Cronaca e politica estera [Equilibri mondiali] Thread unico.

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  • Mario12
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    Iran, festeggiamenti in strada a Teheran dopo l'attacco a Israele




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    • The_machine
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      Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio

      Ma quale indipendenza, sovranità e libertà? Non ce l'hanno mai avute. E', come ripetuto a stancarsi, il destino di quelle entità statali create sulla carta (gli stati cuscinetto) per separare le varie potenze, e l'Ucraina secolarmente è stata il giardino di casa dei russi, tant'è che ancora oggi ivi insistono popolazioni russe e russofone. La stessa Crimea è russa. L'Ucraina è uno scarabocchio storico e geografico.

      Sono trascorsi storici che non hanno nulla a che vedere con l'Iran.

      L'Ucraina ha scelto di servire un padrone diverso da quello russo (quello americano), ma sempre di padrone si tratta. Non può scegliere però di far entrare la Nato ad un metro dai confini russi, così come nessuno nel continente americano può mettere in essere delle politiche o delle azioni che vadano contro gli interessi americani.
      Pensare che la Russia abbia diritto di imporre la propria politica all'Ucraina risponde solo a una logica di potenza, non al diritto internazionale. Tuttavia, se si accetta questa logica, bisognerebbe applicarla coerentemente ovunque, riconoscendo che chi può imporsi, lo fa. Non si può ragionare con realismo da una parte e idealismo dall'altra.

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      • Sean
        Csar
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        Mda: «Otto morti, 200 feriti e 35 dispersi in attacchi»

        Continua a salire il bilancio delle vittime degli attacchi iraniani. Secondo quanto dichiarato alla tv israeliana dal portavoce di Magen David Adom, il servizio di soccorso di emergenza israeliano, il conto è di 8 morti, tra cui un bambino, circa 200 feriti e 35 dispersi sotto le macerie.

        Wsj: «Per Israele nessun obiettivo escluso, neanche Khamenei»

        La guida suprema dell'Iran Ali Khamenei «non è off limits» per gli attacchi di Israele. Lo ha detto un funzionario israeliano in un `intervista al Wall Street Journal sottolineando che Israele non esclude alcun potenziale
        obiettivo per distruggere il programma nucleare, incluso lo stesso Khamenei.

        Axios, Usa non considerano idea unirsi a Israele contro Iran

        L'amministrazione Trump non sta considerando di unirsi a Israele contro l'Iran. Lo riporta Axios citando alcune fonti americane, che confermano la richiesta di Israele all'amministrazione di unirsi al conflitto. Una fonte israeliano ha riferito ad Axios che gli Stati Uniti stanno considerando la richiesta.

        ​CorSera

        ...ma di noi
        sopra una sola teca di cristallo
        popoli studiosi scriveranno
        forse, tra mille inverni
        «nessun vincolo univa questi morti
        nella necropoli deserta»

        C. Campo - Moriremo Lontani


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        • Sean
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          Rovesciare i regimi o no?

          I dubbi sul duplice obiettivo di «Rising Lion»: demolire gli impianti nucleari e cambiare il governo di Teheran. Un errore per cinque motivi

          di Paolo Mieli

          Può rivelarsi un passo falso quello di aver dato alla campagna «Rising Lion» un doppio obiettivo da realizzare per giunta nel giro di quattordici giorni. Doppio obiettivo che consisterebbe nella distruzione degli impianti nucleari militari e nella realizzazione di un cambio di regime. E lo è, un passo falso, per cinque motivi.

          Primo: la messa fuori uso degli impianti gode, a differenza del «regime change», di un elevato grado di legittimazione internazionale. Esplicito per quel che concerne i Paesi occidentali, tacito da parte di quelli arabi sunniti. Legittimazione accresciuta dalle dure parole del direttore dell’Aiea Rafael Grossi che giovedì scorso, per la prima volta in vent’anni, ha definito l’Iran inadempiente rispetto agli obblighi assunti in materia di nucleare. E ha denunciato la presenza di tracce di uranio trovate in tre siti non dichiarati.

          Secondo. I tempi fissati dagli Stati Uniti per la trattativa con l’Iran (sessanta giorni) sono scaduti giovedì, il giorno stesso in cui si è pronunciato Grossi. L’onnipresente delegato di Donald Trump, Steve Witkoff, ha tenuto — qui come per l’Ucraina — un portamento negoziale che non consentiva di immaginare si fosse a un passo dall’accordo.
          L’uomo è apparso oltretutto più attento agli aspetti, per così dire, patrimoniali dell’eventuale intesa di quanto si mostrasse sensibile all’urgenza della stessa.

          Terzo. La neutralizzazione degli impianti iraniani comporta uno sforzo bellico assai impegnativo. È stato relativamente agevole colpire le stazioni di Natanz e Isfahan, eliminare alcuni militari di altissimo livello e altrettanti scienziati nucleari, danneggiare fortemente i sistemi di lancio delle migliaia di missili di cui Teheran dispone. Ma alcuni di questi missili sono stati comunque lanciati e qualcuno è stato in grado di aprirsi un varco nel sistema difensivo israeliano. Resta poi ancora operativa la base di Fordow situata nello scavo di una montagna e difficilmente raggiungibile. Ce n’è abbastanza, insomma, per concentrare l’operazione militare sul nucleare che, per quel che se ne sa, può ancora riservare delle sorprese.

          Quarto. Dopo la fine della guerra fredda, il «regime change» si è rivelato un mito pernicioso. Dall’Afghanistan all’Iraq, alla Libia e in un’infinità di altre contrade l’idea di dar vita con la forza a sistemi più o meno democratici in sostituzione dei precedenti dittatoriali, ha comportato sforzi bellici immani con risultati tragici. Sempre. Sottolineiamo: senza eccezione alcuna. Ciò che ci hanno indotto a rimpiangere, talvolta ad alta voce, le precedenti autocrazie. E, dopo trentacinque anni, questa può essere considerata una lezione definitiva.

          Quinto. Il sistema iraniano è figlio di una rivoluzione (quella del 1979). Attualmente appare logoro, in esaurimento. Ma è contestato apertamente da movimenti della società civile — ad esempio «Donna, Vita, Libertà» — che sono in grado nel tempo di dare frutti ad oggi inimmaginabili. Mettere nel conto di colpire come «effetto collaterale» la società civile iraniana e travolgerla in un caos di tipo somalo si rivelerebbe, è ben visibile fin d’ora, un errore imperdonabile.

          Il che ci induce a qualche riflessione a proposito di Gaza. Anche lì porsi dopo il 7 ottobre un duplice obiettivo (la liberazione degli ostaggi e la distruzione di Hamas) è stato per Israele un passo falso. Che ha esposto lo Stato ebraico ad un crescente discredito in pressoché tutti i Paesi e le comunità che in passato gli si erano dimostrati non ostili. La prolungata violenza contro i civili che ha accompagnato la caccia ai jihadisti ha stravolto l’immagine dello Stato ebraico agli occhi del mondo intero. Sarebbe stato più opportuno dedicarsi, all’inizio, ad una prolungata campagna per il recupero dei «chatufim» e rimandare ad una fase successiva il regolamento di conti con gli autori del pogrom del 7 ottobre. Facile a dirsi, ce ne rendiamo conto, per giunta con il senno del poi. È però un fatto che della immane tragedia di Gaza non si vede la via d’uscita. A meno di non voler prendere in considerazione la demenziale idea trumpiana della deportazione in massa (dove?) di oltre due milioni di persone.

          Non vorremmo che l’errore fosse ripetuto ora in Iran. La distruzione degli impianti nucleari con destinazione militare ha un senso. Soprattutto dopo l’allarme di Rafael Grossi. Del resto, l’Iran potrebbe por fine immediatamente alla guerra sottoscrivendo l’accordo con Witkoff di cui nella giornata di oggi dovevano essere definiti gli ultimi dettagli.
          Ma se, come tutto lascia pensare, ciò non accadrà, è bene che Benjamin Netanyahu sia consapevole del fatto che gettare l’Iran nel caos potrebbe rivelarsi ancor più insidioso che lasciare il comando nelle mani di Ali Khamenei. Prevedere per l’Iran un «tranquillo» esito di tipo siriano è fantasioso. Oltreché prematuro.

          CorSera
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          C. Campo - Moriremo Lontani


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          • zuse
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            Mieli è un altro che dovrebbe limitarsi ai programmi sulla storia senza, ovviamente, minimamente commentarla ma lasciando parlare gli ospiti.




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            • Sean
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              In questo caso però elenca dei punti plausibili sul perchè questa aggressione sionista rappressenti un salto nel buio o nel vuoto, gravido di pericolosissime conseguenze non solo per il Medio Oriente.
              ...ma di noi
              sopra una sola teca di cristallo
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              • zuse
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                Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                In questo caso però elenca dei punti plausibili sul perchè questa aggressione sionista rappressenti un salto nel buio o nel vuoto, gravido di pericolosissime conseguenze non solo per il Medio Oriente.
                Ah può essere, non l'ho letto così come quando leggo Rampini come autore di un articolo, passo e vado oltre

                Tenendo conto sparano stronzate 99/100 , è raro becchi quel 1 in cui dicono cose sensate




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                • fede79
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                  Originariamente Scritto da zuse Visualizza Messaggio

                  Ah può essere, non l'ho letto così come quando leggo Rampini come autore di un articolo, passo e vado oltre

                  Tenendo conto sparano stronzate 99/100 , è raro becchi quel 1 in cui dicono cose sensate
                  Eppure delle volte Rampini non ha proprio sbragato a favore del padrone a stelle e strisce; certo devi fare un po’ la tara, ma spesso non ha sbagliato di tanto.
                  sigpic
                  Free at last, they took your life
                  They could not take your PRIDE

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                  • Mario12
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