Cronaca e politica estera [Equilibri mondiali] Thread unico.

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    Sarei curioso di conoscere i contenuti di questo fantomatico questionario per l'adesione all'UE consegnato all'ucraina e alla moldavia. Considerati i temi di cui si è finora occupata l'europa, immagino trovino più che altro spazio i diametri delle pannocchie e la lunghezza delle patate.

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    • Sergio
      Administrator
      • May 1999
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      Originariamente Scritto da The_machine Visualizza Messaggio
      Quindi se metteva la foto di uno dei tanti bambini feriti nel corso della guerra in Ucraina cambiava qualcosa? Io non credo. Chiaro, è stato approssimativo in questo caso, però da qui a giudicarlo senza dignità ce ne passa.
      Spe, io ne ho fatto un discorso generale riferendomi al giornalismo Italiano, questa non è la prima volta che capita, in particolare modo di recente, per questo ho parlato di dignità, per fare presa sul lettore, avrei dovuto usare la parola etica, ma se loro parlano di patate e mi fotografano un arancia, mi sento autorizzato ad usare questi termini "approssimativi" anche io.



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      • Sean
        Csar
        • Sep 2007
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        • In piedi tra le rovine
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        Originariamente Scritto da The_Shadow Visualizza Messaggio
        Sarei curioso di conoscere i contenuti di questo fantomatico questionario per l'adesione all'UE consegnato all'ucraina e alla moldavia. Considerati i temi di cui si è finora occupata l'europa, immagino trovino più che altro spazio i diametri delle pannocchie e la lunghezza delle patate.
        L'Ucraina rischia di entrarci l'anno del mai in UE. Intanto c'è la guerra; poi bisognerà vedere se e cosa uscirà fuori da eventuali trattati di pace (o senza pace)...e quindi quale Ucraina sovrana potrà, nel caso, entrare nella UE: quella col mare o senza mare? Quella senza Crimea e senza Donbass o quella tutta intera?

        Quella col commercio marittimo o quella senza? Quella con un PIL o con un altro? Che Ucraina?

        Col questionario ci fai giocare gli alunni delle elementari.
        ...ma di noi
        sopra una sola teca di cristallo
        popoli studiosi scriveranno
        forse, tra mille inverni
        «nessun vincolo univa questi morti
        nella necropoli deserta»

        C. Campo - Moriremo Lontani


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          Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
          L'Ucraina rischia di entrarci l'anno del mai in UE. Intanto c'è la guerra; poi bisognerà vedere se e cosa uscirà fuori da eventuali trattati di pace (o senza pace)...e quindi quale Ucraina sovrana potrà, nel caso, entrare nella UE: quella col mare o senza mare? Quella senza Crimea e senza Donbass o quella tutta intera?

          Quella col commercio marittimo o quella senza? Quella con un PIL o con un altro? Che Ucraina?

          Col questionario ci fai giocare gli alunni delle elementari.
          Assolutamente. Ciò che infine rileva è la porosità della carta su cui si stampa, al fine di renderla almeno utile a qualche pratico scopo.

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          • Sean
            Csar
            • Sep 2007
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            • In piedi tra le rovine
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            Mosca, distrutto deposito armi inviate da Usa-Europa
            Mosca ha annunciato di aver distrutto a Leopoli, in un attacco missilistico, un deposito di armi inviate da Usa ed Europa agli ucraini.

            Morto comandante della nave russa Alexander Chirva
            Dopo l'affondamento dell'incrociatore Moskva la Flotta russa del Mar Nero perde anche uno degli ufficiali più alti in grado. Infatti è morto oggi il comandante della nave da sbarco russa «Caesar Kunikov», Alexander Chirva. Lo annuncia su Telegram il governatore di Sebastopoli, Mikhail Razvozhayev. Il capitano della nave, che fa parte della 197esima brigata da sbarco della flotta russa del Mar Nero, è morto a causa delle ferite riportate verosimilmente in occasione dell'attacco dagli ucraini lo scorso 24 marzo, in cui era stata distrutta un'altra nave da sbarco, la Saratov. In quell'occasione la Caesar Kunikov e la sua «gemella» Novocherkassk erano state viste lasciare il porto di Berdiansk. In una foto la Kunikov, in grado di trasportare tank e reparti di fanteria, era stata ripresa in preda alle fiamme. Chirva, capitano di terzo grado, era nato a Sebastopoli, in Crimea, e aveva combattuto nel 2015 e nel 2016 in Siria.

            Il punto militare
            (Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Questa mattina i russi sono tornati a colpire numerose città ucraine, a cominciare da Leopoli, nell’ovest, il cui centro era stato finora risparmiato dai colpi dell’esercito di Vladimir Putin. Quattro missili avrebbero raggiunto edifici militari, ma anche un gommista e forse la stazione: secondo il sindaco, le vittime sarebbero 7 — i primi civili morti in città — e diversi i feriti. Leopoli è uno snodo fondamentale per gli aiuti militari e umanitari in arrivo dall’Occidente, e Mosca potrebbe aver cercato di intercettare le forniture di armi, come aveva minacciato di fare nei giorni scorsi promettendo «conseguenze imprevedibili» se il flusso non si fosse fermato: non a caso, la Difesa russa sostiene di aver colpito nella notte 315 obiettivi militari e di aver abbattuto tre aerei ucraini, due Mig-29 e un Su-25. Qui il punto militare completo.

            CorSera
            ...ma di noi
            sopra una sola teca di cristallo
            popoli studiosi scriveranno
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            C. Campo - Moriremo Lontani


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            • Sean
              Csar
              • Sep 2007
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              • In piedi tra le rovine
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              Marina russa altamente rivedibile.
              ...ma di noi
              sopra una sola teca di cristallo
              popoli studiosi scriveranno
              forse, tra mille inverni
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              C. Campo - Moriremo Lontani


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              • marcu9
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                • May 2009
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                • Sicilia
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                Originariamente Scritto da Sean
                Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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                • The_machine
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                  Articolo scritto da un politologo russo nel lontano 2015 dove si analizzano le ragioni che porterebbero a classificare il regime di Putin come fascista.
                  https://www.atlanticcouncil.org/blog...ussia-fascist/

                  Is Putin’s Russia Fascist?


                  A growing number of Russian analysts, in Russia and abroad, have taken to calling Vladimir Putin’s regime “fascist.” And they don’t use the term casually or as a form of opprobrium. They mean that Putin’s Russia genuinely resembles Mussolini’s Italy or Hitler’s Germany.

                  One of the most recent examples was Mikhail Iampolski. According to the Russian-born NYU professor, “the appeal of quasi-fascist discourse was predictable” as the Russian economy tanked. Moscow rejects “[a]nything that could be seen as a sign of weakness or femininity,” including liberalism and homosexuality, and then projects these qualities onto the enemy. Consequently, “Ukrainians are systematically accused of fascism, while Russian fascism is displaced by a false idealization of one’s own image.”

                  In March, Moscow commentator Yevgeni Ikhlov charged Putin with introducing a “left fascism” that, while “anti-market and quasi-collectivist,” is “fascism because it is a form of a militant and most primitive philistinism.” In January 2015, Andrei Zubov, fired from the Moscow State Institute of International Relations for opposing Putin’s Ukraine policies, argued that Russia’s President was building “a corporate state of a fascist type packaged in Soviet ideology, the ideology of Stalinism,” resulting in a Russia that closely resembles Italian fascism with its “nationalism and union with the church.” Moscow-based analyst Aleksei Shiropaiev claimed that Russia was moving toward fascism “at a galloping pace.” Russian fascism “has become a FACT,” “mass Russian consciousness remains absolutely imperialist and chauvinist,” and most Russians have “ACCEPTED fascization and are ready to agree to even massive political repressions.”
                  But are the analysts right? The evidence is compelling. Fascist regimes have charismatic dictators with hyper-masculine personality cults. These regimes generally evince a hyper-nationalist ethos, a cult of violence, mass mobilization of youth, high levels of repression, powerful propaganda machines, and imperialist projects. Fascist regimes are hugely popular—usually because the charismatic leader appeals to broad sectors of the population. Putin and his Russia fit the bill perfectly.
                  In calling Putin’s Russia fascist, Russian critics have proven to be far bolder than their non-Russian counterparts in the West, who remain wary about the F-word. Some Westerners genuinely believe that Putin’s brand of dictatorship differs from past fascist regimes. They often locate the differences in the historical conditions that gave rise to Hitler, Mussolini, and Putin, and not in the actual characteristics of their regimes. But doing so confuses the origins of similar things with their essential features. No one would say that America is not democratic because the origins of American democracy lay in revolution and not, as with Britain, in historical evolution.
                  But many Westerners fear the implications of calling a spade a spade. If Putin’s Russia is fascist, then it is comparable to Hitler’s Germany and Mussolini’s Italy and, thus, certifiably evil. And that means that calls for understanding Putin amount to calls for understanding evil. So it’s better to pretend that Russia isn’t fascist. Hence the popularity of abstruse designations like managed democracy and sovereign democracy or terms—such as Putinism—that only state the obvious.
                  If the past is any guide to the future, Western skittishness about the F-word will evaporate. In the 1980s, Russian critics of the USSR described it as totalitarian, even as Western scholars shunned a term that had been vilified as anti-Communist. Western analysts feared its critical implications at a time of détente and preferred anodyne terms like authoritarian or non-democratic. Once Russians showed them that totalitarian was an accurate, and politically correct, designation for the Soviet regime, some Westerners got on the bandwagon. Those who did realized that the USSR’s transition from totalitarianism to democracy was going to be far more difficult than a transition from authoritarianism to democracy. Unfortunately, the epiphany came too late to affect policies formulated in the end of history euphoria of the early 1990s.
                  A similar conceptual change is likely to take place with fascism. As the chorus of Russian voices using the F-word grows, Western policymakers who insist that we should listen to Putin and understand his point of view will have no choice but to listen to and understand his critics.
                  Calling Putin’s system fascist will mark a conceptual breakthrough in Western attitudes—and perhaps policies—toward Russia. Viewing his state as evil does not necessitate rattling sabers. Soft power and diplomacy will remain no less important than hard power. But the conceptual shift would recognize that Putin and his regime are the problem, and that the problem will go away only when he and his regime go away. In a word, there are no quick fixes to the Putin problem. The West is in for a long, hard slog involving economic and military support for Ukraine and its neighbors, the containment of Russian imperialism, and support for anti-fascist elements within Russia. The good news is that, now as then, democracy will win.

                  Alexander J. Motyl is a professor of political science at Rutgers University-Newark, specializing on Ukraine, Russia, and the former USSR.

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                  • M K K
                    finte ferie user
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                    grazie maschine
                    Ogni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.
                    Originariamente Scritto da Bob Terwilliger
                    Di solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.

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                    • Virulogo.88
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                      Me lo leggo tutto d'un fiato.
                      Originariamente Scritto da Pesca
                      lei ti parla però, ti saluta, è gentile, sei tu la merda hunt

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                      • Barone Bizzio
                        Bodyweb Senior
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                        Originariamente Scritto da The_machine Visualizza Messaggio
                        Articolo scritto da un politologo russo nel lontano 2015 dove si analizzano le ragioni che porterebbero a classificare il regime di Putin come fascista.
                        https://www.atlanticcouncil.org/blog...ussia-fascist/

                        Is Putin’s Russia Fascist?


                        A growing number of Russian analysts, in Russia and abroad, have taken to calling Vladimir Putin’s regime “fascist.” And they don’t use the term casually or as a form of opprobrium. They mean that Putin’s Russia genuinely resembles Mussolini’s Italy or Hitler’s Germany.

                        One of the most recent examples was Mikhail Iampolski. According to the Russian-born NYU professor, “the appeal of quasi-fascist discourse was predictable” as the Russian economy tanked. Moscow rejects “[a]nything that could be seen as a sign of weakness or femininity,” including liberalism and homosexuality, and then projects these qualities onto the enemy. Consequently, “Ukrainians are systematically accused of fascism, while Russian fascism is displaced by a false idealization of one’s own image.”

                        In March, Moscow commentator Yevgeni Ikhlov charged Putin with introducing a “left fascism” that, while “anti-market and quasi-collectivist,” is “fascism because it is a form of a militant and most primitive philistinism.” In January 2015, Andrei Zubov, fired from the Moscow State Institute of International Relations for opposing Putin’s Ukraine policies, argued that Russia’s President was building “a corporate state of a fascist type packaged in Soviet ideology, the ideology of Stalinism,” resulting in a Russia that closely resembles Italian fascism with its “nationalism and union with the church.” Moscow-based analyst Aleksei Shiropaiev claimed that Russia was moving toward fascism “at a galloping pace.” Russian fascism “has become a FACT,” “mass Russian consciousness remains absolutely imperialist and chauvinist,” and most Russians have “ACCEPTED fascization and are ready to agree to even massive political repressions.”
                        But are the analysts right? The evidence is compelling. Fascist regimes have charismatic dictators with hyper-masculine personality cults. These regimes generally evince a hyper-nationalist ethos, a cult of violence, mass mobilization of youth, high levels of repression, powerful propaganda machines, and imperialist projects. Fascist regimes are hugely popular—usually because the charismatic leader appeals to broad sectors of the population. Putin and his Russia fit the bill perfectly.
                        In calling Putin’s Russia fascist, Russian critics have proven to be far bolder than their non-Russian counterparts in the West, who remain wary about the F-word. Some Westerners genuinely believe that Putin’s brand of dictatorship differs from past fascist regimes. They often locate the differences in the historical conditions that gave rise to Hitler, Mussolini, and Putin, and not in the actual characteristics of their regimes. But doing so confuses the origins of similar things with their essential features. No one would say that America is not democratic because the origins of American democracy lay in revolution and not, as with Britain, in historical evolution.
                        But many Westerners fear the implications of calling a spade a spade. If Putin’s Russia is fascist, then it is comparable to Hitler’s Germany and Mussolini’s Italy and, thus, certifiably evil. And that means that calls for understanding Putin amount to calls for understanding evil. So it’s better to pretend that Russia isn’t fascist. Hence the popularity of abstruse designations like managed democracy and sovereign democracy or terms—such as Putinism—that only state the obvious.
                        If the past is any guide to the future, Western skittishness about the F-word will evaporate. In the 1980s, Russian critics of the USSR described it as totalitarian, even as Western scholars shunned a term that had been vilified as anti-Communist. Western analysts feared its critical implications at a time of détente and preferred anodyne terms like authoritarian or non-democratic. Once Russians showed them that totalitarian was an accurate, and politically correct, designation for the Soviet regime, some Westerners got on the bandwagon. Those who did realized that the USSR’s transition from totalitarianism to democracy was going to be far more difficult than a transition from authoritarianism to democracy. Unfortunately, the epiphany came too late to affect policies formulated in the end of history euphoria of the early 1990s.
                        A similar conceptual change is likely to take place with fascism. As the chorus of Russian voices using the F-word grows, Western policymakers who insist that we should listen to Putin and understand his point of view will have no choice but to listen to and understand his critics.
                        Calling Putin’s system fascist will mark a conceptual breakthrough in Western attitudes—and perhaps policies—toward Russia. Viewing his state as evil does not necessitate rattling sabers. Soft power and diplomacy will remain no less important than hard power. But the conceptual shift would recognize that Putin and his regime are the problem, and that the problem will go away only when he and his regime go away. In a word, there are no quick fixes to the Putin problem. The West is in for a long, hard slog involving economic and military support for Ukraine and its neighbors, the containment of Russian imperialism, and support for anti-fascist elements within Russia. The good news is that, now as then, democracy will win.

                        Alexander J. Motyl is a professor of political science at Rutgers University-Newark, specializing on Ukraine, Russia, and the former USSR.
                        Considerando quanto sta succedendo adesso, mi sembra molto interessante
                        Non sono sicuro si possa chiamare "fascismo" perché non è un regime che ha velleitá rivoluzionarie
                        Ma stiamo spaccando il capello in quattro

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                        • Sean
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                          L’attacco russo al Donbass
                          (Lorenzo Cremonesi, inviato a Zaporizhzhia) L’attesa «seconda fase» della guerra lanciata dalla Russia contro l’Ucraina è iniziata. Dopo aver rinunciato alla presa di Kiev, ed in effetti a rovesciare il governo per asservire l’intero Paese, Vladimir Putin mira adesso a prendere tutto il Donbass e la regione costiera che, passando per Mariupol, collega le provincie orientali alla penisola della Crimea.

                          Il presidente russo aspira così a completare le conquiste ottenute nella guerra del 2014 e questa sarebbe in effetti l’unica condizione che probabilmente faciliterebbe la sua disponibilità ad un accordo politico.

                          Le artiglierie russe e l’aviazione sin da domenica sera avevano iniziato intensi bombardamenti su tutte le zone che mirano ad invadere, incluso attacchi di lungo raggio sull’intero Paese con il fine di paralizzare la struttura logistica ucraina. Volodymyr Zelensky replica con la fermezza dimostrata sin dal primo giorno della guerra, il 24 febbraio: «La battaglia del Donbass è cominciata…non ci importa quante forze la Russia mette in campo, noi combatteremo. Ci difenderemo», ribadisce il presidente ucraino alla nazione. La posizione di Kiev resta che nessun accordo negoziato è possibile prima che i russi non siano tornati ai confini del 23 febbraio.

                          Lo stesso messaggio di determinazione e volontà di non cedere giunge dai comandanti del battaglione di volontari Azov e le unità dei Marines accerchiate a Mariupol: «Non ci arrendiamo, combatteremo sino all’ultimo uomo», annunciano.

                          Lunghe file di profughi in fuga intasano adesso le strade del Donbass verso occidente. Si registrano morti e danni ovunque. Duri scontri stanno consumandosi anche a Mariupol. Il governo ucraino chiede aiuto alla comunità internazionale per ottenere corridoi umanitari che garantiscano ai circa 100.000 civili rimasti intrappolati nella città devastata a fuggire verso occidente e non venire trasferiti contro la loro volontà nelle regioni controllate dai russi

                          Presa la città Kreminna. I governatori ai civili: «Andatevene ora»
                          Le truppe russe hanno preso la città di Kreminna, nell’Est dell’Ucraina. A dirlo è il governatore di Luhansk, Sergiy Gaiday. «Abbiamo perso il controllo della città, ci sono scontri in strada. I russi hanno ucciso chi cercava di andarsene — in particolare un’auto con quattro civili».

                          Kreminna è una città di 20 mila abitanti a circa 50 chilometri da Kramatorsk, ed è uno degli snodi strategici per l’avanzata dell’esercito di Mosca.

                          CorSera
                          ...ma di noi
                          sopra una sola teca di cristallo
                          popoli studiosi scriveranno
                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
                          nella necropoli deserta»

                          C. Campo - Moriremo Lontani


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                          • Sean
                            Csar
                            • Sep 2007
                            • 120289
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                            • Italy [IT]
                            • In piedi tra le rovine
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                            Il capo di Azov al Corriere: «La resa? Non contemplata»
                            «Resa? Non ne abbiamo mai neppure parlato. I russi possono tranquillamente fare a meno dei loro ultimatum». A parlare all’inviato del Corriere Lorenzo Cremonesi è Michail Pirog, comandante del quarto Battaglione dei volontari della formazione nazionalista Azov, circa mille uomini nel distretto di Zaporizhzhia, la città del Centro-Sud più prossima a Mariupol. «Gli eroi combattenti di Mariupol si batteranno sino all’ultimo uomo, non cercano il martirio ma sono pronti a morire. Ma i rinforzi arriveranno prima».

                            Nell’acciaieria sottoposta, da giorni, ad attacchi senza sosta «ci sono Marine della 36esima e 503esima Brigata, soldati della Guardia nazionale e tanti volontari della Azov. Sono unità ancora operative, siamo riusciti a inviare loro rinforzi di armi e munizioni sino a poche settimane fa. Possono ancora resistere per settimane, ma gli mancano cibo e acqua — come ai civili».

                            E ancora: «I nostri posseggono ancora razzi, armi anticarro, mortai leggeri. Sono soldati di un esercito, non guerriglieri urbani».

                            L’intervista integrale è qui.

                            CorSera
                            ...ma di noi
                            sopra una sola teca di cristallo
                            popoli studiosi scriveranno
                            forse, tra mille inverni
                            «nessun vincolo univa questi morti
                            nella necropoli deserta»

                            C. Campo - Moriremo Lontani


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                            • Barone Bizzio
                              Bodyweb Senior
                              • Dec 2008
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                              Qua un collage di opinioni differenti su Russia e Fascismo? Provenienti d esperti:


                              Leading Western experts on fascism agree that Vladimir Putin's Russia is an aggressive and dangerous dictatorship that shares some characteristics with fascist regimes. But, they say, it is not fascist itself, and other historical precedents are more useful for understanding the Kremlin.



                              Il consenso è che ci va molto vicino ma non è fascismo perché manca di due elementi salienti

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                              • The_machine
                                Bodyweb Senior
                                • Nov 2004
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                                Originariamente Scritto da M K K Visualizza Messaggio
                                grazie maschine
                                Originariamente Scritto da Virulogo.88 Visualizza Messaggio
                                Me lo leggo tutto d'un fiato.
                                c'avete ragione anche voi, ma qui sul campo non è che ci siano grosse novità...a parte i giornali che ogni giorno da un mese e mezzo dicono che Mariupol è stata conquistata

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