fino a poco fa credevo parlaste del padellone cinese per farci le verdure saltate
Cronaca e politica estera [Guerra Ucraina-Russia] Thread unico.
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Le autorità hanno messo 26 milioni di persone in lockdown rallentando il traffico del principale scalo commerciale del pianeta. Si temono nuovi contraccolpi sulle catene di fornitura
Gli USA spingono per allungare il brodo e indebolire la Russia (e propinarci le materie prime)
La Cina risponde, a modo suo, senza sporcarsi le mani, e con un’occasione mostruosa che manco il Semenzara a Montecarlo
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Peggio che il canale incastrato di suezOgni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.Originariamente Scritto da Bob TerwilligerDi solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.
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Originariamente Scritto da zuse Visualizza MessaggioTutto quel poco che so sulla cultura woke e PC è grazie a South Park e qualche meme su internet dove fanno vedere tizi che ai comizi chiedono di non applaudire perché urta la loro sensibilità e ci sta un gruppo di tizi che approva facendo vibrare le mani
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Originariamente Scritto da Barone Bizzio Visualizza MessaggioLe terribili Jazz Hands
Originariamente Scritto da Sean
mi attacco ai tuoi pantaloni o te lo infilo a forza in gola
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Originariamente Scritto da Barone Bizzio Visualizza MessaggioLe terribili Jazz HandsOgni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.Originariamente Scritto da Bob TerwilligerDi solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.
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Se c'è una cosa su cui tutti si è concordato fin dall'inizio di questa guerra è che a guadagnarci sarebbero stati Usa e Cina. L'America intanto sta facendo fare i soliti miliardi alla sua industria bellica ma questa non è una novità...ma con la guerra in Ucraina s'è ripresa l'Europa...non che la stesse perdendo ma qualche discoletto stava andando un pò per i fatti suoi, e comunque ogni tanto è bene accorciare, dopo averla allungata, la catena.
Inoltre indebolirà la Russia ed è per questo che più si prolunga il conflitto e più si alza la posta, cioè non solo un indebolimento della economia russa ma, sperano, anche delle sue condizioni interne...ovvero politiche, di tenuta del "sistema"...il che sarebbe veramente come fare scala reale.
Poi la Cina che nel suo "stare per la pace" in verità sta facendosi gli affari suoi: si trova tra le braccia la Russia, ascende ormai a seconda potenza mondiale incontrastata, mira a fare da contrappeso agli Stati Uniti.
Chi ci rimette più di ogni altro è l'Europa continentale: una crisi economica, la perdita del polmone naturale (anche di risorse naturali intendo) che era la Russia, il dover fare i salti mortali per cercare una (impossibile) indipendenza energetica, inflazione che sale, i paesi manufatturieri che vedono i sorci verdi, una politica che è tornata ad essere la velina di oltreoceano. Un disastro su tutta la linea...
...per tutti tranne un paese, che appunto non appartiene alla Europa continentale: la Gran Bretagna. Possiamo serenamente metterla tra i vincitori assieme a Stati Uniti e Cina. La guerra ha riposizionato al centro degli affari continentali la Gran Bretagna, fatto dimenticare la Brexit, sta riempiendo di armi l'Ucraina e si prepara a difendere i propri confini (la flotta e il controllo nella Manica) dal prevedibile caos di ordine immigratorio-umanitario che si rovescerà sul continente europeo, che invece la marea se la prenderà in pieno.
Tra coloro che ci rimetteranno, gli sconfitti (l'Europa-UE), non mi sono dimenticato l'Ucraina...è che a nessuno dei tanti (USA, Russia, Cina, Europa-UE, Gran Bretagna) interessa un fico secco di come finirà (a brandelli piccoli o grossi?) il paese di Zelensky, l'eroe per fiction. L'Ucraina è una proiezione sulla quale giocare partite infinitamente più pesanti e destinali.Last edited by Sean; 21-04-2022, 22:39:38....ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
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Originariamente Scritto da Sly83 Visualizza MessaggioGli USA spingono per allungare il brodo e indebolire la Russia
non gliene frega una mazza di aiutarli , gli ucraini non sono altro che un oggetto con il quale tentano di mettere i bastoni tra le ruote … veramente terrificante.
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chiaramente va rimarcato come questo non tolga nulla al fatto che il popolo ucraino vada aiutato*.
Sovente si cercano nessi di causalita’ in quella che e’ un “ovvio” cogliere al balzo la palla.
Un moderno impero come quello statunitense non puo’ esimersi dal proprio ruolo di superpotenza agendo di conseguenza.
Questo e’ in parte cio’ che, a titolo,personale, vedo come elemento di rottura nelle politiche trumpiane, incompatibile con la natura stessa degli USA, ed in quella sua non di rado celata volonta’ di..far fare all’America i fatti propri.
Al di la’ di fattori cosmetici, e’ mettersi contro gli ingranaggi del motore che ha portato al necessario ostruzionismo mediatico IMHO, nel suo caso come in quello di tutti.
Su analoga falsariga, trovo nell’atteggiamento della Meloni, al contrario di quanto sostenuto dal Canfora, piu’ un adeguamento alle “direttive” che hanno portato al cooptarla in quel processo di istituzionalizzazione che la vedra’ salire di livello fra non molto (leggi: una prossima presidentessa del Consiglio...), che una motivazione ideologica (ma quale diavolo di ideologia volete che abbia questa gente da su..facciamo i seri per una volta).
*me lo dice la coscienza, non riuscirei a dire il contrario.Last edited by Sly83; 21-04-2022, 22:58:55.
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Originariamente Scritto da Sly83 Visualizza Messaggiochiaramente va rimarcato come questo non tolga nulla al fatto che il popolo ucraino vada aiutato*.
Sovente si cercano nessi di causalita’ in quella che e’ un “ovvio” cogliere al balzo la palla.
Un moderno impero come quello statunitense non puo’ esimersi dal proprio ruolo di superpotenza agendo di conseguenza.
Questo e’ in parte cio’ che, a titolo,personale, vedo come elemento di rottura nelle politiche trumpiane, incompatibile con la natura stessa degli USA, ed in quella sua non di rado celata volonta’ di..far fare all’America i fatti propri.
Al di la’ di fattori cosmetici, e’ mettersi contro gli ingranaggi del motore che ha portato al necessario ostruzionismo mediatico IMHO, nel suo caso come in quello di tutti.
Su analoga falsariga, trovo nell’atteggiamento della Meloni, al contrario di quanto sostenuto dal Canfora, piu’ un adeguamento alle “direttive” che hanno portato al cooptarla in quel processo di istituzionalizzazione che la vedra’ salire di livello fra non molto (leggi: una prossima presidentessa del Consiglio...), che una motivazione ideologica (ma quale diavolo di ideologia volete che abbia questa gente da su..facciamo i seri per una volta).
*me lo dice la coscienza, non riuscirei a dire il contrario.Last edited by Lukinosnake; 21-04-2022, 23:18:00.
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Il punto che ci fa spesso comodo non tenere in conto e’ che per fare la frittata le uova vanno rotte.
Aiutare la resistenza ucraina implica fornire armi che domani saranno in mano di chissa’ chi.
Fornire armi implica che l’industria delle armi ne goda.
Non dover bloccare la nostra produzione industriale (oltre che i patimenti di caldo/freddo dei singoli) implica per noi per anni ancora di dover versare miliardi ai russi.
Fornire miliardi ai russi implica finanziare loro la guerra.
questo e’ da ogni lato un circolo “vizioso in cui e’ inevitabile entrare ma da cui si esce....solo entrandoci, perche’ e’ l’unico modo per dare una Speranza agli ucraini.
Che poi questa non e’ una speranza ma una certezza: quella che qualcuno sopravvivera’ ad un paese ridotto in macerie.
Da che mondo e’ mondo “gira” sempre così, farsi due conti per comprendere il proprio trade off.
L’Italia come Paese e’ in una situazione patetica, ora non voglio essere inopportuno riportando nella nostra dimensione nazionale la questione...ma sotto ogni profilo stiamo evidenziando gli effetti di debolezze croniche.
Gia’ si e’ detto della questione energetica.
Gia’ si e’ detto della questione militare.
Gia’ si e’ detto della questione geopolitica post WWII (e post ‘92).
Se fossi un partner internazionale non darei uno sputo di credito ad un paese come il nostro, “fortunatamente” la morale e l’etica lasciano spazio al pragmatismo perche’ pecunia non olet.
E giu’ in Africa a stringere accordi...e giu’ in medio oriente a stringere accordi...quando il nostro sottosuolo chissa’ quanta robina tiene tra l’altro...al netto dei NO a tutto chiaramente
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Il bello è che quegli ipocriti degli USA prima dicono di dover togliere le armi ai cittadinanza per contrastare la "lobby delle armi" poi spendono miliardi per comprare le armi vere e mandarle in giro per il mondo
Inviato dal mio SM-G970F utilizzando TapatalkOriginariamente Scritto da Pescalei ti parla però, ti saluta, è gentile, sei tu la merda hunt
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era meglio inviare gessetti colorati e inginocchiatoiOgni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.Originariamente Scritto da Bob TerwilligerDi solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.
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Macron: «Il progetto di Marine Le Pen è un’uscita dall’Europa non dichiarata. Putin mi parla di messinscena, ma spetta a noi europei dialogare con lui»
A tre giorni dal ballottaggio per l’Eliseo, il presidente francese parla al «Corriere della Sera» di Marine Le Pen e della guerra: «Un giorno ci sarà la tregua. Ci saranno potenze garanti: e noi europei saremo tra loro. Non lasceremo il compito ai turchi o ai cinesi»
E se la situazione geopolitica peggiora?
«Stiamo vivendo ore drammatiche, e molto dure. Con la prospettiva del 9 maggio (l’anniversario della vittoria sul nazismo, ndr), la Russia intensificherà i suoi attacchi sull’Est ucraino e dovremo prendere decisioni. E se decidiamo nuove sanzioni, o se la Russia decide contro-sanzioni sugli idrocarburi, ma ancora più sul gas, è chiaro che gli europei dovranno chiedere sforzi a tutte le famiglie. A quel punto spiegheremo che dovremo abbassare le temperature, ridurre un po’, per essere meno dipendenti. Non ne vedremo le conseguenze nella primavera o nell’estate 2022 (abbiamo ricostituito gli stock), ma l’inverno prossimo questo non accadrà se non avremo più il gas russo. Voglio rassicurarvi, non è lo scenario nel quale ci troviamo oggi, ma questo scenario può arrivare».
Bisogna varare un embargo completo sul gas e il petrolio russi?
«È un tema che potrebbe arrivare sul tavolo negoziale, oggi non ancora. Il carbone e il petrolio entrano già nei negoziati, il gas non ancora. Conosciamo l’immensa difficoltà che questo provoca. È anche per questo che da anni mi sentite parlare di sovranità energetica europea. Ne parlo dal mio discorso alla Sorbona (26 settembre 2017, ndr)».
A proposito dell’Ucraina, mercoledì la Russia ha testato un nuovo missile intercontinentale. Quale deve essere la risposta degli occidentali?
«Se mi sono tanto battuto per vie diplomatiche, è perché nel contesto attuale, ogni giorno in cui la Russia decide di passare al livello superiore sul piano militare, diplomatico o tattico, riduce le sue possibilità di un ritorno alla normalità, e riduce la nostra capacità di costruire una pace durevole. Tenuto conto dei crimini di guerra adesso accertati, delle scelte fatte dalla Russia, del modo di condurre la guerra nel Donbass e a Mariupol, tenuto conto delle provocazioni sul nucleare a partire da fine febbraio e dei test fatti mercoledì, c’è chiaramente una volontà di escalation da parte della Russia. La nostra prima responsabilità è di fare tutto il possibile per aiutare l’Ucraina. Penso che abbiamo tutti avuto ragione nell’aiutare l’Ucraina, da un punto di vista finanziario e militare. Chi la pensa come Marine Le Pen non avrebbe offerto alcun aiuto all’Ucraina. In secondo luogo, dobbiamo aumentare le sanzioni e mantenere la pressione sulla Russia, ma facendo attenzione a non cedere ad alcuna escalation».
Il rischio oggi è forte quanto a fine febbraio o è aumentato?
«È molto alto. Quel che è successo mercoledì, con il lancio del missile intercontinentale, è molto grave. I due pericoli sono l’escalation verticale e quella orizzontale. La prima consiste nel cambiamento di natura della guerra e nel ricorso ad armi non convenzionali, da quelle chimiche alle nucleari balistiche. L’escalation orizzontale è la cobelligeranza dei Paesi alleati o di altre potenze. Penso che dobbiamo fare di tutto per evitare questo incendio, fermando la guerra. Ecco perché, accanto alla nostra politica di pressioni e di sanzioni, dobbiamo continuare a parlare ai nostri partner, nel Golfo, in India, in Cina, per evitare una disgregazione del mondo. Una frattura tale che, di fronte alla Russia, esisterebbe un solo campo, formato dagli Stati Uniti e dall’Europa, mentre altri potrebbero sfilarsi. La responsabilità dell’Europa — e a questo riguardo i nostri Paesi, la Francia, l’Italia, la Germania, hanno un ruolo di potenze mediatrici — è di continuare a parlare agli altri per evitare una frattura del mondo. Perché porterebbe a un’Europa vassalla, e alla rottura completa della nostra Europa, alla fine. Anche questo sarebbe un rischio di escalation».
Lei dice che bisogna aiutare l’Ucraina, anche militarmente. L’Europa deve fornire anche armi pesanti, in particolare carri armati come i Leopard tedeschi?
«Ognuno si prende le sue responsabilità con i suoi equilibri politici, e non mi immischio nella vita politica degli uni e degli altri. Siamo molto coordinati. Ho parlato due giorni fa con il cancelliere Scholz a questo proposito. Consegniamo già forniture importanti, dai Milan (missili anticarro, ndr) ai Caesar (cannoni, ndr) a molti altri tipi di armamenti. Dobbiamo continuare su questa strada. Con sempre una linea rossa, che è quella di non entrare nella co-belligeranza».
I carri armati sono necessari?
«Alcuni Paesi hanno fatto questa scelta. È un dibattito oggi al cuore della vita politica tedesca, una scelta che appartiene in modo sovrano alla Germania e questo va rispettato. Con il cancelliere abbiamo la stessa strategia: dobbiamo aiutare al massimo gli ucraini, ma dobbiamo stare attenti a non essere mai cobelligeranti».
Quanto alle prossime sanzioni, il presidente del Consiglio italiano Mario Draghi prepara l’opinione pubblica, dicendo che dovremo a un certo punto scegliere tra l’aria condizionata e l’aiutare davvero gli ucraini. La Germania appare più prudente. Pensa che esista il rischio di una divisione tra europei?
«No. Siamo sempre riusciti a costruire un’unità. È normale che esistano precauzioni, sensibilità differenti. Siamo tutti coscienti che siamo davanti a scelte importanti. Lo dico con senso di responsabilità, tanto più che la Francia dipende molto meno dal gas e dagli idrocarburi russi. Siamo un mercato interconnesso. E io tengo all’Europa. Saremo solidali. È anche per questo che rispetto il cammino politico e sociale che esiste nei diversi Paesi. Ma dal primo giorno abbiamo agito in quanto europei. Con la stessa coscienza delle cose, e la stessa volontà di fare. Alla fine, troveremo la buona soluzione insieme».
Anche sulle sanzioni, quindi?
«Quando guardo alle cose con un po’ di distacco, dalla crisi del Covid alla guerra in Ucraina, l’Europa ha saputo agire in modo unitario. Anche prendendo decisioni che molti commentatori giudicavano impossibili. Molti, a maggio 2020, non pensavano che con la cancelliera Merkel saremmo arrivati a decidere una politica di investimenti comune. Molti ritenevano impossibile fare uscire la banca centrale russa dal sistema Swift, e pensavano che non saremmo mai riusciti a sanzionare questi grandi protagonisti. Invece l’abbiamo fatto e lo stiamo facendo. Perché responsabili politici e opinioni pubbliche sanno che l’unità europea è il nostro interesse comune. Anche per questo bisogna lottare per non indebolirlo. Se guardo a Italia, Germania, Francia, vedo che siamo mano nella mano. Non abbiamo la stessa storia, la stessa sensibilità, ma ci sono tre dirigenti che si rispettano, che si apprezzano e che agiranno insieme. Prenderemo le decisioni al momento opportuno».
Mario Draghi qualche giorno fa ha dichiarato in un’intervista al «Corriere» di sostenere i suoi sforzi diplomatici con Vladimir Putin, ma ha aggiunto: «Comincio a pensare che abbiano ragione coloro che dicono: è inutile che gli parliate, si perde solo tempo». Che cosa ne pensa?
«Dovremo continuare a parlare a Vladimir Putin. Sia io sia Mario non abbiamo più parlato con lui dopo le scene di Bucha. Siamo rimasti tutti attoniti, sopraffatti. Semplicemente, ho parlato a Vladimir Putin ogni volta che Zelensky me l’ha chiesto. Non bisogna dimenticare che il presidente ucraino vuole questo contatto. È in questo contesto che il nostro ruolo è utile. E bisognerà preparare la pace. Un giorno ci sarà un cessate il fuoco. Ci saranno potenze garanti, e noi saremo tra loro. Dunque penso che si debba essere molto attenti. Lo dico con molta gravità e, oserei dire, con una forma di peso etico, ma se per stanchezza scegliamo di non parlargli più, allora lasciamo la responsabilità di parlare con Vladimir Putin al presidente turco, al primo ministro indiano, al presidente cinese. E decidiamo che saranno i non europei a costruire la pace in Europa, il giorno dopo. Dunque, anche se è molto duro, anche se è talvolta inefficace, bisogna insistere».
Molto duro, lei dice. Al di là della fatica fisica di questi numerosi colloqui con Vladimir Putin, si ha la sensazione che lei ne abbia tratto una fatica quasi morale, psicologica.
«Sì. È dura trovarsi davanti alla negazione dei fatti. È dura passare ore a parlare con il presidente Zelenski, con persone che vivono l’orrore, un orrore manifesto. Siamo tutti sconvolti. E poi hai davanti a te qualcuno che nega, che ne ride, che ripete che è solo una messinscena…».
Questo l’ha segnata?
«Sì, certamente. Già a cominciare da febbraio. Ma resto convinto che, storicamente, questo è il nostro ruolo. Per me è molto importante, un’ossessione. Si tratta dell’Europa, e gli europei devono essere presenti attorno al tavolo per costruire la pace in Europa».
Come se la spiega questa guerra?
«Il presidente Vladimir Putin è il dirigente della Russia. La Storia spiegherà quel che è successo in questi ultimi anni, perché un uomo nato a San Pietroburgo, che ha vissuto a lungo in Germania, che ha passato i primi dieci anni della sua vita politica nazionale a costruire il ritorno della Russia nel concerto delle nazioni, abbia potuto poi metodicamente distruggere quel che aveva compiuto. Tornando a sogni imperiali dell’inizio del XX secolo o dell’Ottocento. Non sto esprimendo un’opinione, è la realtà davanti ai nostri occhi. Ma bisogna costruire qualcosa con lui. È un uomo intelligente, non lo contesto. È un uomo intelligente. E voglio credere che ci sia ancora in lui qualcosa che lo porti a volere lasciare alla Storia, al suo popolo, qualcos’altro che non sia il caos e l’ignominia. Questo filo non voglio abbandonarlo. So che spetta a noi europei costruire la pace sul nostro suolo. Il giorno del cessate il fuoco dovremo essere presenti al tavolo dei negoziati per garantire la sicurezza collettiva e la pace nella regione».
Tutti gli europei?
«Sì, certamente. Ognuno con la sua vocazione. I nostri tre Paesi, ma penso che tutta l’Unione europea dovrà essere presente».
CorSera...ma di noi
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C. Campo - Moriremo Lontani
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Ho postato solo le domande e risposte sulla crisi ucraina. Il resto è qua: https://www.corriere.it/esteri/presi...4aa112a9.shtml...ma di noi
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C. Campo - Moriremo Lontani
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