La fuga dei documenti segreti del Pentagono: che cosa riguardano e quali sono le conseguenze
La timeline del Pentagono, le comunicazioni interne di Zelensky, lo stato della difesa ucraino. Cosa c'è dentro i documenti e quali saranno i danni maggiori?
Cosa c’è dentro i documenti segreti americani sulla guerra in Ucraina rivelati su internet?
Il centinaio di documenti (metà dei quali sono stati visionati da alcuni giornali americani) sembrano autentici, nonostante ad un certo punto almeno uno di essi sia stato modificato rispetto all’originale. Sembrano tratti da un dossier compilato dal Capo di Stato Maggiore del Pentagono usando rapporti di varie agenzie di intelligence, inclusa la Cia. La maggioranza delle informazioni segue le dichiarazioni pubbliche di Washington sulla guerra, ma c’è un livello di dettaglio maggiore. I leak confermano l’altissimo livello di coinvolgimento americano nel fornire dati quotidiani sugli obiettivi russi da colpire ; dimostrano come gli Usa abbiano penetrato in maniera massiccia l’intelligence di Mosca e passino i piani a Kiev (in uno dei documenti si discute di come lo Stato Maggiore Russo punti a contrastare le vulnerabilità dei diversi tipi di tank forniti dai paesi Nato; in un altro si preannuncia la data di un raid contro specifici depositi di droni e altre armi a Odessa e Mykolaiv). Ci sono anche le previsioni di Washington sul probabile stallo cui si arriverà nel Donbass con delusione sia di Putin che di Zelensky . Un documento del Pentagono del 28 febbraio esprime preoccupazione per lo stato della difesa ucraina, in particolare lo “scudo” aereo, dal momento che i missili per i sistemi di era sovietica S-300 e Buk si potrebbero esaurire tra metà aprile e il 3 maggio. Alcune delle informazioni in questi documenti erano riservate ai “Five Eyes” (Usa, Gran Bretagna, Australia, Nuova Zelanda e Canada) che hanno un patto di non spionaggio reciproco che non si applica ad altri alleati. Dal leak emerge che gli Stati Uniti monitorano le comunicazioni interne di Zelensky e quelle di alleati come la Corea del Sud.
Chi c’è dietro il buco nell’intelligence?
Centinaia - se non migliaia - di funzionari del governo con il “nulla osta di sicurezza” ricevono via email ogni giorno documenti di questo tipo e qualcuno potrebbe averli inoltrati al altri. Trovare la fonte originale del leak potrebbe essere difficile. I documenti trafugati esaminati dal New York Times sono fotografie di fogli, alcuni dei quali posizionati su una rivista di caccia. Probabilmente qualcuno ha piegato il dossier cartaceo, se l’è messo in tasca, portandolo in un’area sicura per fotografarlo. Le indagini sono ancora in corso, ma un’ipotesi che circola è che potrebbe essere un’operazione meno “ideologica” di Wikileaks nel 2010. Julian Assange e Chelsea Manning puntavano a denunciare la condotta degli Stati Uniti, mentre Dmitri Alperovitch, esperto di cybersecurity di origine russa, osserva che in questo caso i “leak”, prima di finire su Twitter e Telegram, sono apparsi inizialmente su una piattaforma usata dagli appassionati di videogiochi. La sua ipotesi è che potrebbero anche essere stati diffusi nell’ambito di un dibattito online sullo stato della guerra in Ucraina. «Pensa, una lite su internet che finisce con un disastro per l’intelligence».
Quali sono i danni maggiori?
Si tratta di documenti recenti, risalenti ad appena 40 giorni fa. Ci sono previsioni, per esempio, di dove le difese aeree di Kiev potrebbero localizzarsi il mese prossimo. Ma i timori maggiori riguardano in realtà due punti:
1) L’intelligence russa potrebbe evincere come gli americani abbiano penetrato i piani del Gru, l’intelligence di Mosca, e a qual agenzie abbiano accesso, tagliando così le fonti.
2) Il leak complica i rapporti con gli alleati e solleva dubbi sulla capacità di Washington tenere segrete le informazioni. Pur non essendo una novità che Washington spii gli alleati, renderlo pubblico è sempre problematico. In un dispaccio che ricorda le rivelazioni di Wikileaks, si riportano discussioni interne tra funzionari sud-coreani sulle pressioni Usa per inviare artiglieria a Kiev in tempo per l’offensiva di primavera; il presidente Yoon Suk Yeol – si legge – temeva che Biden lo chiamasse per chiedere maggiori aiuti. Un tema sensibile, poiché l’invio di armi letali in zone di guerra viola le regole di Seul. Ora il mondo ha visto la “timeline del Pentagono” per mandare 330mila munizioni dalla Sud Corea con il costo stimato di 26 milioni di dollari. Le informazioni sono state raccolte dalla Cia, intercettando telefonate e messaggi elettronici. Dopo Wikileaks, alla fine Usa e alleati hanno continuato a parlare, ma rivelazioni come queste sono sempre fonte di imbarazzo. Douglas London, ex alto funzionario della Cia, autore del saggio The Recruiter, dice al Corriere che i leak siano devastanti per gli Stati Uniti, ma lo sono anche per i russi: mostrano i tentativi mediocri di alterare le informazioni in alcuni di questi documenti, come pure la vulnerabilità del loro intero sistema militare e di intelligence, in contrasto con la narrazione di Putin sul suo successo sul campo. «Putin userà i leak per dividere gli alleati, ma l’incompetenza russa evidenziata dallo stesso leak è forse tanto dannosa per il leader russo di quanto lo sia per gli Stati Uniti».
CorSera
La timeline del Pentagono, le comunicazioni interne di Zelensky, lo stato della difesa ucraino. Cosa c'è dentro i documenti e quali saranno i danni maggiori?
Cosa c’è dentro i documenti segreti americani sulla guerra in Ucraina rivelati su internet?
Il centinaio di documenti (metà dei quali sono stati visionati da alcuni giornali americani) sembrano autentici, nonostante ad un certo punto almeno uno di essi sia stato modificato rispetto all’originale. Sembrano tratti da un dossier compilato dal Capo di Stato Maggiore del Pentagono usando rapporti di varie agenzie di intelligence, inclusa la Cia. La maggioranza delle informazioni segue le dichiarazioni pubbliche di Washington sulla guerra, ma c’è un livello di dettaglio maggiore. I leak confermano l’altissimo livello di coinvolgimento americano nel fornire dati quotidiani sugli obiettivi russi da colpire ; dimostrano come gli Usa abbiano penetrato in maniera massiccia l’intelligence di Mosca e passino i piani a Kiev (in uno dei documenti si discute di come lo Stato Maggiore Russo punti a contrastare le vulnerabilità dei diversi tipi di tank forniti dai paesi Nato; in un altro si preannuncia la data di un raid contro specifici depositi di droni e altre armi a Odessa e Mykolaiv). Ci sono anche le previsioni di Washington sul probabile stallo cui si arriverà nel Donbass con delusione sia di Putin che di Zelensky . Un documento del Pentagono del 28 febbraio esprime preoccupazione per lo stato della difesa ucraina, in particolare lo “scudo” aereo, dal momento che i missili per i sistemi di era sovietica S-300 e Buk si potrebbero esaurire tra metà aprile e il 3 maggio. Alcune delle informazioni in questi documenti erano riservate ai “Five Eyes” (Usa, Gran Bretagna, Australia, Nuova Zelanda e Canada) che hanno un patto di non spionaggio reciproco che non si applica ad altri alleati. Dal leak emerge che gli Stati Uniti monitorano le comunicazioni interne di Zelensky e quelle di alleati come la Corea del Sud.
Chi c’è dietro il buco nell’intelligence?
Centinaia - se non migliaia - di funzionari del governo con il “nulla osta di sicurezza” ricevono via email ogni giorno documenti di questo tipo e qualcuno potrebbe averli inoltrati al altri. Trovare la fonte originale del leak potrebbe essere difficile. I documenti trafugati esaminati dal New York Times sono fotografie di fogli, alcuni dei quali posizionati su una rivista di caccia. Probabilmente qualcuno ha piegato il dossier cartaceo, se l’è messo in tasca, portandolo in un’area sicura per fotografarlo. Le indagini sono ancora in corso, ma un’ipotesi che circola è che potrebbe essere un’operazione meno “ideologica” di Wikileaks nel 2010. Julian Assange e Chelsea Manning puntavano a denunciare la condotta degli Stati Uniti, mentre Dmitri Alperovitch, esperto di cybersecurity di origine russa, osserva che in questo caso i “leak”, prima di finire su Twitter e Telegram, sono apparsi inizialmente su una piattaforma usata dagli appassionati di videogiochi. La sua ipotesi è che potrebbero anche essere stati diffusi nell’ambito di un dibattito online sullo stato della guerra in Ucraina. «Pensa, una lite su internet che finisce con un disastro per l’intelligence».
Quali sono i danni maggiori?
Si tratta di documenti recenti, risalenti ad appena 40 giorni fa. Ci sono previsioni, per esempio, di dove le difese aeree di Kiev potrebbero localizzarsi il mese prossimo. Ma i timori maggiori riguardano in realtà due punti:
1) L’intelligence russa potrebbe evincere come gli americani abbiano penetrato i piani del Gru, l’intelligence di Mosca, e a qual agenzie abbiano accesso, tagliando così le fonti.
2) Il leak complica i rapporti con gli alleati e solleva dubbi sulla capacità di Washington tenere segrete le informazioni. Pur non essendo una novità che Washington spii gli alleati, renderlo pubblico è sempre problematico. In un dispaccio che ricorda le rivelazioni di Wikileaks, si riportano discussioni interne tra funzionari sud-coreani sulle pressioni Usa per inviare artiglieria a Kiev in tempo per l’offensiva di primavera; il presidente Yoon Suk Yeol – si legge – temeva che Biden lo chiamasse per chiedere maggiori aiuti. Un tema sensibile, poiché l’invio di armi letali in zone di guerra viola le regole di Seul. Ora il mondo ha visto la “timeline del Pentagono” per mandare 330mila munizioni dalla Sud Corea con il costo stimato di 26 milioni di dollari. Le informazioni sono state raccolte dalla Cia, intercettando telefonate e messaggi elettronici. Dopo Wikileaks, alla fine Usa e alleati hanno continuato a parlare, ma rivelazioni come queste sono sempre fonte di imbarazzo. Douglas London, ex alto funzionario della Cia, autore del saggio The Recruiter, dice al Corriere che i leak siano devastanti per gli Stati Uniti, ma lo sono anche per i russi: mostrano i tentativi mediocri di alterare le informazioni in alcuni di questi documenti, come pure la vulnerabilità del loro intero sistema militare e di intelligence, in contrasto con la narrazione di Putin sul suo successo sul campo. «Putin userà i leak per dividere gli alleati, ma l’incompetenza russa evidenziata dallo stesso leak è forse tanto dannosa per il leader russo di quanto lo sia per gli Stati Uniti».
CorSera
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