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Cronaca e politica estera [Equilibri mondiali] Thread unico.
Si riferisce al probabile accordo che la Meloni ha stretto con Musk per l'utilizzazione della sua rete di satelliti...Musk che probabilmente ha combinato quell'incontro della Meloni con Trump al quale ha fatto seguito la liberazione della Sala.
Vedremo adesso se accadrà qualcosa sul fronte Abedini.
Esatto. Sei, come sempre, sul pezzo
Direi che i ringraziamenti a Musk da parte della madre di Cecilia Sala non lascino molti dubbi in merito
Che poi mi stavo chiedendo se a livello di sicurezza nazionale sia una mossa astuta affidare le proprie comunicazioni ad una rete satellitare privata, perchè leggo che Crosetto starebbe dicendo che "l'esercito ha bisogno di quei satelliti"...sarà, ma noi abbiamo una bella agenzia spaziale, perchè allora non costruirci dei nostri satelliti e spedirli poi in orbita? Con un miliardo e mezzo intanto inizia a fare qualcosa, non credo ci manchi la tecnologia per lo scopo.
Di cose tecnologiche me ne intendo poco...ho letto che quelli di Musk sono satelliti per comunicazioni "criptate"...magari non può decrittarle nemmeno l'azienda di Musk, o il governo americano, ma siamo sicuri?
Comunque sono argomenti accademici: di segreti l'Italia ne ha pochi e quelli che ha gli americani già li conoscono, quindi parliamo del niente.
...ma di noi
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«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Che poi mi stavo chiedendo se a livello di sicurezza nazionale sia una mossa astuta affidare le proprie comunicazioni ad una rete satellitare privata, perchè leggo che Crosetto starebbe dicendo che "l'esercito ha bisogno di quei satelliti"...sarà, ma noi abbiamo una bella agenzia spaziale, perchè allora non costruirci dei nostri satelliti e spedirli poi in orbita? Con un miliardo e mezzo intanto inizia a fare qualcosa, non credo ci manchi la tecnologia per lo scopo.
Di cose tecniche me ne intendo poco...ho letto che quelli di Musk sono satelliti per comunicazioni "criptate"...magari non può decrittarle nemmeno l'azienda di Musk, o il governo americano, ma siamo sicuri?
Comunque sono argomenti accademici: di segreti l'Italia ne ha pochi e quelli che ha gli americani già li conoscono, quindi parliamo del niente.
a me sta cosa non piace proprio per niente
Originariamente Scritto da Marco pl
i 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.
Che poi mi stavo chiedendo se a livello di sicurezza nazionale sia una mossa astuta affidare le proprie comunicazioni ad una rete satellitare privata, perchè leggo che Crosetto starebbe dicendo che "l'esercito ha bisogno di quei satelliti"...sarà, ma noi abbiamo una bella agenzia spaziale, perchè allora non costruirci dei nostri satelliti e spedirli poi in orbita? Con un miliardo e mezzo intanto inizia a fare qualcosa, non credo ci manchi la tecnologia per lo scopo.
Di cose tecnologiche me ne intendo poco...ho letto che quelli di Musk sono satelliti per comunicazioni "criptate"...magari non può decrittarle nemmeno l'azienda di Musk, o il governo americano, ma siamo sicuri?
Comunque sono argomenti accademici: di segreti l'Italia ne ha pochi e quelli che ha gli americani già li conoscono, quindi parliamo del niente.
Se non sbaglio già un anno fa l'Italia ha ceduto il controllo di TIM a KKR, hedge fund in odore di CIA-complesso militare industriale (nel suo CDA siede David Petraeus). Il contratto a Starlink è il passo successivo dell'integrazione dell'Italia nel sistema di sicurezza militare americano, e configura un grado ancora più intenso di vassallaggio nei nostri confronti.
Shocking footage shows a brutal knife fight between a Ukrainian and Russian soldier on the frontline in Ukraine.Recorded on a Ukrainian soldier’s body camera...
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Abituati a video con la morte ripresa da lontano, da videocamere inserite in droni o mezzi alati, questo duello letteralmente all'ultimo sangue, all'arma bianca, mi ha impressionato.
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Senza contare poi che Sergio la sua "politica" di forum, condivisibile o meno che sia, l'ha decisa in autonomia, mentre quel viscido di Zuckeberg ha ammesso (notizia data en passant, quando invece avrebbe meritato la dovuta attenzione) che l'amministrazione Biden più volte lo ha "consigliato" in tema di notizie covid.
Che poi di doping qui nn si poteva parlare tout court, ma ognuno era libero di farsi o non farsi tutti i missili del mondo, mentre per il vaccino non solo c'è chi ha perso il lavoro, ma su fb erano ammessi solo post e notizie a favore, mentre le cose contro venivano censurate.
Trovo ai limiti dell'osceno il paragonare le due situazioni.
Chiaro che Sergio non parla con i capi di stato, non ha 3 miliardi di utenti, altrimenti lo farebbe eccome.
Il paragone doping - vaccino è assolutamente calzante.
Così come parlare di doping può portare rogne alla piattaforma, anche spargere informazioni errate sui vaccini nel contesto di una emergenza sanitaria dove si riteneva che non vaccinarsi avrebbe portato ad una maggior diffusione del virus, e di conseguenza a più morti, era potenzialmente problematico per la piattaforma e per la comunità.
Ora il fatto molti qui dentro avessero una posizione critica nei confroti delle politiche vaccinali non dovrebbe influire sul ragionamento. Lo stesso Zuk si sarà fatto due conti come Sergio e avrà valutato che era meglio sacrificacre un po' di libertà di espressione per evitare rischi maggiori.
Se non sbaglio già un anno fa l'Italia ha ceduto il controllo di TIM a KKR, hedge fund in odore di CIA-complesso militare industriale (nel suo CDA siede David Petraeus). Il contratto a Starlink è il passo successivo dell'integrazione dell'Italia nel sistema di sicurezza militare americano, e configura un grado ancora più intenso di vassallaggio nei nostri confronti.
Sì ma infatti è tutto un pò assurdo...in un momento poi in cui Trump dice agli europei di pagarsi da soli la propria difesa, e in un momento in cui l'America pare tornare ad una politica (quasi ottocentesca) incentrata sul suo paese, sul suo continente e con sullo sfondo il chiodo fisso del dominio sul Pacifico, l'Italia invece di approfittarne per aumentare i suoi spazi di "autonomia" (come investire su delle difese spaziali tipo dei suoi propri satelliti, perchè no?) che fa? Va da un privato a versare miliardi per affittare e appaltargli delle in teoria delicatissime telecomunicazioni.
In un momento in cui dall'America occorrerebbe stare lontani, tanto più che te lo dicono quasi pure in faccia, noi gli unici a stringerci ancora più vicini...e tutto questo da un presunto, molto presunto, presuntissimo governo di "destra", nazionalista&sovranista, come ormai più nessuno lo etichetta perchè sarebbe come raccontare una barzelletta.
I governi DC degli anni belli avevano più schiena dritta e una loro vera politica estera, si pensi a quella (sotterranea o meno) col mondo arabo, ma con lo stesso Iran, con tutto il Medio Oriente, e non una presunta politica estera, che si riduce a dover prendere nottetempo l'aereo per volare di corsa da Trump grazie poi ad uno stramiliardario che, siccome è amico, il favore te lo fa pagare un miliardo e mezzo.
Ormai siamo fuori dal mondo, non è per cattiveria, ma uno come fa a dire qualcosa di positivo sull'Italia, su questo governo, su tutto l'insieme? Anche volendo non puoi.
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La Meloni riesce a massimizzare su queste situazioni marginali a livello di immagine. Chiaramente la liberazione della Sala è un fatto positivo ed un successo, ma quanto sposta per l'Italia ed i suoi cittadini? Eppure sembra che con la diplomazia abbia appena fatto cessare le guerre in Ucraina e Palestina.
Se non sbaglio già un anno fa l'Italia ha ceduto il controllo di TIM a KKR, hedge fund in odore di CIA-complesso militare industriale (nel suo CDA siede David Petraeus). Il contratto a Starlink è il passo successivo dell'integrazione dell'Italia nel sistema di sicurezza militare americano, e configura un grado ancora più intenso di vassallaggio nei nostri confronti.
No, ha ceduto l’infrastruttura TIM (antenne, fibra, rame), non la parte software e i router metropolitani.
Ora tocca a Sparkle.
sigpic Free at last, they took your life
They could not take your PRIDE
Le tappe decisive del negoziato per liberare Cecilia Sala
Dalla libertà su cauzione chiesta dall’Iran, alla missione della premier a Mar-a-Lago: le tappe del negoziato. Decisivi per il negoziato anche i file segreti sequestrati ad Abedini, «l'uomo dei droni» di cui Teheran vuole il rilascio
Tre settimane di carcere senza accuse, terminate con un’espulsione più rapida del previsto, sono la conferma che Cecilia Sala non era detenuta per aver violato qualche norma delle legge islamica, bensì per ritorsione: una cittadina italiana (e giornalista piuttosto nota) presa per fare pressione sul Paese che tre giorni prima aveva arrestato un cittadino iraniano (ingegnere e imprenditore esperto di droni) su richiesta degli Stati Uniti. Al di là di ogni smentita ufficiale, la modalità della liberazione dell’ostaggio è la conferma che fosse un ostaggio: rispedita indietro senza avviare alcun procedimento giudiziario. In cambio di che?Del destino giudiziario italiano di Mohammad Abedini-Najafabani, «l’uomo dei droni» ancora chiuso nella prigione milanese di Opera, e probabilmente qualcos’altro che ha a che fare con i conflitti in corso nel teatro mediorientale e le relazioni internazionali connesse.
L'incontro a Teheran
La chiusura della prima metà dell’accordo,il ritorno a casa di Sala, è arrivata al termine di una difficile trattativa, cominciata subito dopo l’arresto della giornalista de Il Foglio e Chora media, che ha avuto alti e bassi. Fino alla svolta finale.
Per oltre una settimana, fino al 27 dicembre, il fermo della reporter è stato tenuto segreto, ma diplomazia e intelligence erano già al lavoro. Quel giorno, quando s’è capito che i mezzi d’informazione non avrebbero più garantito il silenzio su una notizia circolata anche nelle redazioni, è arrivata la comunicazione ufficiale. Poche ore prima la reporter aveva incontrato in carcere l’ambasciatrice a Teheran Paola Amadei (rientrata precipitosamente in Iran dalle vacanze natalizie) che le ha portato un pacco con qualche genere di prima necessità, preso però in consegna dalle autorità del penitenziario.
Che la via d’uscita fosse il diniego dell’estradizione di Abedini chiesta dagli Usa è stato chiaro fin dai primi contatti tra servizi segreti. E la conferma è arrivata il 29 dicembre, quando l’ambascitrice Amadei ha parlato con il vice-ministro degli Esteri (con delega agli Affari politici) Vahid Jalalzadeh. Nella parte di colloquio senza testimoni, il rappresentante del governo islamico ha legato le due vicende, lasciando intendere che entrambi i detenuti sarebbero potuti uscire «su cauzione»; ipotesi inapplicabile in Italia, ma era un modo per sottolineare che la liberazione di Sala dipendeva da quella di Abedini.
Il ruolo dell'Aise
Nei suoi ragionamenti il viceministro ha aggiunto l’auspicio che l’Italia mantenesse il ruolo di interlocutore politico dell’Iran e di Paesi come Stati Uniti, Siria e Libano dove sono in corso cambiamenti radicali e con i quali la Repubblica islamica può avere bisogno di una sponda da parte del governo di Roma, alleato di Washington e di Israele ma sostenitrice del dialogo tra nazioni in conflitto tra loro.
Era il segnale che la trattativa poteva proseguire su un doppio binario: giudiziario, in relazione alla procedura di estradizione di Abedini, e diplomatico, sul piano delle relazioni politiche. Condotta dai ministeri competenti e dall’Aise, il servizio segreto per l’estero guidato dal generale-prefetto Gianni Caravelli, già protagonista del rilascio, nel 2022, della blogger romana Alessia Piperno, dopo 45 giorni di detenzione nella stessa prigione dov’era rinchiusa Cecilia Sala. La quale dopo le rassicurazioni iraniane sulle sue condizioni di detenzione ha svelato, nelle telefonate a casa del 1° gennaio, di dormire ancora per terra, senza materasso e senza cuscino, e senza i generi di prima necessità portati dall’ambasciatrice. Uno scossone che ha contribuito all’accelerazione delle trattative, prese in carico direttamente dalla premier Giorgia Meloni dopo l’incontro a palazzo Chigi conElisabetta Vernoni, la madre di Cecilia. Subito prima la presidente del Consiglio aveva riunito i ministri competenti e i vertici dei servizi segreti. Che a loro volta hanno intensificato contatti e attività.
Caravelli ha cominciato a muoversi tra Iran e Siria; per parlare con il suo omologo e gli interlocutori già compulsati nella vicenza Piperno, e per estendere le garanzie da offrire alla Repubblica islamica in Medio oriente.
La mossa di Nordio
Sullo sfondo, però, rimaneva la sorte di Mohammad Abedini. Nella mani dei giudici della corte d’appello di Milano, chiamati a decidere prima sull’istanza di arresti domiciliari presentata dal suo avvocato (fortemente sponsorizzata dal consolato iraniano, spintosi a fornire garanzie sul pericolo di fuga del suo cittadino) e poi sulla richiesta di estradizione giunta dagli Stati Uniti; ma anche nelle mani del governo, che mantiene l’ultima parola sulla consegna dell’estradando e che, tramite il ministro della Giustizia, può revocare in ogni momento la misura cautelare, come previsto dal codice di procedura penale.
L’indomani, 3 gennaio, il Guardasigilli Carlo Nordio ha chiesto ai suoi uffici tecnici se fosse suo potere non solo disporre la revoca degli arresti, ma pure la loro modifica in domiciliari. Gli hanno risposto di no, ma la sola ipotesi lascia capire che evidentemente la detenzione in casa potesse essere per gli iraniani un passo avanti importante (se non decisivo) verso la soluzione del caso Abedini-Sala. Anche perché la decisione sull’estradizione prevede tempi lunghi, e dall’America non è ancora arrivata la documentazione necessaria a decidere.
Di qui l’idea (con relative garanzie all’Iran) di attendere il verdetto dei giudici milanesi nell’udienza fissata il 15 gennaio; e se dovesse essere negativa per il detenuto, procedere con la revoca degli arresti che il ministro non deve nemmeno motivare. Un atto politico che permetterebbe a Abedini di tornare libero e chiuderebbe definitivamente la procedura di riconsegna agli Usa.
Il differimento tra questo esito e la liberazione di Sala servirebbe ad allontanare l’immagine dello scambio di ostaggi, ma non è detto che da qui all’udienza di mercoledì non arrivino altre novità.
Il via libera degli Usa
Restava (e resta) il problema di far accettare all’alleato statunitense la mancata consegna di un detenuto tanto ambito, da loro accusato di terrorismo. È probabilmente la parte affrontata in prima persona dalla premier nella visita-lampo al prossimo presidente Donald Trump, la sera del 4 gennaio nella sua tenuta di Mar-a-Lago, da dove sono giunte immagini e dichiarazioni a riprova del forte rapporto tra Meloni e Trump che potrebbero essere anche un messaggio di Roma a Teheran: siamo un interlocutore attendibile per entrambi, potete fidarvi.
La premier vedrà il presidente ancora in carica, Joe Biden, fra domani e sabato, durante la sua visita a Roma, dopo i contatti dei giorni scorsi con un’amministrazione che ha comunque esaurito il proprio mandato; anche per questo l’attesa del 15 gennaio prima di fare una scelta su Abedini ha una valenza diplomatica, in vista del cambio della guardia a Washington fissato per lunedì 20. Ci sono ragioni anche giuridiche per cui giudici o ministro potrebbero rimandare a casa l’ingegnere iraniano, a cominciare dai reati contestati dal tribunale del Massachusetts che non trovano adeguato riscontro normativo in Italia. Ma soprattutto c’è la ragione politica di dover liberare una cittadina italiana prigioniera senza accuse in Iran, che gli Usa hanno mostrato di comprendere. In cambio, pure loro, del ruolo del governo di Roma sullo scenario mediorientale; del fatto che l’Italia è già in possesso del materiale informatico sequestrato a Abedini al momento dell’arresto, al quale gli Usa si sono molto interessati; e di qualche altra promessa che forse si scoprirà in seguito. O forse no.
CorSera
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Caso Groenlandia, l'altolà di Francia e Germania: inviolabili i confini dell’Europa
Le reazioni alle mire espansionistiche di Trump su Canada, Groenlandia e Panama. Blinken: «Comunque non accadrà mai»
Dopo aver auspicato che il Canada diventi uno Stato americano, Donald Trump — che il 20 gennaio si insedierà alla Casa Bianca — ha condiviso sul suo social «Truth» una mappa in cui il Paese fa parte degli Stati Uniti e l’intero Nord America è colorato a stelle e strisce. La mappa è accompagnata da un messaggio: «Oh Canada!».
Elon Musk invece ha attaccato su X Justin Trudeau, premier dimissionario che aveva dichiarato che non c’è la minima possibilità che il Canada diventi parte degli Stati Uniti. «Girl (ragazza), non sei più la governatrice del Canada, quindi ciò che dici non ha importanza», ha scritto Musk. Mentre nei confronti del Canada Trump ha detto di voler usare la «forza economica», nei confronti di Panama e della Groenlandia non ha voluto escludere la forza militare.
La Groenlandia «è un territorio dell’Unione europea. Evidentemente è fuori questione che l’Ue lasci che un altro Paese del mondo, qualunque esso sia, attacchi i suoi confini sovrani», ha tuonatoil ministro degli Esteri francese, Jean-Noël Barrot. Barrot non pensa che gli Usa invaderanno il territorio autonomo della Danimarca ma ritiene che «occorra prima di tutto svegliarsi, rafforzarsi in un mondo vinto dalla legge del più forte, in ambito militare e della competitività». La portavoce del governo francese ha definito tali minacce «una forma di imperialismo», per questo «dobbiamo, insieme ai nostri partner europei... proteggerci, riarmarci».
Sul tema è intervenuto anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz, che ha riferito dello stupore da parte dei leader europei con cui ha parlato, da cui «è emersa chiaramente una certa mancanza di comprensione riguardo alle attuali dichiarazioni degli Stati Uniti». «Il principio di inviolabilità dei confini si applica ad ogni Paese, che sia a est o a ovest rispetto a noi», ha sottolineato Scholz, aggiungendo che la Russia l’ha violato nella guerra in Ucraina.
Il cancelliere ha detto anche che i Paesi della Nato rafforzeranno le capacità difensive in coordinamento reciproco. Il giorno prima in conferenza stampa Trump ha dichiarato che dovranno aumentare la spesa per la Difesa al 5% del Pil, ben di più dell’attuale obiettivo del 2%. Il segretario di Stato uscente, Antony Blinken, ha provato a ridimensionare le uscite di Trump. «L’idea espressa sulla Groenlandia non è ovviamente buona, ma forse, cosa ancora più importante, è ovvio che non accadrà, quindi probabilmente non dovremmo perdere molto tempo a parlarne», ha detto, mentre la presidente messicana Claudia Sheinbaum ha ironizzato sulla proposta di Trump di rinominare il Golfo del Messico «Golfo d’America», suggerendo invece che gli Stati Uniti debbano essere chiamati «America messicana».
Sheinbaum ha detto che il nome attuale del Golfo del Messico è «riconosciuto a livello internazionale» e risale all’inizio del Sedicesimo secolo, antecedente quindi anche all’esistenza degli Stati Uniti come Paese sovrano. Inoltre ha mostrato una mappa ricordando che la Costituzione di Apatzingán, la prima della storia del Messico e risalente al 1814, alludeva all’America messicana, un possibile nome alternativo per gli Stati Uniti: «Suona bene, non è vero?». Nonostante tutto, ha aggiunto di aspettarsi che i due Paesi avranno buoni rapporti: «Il presidente Trump ha il suo modo di comunicare».
Intanto sull’immigrazione illegale, uno dei temi che hanno portato alla vittoria elettorale di Trump, anche il partito democratico è diventato più duro al Congresso. La prima legge approvata dalla Camera, dove i repubblicani sono la maggioranza, ha avuto anche l’ok di 48 deputati democratici . Il Laken Riley Act prende il nome da una studentessa di infermieristica della Georgia assassinata da un immigrato illegale l’anno scorso. Già tre senatori democratici, tra cui John Fetterman della Pennsylvania. hanno detto che la voteranno.
CorSera
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Caso Groenlandia, l'altolà di Francia e Germania: inviolabili i confini dell’Europa
Le reazioni alle mire espansionistiche di Trump su Canada, Groenlandia e Panama. Blinken: «Comunque non accadrà mai»
Dopo aver auspicato che il Canada diventi uno Stato americano, Donald Trump — che il 20 gennaio si insedierà alla Casa Bianca — ha condiviso sul suo social «Truth» una mappa in cui il Paese fa parte degli Stati Uniti e l’intero Nord America è colorato a stelle e strisce. La mappa è accompagnata da un messaggio: «Oh Canada!».
Elon Musk invece ha attaccato su X Justin Trudeau, premier dimissionario che aveva dichiarato che non c’è la minima possibilità che il Canada diventi parte degli Stati Uniti. «Girl (ragazza), non sei più la governatrice del Canada, quindi ciò che dici non ha importanza», ha scritto Musk. Mentre nei confronti del Canada Trump ha detto di voler usare la «forza economica», nei confronti di Panama e della Groenlandia non ha voluto escludere la forza militare.
La Groenlandia «è un territorio dell’Unione europea. Evidentemente è fuori questione che l’Ue lasci che un altro Paese del mondo, qualunque esso sia, attacchi i suoi confini sovrani», ha tuonatoil ministro degli Esteri francese, Jean-Noël Barrot. Barrot non pensa che gli Usa invaderanno il territorio autonomo della Danimarca ma ritiene che «occorra prima di tutto svegliarsi, rafforzarsi in un mondo vinto dalla legge del più forte, in ambito militare e della competitività». La portavoce del governo francese ha definito tali minacce «una forma di imperialismo», per questo «dobbiamo, insieme ai nostri partner europei... proteggerci, riarmarci».
Sul tema è intervenuto anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz, che ha riferito dello stupore da parte dei leader europei con cui ha parlato, da cui «è emersa chiaramente una certa mancanza di comprensione riguardo alle attuali dichiarazioni degli Stati Uniti». «Il principio di inviolabilità dei confini si applica ad ogni Paese, che sia a est o a ovest rispetto a noi», ha sottolineato Scholz, aggiungendo che la Russia l’ha violato nella guerra in Ucraina.
Il cancelliere ha detto anche che i Paesi della Nato rafforzeranno le capacità difensive in coordinamento reciproco. Il giorno prima in conferenza stampa Trump ha dichiarato che dovranno aumentare la spesa per la Difesa al 5% del Pil, ben di più dell’attuale obiettivo del 2%. Il segretario di Stato uscente, Antony Blinken, ha provato a ridimensionare le uscite di Trump. «L’idea espressa sulla Groenlandia non è ovviamente buona, ma forse, cosa ancora più importante, è ovvio che non accadrà, quindi probabilmente non dovremmo perdere molto tempo a parlarne», ha detto, mentre la presidente messicana Claudia Sheinbaum ha ironizzato sulla proposta di Trump di rinominare il Golfo del Messico «Golfo d’America», suggerendo invece che gli Stati Uniti debbano essere chiamati «America messicana».
Sheinbaum ha detto che il nome attuale del Golfo del Messico è «riconosciuto a livello internazionale» e risale all’inizio del Sedicesimo secolo, antecedente quindi anche all’esistenza degli Stati Uniti come Paese sovrano. Inoltre ha mostrato una mappa ricordando che la Costituzione di Apatzingán, la prima della storia del Messico e risalente al 1814, alludeva all’America messicana, un possibile nome alternativo per gli Stati Uniti: «Suona bene, non è vero?». Nonostante tutto, ha aggiunto di aspettarsi che i due Paesi avranno buoni rapporti: «Il presidente Trump ha il suo modo di comunicare».
Intanto sull’immigrazione illegale, uno dei temi che hanno portato alla vittoria elettorale di Trump, anche il partito democratico è diventato più duro al Congresso. La prima legge approvata dalla Camera, dove i repubblicani sono la maggioranza, ha avuto anche l’ok di 48 deputati democratici . Il Laken Riley Act prende il nome da una studentessa di infermieristica della Georgia assassinata da un immigrato illegale l’anno scorso. Già tre senatori democratici, tra cui John Fetterman della Pennsylvania. hanno detto che la voteranno.
CorSera
hahahahahhaha ha chiamato Trudeau "girl"
hahahahahahahahah
Originariamente Scritto da SPANATEMELA
parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
Originariamente Scritto da GoodBoy!
ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?
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