Cronaca e politica estera [Equilibri mondiali] Thread unico.

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    Francia, il governo verso la crisi: Bayrou chiede la fiducia, l'8 settembre la probabile caduta. «La situazione finanziaria è grave»

    Il premier François Bayrou ha lanciato l'allarme deficit e annunciato «la manovra più importante della nostra storia». Ma l'8 settembre non avrà la fiducia

    L’8 settembre il governo cade. Oppure la Francia attraversa la peggiore stagione d’austerità dei tempi recenti: «La situazione è grave».

    Pallido come un premier che non è andato in vacanza, François Bayrou riapre l’arena politica a Parigi con un annuncio in conferenza stampa, i ministri schierati in prima fila: d’accordo con il presidente Emmanuel Macron, che ha appena visto nella residenza estiva (lui sì) di Bregançon, il Parlamento (che da calendario riaprirebbe il 22 settembre) si riunirà in seduta straordinaria tra due settimane per votare la fiducia. Non sulle misure specifiche della dieta economica, ma sul principio: «Ci attende la finanziaria più importante della nostra storia», 44 miliardi di riduzione del deficit in 4 anni per scongiurare, sostiene, il rischio certo di sovraindebitamento; lo Stato di crisi.

    ​ Uno sguardo agli appunti, che non legge, un paio di sorsi d’acqua. Attore politico navigato, ma stanco, Bayrou arriva alla notizia dopo ampi cenni di macroeconomia e di caos globale. «La legge internazionale derisa, i grandi imperi che si impongono con la forza, la tragedia del Medio Oriente...». E poi la concorrenza sleale della Cina, i dazi imposti dall’America, Bruxelles che «dovrebbe parlare a una sola voce e non lo fa». Citazione aperta dell’ex premier italiano già presidente della Bce Mario Draghi a Rimini: «Il sogno di un’Europa che conta nel mondo è svanito».

    Tutto questo per dire che la Francia da vent’anni procede indebitandosi, e che non può più permetterselo: «Fino a quando possiamo fingere di non vedere?». S’è parlato di riduzione delle indennità di disoccupazione, e soprattutto dell’impopolarissima abolizione di due giorni festivi. Il premier avverte che è tutto ancora negoziabile, che il luogo per indicare i tagli sarà il dibattito parlamentare in autunno sulla finanziaria.

    Se ci arriva, però. Centrista di minoranza, nato al termine di lunghe trattative, il governo Bayrou deve per sopravvivere trovare voti a destra e a manca. Gli estremi sono i primi a remare contro: no immediato del Rassemblement National (Marine Le Pen invoca lo scioglimento delle Camere) e della France Insoumise dell’arcinemico Jean-Luc Mélenchon. Nemmeno la leader degli Ecologisti, Marine Tondelier, lascia sperare: «Voto di fiducia uguale dimissioni».

    ​CorSera
    ...ma di noi
    sopra una sola teca di cristallo
    popoli studiosi scriveranno
    forse, tra mille inverni
    «nessun vincolo univa questi morti
    nella necropoli deserta»

    C. Campo - Moriremo Lontani


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      Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
      Francia, il governo verso la crisi: Bayrou chiede la fiducia, l'8 settembre la probabile caduta. «La situazione finanziaria è grave»

      Il premier François Bayrou ha lanciato l'allarme deficit e annunciato «la manovra più importante della nostra storia». Ma l'8 settembre non avrà la fiducia

      L’8 settembre il governo cade. Oppure la Francia attraversa la peggiore stagione d’austerità dei tempi recenti: «La situazione è grave».

      Pallido come un premier che non è andato in vacanza, François Bayrou riapre l’arena politica a Parigi con un annuncio in conferenza stampa, i ministri schierati in prima fila: d’accordo con il presidente Emmanuel Macron, che ha appena visto nella residenza estiva (lui sì) di Bregançon, il Parlamento (che da calendario riaprirebbe il 22 settembre) si riunirà in seduta straordinaria tra due settimane per votare la fiducia. Non sulle misure specifiche della dieta economica, ma sul principio: «Ci attende la finanziaria più importante della nostra storia», 44 miliardi di riduzione del deficit in 4 anni per scongiurare, sostiene, il rischio certo di sovraindebitamento; lo Stato di crisi.

      Uno sguardo agli appunti, che non legge, un paio di sorsi d’acqua. Attore politico navigato, ma stanco, Bayrou arriva alla notizia dopo ampi cenni di macroeconomia e di caos globale. «La legge internazionale derisa, i grandi imperi che si impongono con la forza, la tragedia del Medio Oriente...». E poi la concorrenza sleale della Cina, i dazi imposti dall’America, Bruxelles che «dovrebbe parlare a una sola voce e non lo fa». Citazione aperta dell’ex premier italiano già presidente della Bce Mario Draghi a Rimini: «Il sogno di un’Europa che conta nel mondo è svanito».

      Tutto questo per dire che la Francia da vent’anni procede indebitandosi, e che non può più permetterselo: «Fino a quando possiamo fingere di non vedere?». S’è parlato di riduzione delle indennità di disoccupazione, e soprattutto dell’impopolarissima abolizione di due giorni festivi. Il premier avverte che è tutto ancora negoziabile, che il luogo per indicare i tagli sarà il dibattito parlamentare in autunno sulla finanziaria.

      Se ci arriva, però. Centrista di minoranza, nato al termine di lunghe trattative, il governo Bayrou deve per sopravvivere trovare voti a destra e a manca. Gli estremi sono i primi a remare contro: no immediato del Rassemblement National (Marine Le Pen invoca lo scioglimento delle Camere) e della France Insoumise dell’arcinemico Jean-Luc Mélenchon. Nemmeno la leader degli Ecologisti, Marine Tondelier, lascia sperare: «Voto di fiducia uguale dimissioni».

      ​CorSera
      Era solo questione di tempo, si era capito il giorno che fecero quell'ammucchiata selvaggia pur di non vedere RN al governo.
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      • zuse
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        Marco Travaglio da ll Fatto Quotidiano
        L’AMICO TERRORISTA
        Che ingenui: speravamo che l’arresto in Italia dell’agente ucraino, ricercato dai giudici tedeschi per il più grave attentato degli ultimi decenni a un’infrastruttura strategica europea (i gasdotti Nord Stream), aprisse gli occhi a qualcuno sul terrorismo di Stato made in Kiev. Tantopiù che per la magistratura italiana è un “terrorista” e i pm di Genova lo sospettano pure per l’attacco a una delle quattro petroliere sabotate di recente in acque italiane.
        Invece niente. Silenzio di tomba da UE, NATO, governo, Quirinale, politici, esternatori e twittatori compulsivi su ogni stormir di fronda dal fronte ucraino.
        Volete mettere il “contenitore per le feci” che Putin avrebbe portato in Alaska per nasconderci le sue 70-80 malattie mortali? Quella sì che è una notizia, mica il fatto che il regime ucraino, come profetizzato da Biden, fece saltare il gasdotto più lungo del mondo che forniva il gas russo all’Europa. Cioè decise con un atto terroristico la politica energetica dell’UE, fece schizzare prezzi e bollette e ci costrinse a spendere il quadruplo col gas USA.
        E le vittime dell’atto di guerra, per punire l’Ucraina, continuano a riempirla di soldi e di armi perché “combatte per noi” (figurarsi se combattesse contro). E a invitarla a entrare in Europa (non più via mare, si spera).
        La stampa di regime tiene bassa la notizia, come se il capitano Kuznietsov, capo di un’unità d’élite ingaggiato dai Servizi ucraini con altri sei per l’Operazione Diametro contro i gasdotti, avesse fatto tutto di testa sua e si fosse arruolato da solo.
        E come se un anno fa il governo polacco non avesse ospitato e poi fatto fuggire sull’auto diplomatica dell’ambasciata di Kiev un altro terrorista ucraino ricercato, Zhuravlov, ora ben protetto nel suo Paese dal mandato di cattura tedesco.
        Nell’imbarazzante e imbarazzato silenzio generale, il ministro della Giustizia tedesco Hubig, che dovrebbe pretendere da Roma e Kiev l’estradizione dei due fuggiaschi, comunica: “Restiamo fermamente dalla parte dell’Ucraina, ma siamo anche uno Stato di diritto che indaga i crimini fino in fondo” (manca poco che aggiunga “purtroppo”).
        Ma certo, in fondo l’Ucraina ci ha solo chiuso il rubinetto del gas a suon di bombe e ci manda solo i suoi spioni a farci gli attentati in casa, che sarà mai.
        Immaginate se – come sostennero comicamente USA e UE – i gasdotti li avessero distrutti i russi. Ora i governi e la stampa al seguito sarebbero in assetto di guerra (più di quanto già non siano) per sanzionare e bombardare il nemico che ha attaccato un socio della NATO.
        Invece tutti zitti, sennò dovrebbero dichiarare guerra all’amico, cioè all’unico Paese che finora ha attaccato l’UE: l’Ucraina.
        Chi invoca l’articolo 5 NATO e le altre garanzie di sicurezza per difendere Kiev dovrebbe invocarli per difenderci da Kiev.
        Fede, se hai abbonamento fatto (diversamente nn è possibile leggerlo) sarebbe gradito postassi sempre le perle del giorno che la FACCIA del giornalismo italiano ci scrive

        Grazie

        Potremmo poi chiedere a Sergio di creare bot utente dandogli in pasto tutti gli editoriali del Marchetto travaglio nostro ed averlo finalmente qui come utente (anche se sicuro quello vero già ci legge)




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        • Sean
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          La provocazione di Marla-Svenja Liebich, il neonazista più celebre di Germania: si dichiara trans per scontare la pena nel carcere femminile

          Nell’estate 2024, con il carcere a un anno e sei mesi ormai incombenti ha cambiato sesso: in Germania, infatti, basta una semplice dichiarazione all’ufficio competente

          Quando Marla-Svenja Liebich si presenterà nel carcere di Halle venerdì prossimo, avrà fine il tormentone tedesco di questa tarda estate: andrà nell’ala femminile o in quella maschile? Pochi dubbi che Liebich sia il neonazi più celebre della Germania: una carriera trentennale, segnata da razzismo, attivismo e performance surreali, che l’hanno reso un nome popolare. Fino all’ultima giravolta: nell’estate 2024, con il carcere a un anno e sei mesi ormai incombenti — vista la sfilza di condanne e multe — ha cambiato sesso. E così, da Sven diventata Svenja con una semplice dichiarazione all’ufficio competente, ha preteso di finire in cella tra le donne. La direttrice del carcere dice che lì, all’inizio, dovrebbe andare, perché bisogna obbedire alla legge.

          Qualche attivista trans, e perfino la claque neonazi, canta vittoria. «Maria Svenja Liebich non deve essere rinchiusa in una prigione per uomini! I diritti delle persone trans sono diritti umani!!! Riconoscetela per ciò che è e che è sempre stata: Una donna»: ed è difficile distinguere su X tra account satirici, parodie e l’estremismo attivista (quest’ultimo post è satira). Svenja, 54 anni, ha imbracciato il nuovo ruolo da par suo, e si presenta in foto con un cappello di paglia a tese larghe, occhialetti da John Lennon, rossetto rosso, orecchini d’oro e baffi da conservatore dell’Ottocento. Se l’obiettivo era far andare in tilt il sistema o almeno i social, ci è riuscita/o.

          Pochi dubbi, invece, su come la pensi. Ancora tre anni fa, definiva i trans «parassiti della società», uno dei suoi bersagli prediletti, i «transfascisti». Ma è almeno dai primi anni Novanta che Liebich è attivo sulla scena d’estrema destra, in cerca di visibilità, in quei luoghi marginali, periferici della Sassonia e Germania dell’Est dove hanno attecchito gruppuscoli neonazisti. Dall’inizio, Svenja era il capo di Blood & Honor, poi vendeva per corrispondenza cassette di rock neonazi (Rechtsrock), scriveva sul blog Halle Leaks finché non fu chiuso per i contenuti d’odio, e campava vendendo magliette e spillette, rifilando nel campionario delle scritte sulle T-shirt una serie di slogan razzisti. Ha venduto anche mazze da baseball anti-migranti («il miglior mezzo per farli tornare a casa»). E durante il Covid, dov’era ovviamente un attivista no vax, stelle di Davide gialle con dentro scritto: io non mi vaccino. Per tutte queste cose, è stato multato, o condannato.

          Ma mai ha fatto parlare di sé come con questa parodia di transizione di genere. Il fatto è che per la legge è donna. I commentatori conservatori, e anche quelli che occhieggiano all’Afd — nella nuova galassia giornalista dell’ultradestra tedesca — ci sono andati a nozze. Julian Reichelt, ex direttore della Bild ora a capo del magazine Nius — si rifiuta di usare il femminile per Sven: «Chiunque segua le notizie sul neonazista Sven Liebich può giungere a una sola conclusione: il governo semaforo è riuscito per legge a costringere quasi l’intero panorama mediatico tedesco a dire il falso e a sostenere cose grottescamente sbagliate. Sven Liebich non è una donna», ha scritto. Citato in giudizio, Reichelt ha vinto la causa contro l’interessato. Ci sarebbe margine per posizioni più ragionevoli, come quelle del giurista Christian Rath, che ritiene la registrazione all’anagrafe di Liebich «abusiva»: «Chi cambia il sesso solo a scopo provocatorio sarà probabilmente trattato come uomo nel sistema penitenziario». Ma di questa sensatezza nel dibattito non c’è traccia, perché Liebich è riuscito ad aprire un vero Kulturkampf, una guerra culturale.

          Ma come ha fatto la Germania a infilarsi in un simile ginepraio? Quella legge, ora, sembra non avere padri. Fu concepita dal governo semaforo, sotto la spinta di un gruppetto woke, prevalentemente dei Verdi. Si pensò che riguardasse poche persone, che non interessava veramente nessuno: i Verdi ora cascano dal pero, i liberali fanno spallucce come se non li riguardasse, la Spd ha e aveva altri guai, e quella legge sembrò un modo facile per allargare i diritti. Furono ignorati gli avvertimenti che il cambio di sesso facilitato, fin dall’adolescenza, può avere effetti destabilizzanti, fu snobbata la discussione sugli sport. Soprattutto, non si capirono i tempi polarizzati, né il potenziale esplosivo che i militanti di destra (o i woke) potevano innescare. Non era ancora arrivata la sentenza dell’Alta Corte britannica, il verdetto del buonsenso che sancì la tutela dei diritti trans ma dice che i sessi sono due e che donna è chi è biologicamente donna, dando un po’ di sollievo — e finalmente un appiglio normativo, e culturale alto — alle posizioni meno radicali. Invece, in Germania qualcosa è andato storto. Regalando l’ora di massima notorietà, l’illusione di dettare il dibattito a lungo inseguita, a uno dei suoi peggiori neonazisti.​

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          CorSera
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            Come fai a non augurare alla Europa di finire soffocata dal suo stesso liquame? Mi dispiaccio soltanto che l'armata russa non sia più quella dei tempi sovietici, e non ce la farebbe purtroppo ad arrivare a Berlino e Parigi per fare opera di pulizia e mettere un pò d'ordine.

            L'Europa repelle sia ai russi che agli americani (ma anche ai cinesi, ma anche ai governi africani)? E vorrei vedere.
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ID:	16351313Per quelli invece che mettono in dubbio che Israele stia usando la carestia come arma, tutti belli con le spallucce al coperto, auguro la stessa fine, ossia di stenti.
              Fede, ti faccio una domanda perché voglio davvero capire. In questi anni sono accaduti ripetutamente episodi analoghi compiuti dai russi ai danni di ospedali ucraini e delle persone che vi erano dentro. Perché in questi anni non ti sei mai scandalizzato accusando Putin e le persone che anche in Italia fanno spallucce?

              Alcuni (tra gli innumerevoli) riferimenti:

              The Guardian has visited three frontline hospitals to hear from women who say they have been left fearful of childbirth after more than 80 attacks on maternity units since Russia’s full-scale invasion


              MSF condemns recent missile and artillery strikes and calls for the protection of medical facilities.


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                Grazie

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                Non ho l'abbonamento, mi ha mandato direttamente l'articolo per mail.
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                  Fede, ti faccio una domanda perché voglio davvero capire. In questi anni sono accaduti ripetutamente episodi analoghi compiuti dai russi ai danni di ospedali ucraini e delle persone che vi erano dentro. Perché in questi anni non ti sei mai scandalizzato accusando Putin e le persone che anche in Italia fanno spallucce?
                  Te l'ho detto diverse volte, sarà l'ultima, in Ucraina si affrontano due stati: Ucraina (con l'appoggio USA/UE) e Russia, non entro del merito di aggressore/aggredito, non ha senso, a meno che non si studi la storia a ritroso, da quelle famose "cause". In Palestina, perchè la guerra è nelle terre dei palestinesi, uno stato, Israele, con l'appoggio USA e un popolo che uno stato non lo ha.
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                    Te l'ho detto diverse volte, sarà l'ultima, in Ucraina si affrontano due stati: Ucraina (con l'appoggio USA/UE) e Russia, non entro del merito di aggressore/aggredito, non ha senso, a meno che non si studi la storia a ritroso, da quelle famose "cause". In Palestina, perchè la guerra è nelle terre dei palestinesi, uno stato, Israele, con l'appoggio USA e un popolo che uno stato non lo ha.
                    Non credo che la presenza o meno di uno stato possa costituire un'attenuante. Anche in un conflitto tra due stati, i crimini di guerra restano tali e vanno condannati senza ambiguità. Colpire civili e ospedali non perde gravità a seconda di chi sia l’offeso, e dovrebbe scandalizzare sempre, non a fasi alterne.

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                      Te l'ho detto diverse volte, sarà l'ultima, in Ucraina si affrontano due stati: Ucraina (con l'appoggio USA/UE) e Russia, non entro del merito di aggressore/aggredito, non ha senso, a meno che non si studi la storia a ritroso, da quelle famose "cause". In Palestina, perchè la guerra è nelle terre dei palestinesi, uno stato, Israele, con l'appoggio USA e un popolo che uno stato non lo ha.
                      Ti stai bevendo propaganda neocon, però la versione imperiale russa

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                        Ti stai bevendo propaganda neocon, però la versione imperiale russa
                        Leggendo alcuni utenti del forum potevo bere di molto peggio.
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                          Non mi ricordo bene qualche propaganda dava la Russia fallita in sei mesi.




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                          • germanomosconi
                            Bodyweb Senior
                            • Jan 2007
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                            • 809
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                            • pordenone
                            • Send PM

                            Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                            La provocazione di Marla-Svenja Liebich, il neonazista più celebre di Germania: si dichiara trans per scontare la pena nel carcere femminile

                            Nell’estate 2024, con il carcere a un anno e sei mesi ormai incombenti ha cambiato sesso: in Germania, infatti, basta una semplice dichiarazione all’ufficio competente

                            Quando Marla-Svenja Liebich si presenterà nel carcere di Halle venerdì prossimo, avrà fine il tormentone tedesco di questa tarda estate: andrà nell’ala femminile o in quella maschile? Pochi dubbi che Liebich sia il neonazi più celebre della Germania: una carriera trentennale, segnata da razzismo, attivismo e performance surreali, che l’hanno reso un nome popolare. Fino all’ultima giravolta: nell’estate 2024, con il carcere a un anno e sei mesi ormai incombenti — vista la sfilza di condanne e multe — ha cambiato sesso. E così, da Sven diventata Svenja con una semplice dichiarazione all’ufficio competente, ha preteso di finire in cella tra le donne. La direttrice del carcere dice che lì, all’inizio, dovrebbe andare, perché bisogna obbedire alla legge.

                            Qualche attivista trans, e perfino la claque neonazi, canta vittoria. «Maria Svenja Liebich non deve essere rinchiusa in una prigione per uomini! I diritti delle persone trans sono diritti umani!!! Riconoscetela per ciò che è e che è sempre stata: Una donna»: ed è difficile distinguere su X tra account satirici, parodie e l’estremismo attivista (quest’ultimo post è satira). Svenja, 54 anni, ha imbracciato il nuovo ruolo da par suo, e si presenta in foto con un cappello di paglia a tese larghe, occhialetti da John Lennon, rossetto rosso, orecchini d’oro e baffi da conservatore dell’Ottocento. Se l’obiettivo era far andare in tilt il sistema o almeno i social, ci è riuscita/o.

                            Pochi dubbi, invece, su come la pensi. Ancora tre anni fa, definiva i trans «parassiti della società», uno dei suoi bersagli prediletti, i «transfascisti». Ma è almeno dai primi anni Novanta che Liebich è attivo sulla scena d’estrema destra, in cerca di visibilità, in quei luoghi marginali, periferici della Sassonia e Germania dell’Est dove hanno attecchito gruppuscoli neonazisti. Dall’inizio, Svenja era il capo di Blood & Honor, poi vendeva per corrispondenza cassette di rock neonazi (Rechtsrock), scriveva sul blog Halle Leaks finché non fu chiuso per i contenuti d’odio, e campava vendendo magliette e spillette, rifilando nel campionario delle scritte sulle T-shirt una serie di slogan razzisti. Ha venduto anche mazze da baseball anti-migranti («il miglior mezzo per farli tornare a casa»). E durante il Covid, dov’era ovviamente un attivista no vax, stelle di Davide gialle con dentro scritto: io non mi vaccino. Per tutte queste cose, è stato multato, o condannato.

                            Ma mai ha fatto parlare di sé come con questa parodia di transizione di genere. Il fatto è che per la legge è donna. I commentatori conservatori, e anche quelli che occhieggiano all’Afd — nella nuova galassia giornalista dell’ultradestra tedesca — ci sono andati a nozze. Julian Reichelt, ex direttore della Bild ora a capo del magazine Nius — si rifiuta di usare il femminile per Sven: «Chiunque segua le notizie sul neonazista Sven Liebich può giungere a una sola conclusione: il governo semaforo è riuscito per legge a costringere quasi l’intero panorama mediatico tedesco a dire il falso e a sostenere cose grottescamente sbagliate. Sven Liebich non è una donna», ha scritto. Citato in giudizio, Reichelt ha vinto la causa contro l’interessato. Ci sarebbe margine per posizioni più ragionevoli, come quelle del giurista Christian Rath, che ritiene la registrazione all’anagrafe di Liebich «abusiva»: «Chi cambia il sesso solo a scopo provocatorio sarà probabilmente trattato come uomo nel sistema penitenziario». Ma di questa sensatezza nel dibattito non c’è traccia, perché Liebich è riuscito ad aprire un vero Kulturkampf, una guerra culturale.

                            Ma come ha fatto la Germania a infilarsi in un simile ginepraio? Quella legge, ora, sembra non avere padri. Fu concepita dal governo semaforo, sotto la spinta di un gruppetto woke, prevalentemente dei Verdi. Si pensò che riguardasse poche persone, che non interessava veramente nessuno: i Verdi ora cascano dal pero, i liberali fanno spallucce come se non li riguardasse, la Spd ha e aveva altri guai, e quella legge sembrò un modo facile per allargare i diritti. Furono ignorati gli avvertimenti che il cambio di sesso facilitato, fin dall’adolescenza, può avere effetti destabilizzanti, fu snobbata la discussione sugli sport. Soprattutto, non si capirono i tempi polarizzati, né il potenziale esplosivo che i militanti di destra (o i woke) potevano innescare. Non era ancora arrivata la sentenza dell’Alta Corte britannica, il verdetto del buonsenso che sancì la tutela dei diritti trans ma dice che i sessi sono due e che donna è chi è biologicamente donna, dando un po’ di sollievo — e finalmente un appiglio normativo, e culturale alto — alle posizioni meno radicali. Invece, in Germania qualcosa è andato storto. Regalando l’ora di massima notorietà, l’illusione di dettare il dibattito a lungo inseguita, a uno dei suoi peggiori neonazisti.

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                            CorSera
                            questo è un capolavoro
                            Originariamente Scritto da Marco pl
                            i 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.
                            Originariamente Scritto da master wallace
                            IO? Mai masturbato.
                            Originariamente Scritto da master wallace
                            Io sono drogato..

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                            • Barone Bizzio
                              Bodyweb Senior
                              • Dec 2008
                              • 11902
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                              Originariamente Scritto da fede79 Visualizza Messaggio

                              Leggendo alcuni utenti del forum potevo bere di molto peggio.
                              Beh in questo forum la dottrina dell'intervento umanitario (paccottiglia) e quella della guerra preventiva (altra paccotiglia) sono accettare perché provengono dalla Russia, quindi vanno bene perché in funzione anti americana.
                              Mentre viene stigmatizzata la posizione di chi sostiene che sia stata la Russia ad aggredire l'Ucraina, perché gli USA hanno armato l'Ucraina da Euromaidan in poi. Roba da ridere per non piangere

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                              • Barone Bizzio
                                Bodyweb Senior
                                • Dec 2008
                                • 11902
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                                Originariamente Scritto da zuse Visualizza Messaggio
                                Non mi ricordo bene qualche propaganda dava la Russia fallita in sei mesi.
                                Basta str***ate dai, della propaganda pro usa o pro UE non mi interesso

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