Cronaca e politica estera [Equilibri mondiali] Thread unico.

Collapse
X
 
  • Filter
  • Ora
  • Show
Clear All
new posts
  • Sean
    Csar
    • Sep 2007
    • 123586
    • 3,952
    • 3,801
    • Italy [IT]
    • In piedi tra le rovine
    • Send PM

    Trump: «No a truppe Usa in Ucraina». Per il trilaterale con Putin e Zelensky spunta l’ipotesi Budapest

    La Casa Bianca: «Da Putin ok all’incontro con il presidente ucraino. L’apertura di Washington sul fornire copertura aerea a Kiev»

    Donald Trump non invierà soldati americani sul campo come parte delle garanzie di sicurezza all’Ucraina su cui si lavora nello sforzo per porre fine alla guerra con la Russia. «Ve lo assicuro. E sono il presidente», ha detto in un’intervista ieri a Fox News. Gli Stati Uniti avranno un ruolo di «coordinamento». Ma Trump non ha escluso un «supporto aereo»: «Loro (gli europei, ndr) sono pronti a mettere truppe sul terreno, noi siamo pronti ad aiutarli con alcune cose, probabilmente dal punto di vista aereo perché nessuno ha le cose che abbiamo noi». Trump non ha dato altri dettagli, ma supporto aereo può significare cose diverse, come osservano gli esperti: semplicemente fornire più sistemi di difesa aerea a Kiev oppure un ruolo più attivo degli Usa che includa l’uso dei caccia per far rispettare una no-fly zone. La sua portavoce Karoline Leavitt ha definito ieri il supporto aereo «un’opzione».

    In parallelo le diplomazie sono al lavoro per identificare la sede del possibile bilaterale Putin-Zelensky annunciato da Trump lunedì sera, come pure un luogo per il trilaterale successivo. Trump aveva presentato entusiasticamente l’idea di un trilaterale come modo migliore per porre fine alla guerra. Ma come ha riferito Zelensky lunedì sera in conferenza stampa davanti alla Casa Bianca, Putin avrebbe detto di preferire prima un bilaterale.. Il leader ucraino si è detto pronto a «qualunque formato per l’incontro». Secondo Politico, la sede favorita dalla Casa Bianca per il trilaterale sarebbe l’Ungheria: il premier Victor Orbán è vicino a Trump sin dal primo mandato.

    L’Europa

    Dall’Europa arriva soprattutto un segnale: le garanzie di sicurezza per proteggere l’Ucraina devono essere «solide», come ha più volte detto il presidente francese Emmanuel Macron e ieri l’ha ripetuto anche l’Alta rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Kaja Kallas. Lo stesso Macron e il premier britannico Kier Starmer insistono sulla necessità di inviare un contingente militare in Ucraina. Il cancelliere tedesco Friedrich Merz non esclude di partecipare alla missione. La presidente del consiglio Giorgia Meloni resta contraria. Ma tutti gli europei concordano su un punto: la collaborazione con gli Stati Uniti è fondamentale. Ieri c’è stata un’altra riunione virtuale della «Coalizione dei volenterosi», il gruppo formato da circa trenta Paesi che appoggiano la resistenza ucraina. Macron e Starmer hanno riferito sui risultati del vertice corale di Washington. Gli europei stanno cercando di allargare la platea degli Stati eventualmente pronti a inviare soldati in Ucraina. L’Australia ha confermato la disponibilità. Ma si vedrà nei prossimi giorni se questa ipotesi sarà praticabile. Non è ancora chiaro quanto sia reale l’apertura di Putin su questo punto. Finora ha sempre rifiutato la presenza di truppe europee sul suolo ucraino.

    Visto dalla Casa Bianca

    Trump ha «ripristinato il prestigio dell’America come leader indiscussa del mondo libero — ha detto la sua portavoce —. I leader mondiali sono venuti qui a Washington a chiedere aiuto». Il presidente «si aspetta» che il bilaterale tra Putin e Zelensky avvenga e in tv ieri ha detto che la loro disponibilità a farlo «dimostra che vanno d’accordo più di quanto pensassi», anche se il Cremlino non ha dato conferme e il ministro degli Esteri Lavrov dichiara che ogni contatto tra capi di Stato va «approfonditamente preparato». Secondo il sito Axios, Trump ha dato all’inviato Steve Witkoff il compito di facilitare l’incontro. «Voglio andare in paradiso, se possibile — ha detto Trump su Fox —. Dicono che non sto andando tanto bene... Se riesco ad andare in paradiso una delle ragioni sarà questa». E ha cancellato le vacanze nel suo resort in New Jersey. «È normalmente il periodo in cui il presidente va in vacanza, ma non questo presidente. Si è discusso se volesse lavorare da Bedminster per un paio di settimane, ha deciso di no», ha detto ieri Leavitt.

    ​CorSera
    ...ma di noi
    sopra una sola teca di cristallo
    popoli studiosi scriveranno
    forse, tra mille inverni
    «nessun vincolo univa questi morti
    nella necropoli deserta»

    C. Campo - Moriremo Lontani


    Commenta

    • Sean
      Csar
      • Sep 2007
      • 123586
      • 3,952
      • 3,801
      • Italy [IT]
      • In piedi tra le rovine
      • Send PM

      BIANCANEVE E I SETTE NANI

      di Marco Travaglio

      Non ci sono parole, ma solo parolacce per descrivere la fine miseranda dell’“Europa”, parola vuota che descrive un branco di molluschi cacofonici e privi di pensiero, ma purtroppo non di favella. Siccome i 27 soci del club Ue non sono d’accordo neppure su come si chiamano, si esibiscono in “formati” stravaganti più o meno “volenterosi” col Regno Unito (scordandosi la Brexit) e altri tre o quattro, fino ai sette nani paracadutati sulla Casa Bianca per scortare Biancaneve Zelensky. Lì ai volenterosi guerrafondai s’è aggiunta la Meloni ed è venuto a mancare il polacco Tusk, rimpiazzato dal finlandese Stubb che una volta ha giocato a golf con Trump. L’unico denominatore comune dei sette nani è l’ottusa sicumera con cui da 42 mesi ripetono frasi senza senso tipo “armare Kiev e sanzionare Mosca fino alla vittoria completa sulla Russia”, “riconquistare Crimea e Donbass”, “Kiev nella Nato”. Quando, nel marzo 2022, Erdogan e Bennett mediarono i negoziati a Istanbul, furono ben felici che Johnson e Biden li silurassero.

      Quando l’anno scorso Orbán e Scholz parlarono con Putin per riprovarci, li cazziarono perché “c’è un aggressore e un aggredito e con Putin non si parla”. Poi è arrivato Trump e ha subito parlato con Putin, cinque volte al telefono e in Alaska di presenza. E i nostri Fantozzi, anziché dargli del putiniano, si sono spellati le mani per il megapresidente galattico che “avvicina la pace parlando con Putin”. Ma va? E perché non l’han fatto loro in tre anni e mezzo?

      Trump, all’antitesi moralistica “aggressore/aggredito”, preferisce la più realistica “vincitore/sconfitto”, quindi i territori occupati devono restare a Mosca e Kiev deve scordarsi la Nato, poi informa Putin mentre parla coi sette nani. Perché quelli non gli ripetono ciò che dicono dal 2022? Hanno forse capito di aver sbagliato tutto e perduto tutto? Basterebbe ammetterlo: “Siamo una manica di incapaci, ci scusiamo con chi aveva capito tre anni fa quello che noi iniziamo a intuire oggi”. Invece niente: mentre ammainano tutte le bandiere, si rimangiano tutte le parole d’ordine e cancellano tutte le linee rosse, consolandosi con l’aglietto (le garanzie di sicurezza a Zelensky, l’articolo 5 della Nato per l’Ucraina fuori dalla Nato e altre super*****le), hanno sempre l’arietta di superiorità da “so tutto io”.

      Sia i cinque nani che s’accucciano sotto il ciuffo di Donald senza contraddirlo su nulla, sia i mitomani Merz e Macron che pretendono il cessate il fuoco da Putin mentre continuano ad armare Kiev e magari inviano pure le truppe. Sanno che non succederà mai, ma lo dicono lo stesso. Per darsi un tono. Per tener su le fabbriche d’armi che crollano in Borsa (se il nemico non c’è più, che ci riarmiamo a fare?). Per sembrare ancora vivi.

      Leggi su Il Fatto Quotidiano l'articolo in edicola "Biancaneve e i 7 nani" pubblicato il 20 Agosto 2025 a firma di Marco Travaglio
      ...ma di noi
      sopra una sola teca di cristallo
      popoli studiosi scriveranno
      forse, tra mille inverni
      «nessun vincolo univa questi morti
      nella necropoli deserta»

      C. Campo - Moriremo Lontani


      Commenta

      Working...
      X