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Cronaca e politica estera [Equilibri mondiali] Thread unico.
Il fatto è che si cerca di raggruppare tante sfumature in un unico pool composto di due domande: Sei pro o contro ?!
è molto semplicistico. Ad esempio, io sono pro Ucraina, ho anche mandato aiuti, medicinali, cibo e sanitari tramite la Chiesa Cattolica Ucraina presente sul nostro territorio, ma sono contrario all'invio di armi e a una diretta esposizione occidentale nel conflitto, ritengo che il nostro supporto dovrebbe essere nei tavoli trattativi, non ad aiutare l'offensiva direttamente con le armi. Dove dovrei ricadere io nel pool !? è una visione un po più ampia di essere semplicemente pro o contro, si armi no armi. I discorsi da bar sono poi discorsi da bar, un po come quelli che con il Covid ti dicono che bisogna riaprire tutto, senza una qualsiasi visione di come gestisci gente che crepa ogni giorno.
Originariamente Scritto da modgallagher
gandhi invece di giocarsi il libretto della macchina si gioca la cartella clinica
" tra noi sarebbe come abbinare un vino pregiato a un ottimo cibo " ..
Il fatto è che si cerca di raggruppare tante sfumature in un unico pool composto di due domande: Sei pro o contro ?!
è molto semplicistico. Ad esempio, io sono pro Ucraina, ho anche mandato aiuti, medicinali, cibo e sanitari tramite la Chiesa Cattolica Ucraina presente sul nostro territorio, ma sono contrario all'invio di armi e a una diretta esposizione occidentale nel conflitto, ritengo che il nostro supporto dovrebbe essere nei tavoli trattativi, non ad aiutare l'offensiva direttamente con le armi. Dove dovrei ricadere io nel pool !? è una visione un po più ampia di essere semplicemente pro o contro, si armi no armi. I discorsi da bar sono poi discorsi da bar, un po come quelli che con il Covid ti dicono che bisogna riaprire tutto, senza una qualsiasi visione di come gestisci gente che crepa ogni giorno.
Rientreresti tra quelli pro-sanzioni e a favore di soluzione pacifica, non ti ci ritrovi?
Inevitabilmente per offrire un quadro di sintesi bisogna rinunciare a dun po' di complessità, credo sia questo lo scopo di certi sondaggi.
Ragazzi, ma chi vuole rischiare la propria pelle per l'Ucraina ? siamo seri su.
Io non so manco se sarei disposto a rischiare la pelle per difendere la mia citta', figuriamoci persone che vivono a migliaia di chilometri.
Se si tratta di supportare economicamente, mandare cibo ed aiuti, non mi tiro indietro ma la mia vita non la sacrifico
Ma perché Francis, secondo te chi invece la pensa diversamente e lo dice a petto gonfio, sacrificherebbe davvero la propria vita per questa causa? [emoji23] [emoji23] [emoji23]
Ma per piacere...
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Originariamente Scritto da Sean
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Edy Ongaro era delle mie parti, ma non l'ho mai conosciuto di persona. Avevamo amici in comune, quello sì. Amici che sono stati anche cercati dalla digos, in quanto latitante. Era già da 7 anni nel donbass. Usato per realizzare un sogno che qualcuno gli ha venduto.
Comunque fa un po' ridere leggere di qualche sacrificio economico tipo pagare di più la benzina e dire "vabbe si può fare per aiutare gli ucraini"
Ci sono interi settori al collasso, col culo comodo in ufficio grazie al cazz0 che vi sta bene
Ho parenti nel settore agricolo che con i prezzi delle materie prime di ora non riescono manco a chiudere il mese, gente che prima stava bene e non è che in italia sono 4 gatti
Se però poi nei sondaggi dicono sono a favore di una risoluzione rapida (che purtroppo implica una resa) allora so tutti filorussi
Originariamente Scritto da Lorenzo993
non nominare cristo che se ti avesse incontrato avrebbe mandato a mignotte la bibbia e ti avrebbe preso a calci in culo
Ore 7.24 - Mosca, attacco ucraino a deposito petrolio russo a Belgorod Un attacco aereo da parte di due elicotteri delle forze armate ucraine avrebbe colpito un deposito petrolifero a Belgorod, in Russia, causando un enorme incendio. A riferirlo su Telegram il governatore della regione, Vyacheslav Gladkov. Secondo il governatore, al momento non ci sarebbero problemi di approvvigionamento di carburante nelle stazioni di servizio. «La situazione è stabile. Non c’è stata carenza di carburante, non c’è e non ci sarà», ha scritto, ribadendo che «non ci sono state vittime». Intanto il ministero russo per le emergenze — fa sapere sempre la Tass — ha inviato sul posto almeno 170 vigili del fuoco coadiuvati da 50 mezzi per spegnere il rogo, che viene descritto di notevoli dimensioni. Gli abitanti delle case vicine al deposito in fiamme sono stati sgomberati dalle loro abitazioni.
corriere
ecco, questo sconfinamento secondo me fa parte di tutta quella serie di "rischi sistemici" (definizione di Caracciolo) di una escalation bellica e di un allargamento del conflitto con potenziali infausti, un cambimanto, un evento "diverso" che non va nella direzione della pace.
Non perchè l'ucraina non abbia "diritto" a contrattaccare, in fondo è lei ad essere stata attaccata, ad essere soggetta ad una dichiarazione di guerra, ma proprio perchè è un primo passettino verso lo "spostamento del teatro bellico" e delle sue imprevedibili conseguenze.
Un po come per la fornitura di armi all'ucraina, questo fatto sicuramente rappresenta un seme per futuri dibattiti
Il governatore di Chernihiv: i russi stanno lasciando la regione
Le forze russe stanno lasciando la regione di Chernihiv, nel nord dell'Ucraina, ma il ritiro non è stato ancora ultimato. Lo ha riferito il governatore Viacheslav Chaus, precisando che «attacchi aerei e missilistici sono possibili nella regione, niente è da escludere». I russi «sono ancora sul nostro territorio», ha aggiunto, esortando le forze ucraine a non abbassare la guardia mentre riprendono possesso di avamposti lasciati dai militari russi.
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Ore 7.24 - Mosca, attacco ucraino a deposito petrolio russo a Belgorod Un attacco aereo da parte di due elicotteri delle forze armate ucraine avrebbe colpito un deposito petrolifero a Belgorod, in Russia, causando un enorme incendio. A riferirlo su Telegram il governatore della regione, Vyacheslav Gladkov. Secondo il governatore, al momento non ci sarebbero problemi di approvvigionamento di carburante nelle stazioni di servizio. «La situazione è stabile. Non c’è stata carenza di carburante, non c’è e non ci sarà», ha scritto, ribadendo che «non ci sono state vittime». Intanto il ministero russo per le emergenze — fa sapere sempre la Tass — ha inviato sul posto almeno 170 vigili del fuoco coadiuvati da 50 mezzi per spegnere il rogo, che viene descritto di notevoli dimensioni. Gli abitanti delle case vicine al deposito in fiamme sono stati sgomberati dalle loro abitazioni.
corriere
ecco, questo sconfinamento secondo me fa parte di tutta quella serie di "rischi sistemici" (definizione di Caracciolo) di una escalation bellica e di un allargamento del conflitto con potenziali infausti, un cambimanto, un evento "diverso" che non va nella direzione della pace.
Non perchè l'ucraina non abbia "diritto" a contrattaccare, in fondo è lei ad essere stata attaccata, ad essere soggetta ad una dichiarazione di guerra, ma proprio perchè è un primo passettino verso lo "spostamento del teatro bellico" e delle sue imprevedibili conseguenze.
Un po come per la fornitura di armi all'ucraina, questo fatto sicuramente rappresenta un seme per futuri dibattiti
Alla fine avevamo ragione quando qui si diceva che gli ucraini erano così fomentati che in testa loro pare avrebbero marciato su mosca
Ora non è più in testa loro
Originariamente Scritto da Lorenzo993
non nominare cristo che se ti avesse incontrato avrebbe mandato a mignotte la bibbia e ti avrebbe preso a calci in culo
Alla fine avevamo ragione quando qui si diceva che gli ucraini erano così fomentati che in testa loro pare avrebbero marciato su mosca
Ora non è più in testa loro
bè ma da un vero e proprio "attacco alla russia" ad un attacco poco oltre il confine ce ne passa
il problema, anzi i problemi sono due, cioè l'allontanamento da un accordo per far finire la guerra, e, come questo attacco verrà "interpretato" dal nemico, e quindi come reagirà
Gazprom mantiene i rubinetti aperti per ora, la Germania studia nazionalizzazione asset Gazprom e Rosneft
Il colosso russo ha confermato la fornitura via Ucraina con volumi oggi a 108,4 milioni di metri cubi, in linea con le richieste dei consumatori europei, ma starebbe esaminando varie opzioni per interrompere le forniture di gas ai paesi ostili. Il prezzo del gas europeo scende verso 120. La Germania valuta la nazionalizzazione di Gazprom Germania e Rosfnet Deutschland. Scope Ratings: il decreto di Putin punta a de-dollarizzare l'economia
Gazprom mantiene per ora i rubinetti aperti, anche se starebbe esaminando varie opzioni per interrompere le forniture di gas ai paesi considerati "ostili" e valutare le possibili conseguenze. Stamani l'azienda ha comunicato che la fornitura via Ucraina continua con volumi pari a 108,4 milioni di metri cubi, "in linea con le richieste dei consumatori europei". La domanda di gas risulta essere in calo rispetto alla giornata di ieri, in cui i Paesi europei hanno richiesto 109,5 milioni di metri cubi. Oggi il prezzo del gas naturale europeo scende dell'1,66% a 123,80 euro a megawattora dopo la fiammata della vigilia in scia al decreto firmato dal presidente russo, Vladimir Putin, sulle regole del commercio di gas naturale russo con i cosiddetti "Paesi ostili" per il pagamento in rubli. Nonostante le rassicurazioni date all'Ue giorni fa, la Russia sospenderà i contratti attivi qualora gli acquirenti non pagheranno in rubli. Per farlo, dovranno aprire conti speciali presso Gazprombank, banca controllata dallo Stato, per il cambio di valuta estera. Italia e Germania avevano affermato di aver ricevuto garanzie da Putin sugli acquisti europei in euro. Un passo indietro del Cremlino che suona come un ricatto, secondo la Germania, che starebbe studiando l'eventualità di nazionalizzare gli asset di Gazprom e Rosfnet presenti nel suo territorio. Il governo federale vuole prevenire un massiccio deterioramento dell'approvvigionamento energetico da parte delle due aziende russe, di importanza vitale per il sistema industriale tedesco: Gazprom Germania dispone, infatti, di grandi impianti di stoccaggio del gas, mentre Rosneft Deutschland è un player chiave nei mercati della raffinazione del petrolio, del diesel e del cherosene. Allo stesso tempo, le due aziende rischiano di entrare tecnicamente in bancarotta poiché partner commerciali e banche si stanno distanziando dalle società di proprietà russa fin da quando le sanzioni dell'Occidente contro Mosca sono entrate in vigore. Il ministro dell'Economia, Robert Habeck, ha dichiarato ieri che il governo federale ha attivato la fase di allerta preventiva contemplata in una legge di emergenza, che potrebbe portare al razionamento se il flusso di gas diventa insufficiente per soddisfare la domanda. Per Levon Kameryan, senior analyst del team di sovereign & public sector ratings dell'agenzia di rating europea Scope Ratings, "il decreto presidenziale russo di giovedì, che definisce un meccanismo per consentire agli acquirenti stranieri di gas russo provenienti da "paesi ostili" di convertire euro e dollari in rubli tramite una banca russa, è un tentativo di aumentare la possibilità del sistema bancario russo e della Banca centrale di funzionare sotto un regime prevalente di sanzioni, data l'attuale limitazione imposta al sistema finanziario russo di fungere da intermediario finanziario per le esportazioni. Attualmente i prezzi elevati dell'energia e le esportazioni del settore sono una fonte critica di entrate in valuta estera per il mercato russo, soprattutto perché le sanzioni hanno congelato circa la metà delle riserve internazionali di Mosca. Questo nuovo meccanismo può essere visto come un'estensione della strategia della Russia per "de-dollarizzare" l'economia e ridurre la dipendenza dai sistemi finanziari stranieri e, allo stesso tempo, per assicurarsi che i ricavi energetici vengano accumulati in modo più sicuro". Anche il presidente del Consiglio Mario Draghi ha definito il decreto di Putin "un ricatto inaccettabile", una mossa "per spaccare l'Europa" a cui i Paesi membri si sottrarranno. Draghi non ha dubbi: dividere l'Unione tra buoni e cattivi è l'obiettivo dello Zar. Parole dure espresse solo due giorni dopo il video-collegamento con il Cremlino, in cui erano stati segnalati deboli segnali di apertura. Putin intende usare l'eccezione nella vendita del gas agli europei come mezzo di pressione indebita: chi dovesse mostrarsi troppo duro con Mosca, sollecitare nuove sanzioni o aumentare la fornitura di armi all'Ucraina, sarebbe punito con la mannaia energetica. In particolare, l'intento del presidente russo è quello di allontanare dagli alleati la Francia, che gode di indipendenza economica con il nucleare, e innervosire al contempo Berlino e Roma, che si ritroverebbero più esposte e fragili. Il premier ha avuto ieri colloqui telefonici prima con il presidente francese, Macron, e poi con il cancelliere tedesco, Scholz, per promettersi una reazione comune al di là delle differenze che di certo indeboliscono il fronte. La Commissione europea si starebbe preparando a fornire una prima risposta condivisa già nelle prossime ore. L'idea è quella di ribadire l'intenzione di continuare a pagare i contratti in essere in euro, rimandando la questione dei rubli alle eventuali nuove stipule che verranno. Per il premier italiano una prima mossa obbligata dovrebbe essere quella di fissare un "price cap", un tetto europeo alle tariffe che continua, però, a non piacere a Scholz. Per l'ex banchiere servirebbe a smorzare le tensioni sul mercato energetico e colpire immediatamente i guadagni che lo Zar utilizza per condurre la guerra. Berlino frena, mentre Parigi rilancia e propone lo stop immediato alle importazioni russe. Draghi non è pregiudizialmente ostile a questo scenario, anche se ne conosce i rischi e le pesanti ripercussioni. Sa anche che il presidente Usa, Joe Biden, tornerà alla carica chiedendo ai partner sanzioni commerciali ancora più dure, capaci di provocare il totale isolamento del nemico. Difficilmente lascerà fuori il gas. Il ministro della Transizione Energetica Cingolani sostiene che le riserve del Paese consentono di mandare avanti l'Italia "anche in caso di brusche e improbabili interruzioni delle forniture russe". Se nelle prossime ore dovesse inasprirsi ancora lo scontro con Putin, si procederebbe con l'innalzamento dell'allarme al livello due (in una scala emergenziale di tre). Di fatto, si imporrebbe una riduzione dei consumi, a partire da quello di edifici pubblici, monumenti e pubbliche amministrazioni. Nel frattempo, dopo che il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha posto le basi per aumentare le importazioni da Qatar, Algeria, Congo, Angola e Mozambico, Draghi potrebbe recarsi ad Algeri per un vertice intergovernativo utile a rafforzare la partnership con il Paese nordafricano; Di Maio sarà, invece, oggi in Azerbaijan. (riproduzione riservata)
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