Cronaca e politica estera [Equilibri mondiali] Thread unico.

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  • SimoneBW
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    Originariamente Scritto da fede79 Visualizza Messaggio

    Sarebbe da mandarci anche i figli dei "volenterosi", che leggo stanno già iniziando a parlare di rimuovere qualche sanzione in cambio del cessate il fuoco: mi sa che Putin, per contenere l'organo urogenitale, sta indossando le mutande di ferro.
    L’Ucraina, guidata da quel cojone, si è fatta i c***i suoi con l’attacco di inizio giugno. Si è messa in mezzo a situazioni molto più grandi di quanto il comico potesse immaginare.

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    • Sean
      Csar
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      Ucraina, i retroscena del vertice. Trump netto: occorrerà rinunciare a dei territori. E i Volenterosi spingono per la «soluzione coreana»

      Zelensky tra i primi a intervenire, i leader europei presentano un piano in 5 punti. Trump accoglie la richiesta «nessun negoziato sull’Ucraina, senza l’Ucraina». E si tratta già per un vertice-bis tra Putin, il leader Usa e quello Ucraino

      Nella videoconferenza di ieri Donald Trump, stando alle indiscrezioni, avrebbe accolto le due richieste principali avanzate da Volodymyr Zelensky e dai leader europei. Primo: saranno gli ucraini a decidere sul destino dei loro territori occupati. Secondo: gli americani sono disponibili a fornire, insieme con gli europei, le garanzie di sicurezza per mettere l’Ucraina al riparo da attacchi futuri.

      Sono questi i risultati politici più importanti, che andranno ora verificati nei fatti, a partire proprio dall’atteso vertice di domani tra il presidente americano e Vladimir Putin.

      I leader europei hanno concordato un piano in cinque punti che hanno poi sottoposto al presidente degli Stati Uniti. Con una premessa di metodo: il ruolo degli americani resta fondamentale per sondare le reali intenzioni di Putin. Trump e gli europei, dunque, si sarebbero trovati d’accordo sul primo passaggio: «Nessun negoziato sull’Ucraina, senza l’Ucraina». Secondo: non si discute di confini se non con Zelensky al tavolo. Terzo: la trattativa deve partire dalla linea del fronte sul campo. Quarto: qualsiasi concessione alla Russia va bilanciata con robuste garanzie di protezione militare per Kiev. Quinto: occorre mantenere alta la pressione su Mosca con le sanzioni.

      Il leader ucraino è stato tra i primi a intervenire. Zelensky, con grande cautela, ha messo in guardia il presidente americano: Putin sta solo cercando di guadagnare tempo; non vuole davvero la pace, a meno che l’accordo non si risolva in una resa incondizionata per l’Ucraina. Un po’ tutti, dal presidente francese Emmanuel Macron a Giorgia Meloni, hanno insistito sulla necessità di programmare fin d’ora un altro vertice, questa volta con la presenza di Zelensky e, perché no, degli europei.

      A margine della «call» sono anche circolate delle ipotesi. Il leader ucraino ha riproposto «Roma», senza specificare se si riferisse alla capitale italiana o al Vaticano. Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha citato Ginevra. Ma la discussione è rimasta in superficie: intanto bisogna vedere come andrà il summit di Ferragosto.

      Gli sforzi delle diplomazie si stanno concentrando sulla questione territoriale. Anche ieri Trump è stato netto: Kiev deve prepararsi a rinunciare a una parte del suolo nazionale. È una prospettiva accettabile per Zelensky? La risposta ufficiale è «no».

      Ma diversi Paesi, tra i quali Germania, Polonia e in parte Italia, stanno esplorando un’altra strada. Il cancelliere Merz ne ha parlato per un’ora nel bilaterale con Zelensky. L’idea è di escludere in ogni caso il riconoscimento formale («de iure») del passaggio di regioni ucraine alla Russia. Senza eccezioni: né la Crimea, né la quota del Donbass occupata dall’armata putiniana, né, tantomeno, i distretti ancora sotto il controllo ucraino rivendicati da Putin. Si potrebbe arrivare, invece, al congelamento della linea del fronte, con una tregua stabile. La soluzione coreana, insomma, più volte evocata anche negli anni scorsi. A quel punto Zelensky non sarebbe obbligato, come prevede la Costituzione, a convocare un referendum per sancire la cessione dei territori e potrebbe coltivare la speranza, flebile in verità, di poterli recuperare un giorno, nell’era post-putiniana. Questo sacrificio, però, dovrà essere compensato da imponenti garanzie di sicurezza.

      ​CorSera
      ...ma di noi
      sopra una sola teca di cristallo
      popoli studiosi scriveranno
      forse, tra mille inverni
      «nessun vincolo univa questi morti
      nella necropoli deserta»

      C. Campo - Moriremo Lontani


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        Il vero convitato di pietra nel vertice in Alaska non sarà Zelensky (la consistenza del quale è la terracotta) ma le cartine militari: la Russia avanza, gli ucraini fanno sempre più fatica a resistere nelle difese, sono costretti ad evacuare intere zone e concentrarsi nella difesa degli snodi decisivi, quei centri che, se cadono, si portano dietro interi settori quando non regioni: https://www.ilgiornale.it/news/polit...o-2522836.html

        Quindi Putin potrà domandare a Trump quale il vantaggio per la Russia di una tregua? Perchè dovrebbe fermare le sue armate ora? Perchè mettere un punto sui confini attuali e non su quelli da qui a tre mesi, con altri chilometri incamerati?

        Se la risposta fosse che stanno morendo anche i russi, bene ma questo accade in ogni conflitto: in guerra si muore...ed è proprio perchè ci sono stati innumerevoli morti per raggiungere una posizione di preminenza bellica, che fermarsi ora sarebbe controproducente.

        Se la risposta fosse che altrimenti ci saranno sanzioni, ormai una più una meno...Lo si fece presente anni fa: nella storia le sanzioni non hanno mai fermato una guerra: potrebbe arrivare a mancare il pane, ma in guerra i proiettili mai. Nel caso della Russia poi non mancano nè il pane e nè le munizioni, in quanto, come avvertì quel professore della Columbia: "non si può isolare un impero" che va dall'Europa all'Asia, è dotato di immense risorse naturali, e che ha dietro mezzo mondo, Cina ed India comprese.

        Le sanzioni hanno fallito, l'occidente ha fallito, l'America ha fallito, il vecchio modello geopolitico è dissolto, l'Europa è un vaso di coccio crepato, gli USA attraversano il più grave declino dalla loro fondazione, crisi di cui Trump è figlio, ne è l'effetto.

        Putin ha tutto questo nella cartella che si porterà al tavolo del summit: per convincerlo dunque a concedere una tregua, Trump dovrà mettere su quello stesso tavolo argomenti altrettanto concreti, non promesse ma fatti da incasellare in un quadro di realismo politico, a cominciare dalla risoluzione delle "ragioni profonde" del conflitto, tema che la Russia va ponendo da oltre 20 anni: ci sono dei fili appesi da riannodare, perchè diversamente a farlo ci dovrà pensare la guerra.

        ...ma di noi
        sopra una sola teca di cristallo
        popoli studiosi scriveranno
        forse, tra mille inverni
        «nessun vincolo univa questi morti
        nella necropoli deserta»

        C. Campo - Moriremo Lontani


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