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Cronaca e politica estera [Equilibri mondiali] Thread unico.
Poverina lei...Ma non immagino i suoi genitori. Dev'essere la cosa più tremenda che possa capitarti. Soprattutto per il come, oltre al fatto è una morte che da ambo le faizoni è strumentalizzata, spiattellata in ogni dove e condita di dettagli per aizzare le folle. Non ti riprendi mai più.
Originariamente Scritto da Sean
mi attacco ai tuoi pantaloni o te lo infilo a forza in gola
io vorrei dire a larry che è esagerato a fare sti discorsi e odia a caso una generazione ma non ce la faccio
cioè solo nell'ultima settimana mi sono successe ste cose:
amica di amici che fa i discorsoni su quanto gli animali sono meglio delle persone e che per lei il cane è come un figlio e non vuole uomini (hai 30 anni mongola svegliati)
cugino 20 enne di un mio amico che va in depressione perché a detta sua si annoia nonostante faccia l'università ha la ragazza e pure un hobby che non ricordo ma vede la gente su instagram che fa festa e quindi è depresso
gente che si vergogna a chiamare il numero per prenotare un evento/ristorante o quello che è e preferisce stare a casa
quelli sui 20 sembrano proprio idioti, vanno in depressione per tutto, hanno opinioni in base al mongolo di turno che seguono su tiktok oppure sono delle teste di cazz0 infinite che campano facendo la prima stronzata che gli viene in mente
vabbe che quelli della mia età si distiguono tra gente che a 30 anni ragiona come i genitori di 60 bifolchi o altri che si ostinano a fare i ragazzini nonostante abbiano più peli dietro la schiena che in testa
Che i giovani non sappiano fare una telefonata lo noto da tanti anni, roba che vanno in panico totale se devono telefonare loro o iniziano a farfugliare quando dovrebbero semplicemente rispondere e dire * nome studio/ditta* buongiorno sono *nome*
Ogni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.
Originariamente Scritto da Bob Terwilliger
Di solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.
io vorrei dire a larry che è esagerato a fare sti discorsi e odia a caso una generazione ma non ce la faccio
cioè solo nell'ultima settimana mi sono successe ste cose:
amica di amici che fa i discorsoni su quanto gli animali sono meglio delle persone e che per lei il cane è come un figlio e non vuole uomini (hai 30 anni mongola svegliati)
cugino 20 enne di un mio amico che va in depressione perché a detta sua si annoia nonostante faccia l'università ha la ragazza e pure un hobby che non ricordo ma vede la gente su instagram che fa festa e quindi è depresso
gente che si vergogna a chiamare il numero per prenotare un evento/ristorante o quello che è e preferisce stare a casa
quelli sui 20 sembrano proprio idioti, vanno in depressione per tutto, hanno opinioni in base al mongolo di turno che seguono su tiktok oppure sono delle teste di cazz0 infinite che campano facendo la prima stronzata che gli viene in mente
vabbe che quelli della mia età si distiguono tra gente che a 30 anni ragiona come i genitori di 60 bifolchi o altri che si ostinano a fare i ragazzini nonostante abbiano più peli dietro la schiena che in testa
hai descritto in maniera molto accurata la società attuale, bravo Marco.
Originariamente Scritto da Pesca
lei ti parla però, ti saluta, è gentile, sei tu la merda hunt
Le razzie impunite nei supermercati e il grande disagio americano
Il commercio e i suoi addetti alla mercé dei ladri: il virus Usa contagia Londra
di Federico Rampini
L'affinità linguistica e storico-culturale dell’Inghilterra con gli Stati Uniti ne ha sempre fatto un canale di trasmissione delle nuove tendenze americane verso l’Europa. Oggi questo vale anche per l’epidemia di furti nei negozi, largamente tollerati, che stanno diventando una piaga sociale. Il danno ai bilanci della distribuzione grande e piccola è sostanziale. Le ferite – fisiche o psicologiche – inferte agli addetti al commercio sono serie. Il dilagare di questa delinquenza, e la sua quasi totale impunità, alimentano un senso di dissoluzione dell’ordine sociale, che ha conseguenze in molti altri campi. È una delle spiegazioni del paradosso americano: abbiamo un’economia in ottima salute, e un diffuso malcontento tra i cittadini. Lo spettacolo quotidiano di uno sgretolamento della legalità alimenta sensi d’insicurezza che la vigorosa crescita del Pil (+4,9%) non può curare.
L’Inghilterra, sempre permeabile all’esempio americano, rileva un aumento dei furti nei negozi del +25% in un anno secondo le statistiche della polizia. È più elevato nei dati di una catena di supermercati come la Co-op, che parla invece di un balzo del +35%, con alcuni dei suoi punti vendita che ormai subiscono tre rapine al giorno. Un reportage del New York Times dalla Gran Bretagna evoca un clima da Far West, cita addetti ai negozi picchiati e feriti se osano resistere ai furti.
Termini come «rapina» o «razzìa» o «saccheggio» sono più adatti a descrivere quel che accade, anziché «furto» o «taccheggio». Anzitutto perché i ladri agiscono sempre più spesso in bande, alla luce del sole, fanno incetta di prodotti, terrorizzano o aggrediscono il personale e talvolta gli altri clienti se qualcuno di questi osa reagire, infine escono col bottino indisturbati. Commessi e commesse sono in prima linea, per i danni fisici e psicologici; i vigilantes delle ditte private di sicurezza sono ancora più esposti. Anche nel Regno Unito, come avviene da tempo in America, questa forma di criminalità è sempre più organizzata ed è tollerata dalle autorità che dovrebbero reprimerla: magistratura, forze dell’ordine, potere legislativo, amministratori locali.
Chi reagisce ai furti rischia un processo
Negli Stati Uniti il degrado è in atto ormai da alcuni anni e contribuisce a un’atmosfera nuova: quella che un tempo era una nazione «Law and Order» oggi soprattutto in alcune aree metropolitane assomiglia piuttosto a una giungla. I social media traboccano di video ripresi dalle telecamere di sicurezza di negozi, supermercati e drugstore, sempre con le stesse scene: bande di giovani che fanno irruzioni nei supermercati drusgtore e grandi magazzini, riempiono sacchi di merce, partono con il bottino sbeffeggiando il personale o la clientela. Poche ore dopo questa merce è già in vendita su Ebay o altri siti del commercio online. L’escalation di queste rapine ha molte conseguenze nefaste. Le città più colpite, come San Francisco, hanno visto fallimenti e chiusure di negozi (anche franchising di aziende celebri come Whole Foods, Walgreens, Nordstrom, Target, Starbucks). In quelle metropoli dove è noto che la polizia e la magistratura non intervengono – New York, Washington, Philadelphia, Chicago, Los Angeles – i top manager del commercio impongono al personale di non reagire: visto l’ultra-garantismo vigente, e visto che le gang possono pagarsi ottimi avvocati, se un commesso o un guardiano dovesse far del male a un ladro metterebbe nei guai se stesso e il proprio datore di lavoro. Di conseguenza quello dei vigilantes e dei commessi nella piccola e grande distribuzione è diventato un mestiere ad alto stress, esposto a traumi psicologici, e il settore del commercio subisce carenze di manodopera. Oltre ai danni diretti che subiscono le aziende e i lavoratori del settore, il conto finale lo pagano tutti i consumatori: per compensare le perdite sulla merce rubata, i supermercati ovviamente alzano i prezzi pagati dai clienti onesti. Compresi tanti lavoratori e americani poveri, che così finiscono per essere anche loro vittime dell’illegalità.
Quando gli Stati Uniti erano più sicuri
Come siamo arrivati a questo disastro? Chi frequenta l’America da una vita, come me, ricorda quei decenni virtuosi che videro un forte calo della criminalità e un miglioramento della sicurezza a tutti i livelli. A New York c’è chi tende a dare il merito a Rudolph Giuliani, che dopo essere stato un efficace procuratore anti-mafia (amico e alleato di Falcone e Borsellino per le indagini internazionali su Cosa Nostra) fu il sindaco-sceriffo della Grande Mela dal 1994 al 2001, promotore di una politica detta «tolleranza zero». In realtà la svolta virtuosa era cominciata molto prima di lui. Dodici anni prima della «tolleranza zero» di Giuliani, era nata la dottrina della «finestra rotta», esposta dagli studiosi James Wilson dell’università di Harvard e George Kelling di Rutgers in un celebre articolo apparso sulla rivista The Atlantic nel 1982. La metafora della finestra rotta era questa: se in un caseggiato popolare una finestra rimane frantumata a lungo, prima o poi tutte le altre finestre saranno rotte. L’incuria attira incuria, il degrado suscita emuli, lo stato di abbandono è una calamita verso comportamenti devianti. Quelle «piccole» illegalità che sono vagabondaggio, accattonaggio aggressivo, urinare in pubblico, insozzare di graffiti, usare i trasporti pubblici senza pagare il biglietto, commettere furtarelli, se vengono tollerate e rimangono impunite fanno metastasi, diffondono la sensazione che lo Stato è assente, incoraggiano a spostare sempre più in là la soglia della trasgressione. Dalla dottrina della finestra rotta a quella della tolleranza zero il passaggio era logico: non bisogna chiudere un occhio sui cosiddetti reati minori perché spesso sono il «tirocinio» attraverso cui i delinquenti si addestrano a commetterne di più gravi. Il passeggero abusivo che scavalca il tornello e viaggia senza pagare biglietto, ha più probabilità di essere lo stesso che commetterà uno scippo sul vagone della metropolitana.
La teoria dominante: il criminale come vittima
Gli anni d’oro sono ormai un lontano ricordo. Sulle due coste degli Stati Uniti, e in qualche zona centrale come Chicago, ha preso il potere nell’amministrazione locale, nell’accademia, nei media, e nella magistratura elettiva, una sinistra molto radicale armata di alcune certezze ideologiche: tra queste il dogma secondo cui i delinquenti sono vittime di una società ingiusta, soprattutto se sono di colore. La depenalizzazione (di diritto o di fatto) di molti reati cosiddetti minori è la conseguenza di questo indottrinamento, ultra-egualitario solo in teoria. Ignora la realtà sul terreno: a rubare sono soprattutto gang giovanili organizzate, tutt’altro che povere; tra le loro vittime ci sono tanti piccoli commercianti che appartengono a minoranze etniche e vengono rovinati; il fallimento di negozi impoverisce i quartieri dove abitano afroamericani e ispanici; inoltre nei giovani appartenenti a queste minoranze etniche si distrugge l’etica della responsabilità, sostituita dalla cultura dell’illegalità come vendetta contro il «sistema», del rancore, della richiesta permanente di risarcimenti. Il delinquente trasformato idealmente in un Robin Hood è una caricatura grottesca, senza aderenza con la realtà, ma con una presa inquietante sui giovani Black e ispanici. Questa perversione ideologica possiamo capirla noi italiani: il culto fanatico della violenza come strumento di giustizia a noi diede le Brigate Rosse; l’idea che «la proprietà è un furto» giustificò derive delinquenziali come le «spese proletarie» dei centri sociali. L’ideologia è molto più forte del principio di realtà. Un esempio è stata, in California, la depenalizzazione di tutti i furti sotto i 900 dollari di valore: un aperto incentivo al crimine, una certezza d’impunità.
Il ruolo di Black Lives Matter
Su questo lassismo dilagante si è poi inserita, durante la pandemia, la tragedia di George Floyd (25 maggio 2020). L’atroce uccisione di quell’afroamericano da parte di un poliziotto bianco razzista a Minneapolis, ha scatenato un movimento come Black Lives Matter con degli eccessi gravi: molte proteste si sono trasformate in assalti allo Stato e saccheggi organizzati; le forze dell’ordine sono state accusate indiscriminatamente di razzismo e delegittimate; diversi sindaci di sinistra hanno tagliato fondi alla polizia con effetti disastrosi come un boom degli omicidi. Interi quartieri sono stati «restituiti» alle gang. Non sfugge il significato di quanto è accaduto l’8 ottobre di fronte al massacro di civili israeliani: i militanti di Black Lives Matter e frange affini si sono subito schierati a favore dei terroristi di Hamas. La violenza come strumento per “riparare ingiustizie” è l’impostura che hanno in comune.
Modello Florida, le ragioni di chi vota a destra, lo sguardo da Oriente
Si è accentuata la divisione tra due Americhe. Nella California governata dal democratico Gavin Newsom i crimini violenti sono superiori del 13% rispetto al 2019, nella Florida governata dal repubblicano Ron DeSantis sono inferiori del 31%. In proporzione alla popolazione residente, i reati di sangue commessi in California sono quasi il doppio che in Florida. E questo nonostante la normativa sulle armi sia molto più severa in California. Visto da lontano, lo scenario di una rielezione di Donald Trump tra un anno sembra assurdo, pazzesco, inspiegabile. Come può quasi metà degli americani pensare di votare per un uomo che ha attentato alla democrazia, ed è incriminato per una lunga serie di reati? Nella quotidianità di molti americani però la grande politica è meno importante della qualità della vita. L’impressione di vivere in una società dove per alcune minoranze le regole sono diventate un optional, dove l’antirazzismo è un alibi per garantire l’impunità ai criminali, è uno dei fattori che spiegano l’impopolarità di Joe Biden nei sondaggi.
Una democrazia che non garantisce più quel bene essenziale che è la sicurezza, spiana la strada a fautori di modelli autoritari. In Europa, se si segue il modello americano come sta facendo il Regno Unito, le stesse cause produrranno gli stessi risultati: un rafforzamento dell’estrema destra (se è questa la parte politica più attenta al tema dell’ordine pubblico). Segnalo che in Germania è appena nato un nuovo partito della sinistra che tenta di recuperare voti “d’ordine”. Cioè quei voti di lavoratori che fino a ieri venivano attirati dall’estrema destra dell’AfD. In un altro mondo, l’Oriente, questi fenomeni sembrano confermare il declino terminale della nostra civiltà. Lo spettacolo delle rapine sistematiche e impunite nei nostri supermercati è un sintomo di anarchia tipico di una decadenza estrema, se guardato dalla Cina o dall’Arabia saudita, dagli Emirati o da Singapore; ma anche da paesi democratici come il Giappone, la Corea del Sud, Taiwan. Questi ultimi ci ricordano una verità che un tempo valeva anche a casa nostra: l’ordine può regnare insieme alla libertà.
CorSera
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Quanto ci metterà questa nuova puntata del degrado a sbarcare dalle coste americane sulle nostre? Già adesso nelle grandi città si assiste ad un inquietante aumento della criminalità giovanile, spesso di origine straniera, con bande che si dividono il "territorio" e che assurgono a modello i "rapper" de noantri (per modo di dire, sono tutti stranieri pure quelli, marocchini, egizioni, sudamericani ecc...), disagiati che, ad imitazione delle faide americane, si insultano o postano le loro imprese sui social e poi replicano dal vivo arrivando anche a spararsi contro.
Passare alle rapine "sociali", organizzandosi in bande e depredando negozi e supermercati, sarà un attimo. Se in America hanno rinunciato alla difesa della proprità privata, che è un caposaldo di quella società massimamente individualistica e consumistica, figuriamoci che reazioni potrebbe mettere in campo l'Italia.
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Basterebbe davvero poco per aumentare in generale anche la coscienza civica.
Da ragazzi li mandi in giro a raccogliere merda buttata in giro, ridipingere dove imbrattato etc.
E quei ragazzi diventeranno i primi ad elevarsi a giudici contro chi rovina il decoro pubblico.
Però non sia mai. Sfruttamento lavoro minorile , permessi del comune per lavori straordinari...
Originariamente Scritto da Sean
mi attacco ai tuoi pantaloni o te lo infilo a forza in gola
Unicef: «Ogni giorno a Gaza 420 bambini vengono feriti o uccisi»
Il Direttore generale dell’Unicef Catherine Russell ha informato il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sulla situazione umanitaria a Gaza: «Dopo poco più di tre settimane, il bilancio devastante si sta rapidamente aggravando, con gravi violazioni dilaganti commesse contro i bambini. Secondo il Ministero della Sanità palestinese, a Gaza sarebbero stati uccisi più di 8.300 palestinesi, tra cui più di 3.400 bambini, con oltre 6.300 bambini feriti. Ciò significa che più di 420 bambini vengono uccisi o feriti a Gaza ogni giorno, un numero che dovrebbe scuotere ognuno di noi nel profondo».
«Chiaramente, la violenza perpetrata contro i bambini si estende oltre la Striscia di Gaza. In Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, secondo le notizie, sarebbero stati uccisi almeno 37 bambini. E, secondo le notizie, più di 30 bambini israeliani sarebbero stati uccisi, mentre almeno 20 rimangono in ostaggio nella Striscia di Gaza, il loro destino è sconosciuto», ha aggiunto Catherine Russell.
CorSera
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Il Pentagono vuole ottenere l'approvazione e i finanziamenti necessari.
Ogni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.
Originariamente Scritto da Bob Terwilliger
Di solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.
Media: “Almeno 50 morti in raid su campo profughi a Gaza”
È di almeno 50 morti il bilancio di un bombardamento israeliano sul campo profughi di Jabalia, nel nord della Striscia di Gaza. Lo riferisce il direttore dell'ospedale indonesiano citato da al Jazeera.
Fonti mediche: “Centinaia di morti nel campo profughi a Gaza”
Il bombardamento israeliano sul campo profughi di Jabalya, nel nord della striscia di Gaza, avrebbe provocato "centinaia di morti". Lo affermano fonti mediche locali, secondo le prime stime. Testimoni sul posto riferiscono che l'aviazione israeliana ha fatto ricorso ad una "cintura di fuoco", ossia ad un bombardamento serrato lungo un'intera striscia di edifici, "facendone crollare almeno una ventina". Le squadre di soccorso stanno convergendo sul posto. Il ministero della Sanità di Gaza, citato da al Jazeera, parla di un bilancio di almeno 100 morti "destinato a crescere".
Repubblica
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Ormai i crimini israeliani sono senza freno. Hanno letteralmente la bava alla bocca nella loro volontà sterminazionista.
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
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