (a Kiev e altrove nel teatro di guerra in Ucraina), i loro aiuti.
Si erra se si pensa che l'aiuto occidentale sia solo spedire le armi. Ci sono anche uomini (magari addestratissimi gruppi speciali), ci sono infomazioni, c'è tutto un supporto che fa parte delle attività di una guerra guerreggiata per interposta nazione.
Intanto i russi stanno facendo esplodere i ponti attorno ad Odessa...nel mentre in Transinistria i misteriosi attentanti si susseguono...e io non sono mica così sicuro che siano di matrice russa, anche perchè i russi non hanno bisogno di scuse per infilarsi lì: hanno già quella della popolazione russofona "in pericolo", la stessa usata per il Donbass.
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«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Gen. Usa Milley, tempo non è dalla parte di Kiev
Il tempo «non è dalla parte dell'Ucraina» nel conflitto con Mosca. Lo ha dichiarato il capo di stato maggiore Usa, Mark Milley, durante il vertice della Nato in Germania, secondo quanto e' stato riferito ai cronisti che viaggiavano con lui. «L'esito di questa battaglia, qua, oggi, dipende dalle persone in questa stanza», ha detto Milley durante il vertice.
La Stampa
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Putin: “Senza Crimea e Donbass l'accordo è impossibile" «I colloqui vanno avanti, si tengono online, speriamo ci siano risultati positivi. Ma senza un accordo sulla Crimea e sul Donbass non è possibile firmare garanzie di sicurezza sull'Ucraina». Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin, incontrando il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres. Putin ha aggiunto che la Russia è stata «costretta a fermare il genocidio nel Donbass».
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L'Ucraina non vuole niente, gli USA vogliono una EU più povera (e ci sono riusciti, inflazione che ormai vola) e rimpinguare Lockheed Martin e compagnia.
Putin: “Senza Crimea e Donbass l'accordo è impossibile" «I colloqui vanno avanti, si tengono online, speriamo ci siano risultati positivi. Ma senza un accordo sulla Crimea e sul Donbass non è possibile firmare garanzie di sicurezza sull'Ucraina». Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin, incontrando il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres. Putin ha aggiunto che la Russia è stata «costretta a fermare il genocidio nel Donbass».
La Stampa
Il giusto compromesso sarebbe riconoscere la Crimea come parte della federazione russa, e non è poco, restituendo però il donbass all'ucraina.
Poi tutti nella Nato fino al loro confine, il resto non ci interessa, loro saranno liberissimi di formare il loro polo con Cina e Pakistan e le isole salomone.
Veramente l'aanalogia e' calzante ed infatti consiglio un ripasso di storia.
L'Inghilterra pur essendo una potenza militare non aveva risorse sufficenti ad affrontare una guerra, ed infatti fino all'arrivo degli americani la loro e' stata per lo piu' una guerra difensiva. Si sono letteralmente barricati dentro l'isola e hanno preso mazzate su mazzate per quasi 2 anni, con tanto di citta' rase completamente al suolo e danni immensi alla stessa Londra (cerca "Blitz").
Tra l'altro anche l'inghilterra prima che gli USA entrassero ufficialmente in guerra, ricevevano rifornimenti ed armi da questi ultimi.
Fatte le dovute differenze l'analogia ci sta tutta: guerra difensiva, resistenza a bombardamenti continui senza possibilita' di un contrattacco concreto (anche la maggior parte degli scontri aerei avevano lo scopo di respingere i bombardieri e non di entrare in territorio nemico), rifornimenti e soldi da parte degli USA, guerra di attesa nella speranza di sfiancare il nemico e non farlo sbarcare/prendere terreno.
Se gli USA non fossero entrati in guerra e non avessero mandato aiuti sarebbero stati volatili che fanno ispezioni rettali nel lungo termine.
Orsini parla di bambini perché non avrebbe fatto scoppiare la guerra, il problema è a monte. È giusto osservare che l Ue ha fallito se è scoppiata una guerra in pieno dentro Europa
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Un deposito di munizioni è in fiamme vicino al villaggio di Staraya Nelidovka nella regione di Belgorod, nella Russia occidentale, vicino al confine con l’Ucraina: lo scrive il governatore della regione Vyacheslav Gladkov sul suo canale Telegram, secondo quanto riportato dalla Tass. «Ho appena contattato il capo dell’insediamento rurale di Golovinsky, Denis Zolotukhin. Secondo le informazioni preliminari, un deposito di munizioni è in fiamme vicino al villaggio di Staraya Nelidovka», ha scritto. Gladkov ha affermato che non sono stati segnalati danni a edifici residenziali o vittime civili. Ha poi aggiunto sul suo canale Telegram che forti scoppi, simili a esplosioni, sono stati uditi nella città di Belgorod, nella Russia occidentale, non lontano dal confine con l’Ucraina a partire dalle 3:35 ora di Mosca. «Intorno alle 3:35 sono stato svegliato da un forte rumore, come un’esplosione. Mentre stavo scrivendo questo post, si sono sentite altre tre esplosioni», ha scritto Gladkov, secondo la Tass. Le cause dell’incendio non sono state ancora rese note, ma da giorni gli analisti si interrogano sulla posta di eventuali sabotaggi dietro ai numerosi incidenti registrati in infrastrutture militari, ma non solo, registrati in Russia da quando è scoppiata la guerra, come ricostruito in questo articolo di Andrea Marinelli e Guido Olimpio.
CorSera
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Gli obiettivi del Cremlino. Il consigliere di Putin dice che l’Ucraina finirà smembrata
Nikolaj Patrushev spiega che lo scopo della guerra «è distruggere la piazza d’armi del neonazismo creato dall’Occidente ai nostri confini». E ancora: «Nel tentativo di sopprimere la Russia, gli americani hanno deciso di creare un “antipode” per il nostro Paese, scegliendo cinicamente l’Ucraina, cercando di dividere un popolo essenzialmente unico». L’Europa? Con i valori liberali «non ha futuro»
In un’intervista a “Rossijskaja Gazeta”, quotidiano ufficiale del governo russo, Nikolaj Patrushev, segretario del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa e uno dei pochi consiglieri del presidente Vladimir Putin, ha parlato degli obiettivi dell’«operazione militare speciale» in Ucraina e del ruolo degli Stati Uniti.
Nell’intervista, pubblicata in parte e tradotta da Repubblica, Platonovich spiega la contrapposizione da nuova guerra fredda con Gli Stati Uniti. «I tragici scenari delle crisi mondiali, sia in passato che ai giorni nostri, sono imposti dal desiderio di Washington di consolidare la sua egemonia, resistendo al crollo del mondo unipolare. Gli Stati Uniti stanno facendo di tutto perché gli altri centri del mondo multipolare non osino nemmeno alzare la testa, mentre il nostro Paese non solo ha osato, ma ha anche dichiarato pubblicamente che non avrebbe giocato secondo le regole imposte», dice. «Si è cercato di costringere la Russia a rinunciare alla sua sovranità, autocoscienza, cultura, politica estera e interna indipendente. Nel tentativo di sopprimere la Russia, gli americani, sfruttando le loro creature a Kiev, hanno deciso di creare un “antipode” per il nostro Paese, scegliendo cinicamente l’Ucraina, cercando di dividere un popolo essenzialmente unico. Non trovando basi per attirare gli ucraini dalla sua parte, Washington, molto prima del golpe del 2014, inculcava negli ucraini l’esclusività della loro nazione e l’odio per tutto ciò che è russo. Tuttavia la storia insegna che l’odio non può mai diventare un fattore di unità nazionale. Se oggi qualcosa unisce i popoli in Ucraina, è la paura delle atrocità dei battaglioni nazionalisti. Pertanto il risultato della politica dell’Occidente e del regime di Kiev da esso controllato, non può che essere la disintegrazione dell’Ucraina in più Stati».
Poi Platonovich illustra gli obiettivi della guerra: «L’operazione militare speciale ha obiettivi specifici, dal raggiungimento dei quali dipende non solo il benessere, ma la vita stessa di milioni di persone, la salvezza della popolazione delle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk dal genocidio che i neonazisti ucraini stanno praticando già da otto anni. Un tempo il fascismo di Hitler sognava di distruggere l’intera popolazione russa, e oggi i suoi seguaci cercano blasfemamente di farlo con le mani degli slavi. La Russia non permetterà che accada. Parlando di denazificazione, il nostro obiettivo è distruggere la piazza d’armi del neonazismo creato dall’Occidente ai nostri confini. La necessità della smilitarizzazione è dovuta al fatto che l’Ucraina, satura di armi, rappresenta una minaccia anche dal punto di vista dello sviluppo e dell’uso di armi nucleari, chimiche e biologiche».
«Parliamo di un Paese le cui élite non sono in grado di dare valore alla vita degli altri», dice Platonovich riferendosi agli Stati Uniti. «Gli americani sono abituati a camminare su terra bruciata. A partire già dalla Seconda guerra mondiale, intere città sono state spazzate via dalla faccia della terra dai bombardamenti, compresi quelli nucleari. Inondavano di veleno la giungla vietnamita, bombardavano i serbi con munizioni radioattive, bruciavano vivi gli iracheni con fosforo bianco e aiutavano i terroristi ad avvelenare i siriani con il cloro. Non credo che le vite degli ucraini siano una preoccupazione per gli Usa, che hanno ripetutamente dimostrato la loro natura aggressiva e anti-umana. Come dimostra la storia, anche la Nato non è mai stata un’alleanza difensiva, ma solo offensiva».
Poi conclude scommettendo sul crollo del mondo americano-centrico: «È una realtà in cui bisogna vivere con una linea di comportamento. La Russia ha scelto la via della piena tutela della propria sovranità, della ferma difesa degli interessi nazionali, dell’identità culturale e spirituale, dei valori tradizionali e della memoria storica. Gli europei hanno fatto una scelta diversa. Hanno adottato i cosiddetti valori liberali, anche se in realtà si tratta del neoliberismo che promuove la priorità del privato sul pubblico, l’individualismo che sopprime l’amore per la Patria. Con una tale dottrina l’Europa non ha futuro. Sarà costretta a imparare di nuovo le lezioni non apprese».
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