Cronaca e politica estera [Equilibri mondiali] Thread unico.

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  • Sean
    Csar
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    • In piedi tra le rovine
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    Solo una piccola precisazione storica, perchè i parallelismi antico-odierno possono sempre ingenerare degli equivoci se non li si maneggiano con cura: la plebe romana non si ritirò sull'Aventino perchè "sfruttata" dallo Stato per dare braccia all'esercito, non era questo in discussione (un dovere anzi dato sempre per sacro presso i popoli antichi)...ma proprio perchè, a fronte del sacrificio militare, la plebe non poteva ai tempi (cioè appena fondata la Repubblica) accedere alle supreme magistrature, che erano tutte riservate ai patrizi, civili e religiose: consolato, senato, pontificato ecc...è per rivendicare la parità con la classe dei patrizi che la plebe si staccò dal "capo", facendo dunque percepire a quello l'importanza di avere un "corpo", in una ideologia organica dello stato (il famoso, epocale discorso rivolto alla plebe da Menenio Agrippa).

    Ricordiamoci sempre che nei primi secoli della Repubblica, quando si legge SPQR, in quel "Populusque" non si deve intendere il "popolo" nel suo insieme, ma i patrizi: lo Stato è il Senato e il patriziato. Da qui nasceranno appunto poi tutte le tensioni tra plebe e patrizi e che porteranno pian piano alla piena parità dei plebei coi "padri".

    Idem accadrà con le guerre sociali, qua siamo ormai al I secolo a.c.: gli alleati italici non mossero guerra per staccarsi o ribellarsi a Roma, ma proprio per voler più compiutamente, organicamente saldarsi a Roma...perchè rivendicavano, dopo secoli di fedeltà, la concessione della cittadinanza e quindi dei pieni diritti in seno allo stato romano.

    Comunque il concetto che voleva esprimere Scotti è chiaro, era solo per precisazione...anche se c'è da dire che la "costruzione del nemico" va avanti da parecchio e non è di stamane...e anche sulla "volontà di potenza" dell'occidente avrei più di una riserva: non esiste più un occidente e nemmeno una volontà di potenza: esiste una America in declino, che ha perso la sua presa sulla proiezione globale, costretta a fare i conti con altri dominus e altri poli, per cui quel che resta è la volontà americana di rimanere a galla come potenza nella sua sfera di influenza; e c'è questa Europa, completamente piegata sugli gli Stati Uniti, che cerca di darsi un tono, una ragione di esistenza, da una parte foraggiando con miliardi gli americani, e dall'altra tenendo in uno stato di "emergenza" la "plebe" europea, agitando "pericoli" e "nemici", per appunto far passare come necessarie le spese militari e di altro tipo.

    Il sistema nel suo complesso è però squassato da una crisi epocale, si va frantumando: da qui, dal caos imperante, si figlieranno tragedie e sacrifici, su questo sono d'accordo, in attesa che sopraggiunga un "ordine", secondo i tempi che non sono quelli nostri ma quelli della storia.
    ...ma di noi
    sopra una sola teca di cristallo
    popoli studiosi scriveranno
    forse, tra mille inverni
    «nessun vincolo univa questi morti
    nella necropoli deserta»

    C. Campo - Moriremo Lontani


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    • zuse
      Macumbico divinatore
      • Oct 2010
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      • White House
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      Ponno ma in crucchia che dicono di queste uscite guerrafondaie di quel ritardato di merdz?




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      • KURTANGLE
        Inculamelo: l'ottavo nano...quello gay
        • Jun 2005
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        • Borgo D'io
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        Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio

        Il prezzo da pagare è quello che vediamo: .

        eppure sean io non sono d'accordo
        anche se siamo servi (o alleati minori) c'è sempre modo e modo per essere servi.
        Quando Bush jr nel suo delirio attaccò l'Iraq, utilizzando come scusa quella delle armi di distruzione di massa, Italia e Spagna aderirono entusiasticamente, mentre Germania e Francia risposero col kazzo...

        eppure anche tedeschi e francesi erano stretti alleati USA (o servi che dir si voglia)
        i paesi nato (o almeno alcuni di essi) avrebbero dovuto e POTUTO dire NO alle richieste di Trump o per lo meno negoziare un aumento delle spese militari molto più contenuto
        Originariamente Scritto da SPANATEMELA
        parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
        Originariamente Scritto da GoodBoy!
        ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


        grazie.




        PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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        • Ponno
          Socialista col Rolex
          • Feb 2013
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          • Holy See (Vatican City State) [VA]
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          Originariamente Scritto da zuse Visualizza Messaggio
          Ponno ma in crucchia che dicono di queste uscite guerrafondaie di quel ritardato di merdz?
          Ma che devono dire? I tedeschi, grazie allo zio sam, sono ormai un popolo di cuckold. Ci sono quindi o gli idioti pro AfD che hanno il QI medio di un americano medio, o gli altri che ancora pensono agli immigrati da salvare, LGBTQI2DHJLOKHJGD, wir haben platz e cazzate varie mentre gli viene buttato al cul0 in continuazione
          Originariamente Scritto da claudio96

          sigpic
          più o meno il triplo

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          • MarcoT
            one day you may
            • Jun 2013
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            Porti aperti
            Originariamente Scritto da Lorenzo993
            non nominare cristo che se ti avesse incontrato avrebbe mandato a mignotte la bibbia e ti avrebbe preso a calci in culo

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            • SimoneBW
              Bodyweb Advanced
              • Oct 2018
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              • Roma
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              Originariamente Scritto da Ponno Visualizza Messaggio

              Ma che devono dire? I tedeschi, grazie allo zio sam, sono ormai un popolo di cuckold. Ci sono quindi o gli idioti pro AfD che hanno il QI medio di un americano medio, o gli altri che ancora pensono agli immigrati da salvare, LGBTQI2DHJLOKHJGD, wir haben platz e cazzate varie mentre gli viene buttato al cul0 in continuazione
              Inizio a pensare che sei te che porti male. Te ne sei andato in crucchiae guarda che è successo.

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              • Sean
                Csar
                • Sep 2007
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                • In piedi tra le rovine
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                Il Canada cede a Trump: revocherà le tasse contro le aziende tech Usa

                Il governo di Ottawa ha dichiarato che revocherà le tasse che colpiscono le aziende tecnologiche statunitensi (che avrebbero pesato per 2 miliardi di dollari): verso un nuovo accordo commerciale con gli Usa

                Alla fine il Canada ha ceduto alle pressioni dell’amministrazione Trump e ha dichiarato che revocherà le tasse che colpiscono le aziende tecnologiche statunitensi. L’obiettivo è di raggiungere un accordo commerciale con Washington, dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha interrotto i colloqui con Ottawa per rappresaglia.

                Verso l’accordo commerciale con il Canada

                Il ministro delle Finanze canadese, Francois-Philippe Champagne, ha infatti annunciato lunedì la revoca della tassa sui servizi digitali (Dst) imposta alle aziende statunitensi precisando che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il primo ministro canadese Mark Carney riprenderanno i negoziati con l’obiettivo di raggiungere un accordo entro il 21 luglio 2025. «Il Canada revocherà la tassa sui servizi digitali (Dst) in previsione di un accordo commerciale globale reciprocamente vantaggioso con gli Stati Uniti», si legge in una dichiarazione del governo di Ottawa.

                Trump: «Attacco agli Usa»

                Trump aveva annunciato venerdì la sospensione delle trattative commerciali con il Canada a causa della volontà del governo canadese di proseguire con l’introduzione della Digital Services Tax, definita da Trump «un attacco diretto e palese al nostro Paese».

                L’ufficio di Carney ha confermato che lui e Trump si sono sentiti telefonicamente domenica e hanno concordato di riprendere le negoziazioni. La tassa sarebbe dovuta entrare in vigore lunedì.

                «L’annuncio di oggi consentirà la ripresa delle trattative in vista della scadenza del 21 luglio 2025, fissata durante il vertice dei leader del G7 di questo mese a Kananaskis», ha dichiarato Carney in un comunicato.

                Il premieri canadese aveva incontrato Trump alla Casa Bianca a maggio, in un colloquio definito cortese ma fermo. Trump si è poi recato in Canada per il vertice G7 in Alberta, durante il quale Carney ha riferito che Stati Uniti e Canada avevano fissato un termine di 30 giorni per portare avanti i negoziati commerciali.

                Il governo di Ottawa ha dichiarato che revocherà le tasse che colpiscono le aziende tecnologiche statunitensi (che avrebbero pesato per 2 miliardi di dollari): verso un nuovo accordo commerciale con gli Usa
                ...ma di noi
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                C. Campo - Moriremo Lontani


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                • Sean
                  Csar
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                  • In piedi tra le rovine
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                  Ma come, non ci avevano detto che il Canada di Carney avrebbe fatto muro contro il bullo Trump? Invece di mezzo secondo, per togliersi le mutande ci hanno messo un minuto, ma il risultato non cambia.



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                  • fede79
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                    Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                    Ma come, non ci avevano detto che il Canada di Carney avrebbe fatto muro contro il bullo Trump? Invece di mezzo secondo, per togliersi le mutande ci hanno messo un minuto, ma il risultato non cambia.


                    I baciatori di terga dichiarati da Trump continuano a crescere.
                    sigpic
                    Free at last, they took your life
                    They could not take your PRIDE

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                    • Virulogo.88
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                      Alla fine ha vinto lui
                      Originariamente Scritto da Pesca
                      lei ti parla però, ti saluta, è gentile, sei tu la merda hunt

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                      • Sean
                        Csar
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                        Kiev, telefonata (di due ore) tra Macron e Putin: la prima dopo tre anni

                        Emmanuel Macron torna a parlare con Vladimir Putin dopo un silenzio durato quasi tre anni. Obiettivo, riprendere in mano la palla del dialogo con il Cremlino e limitare le aperture della Casa Bianca a Mosca

                        Emmanuel Macron torna a parlare con Vladimir Putin dopo un silenzio durato quasi tre anni. Obiettivo, riprendere in mano la palla del dialogo con il Cremlino e limitare le aperture della Casa Bianca a Mosca. Una missione difficile. Sull’Ucraina, soprattutto, con un margine di manovra per il capo dell’Eliseo davvero stretto. Macron ribadisce il «sostegno incrollabile della Francia alla sovranità e all’integrità territoriale dell’Ucraina» e chiede a Putin «una tregua al più presto» che permetta di «avviare negoziati fra Ucraina e Russia per una soluzione solida e durevole del conflitto».

                        Ma la riposta del Cremlino nelle due ore di telefonata lascia poco spazio ad aperture: il conflitto è il risultato delle politiche dei Paesi occidentali che «per molti anni hanno ignorato gli interessi di sicurezza della Russia» e hanno usato l’Ucraina come «una testa di ponte antirussa». Per arrivare ad un accordo vanno dunque «eliminate le cause alla radice» e «riconoscere le nuove realtà territoriali». Tradotto, l’occupazione deve diventare status quo.

                        Se Parigi fa sapere che i due presidenti hanno deciso che «continueranno a parlarsi anche su questo punto», è più sul Medio Oriente e l’Iran che emergono le convergenze. Macron e Putin sottolineano le «responsabilità di Russia e Francia come membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’Onu» per trovare una soluzione diplomatica al nucleare iraniano che imponga a Teheran di rispettare gli obblighi del Trattato di non proliferazione, compreso l’accesso ai propri impianti degli ispettori dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica. Una sponda per Mosca accusata di non aver sostenuto militarmente Teheran e che permetta di ribadire il diritto della Repubblica islamica a sviluppare un programma nucleare pacifico.

                        Mentre Macron aggiorna Volodymyr Zelensky sulla telefonata con Putin, sul terreno da registrare un nuovo attacco ucraino al sistema militare-industriale nelle profondità del territorio russo. L’intelligence di Kiev conferma un raid con droni nella città di Izhevsk, oltre mille chilometri dal confine, contro la fabbrica Kupol che produce i sistemi di difesa aerea Tor e Osa, nonché droni per l’esercito russo e che fa parte del gruppo Almaz-Antey, azienda sotto sanzioni del dipartimento del Tesoro statunitense dall’ottobre 2024, soggetta a restrizioni anche da parte dell’Ue. Tre morti e 35 feriti il bilancio, secondo le autorità russe.

                        Le forze di Mosca aumentano la pressione. Secondo un’analisi dell’agenzia Afp basata sui dati forniti dall’Institute for the Study of War (Isw) con sede negli Usa, l’esercito russo ha compiuto a giugno la sua più grande avanzata in territorio ucraino da novembre, e ha accelerato per il terzo mese consecutivo. Le truppe di Mosca hanno conquistato 588 chilometri quadrati di territorio ucraino, dopo 507 a maggio, i 379 di aprile e i 240 di marzo. Il tutto mentre Mosca ha ammassato 50.000 soldati a meno di 20 chilometri dalla città di Sumy. Una situazione che Donald Trump sta «seguendo da vicino» ma che non sembra preoccuparlo («vediamo cosa succede») mentre da Washington arriva la notizia che il Pentagono ha sospeso le spedizioni di alcuni missili antiaerei e altre munizioni di precisione all’Ucraina per il timore che le scorte Usa siano scese al di sotto del livello di guardia. Una decisione — scrive Politico — che era stata già presa all’inizio di giugno ma è entrata in vigore solo ora.

                        ​CorSera
                        ...ma di noi
                        sopra una sola teca di cristallo
                        popoli studiosi scriveranno
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                        «nessun vincolo univa questi morti
                        nella necropoli deserta»

                        C. Campo - Moriremo Lontani


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                        • Sean
                          Csar
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                          Usa: «Bloccheremo la fornitura di alcune armi a Kiev»

                          Gli Stati Uniti hanno dichiarato di voler bloccare alcune spedizioni di armi all'Ucraina, promesse durante l'amministrazione Biden. Si tratta di una decisione certamente negativa per Kiev, impegnata a combattere l'invasione russa. «Questa decisione è stata presa per mettere al primo posto gli interessi americani, a seguito di una revisione del Dipartimento della Difesa (DOD) sul supporto e l'assistenza militare della nostra nazione ad altri paesi in tutto il mondo», ha dichiarato all'Afp la vice portavoce della Casa Bianca, Anna Kelly.

                          Usa: riduzione di armi a Kiev è per tutelare le scorte «in casa»

                          Secondo indiscrezioni uscite ieri sera da Politico, il Pentagono ha sospeso le consegne all'Ucraina di alcuni missili per la difesa aerea e altre munizioni di precisione per il timore che le scorte di armi statunitensi siano troppo basse. La decisione di sospendere alcuni aiuti militari promessi durante l'amministrazione Biden era stata già presa all'inizio di giugno ma entra in vigore solo ora, in una fase che vede Kiev respingere massicci attacchi aerei russi e dopo la promessa di impegno fatta dal presidente Usa Donald Trump, nell'ultimo vertice Nato, a una giornalista ucraina.

                          ​CorSera
                          ...ma di noi
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                          • Sean
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                            Fonti militari ucraini: «Faremo fatica» senza munizioni Usa

                            L'Ucraina «farà fatica» a combattere l'esercito russo senza le munizioni statunitensi, ha dichiarato una fonte militare ucraina, in seguito all'annuncio di Washington che gli Stati Uniti interrompono le consegne di alcune armi a Kiev. «Attualmente dipendiamo fortemente dalle forniture di armi statunitensi, anche se l'Europa sta facendo tutto il possibile, ma faremo fatica senza le munizioni statunitensi», ha ammesso la fonte militare, mentre Mosca intensifica i suoi attacchi contro l'Ucraina.

                            Podolyak: «Armi arrivano ancora, disumano interromperle»

                            «Le consegne continuano ancora oggi. Sembrerebbe molto strano, disumano, interrompere la fornitura di sistemi antimissile, diciamo, in particolare di sistemi Patriot»: lo afferma Mikhailo Podolyak, principale consigliere del presidente ucraina, come riporta Rbc-Ukraine. Il ministero della Difesa ucraino ha dichiarato di non aver ricevuto alcuna notifica ufficiale in merito alla sospensione o alla revisione dei programmi di fornitura di assistenza alla difesa da parte degli Stati Uniti e ha richiesto un colloquio telefonico con i colleghi americani.

                            ​​CorSera
                            ...ma di noi
                            sopra una sola teca di cristallo
                            popoli studiosi scriveranno
                            forse, tra mille inverni
                            «nessun vincolo univa questi morti
                            nella necropoli deserta»

                            C. Campo - Moriremo Lontani


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                            • Steel77
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                              "La Sicilia sarà il primo luogo al di fuori degli Stati Uniti dove verranno formati i piloti degli F-35. Così come siamo l'unico Paese al mondo dove vengono assemblati gli F-35, a Cameri". (ANSA)



                              Ne siamo davvero fieri

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                              • Sean
                                Csar
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                                «Disumano», «centinaia di morti sulla coscienza di Trump»: la disperazione degli ucraini dopo lo stop Usa alle armi

                                Le conseguenze: «L’assenza di Patriot porterà a un aumento delle vittime civili»

                                «È una situazione molto spiacevole». Fedir Venislavskyi è un deputato di Servitore del Popolo, partito del presidente Zelensky, e come chiunque si trovi vicino al potere ucraino sa di non dover usare toni allarmanti quando commenta questioni che riguardano il complicato rapporto con l’alleato statunitense. Ma già che commenti la decisione statunitense di sospendere le forniture militari, tema al di fuori della sua competenza, è molto. Può permettersi un po’ di più il primo consigliere del presidente Mikhailo Podolyak che prova a tranquillizzare: le consegne continuano ma se la fornitura dovesse essere sospesa sarebbe «disumano». Più libera di parlare la deputata dell’opposizione Inna Sovsun, che su X si toglie i guanti e scrive: «Centinaia di morti causati da obiettivi civili saranno sulla coscienza non solo di Putin, ma anche di Trump».

                                Certo, Washington aveva staccato la spina già a inizio anno dopo la sfuriata tra Trump e Zelensky nello Studio Ovale salvo poi tornare sui suoi passi. Inoltre nessuno sa quanto durerà lo stop e nemmeno se Trump, come ha lasciato intendere lui stesso all’ultimo vertice Nato dell’Aja parlando a una giornalista ucraina della Bbc preoccupata, permetterà a Kiev di acquistare dei Patriot o meno. Ma nell’ultimo anno e mezzo il Paese ha vissuto solo due giorni senza attacchi missilistici e con droni russi con un incremento nel solo mese di giugno del 38 per cento.

                                L’umore è basso. «Qui ormai nessuno fa più programmi, se ti svegli la mattina e sei ancora vivo vai a lavorare se non lo sei non ci vai», recitava un meme circolato su Instagram settimana scorsa. Concedersi una notte di sonno è diventato un lusso. «Ormai ho imparato a distinguere il boato degli Iskander dallo schianto dei droni. Sta imparando anche mia figlia di tre anni Viola. Ho deciso di trasferirmi in campagna da mia madre per dormire altrimenti do fuori di matto», confida Liuba che racconta anche come trovare tranquillanti e sonniferi nelle farmacie della capitale sia ormai praticamente impossibile.

                                Ieri il ministro degli Esteri ucraino Andriy Sybiha ha convocato il vice capo della missione dell’ambasciata statunitense in Ucraina, John Ginkel. «Qualsiasi ritardo o esitazione nel sostenere le capacità di difesa dell’Ucraina non fa che incoraggiare l’aggressore a continuare la guerra e gli atti di terrore, anziché cercare la pace», è il commento ufficiale. Tra le armi interessate dallo stop figurano decine di intercettori PAC-3 per i sistemi di difesa aerea Patriot. Ma anche Stinger, Hellfire, F-16 ucraini, sistemi anticarro come il lanciagranate AT4 così come i Gmlrs, utilizzati per bersagli terrestri a lunga distanza. Tutte armi senza le quali tirare giù gli Iskander e gli Shahed che tengono sveglie la piccola Viola e Liuba è praticamente impossibile.

                                Ma perché Washington abbia chiuso i rubinetti proprio ora, è la domanda che rimbalza tra i corridoi della Bankova, la via del potere ucraino. La decisione di Trump — che arriva tre giorni dopo il più grande bombardamento combinato di missili e droni — è stata presa all’inizio di giugno, spiegano fonti della Difesa al Financial Times. Ma alcune spedizioni erano già in viaggio verso l’Ucraina quando sono state bloccate. Il tutto mentre il ministero della Difesa ucraino Rustem Umerov dice di non essere nemmeno stato informato ufficialmente delle sospensioni alle forniture. E se la prima domanda non trova risposta, ce l’ha molto chiaramente la seconda: a chi giova tutto ciò? Il Cremlino sostiene che ridurre il flusso di armi verso Kiev contribuirà a porre fine al conflitto più rapidamente.

                                Ma a crederci sono davvero pochi. «L’assenza di Patriot porterà a un aumento degli attacchi missilistici russi contro le città ucraine, con un conseguente aumento delle vittime civili», commenta Viktor Kevlyuk, esperto militare del Centro per le Strategie di Difesa di Kiev. E di conseguenza, sintetizza George Barros analista dell’Institute for the Study of War, think tank con sede a Washington, «è improbabile che la decisione di sospendere gli aiuti militari porti al cessate il fuoco auspicato dal presidente Trump».

                                ​CorSera
                                ...ma di noi
                                sopra una sola teca di cristallo
                                popoli studiosi scriveranno
                                forse, tra mille inverni
                                «nessun vincolo univa questi morti
                                nella necropoli deserta»

                                C. Campo - Moriremo Lontani


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