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Cronaca e politica estera [Equilibri mondiali] Thread unico.
"i rapporti tra gli Stati sono rapporti di forza e questi rapporti di forza sono gli elementi determinanti della loro politica."
Disse qualcuno che perse praticamente ogni guerra che ha intrapreso (alla faccia dei rapporti di forza), non riusciva a concludere nulla senza l'aiuto del bullo più grosso, ha sentito il bisogno di usare gas per combattere popolazioni arretrate come quelle africane (che squallore) ed è finito appeso a penzolare.
Quello che ha determinato la politica mi sa che è stato il ben altro.
Sia nel merito, perchè - ne avevamo già discusso, era una dichiarazione verbale, che poi in Russia hanno giustamente strumentalizzato
Io questo punto lo vedo in modo molto diverso.
I patti verbali sono validi quanto un contratto (a prescindere dal fatto che manchino di dettaglio e precisione). La preminenza del contratto nel diritto deriva da due fattori: il primo è la maggiore formalità del contratto, che ha quindi più impatto nel senso che è un rituale. Il secondo è che il contratto è, letteralmente, nero su bianco, quindi non puoi rimangiare quello che hai detto.
Il primo fattore è sempre stato importante anche nel diritto internazionale, tipo i trattati firmati da Roma. La seconda molto meno. I trattati vengono disattesi dopo pochi decenni o pochi anni perché il diritto internazionale è esercitato tra pari, non c'è un'autorità che ha monopolizzato l'uso della forza e supervisiona l'applicazione del diritto.
Ma questo funziona anche nell'altro senso, ovvero, se le tue garanzie sono solo verbali non basta dire "eh eh ti ho raggirato, non c'è niente di scritto, ora faccio il contrario di quello che ti ho promesso". Cosa dovrebbe succedere in questo caso? Che la Russia riconosca di essere stata fregata? Una promessa verbale è sicuramente meno pesante di un trattato scritto e firmato, ma nel diritto internazionale i fatti sono superiori alla forma. Non puoi fermare i carrarmati russi con i trucchetti retorici, dicendo che tenevi le dita incrociate sotto il tavolo per farti perdonare la bugia. Senza nemmeno contare che, se si dovesse veramente parlare di diritto, è la NATO ad aver tradito le promesse fatte, che anche verbali sono promesse.
Originariamente Scritto da Sean
Bob è pure un fervente cattolico.
E' solo in virtù di questo suo essere del Cristo che gli perdono quei suoi certi amori per le polveri, il rock, la psicologia, la pornografia e pure per Sion.
Alice - How long is forever? White Rabbit - Sometimes, just one second.
Allora, il video di Canfora mi lascia scettico perchè non capisco fino a quanto sia 'coerente' la sua posizione, per quanto si possa supporre che una mente come la sua sia incoerente. Mi spiego meglio: sembra avere un piede nella staffa a metà tra l'idealismo di un volere un piano di sicurezza per l' Europa e l'atlantismo, che accenna con un aneddoto incredibilmente significativo di Andreotti che commenta l'omicidio di Salvo Lima e ci vede un avvertimento da parte degli americani. Eppure questa constatazione non può esistere con la pretesa di avere indipendenza, sia a livello italiano che europeo. Sottointende dei rapporti di forza che 30 anni fa erano già molto netti, adesso sono soverchianti. Per me è con la consapevolezza di questi rapporti di forza che ci si dovrebbe muovere: ma a livello pubblico, nel senso di comprendere la dimensione del nostro 'vassallaggio' agli USA.
Quando poi parla di censura o auto-censura di Sergio Romano concordo, anche se l'enfasi alla 'promessa fatta ai russi di non allargarsi' è sbagliata. Sia nel merito, perchè - ne avevamo già discusso, era una dichiarazione verbale, che poi in Russia hanno giustamente strumentalizzato - sia perchè sottointende che l'elemento decisivo della guerra all' Ucraina sia l'allargamento della NATO ad est. Questo punto più ci penso più non lo capisco, perchè si guarda alla geopolitica con un orizzonte ridottissimo, di 'soli' 30 anni. L' allargamento della NATO a Est è stato un acceleratore di un evento che sarebbe comunque accaduto, proprio perchè la geopolitica si basa su fattori abbastanza immutabili e che danno luogo a risultati prevedibili e ripetibili nel tempo. Tradotto, la Russia ha sempre bisogno dell' Ucraina, adesso come 100 anni fa e fra 100 anni.
Infatti è significativo che Canfora non abbia citato Putin quando nel 2000 disse che la caduta dell' URSS fu l'evento geopolitico più catastrofico del '900 (renditi conto del peso di una affermazione del genere). Una dichiarazione del genere implica, da sola, l'affermazione della volontà di potenza, e di proiezione sicurezza intorno ai propri confini, che sta alla base dell' esistenza degli Stati e che è indipendente da un fattore come l'espansione della NATO. L'espansione della NATO è una contingenza ma non è una causa. Sostenendo che sia una causa si aderisce, anche inconsapevolmente, alla narrazione russa.
Chiarissimo quello che dici.
Ma proprio perchè, come affermi, la geopolitica si basa su meccanismi predeterminati e noti, e proprio perchè questi ci portano a concludere che la Russia avrà sempre bisogno dell'Ucraina (per proiettare oltre sè la sua influenza, altrimenti non potrebbe darsi come potenza), per cui le potenze hanno bisogno di spazio attorno, proprio per queste ragioni era a tutti comprensibile che l'allargamento della Nato fino al nocciolo più sensibile dei confini consentiti (l'Ucraina) avrebbe provocato una reazione russa.
Nell'ottica delle evitabilità di questa reazione, i tanti si chiedono a che pro andare a stressare questo confronto con la Russia, applicare questa "provocazione", innescare la matematica reazione.
La Nato non è un agente in sè, non è, attenzione, uno Stato. Dunque starei attento nel caso della Nato a parlare di inevitabilità del suo allargamento. La Nato difatti è uno strumento, è la proiezione con la quale si concretizza militarmente l'influenza (rieccoci) americana in Europa. Dunque non ha una logica sua la Nato ma quella di una potenza...per cui l'allargamento era inevitabile non per necessità intrinseca di sussistenza della Nato (come lo sarebbe stata invece per uno Stato, si veda appunto il rapporto Russia-Ucraina, dove, se la prima deve mandare bagliori di influenza, non può che necessitare dello spazio dove farli cadere e riverberare) ma per quella di chi la Nato la manovra: quindi nel caso della Nato si sarebbe potuto scegliere dove posizionarsi, fin dove spingersi, dove fermarsi.
...ma di noi
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forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Io questo punto lo vedo in modo molto diverso.
I patti verbali sono validi quanto un contratto (a prescindere dal fatto che manchino di dettaglio e precisione). La preminenza del contratto nel diritto deriva da due fattori: il primo è la maggiore formalità del contratto, che ha quindi più impatto nel senso che è un rituale. Il secondo è che il contratto è, letteralmente, nero su bianco, quindi non puoi rimangiare quello che hai detto.
Il primo fattore è sempre stato importante anche nel diritto internazionale, tipo i trattati firmati da Roma. La seconda molto meno. I trattati vengono disattesi dopo pochi decenni o pochi anni perché il diritto internazionale è esercitato tra pari, non c'è un'autorità che ha monopolizzato l'uso della forza e supervisiona l'applicazione del diritto.
Ma questo funziona anche nell'altro senso, ovvero, se le tue garanzie sono solo verbali non basta dire "eh eh ti ho raggirato, non c'è niente di scritto, ora faccio il contrario di quello che ti ho promesso". Cosa dovrebbe succedere in questo caso? Che la Russia riconosca di essere stata fregata? Una promessa verbale è sicuramente meno pesante di un trattato scritto e firmato, ma nel diritto internazionale i fatti sono superiori alla forma. Non puoi fermare i carrarmati russi con i trucchetti retorici, dicendo che tenevi le dita incrociate sotto il tavolo per farti perdonare la bugia. Senza nemmeno contare che, se si dovesse veramente parlare di diritto, è la NATO ad aver tradito le promesse fatte, che anche verbali sono promesse.
Prova a comprare una casa o dare un prestito a qualcuno con strette di mano Bob. Quando qualcosa va male vai da un avvocato e porta la cosa in tribunale. Vedi che valore ha.
Sulla base di questo ragionamento chiunque può invetare accordi mai avvenuti o con un contenuto completamente diverso
Infatti è significativo che Canfora non abbia citato Putin quando nel 2000 disse che la caduta dell' URSS fu l'evento geopolitico più catastrofico del '900 (renditi conto del peso di una affermazione del genere). Una dichiarazione del genere implica, da sola, l'affermazione della volontà di potenza, e di proiezione sicurezza intorno ai propri confini, che sta alla base dell' esistenza degli Stati e che è indipendente da un fattore come l'espansione della NATO. L'espansione della NATO è una contingenza ma non è una causa. Sostenendo che sia una causa si aderisce, anche inconsapevolmente, alla narrazione russa.
E' molto acuta quella lettura della famosa dichiarazione di Putin del 2000 sul crollo dell'URSS, che, in effetti, a guardarlo da qui quel crollo ha aperto una serie di problemi tragici perchè non risolti (l'assenza di un tavolo delle potenze a ridisegnare il continente dopo un evento di portata simile, un unicum quella assenza nella storia dell'Europa). Pure questa mancanza, questa cesura, a fronte di un evento tanto cataclismatico, perchè? Dopo Napoleone, dopo la prima guerra mondiale, dopo la seconda, si sono sempre aperte assise per sistemare l'Europa, dare una "stabilità", decidere chi ha cosa, gli equilibri.
Putin la definisce catastrofe perchè la caduta degli stati satelliti spoglia la Russia di ogni sicurezza, come la facesse diventare nuda di fronte all'ovest. Su quella definizione non possiamo dargli torto, ci ha visto lungo. Conoscendo anch'egli le leggi deterministiche della geopolitica ha intuito che per la sopravvivenza della Russia come potenza avrebbe dovuto mantenere quel minimo di spazio attorno dove proiettare influenza e dunque sicurezza per sè...con le buone o con le cattive evidentemente.
Allora ci si chiede: perchè nel 2007, quando, alla conferenza di Monaco, Putin chiede conto delle mosse occidentali e domanda agli astanti se quelle mosse non stiano, o non abbiano fini contrari alla sicurezza della Russia, perchè non prendere quella come occasione per rassicurarla questa Russia?
Forse la volontà di potenza (avere uno spazio proprio tra sè e l'occidente, uno spazio che ti definisca come potenza) avrebbe reso comunque inevitabile questa guerra, non lo escludo, ma gli avresti tolto ogni alibi, perchè se la Nato avesse detto che no, fino all'Ucraina non ci arrivo, per Putin iniziare questa guerra sarebbe stato più difficile. Non avrebbe avuto nessuna scusa di minaccia al suo spazio vitale, la "tragedia" della caduta dei paesi satelliti del patto di Varsavia che ha lasciato spogliata la Russia. L'Ucraina e solo quella gli restava.
22 anni dopo la tragedia s'è compiuta per davvero.
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È una risposta al raid israeliano di tempo fa... Solita roba da quelle parti.
Ogni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.
Originariamente Scritto da Bob Terwilliger
Di solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Attacco aereo lanciato sulla base militare ucraina vicino al confine polacco
Un attacco aereo è stato lanciato contro la base militare ucraina Yavoriv nella parte occidentale del Paese vicino al confine polacco. L'ha comunicato l'amministrazione militare regionale di Lviv. "E' stato lanciato un attacco aereo contro il Centro internazionale per il mantenimento della pace e la sicurezza. Secondo i dati preliminari, hanno lanciato otto missili", ha affermato l'amministrazione.
Il centro, a meno di 25 km (15 miglia) dal confine polacco. Si attendono ulteriori informazioni.
Media, Leopoli sotto attacco, esplosioni a Kherson
Molteplici esplosioni sono state udite nelle città di Leopoli e Kherson, Leopoli è sotto attacco missilistico delle forze russe. Lo riferisce il quotidiano ucraino Kyiv Indipendent. Le notizie di esplosioni a Leopoli vengono confermate da giornalisti e testimoni sul posto, riferisce il Guardian. Diverse esplosioni sono state udite poco prima delle 6 ora locale alla periferia della città che si trova nella zona nord-occidentale del Paese, vicino al confine dell'Ucraina con la Polonia. E' la prima volta dall'inizio dell'invasione che alle sirene sono seguite esplosioni.
Cresce pressione Mosca su Kiev, città è sotto assedio
Cresce la pressione delle forze russe su Kiev. Il ministero della Difesa di Mosca parla di "incessante spinta sul campo", riferendo che le forze russe sono avanzate di 12 chilometri (sette miglia) su "un ampio fronte" durante la giornata di ieri, ma senza specificare esattamente dove. Il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko ha affermato che la capitale, descritta venerdì da un alto funzionario ucraino come una "città sotto assedio", sta rafforzando le difese e accumulando cibo e medicine. "Non ci arrenderemo", ha aggiunto il sindaco della capitale ucraina in un videomessaggio.
Sia i funzionari ucraini che quelli russi sabato hanno descritto il rapido peggioramento della situazione umanitaria definendola "catastrofica". Gli attacchi russi hanno distrutto l'aeroporto nella città di Vasylkiv, a sud di Kiev, ha affermato il sindaco della citta'. I sobborghi nord-occidentali della capitale, tra cui Irpin e Bucha, nei giorni scorsi erano state oggetto di pesanti bombardamenti mentre i veicoli corazzati russi avanzano sul confine nord-orientale della capitale ucraina.
Repubblica
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popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Grande Crozza come sempre...
Su una cosa in particolare ha ragione, sono passati 80 anni dalla liberazione per quanto tempo ancora dovremmo essere schiavi degli USA?
Ma basta dai...
Originariamente Scritto da Marco pl
i 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.
E' sempre difficile dare una lettura univoca a quello che dice canfora, perchè mantiene delle posizioni ambivalenti, aprendo sovente delle parentesi che non chiude.
E' il tema che ho lanciato poco giorni fa su strutturalismo e post-strutturalismo, che recupera il motto "non ci sono fatti; ci sono solo interpretazioni".
Benchè non voglia dare etichette, la modalità è la stessa: l'interpretazione di un fenomeno non può mai cristallizzarsi in maniera definitiva, altrimenti diventa essa stessa fatto e crea un vulnus metodologico. Quindi, si aprono continuamente delle interpretazioni, in un loop che si automantiene.
PS: a volte c'è anche un pò di "paraculaggine": se mantieni aperto il ventaglio delle interpretazioni, un giorno potrai dire "eh, vedi che c'ho preso?".
Cronaca e politica estera [Guerra Ucraina-Russia]Thread unico.
La reazione alle parole di canfora è così solida e diffusa che difficilmente lascia pensare a qualcosa di spontaneo e disinteressato.
Quello che dice a me sembra inattaccabile. Poi che la stampa italiana, a partire dai vari Riotta, Gramellini e compagnia cantante, continui a premere sul fatto che non si soffermi sulla sofferenza delle persone, è chiaramente un modo per discreditare tutta l’analisi.
Che l’Ucraina non abbia nessuna chance, militarmente parlando, è ovvio. Che continuare a mandare armi significhi aumentare il costo di vite umane, altrettanto.
Che chiedere un intervento della NATO più o meno diretto, porterebbe a un conflitto aperto e mondiale, pure.
Poi in mezzo ci sono un sacco di sfumature sulle quali discutere. Una di queste è il concetto di autodeterminazione dei popoli che è probabilmente da aggiornare, non solo visto i trascorsi della decolonizzazione, ma anche alla luce di un mondo globalizzato. Le sfere di influenza esistono, persino per le non-potenze ricche e indipendenti da sempre (come la Svizzera), figuriamoci per quelle povere e assoggettate.
E' sempre difficile dare una lettura univoca a quello che dice canfora, perchè mantiene delle posizioni ambivalenti, aprendo sovente delle parentesi che non chiude.
E' il tema che ho lanciato poco giorni fa su strutturalismo e post-strutturalismo, che recupera il motto "non ci sono fatti; ci sono solo interpretazioni".
Benchè non voglia dare etichette, la modalità è la stessa: l'interpretazione di un fenomeno non può mai cristallizzarsi in maniera definitiva, altrimenti diventa essa stessa fatto e crea un vulnus metodologico. Quindi, si aprono continuamente delle interpretazioni, in un loop che si automantiene.
PS: a volte c'è anche un pò di "paraculaggine": se mantieni aperto il ventaglio delle interpretazioni, un giorno potrai dire "eh, vedi che c'ho preso?".
Concordo, d'altra parte Canfora proviene da quel milieu (anche ideologico) lì e interpreta i "fatti" o le cause con quel paradigma lì. Siccome però si tratta di una delle ormai non molte teste pensanti in proprio rimaste in Italia, ci può aiutare a ricavare delle nostre interpretazioni, sulla base dei risvolti o dei punti di vista non conformi (rispetto alla assenza di ogni critica che non sia predeterminata dallo schiacciarsi sul "Putin cattivo" o "Russia come la Germania del '39" che si trova ormai sui media, con Putin che pare dipinto come Hitler, con addirittura le stesse indagini sulla sua infazia o le sue "malattie" che si facevano in Europa nei tempi della tempesta mondiale) che ci offre.
Compito degli intellettuali è provocare un dibattito. Un dibattito non può svilupparsi attorno a posizioni date a priori ("Putin è il Cattivo e tutto quello che ha fatto e fa è il Male"), come fossero patenti di legittimità a parlare, perchè a quel punto il dibattito e la ricerca storica sono già viziati dal macigno ideologico, quindi falsi in partenza.
Il dibattito, ed i dibattenti, devono poter essere liberi di aggredire l'argomento da qualunque parte, senza tabù. Le conclusioni si devono ricavare alla fine del percorso dibattimentale, non dalle premesse ("Putin è il cattivo perchè da piccolo mordeva i compagni di gioco"). Solo così è possibile indagare le cause che hanno mosso gli eventi.
...ma di noi
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La reazione alle parole di canfora è così solida e diffusa che difficilmente lascia pensare a qualcosa di spontaneo e disinteressato.
Quello che dice a me sembra inattaccabile. Poi che la stampa italiana, a partire dai vari Riotta, Gramellini e compagnia cantante, continui a premere sul fatto che non si soffermi sulla sofferenza delle persone, è chiaramente un modo per discreditare tutta l’analisi.
Che l’Ucraina non abbia nessuna chance, militarmente parlando, è ovvio. Che continuare a mandare armi significhi aumentare il costo di vite umane, altrettanto.
Che chiedere un intervento della NATO più o meno diretto, porterebbe a un conflitto aperto e mondiale, pure.
Poi in mezzo ci sono un sacco di sfumature sulle quali discutere. Una di queste è il concetto di autodeterminazione dei popoli che è probabilmente da aggiornare, non solo visto i trascorsi della decolonizzazione, ma anche alla luce di un mondo globalizzato. Le sfere di influenza esistono, persino per le non-potenze ricche e indipendenti da sempre (come la Svizzera), figuriamoci per quelle povere e assoggettate.
Nella parte in neretto fai alcune assunzioni discutibili, voglio dire, a molti anche che ne capiscono non è chiaro, quindi dovresti considerarlo come una tua opinione.
Per non perdere troppo "simmetria" nel topic riporto anche l'intervento di Gramellini:
Capirsi è impossibile
(Massimo Gramellini – corriere.it) – Quando uno storico stimabile come il professor Canfora definisce i profughi «dei passanti» e dice che l’invasione dell’Ucraina è colpa soltanto dell’Ucraina, significa che il dialogo non è possibile. Quando una filosofa autorevole come la professoressa Di Cesare spiega, quasi indispettita dalla domanda, che gli ucraini impegnati a combattere in difesa delle proprie case non vanno chiamati «resistenti» e, lungi dall’esprimere mezza parola di condanna dell’operato di Putin, afferma che accusarlo sarebbe «una semplificazione», significa che non può esserci dibattito. Di che cosa dovremmo dibattere, di grazia, se un fatto oggettivo – A ha invaso B – viene rovesciato come nella favola del lupo e dell’agnello, e chi si permette di farlo notare è accusato di essere imperialista o ingenuo perché «la verità non è mai quella che appare»?
Riconosco la mia impazienza, anche se mi sforzo di guardare le cose con i loro occhi e passo le ore a rammaricarmi per l’estensione a est della Nato, per l’esistenza della Nato, per la mia stessa esistenza. Però un dialogo ha senso se serve ad avvicinare le posizioni di un millimetro. In cambio dell’ammissione che tutto quanto succede al mondo è sempre un po’ colpa di Biden, mi accontenterei che i Canfora e le Di Cesare riconoscessero che Putin sta bombardando una nazione che non aveva bombardato la sua. E che quando qualcuno viene picchiato da uno molto più grosso di lui, si invita il più grosso a smetterla, non il più debole.
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