Islamici in piazza al grido di Allah Akbar: "Francesi chiedano scusa sennò son guai"
Tra tesi complottiste e neanche tanto velate minacce, la comunità islamica di Roma è scesa in piazza al grido di "Allah Akbar" per difendere l'onore del Profeta dagli attacchi della satira d'Oltralpe. "L'attentato? È un complotto contro di noi" e ancora: "Se i francesi non riconoscono il loro errore si abbatterà su di loro un disastro".
Ventiquattrore dopo la barbara strage nella basilica di Notre-Dame a Nizza, il grido “Allah Akbar” risuona davanti ad un’altra chiesa. Siamo a piazza Vidoni, accanto alla basilica di Sant’Andrea della Valle, nel cuore della Capitale.
Decine di fedeli musulmani si sono riuniti per difendere l’onore del Profeta dagli attacchi della satira d’Oltralpe e invocare le dimissioni del presidente francese Emmanuel Macron.
“Scatenare le forze di sicurezza contro le moschee e le associazioni di musulmani in Francia è un’azione radicale che fomenta la cultura del sospetto e dello scontro”, si legge nel comunicato diffuso durante la manifestazione. Una delle tante proteste anti-francesi organizzate in tutto il mondo nel giorno sacro per i musulmani: dal Pakistan, al Libano, dal Bangladesh a Gaza, fino a Roma.
La condanna per l’attentato di Nizza è ferma, come è ferma quella verso gli “estremismi violenti”. “Nulla hanno a che vedere con gli insegnamenti della nostra religione e il nostro credo”, specifica l’Unione delle Comunità e Organizzazioni islamiche in Italia. Ma in piazza non tutti sono pronti a chiedere scusa alla Francia per l’ennesimo attacco di matrice jihadista. “Non senti di doverti scusare a nome della tua comunità?”, chiediamo a un manifestante di origine tunisina. “No assolutamente no, è Macron che deve scusarsi con noi”, è la risposta.
“Siamo qui per chiedere che la smettano di fare quello che fanno e di dire quello che dicono”, dice un ragazzo africano con riferimento alle caricature di Maometto pubblicate dal settimanale francese Charlie Hebdo. Le stesse che sono state mostrate in classe da Samuel Paty. Un gesto che gli è costato la vita. “I francesi sono colpevoli – va avanti il giovane – perché se non fossero colpevoli queste manifestazioni non ci sarebbero e le persone non verrebbero uccise, specialmente in Francia”.
“I francesi devono ammettere il loro errore sennò – mette in guardia lo straniero – ogni disastro si abbatterà su di loro, tutti i musulmani si uniranno per supportare questa causa”. E a proposito di chi ha seminato il terrore a Nizza non ha dubbi: “Non possono prendere Macron e allora uccidono i francesi”.
Articolo completo su :
Tra tesi complottiste e neanche tanto velate minacce, la comunità islamica di Roma è scesa in piazza al grido di "Allah Akbar" per difendere l'onore del Profeta dagli attacchi della satira d'Oltralpe. "L'attentato? È un complotto contro di noi" e ancora: "Se i francesi non riconoscono il loro errore si abbatterà su di loro un disastro".
Ventiquattrore dopo la barbara strage nella basilica di Notre-Dame a Nizza, il grido “Allah Akbar” risuona davanti ad un’altra chiesa. Siamo a piazza Vidoni, accanto alla basilica di Sant’Andrea della Valle, nel cuore della Capitale.
Decine di fedeli musulmani si sono riuniti per difendere l’onore del Profeta dagli attacchi della satira d’Oltralpe e invocare le dimissioni del presidente francese Emmanuel Macron.
“Scatenare le forze di sicurezza contro le moschee e le associazioni di musulmani in Francia è un’azione radicale che fomenta la cultura del sospetto e dello scontro”, si legge nel comunicato diffuso durante la manifestazione. Una delle tante proteste anti-francesi organizzate in tutto il mondo nel giorno sacro per i musulmani: dal Pakistan, al Libano, dal Bangladesh a Gaza, fino a Roma.
La condanna per l’attentato di Nizza è ferma, come è ferma quella verso gli “estremismi violenti”. “Nulla hanno a che vedere con gli insegnamenti della nostra religione e il nostro credo”, specifica l’Unione delle Comunità e Organizzazioni islamiche in Italia. Ma in piazza non tutti sono pronti a chiedere scusa alla Francia per l’ennesimo attacco di matrice jihadista. “Non senti di doverti scusare a nome della tua comunità?”, chiediamo a un manifestante di origine tunisina. “No assolutamente no, è Macron che deve scusarsi con noi”, è la risposta.
“Siamo qui per chiedere che la smettano di fare quello che fanno e di dire quello che dicono”, dice un ragazzo africano con riferimento alle caricature di Maometto pubblicate dal settimanale francese Charlie Hebdo. Le stesse che sono state mostrate in classe da Samuel Paty. Un gesto che gli è costato la vita. “I francesi sono colpevoli – va avanti il giovane – perché se non fossero colpevoli queste manifestazioni non ci sarebbero e le persone non verrebbero uccise, specialmente in Francia”.
“I francesi devono ammettere il loro errore sennò – mette in guardia lo straniero – ogni disastro si abbatterà su di loro, tutti i musulmani si uniranno per supportare questa causa”. E a proposito di chi ha seminato il terrore a Nizza non ha dubbi: “Non possono prendere Macron e allora uccidono i francesi”.
Articolo completo su :
Commenta