Cronaca e politica estera [Equilibri mondiali] Thread unico.

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    Netanyahu punta a rovesciare gli ayatollah

    (Davide Frattini, da Gerusalemme) Con la voce arrochita avverte i giudici di non poter restare in tribunale: «Sono ammalato». Qualche ora dopo abbraccia in parlamento Javier Milei, il presidente argentino, e gli dice tra un sorriso e un colpo di tosse: «Ci stiamo infettando». Benjamin Netanyahu ha voluto trasmettere nelle ultime 48 ore prima dell’attacco un senso di normalità, quella pur disfunzionale di un primo ministro a processo per corruzione e in lotta per la sopravvivenza al potere: la giornata di mercoledì passata alla Knesset a salvare il governo dalla diserzione minacciata dai partiti ultraortodossi perché gli studenti delle scuole rabbiniche possano continuare a disertare il servizio militare obbligatorio.

    Un bravo politico è anche un bravo attore. Lo aveva imparato dagli americani — master al Mit di Boston, ambasciatore alle Nazioni Unite — e lo ha importato una trentina di anni fa nella politica israeliana, per lui troppo provinciale, dove i primi ministri parlavano l’inglese con l’accento del sabra, la parola ebraica che significa fico d’India e indica i pionieri venuti su spinosi e coriacei come i cactus nel deserto. Il suo inglese è naturale, negli Stati Uniti ci è vissuto da ragazzino. Mentre ostenta «business as usual» — tra le aule, gli incontri e i video registrati in occhiali da sole con abito blu — Bibi già sa che la decisione è presa: l’ordine allo Stato Maggiore è stato dato lunedì, il raid a cui pensa dal 2009, da quando è tornato al potere e ci è rimasto, sta per avverarsi, i bombardieri sono pronti a decollare. Sempre lunedì parla per 40 minuti al telefono con Donald Trump, il presidente americano che considera un amico, è probabile gli annunci l’azzardo: Israele ha deciso di colpire il programma atomico anche da sola, senza il supporto degli Stati Uniti almeno nella fase offensiva.

    Netanyahu è convinto — l’ha ribadito più volte — di avere l’opportunità di mutare il Medio Oriente, di arare la regione con i carrarmati e le bombe per veder crescere un nuovo paradigma. Ben Caspit — uno dei giornalisti più informati — racconta che ieri, a porte chiuse, il primo ministro era «euforico», come lo descrivono i consiglieri: «È esaltato dall’idea che lo scontro con l’Iran chiuda l’era dei conflitti. Che l’Arabia Saudita, il Libano, la Siria si uniscano agli accordi di Abramo». Nella notte del raid si è rivolto direttamente agli iraniani: «Non siete i nostri nemici, il nemico comune è il regime che vi schiaccia. Ribellatevi, fate sentire le vostre voci. Il nostro attacco mira al programma nucleare, ma vi sta anche aprendo la strada verso la libertà». Così gli analisti speculano che il primo ministro speri di dare una spallata al sistema di potere degli ayatollah, di indebolirli fino a cambiamenti interni.

    Sedici anni fa il primo ministro più longevo nella storia di Israele aveva immaginato il blitz con Ehud Barak al ministero della Difesa, suo mentore come ai tempi nell’unità d’élite Sayeret Matkal. Sono d’accordo che sia ora di agire, vogliono impedire a Teheran di superare la soglia di non ritorno nella produzione di uranio arricchito da usare nella bomba. Sono d’accordo e sono gli unici a esserlo: Gabi Ashkenazi, il capo di Stato Maggiore, risponde che l’aviazione e le truppe in generale non sono pronte, arriva a sostenere che l’ordine di dar via ai preparativi dato dal primo ministro sia illegale perché manca una decisione formale di tutto il governo. Meir Dagan, il capo del Mossad, una volta andato in pensione commenta davanti alle telecamere della Cbs americana: «Colpire l’Iran era l’idea più stupida che avessi mai sentito». Soprattutto il presidente Barack Obama è già convinto che la soluzione sia negoziare con gli ayatollah. I piani restano nel cassetto e l’amicizia con Barack finisce nel cestino della carta straccia: il premier ha usato l’autobiografia per chiudere i conti con il comandante del passato, Barack lo considera ormai «un pericolo per la democrazia israeliana».

    Appassionato lettore di Winston Churchill — i sei volumi di «La storia della seconda guerra mondiale» tenuti nell’ufficio a Gerusalemme dov’è entrato per la prima volta nel 1996 — Netanyahu si è sempre considerato l’unico leader capace di proteggere lo Stato ebraico, si è presentato — una campagna elettorale dietro l’altra — come Mr Sicurezza, un’immagine sui poster di propaganda stracciata il 7 ottobre del 2023, quando migliaia di terroristi palestinesi hanno invaso il sud del Paese all’alba, assaltato i villaggi attorno alla Striscia di Gaza, massacrato i giovani che a un rave danzavano alla prima luce del giorno, ucciso soldati sorpresi nel sonno, macellato i civili, anche donne e bambini.

    L’operazione contro Teheran punta anche a cancellare dalla sua biografia quella tragedia per cui non si è mai preso la responsabilità. Vuol dimostrare la sua risolutezza contro un ritorno ai tempi bui per il popolo ebraico. Sull’«euforia» a porte chiuse resta la visione pessimista della guerra permanente (quella a Gaza va avanti da 19 mesi, i palestinesi uccisi oltre 55 mila), di una nazione sempre sotto assedio.

    CorSera
    ...ma di noi
    sopra una sola teca di cristallo
    popoli studiosi scriveranno
    forse, tra mille inverni
    «nessun vincolo univa questi morti
    nella necropoli deserta»

    C. Campo - Moriremo Lontani


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    • KURTANGLE
      Inculamelo: l'ottavo nano...quello gay
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      Originariamente Scritto da The_machine Visualizza Messaggio

      Il doppio standard Palestina/Ucraina non è esclusiva della sinista, ma degli antisistema, sia di destra che di sinistra. Questo forum, prevalentemente di destra, ne è un esempio chiaro: critica Netanyahu, anche giustamente, ma non solo tace sui crimini di Putin, spesso lo esalta.
      Dipende sia dalle ragioni dei conflitti sia dalle tipologie di attacchi effettuati sia dai danni provocati ai civili

      Per farla brevissima:

      In Ucraina si fronteggiano due eserciti e di tanto in tanto muore qualche civile come danno collaterale

      A Gaza c è un solo esercito e sorpattutto una sola aviazions che attacca dei civili

      È decisamente diverso

      Originariamente Scritto da SPANATEMELA
      parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
      Originariamente Scritto da GoodBoy!
      ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


      grazie.




      PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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        Questione Attacco Israele

        È chiaro che per il diritto internazionale non puoi attaccare un altro Paese che si sta dotando di armi nucleari, anche se questo non ti riconosce e non perde occasione per dire che andresti annientato

        Però aldilà del diritto internazionale nessun paese al mondo avendone le possibilità lascerebbe che il suo vicino che lo odia e non lo riconosce si dotasse serenamente di armi nucleari.

        È sbagliato paragonare quello che sta accadendo in Iran a quello che sta accadendo a Gaza.
        Originariamente Scritto da SPANATEMELA
        parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
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        ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


        grazie.




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          Israele non sarà mai una nazione in pace, e in fondo quello stato razzista, suprematista e sterminazionista in pace nemmeno ci vuole stare. L'Iran non è la Palestina e aprire un altro fronte bellico di tal grado, nel mentre perdura quello contro Hamas, porterà gravissime conseguenze a tutta la regione, Israele compreso.

          Il regime deve dare una prova di forza, pena il far prendere fiato e coraggio alla opposizione interna (quella sulla quale fanno conto i sionisti per rovesciare gli ayatollah).

          Il vantaggio tattico sionista è indubbio, in quanto l'aviazione è superiore rispetto a quella iraniana e alle difese aeree iraniane...ma l'Iran ha comunque la possibilità di lanciare dei missili e di usare lo strumento del terrorismo (anche in Europa).
          ...ma di noi
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          forse, tra mille inverni
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            Questione Attacco Israele

            È chiaro che per il diritto internazionale non puoi attaccare un altro Paese che si sta dotando di armi nucleari, anche se questo non ti riconosce e non perde occasione per dire che andresti annientato

            Però aldilà del diritto internazionale nessun paese al mondo avendone le possibilità lascerebbe che il suo vicino che lo odia e non lo riconosce si dotasse serenamente di armi nucleari.

            È sbagliato paragonare quello che sta accadendo in Iran a quello che sta accadendo a Gaza.
            La propaganda è una cosa, e in occidente lo dovremmo sapere bene, in quanto vi siamo immersi fin sopra ai capelli...mentre la realtà è un'altra. Tra il possedere armi nucleari e l'usarle ci passa un universo. L'ho detto ieri: se l'Iran (una volta raggiunta la possibilità di avere dei missili armati con l'atomica) avesse usato l'arma nucleare contro Israele, sarebbe stato nuclearizzato a sua volta (non solo da Israele ma anche dagli USA).

            E' una favola quella del nucleare come "minaccia" per Israele, semplicemente perchè comporta la distruzione totale di chi dovesse usarlo per primo.

            Il fine dell'attacco, e mi trovo d'accordo con l'articolo del CorSera, è "mutare la geopolitica del Medio Oriente" (o destabilizzarla definitivamente) e "tentare di rovesciare il regime degli ayatollah" mettendone in risalto la loro debolezza...è solo che i piani sono tutti splendidi a tavolino, poi però c'è che quando si inizia una guerra o qualcosa di molto simile ad una guerra, non si sa come e dove si finisce, anche perchè per il regime iraniano questa non è solo una guerra esterna ma pure interna (esiste senz'altro una opposzione nella società civile, in quella politica, nella casta militare), ovverosia esistenziale.

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            • The_machine
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              Dipende sia dalle ragioni dei conflitti sia dalle tipologie di attacchi effettuati sia dai danni provocati ai civili

              Per farla brevissima:

              In Ucraina si fronteggiano due eserciti e di tanto in tanto muore qualche civile come danno collaterale

              A Gaza c è un solo esercito e sorpattutto una sola aviazions che attacca dei civili

              È decisamente diverso
              Vedi che il diavolo sta nei dettagli, è fantastico quel "ogni tanto" o "danno collaterale" quando si parla di 13K civili morti e 40K feriti.

              A Gaza già dopo i primi 10 civili morti si parlava di reazione eccessiva di Israele. Il bias c'è eccome.

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              • KURTANGLE
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                Israele non sarà mai una nazione in pace, e in fondo quello stato razzista, suprematista e sterminazionista in pace nemmeno ci vuole stare. L'Iran non è la Palestina e aprire un altro fronte bellico di tal grado, nel mentre perdura quello contro Hamas, porterà gravissime conseguenze a tutta la regione, Israele compreso.

                Il regime deve dare una prova di forza, pena il far prendere fiato e coraggio alla opposizione interna (quella sulla quale fanno conto i sionisti per rovesciare gli ayatollah).

                Il vantaggio tattico sionista è indubbio, in quanto l'aviazione è superiore rispetto a quella iraniana e alle difese aeree iraniane...ma l'Iran ha comunque la possibilità di lanciare dei missili e di usare lo strumento del terrorismo (anche in Europa).
                A prescindere da tutto dovrebbero guardare con favore al crollo del regime di quelle bestie fondamentaliste iraniane eh

                A prescindere da quanto si possa odiare israele

                Originariamente Scritto da SPANATEMELA
                parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
                Originariamente Scritto da GoodBoy!
                ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


                grazie.




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                • MarcoT
                  one day you may
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                  Adesso in iran hanno l'assist perfetto in riferimento alle proteste di tempo fa, magari sta volta riescono veramente a rovesciare il regime
                  Originariamente Scritto da Lorenzo993
                  non nominare cristo che se ti avesse incontrato avrebbe mandato a mignotte la bibbia e ti avrebbe preso a calci in culo

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                  • Sean
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                    A prescindere da tutto dovrebbero guardare con favore al crollo del regime di quelle bestie fondamentaliste iraniane eh

                    A prescindere da quanto si possa odiare israele
                    No se poi si vuol mettere su un regime fantoccio filoccidentale, americanista-sionista, per tornare in pratica all'epoca del (corrotto) regime dello Scià.

                    Il regime attuale, che dopo 50 anni si è degenerato, assumendo un sempre più marcato indirizzo teocratico, è comunque figlio della rivoluzione indipendentista iraniana: Khomeini fu richiamato in Iran a furor di popolo...gli iraniani vorrebbero (poi occorre capire se tutti, una maggioranza, una minoranza) sostituire gli ayatollah ma restando sovrani e indipendenti, questo è il punto, non certo l'ennesima colonia americana.
                    ...ma di noi
                    sopra una sola teca di cristallo
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                      Questione Attacco Israele

                      È chiaro che per il diritto internazionale non puoi attaccare un altro Paese che si sta dotando di armi nucleari, anche se questo non ti riconosce e non perde occasione per dire che andresti annientato

                      Però aldilà del diritto internazionale nessun paese al mondo avendone le possibilità lascerebbe che il suo vicino che lo odia e non lo riconosce si dotasse serenamente di armi nucleari.

                      È sbagliato paragonare quello che sta accadendo in Iran a quello che sta accadendo a Gaza.
                      Aiutami a ricostruire.
                      Netanyahu vuole rovesciare gli Ayatollah, indebolire il regime di Teheran. E farlo perchè l'Iran possiede, o potrebbe avere, armi nucleari.
                      Esattamente come Israele: che però "può" avere tutte le armi nucleari che vuole. Chi se ne frega poi se c'è il rischio di scatenare un conflitto globale di proporzioni insanabili.

                      Corretto?
                      sigpic
                      Free at last, they took your life
                      They could not take your PRIDE

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                        No se poi si vuol mettere su un regime fantoccio filoccidentale, americanista-sionista, per tornare in pratica all'epoca del (corrotto) regime dello Scià.

                        Il regime attuale, che dopo 50 anni si è degenerato, assumendo un sempre più marcato indirizzo teocratico, è comunque figlio della rivoluzione indipendentista iraniana: Khomeini fu richiamato in Iran a furor di popolo...gli iraniani vorrebbero (poi occorre capire se tutti, una maggioranza, una minoranza) sostituire gli ayatollah ma restando sovrani e indipendenti, questo è il punto, non certo l'ennesima colonia americana.
                        Qui bisognerebbe fare un pò di storia del 900: Israele vuole rovesciare un regime che, se esiste, è anche "per merito" di un colpo di stato (1953) che ha rovesciato un politico che si chiamava Mohammad Mossadeq: colui che portò una svolta socialista in Iran, oltre che democratica.
                        Mossadegh fu destituito grazie alla Cia. La stessa Cia che poi ha messo a capo Mohammad Reza Pahlavi: lo stesso che ha scatenato una ribellione del popolo iraniano e che ha portato l'Iran alla rivoluzione del 1979. Rivoluzione che portò al potere Ruhollah Khomeyni, l'uomo che ha creato il regime teocratico che c'è tutt'ora in Iran.
                        Benjamin Netanyahu bombarda l'Iran con l'appoggio degli Usa per destituirne il regime.
                        Lo stesso regime che, se esiste, è proprio colpa degli Stati Uniti.

                        Solo a me ricorda qualcosa?
                        sigpic
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                          Gli USA hanno un conto aperto con l'Iran fin dalla fine degli anni '70, quando ci fu (in seguito alla rivoluzione) il famoso assalto alla ambasciata americana, con gli americani (anche qui more solito) a scappare precipitosamente e caoticamente, subendo una umiliazione planetaria, una delle tante...quindi, forse percependo una fase di fragilità interna del regimo teocratico, adesso attraverso Israele stanno provando a dare una spallata a quel regime e portare l'Iran dalla propria parte...Iran che ha un peso strategico fondamentale per la regione, ed è tra l'altro ricchissimo di petrolio come sappiamo.

                          La situazione è incandescente, perchè il Medio Oriente è una polveriera da decenni. L'azione sionista (con la complicità americana) è un azzardo, l'ennesimo azzardo del sanguinario governo-Netanyahu: come afferma pure Caracciolo, l'unico sbocco di questo azzardo è (per americani e sionisti) sperare di far crollare il regime, perchè Netanyahu sta trascinando Israele in uno stato di "guerra permanente" con plurimi fronti aperti, del quale quello iraniano rappresenta ovviamente il più pericoloso:


                          L’ultima carta di Israele, un Paese al bivio

                          Netanyahu punta ad abbattere il regime di Teheran. Sarebbe il solo scenario strategico plausibile per dare senso alla campagna di autodistruzione su sette fronti ingaggiata trasformando il massacro del 2023 in minaccia esistenziale per il suo Stato

                          Netanyahu punta ad abbattere il regime di Teheran. Sarebbe il solo scenario strategico plausibile per dare senso alla campagna di autodistruzione su sette fron…

                          ...ma di noi
                          sopra una sola teca di cristallo
                          popoli studiosi scriveranno
                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
                          nella necropoli deserta»

                          C. Campo - Moriremo Lontani


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                          • Ponno
                            Socialista col Rolex
                            • Feb 2013
                            • 13219
                            • 742
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                            • Holy See (Vatican City State) [VA]
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                            Originariamente Scritto da fede79 Visualizza Messaggio

                            Qui bisognerebbe fare un pò di storia del 900: Israele vuole rovesciare un regime che, se esiste, è anche "per merito" di un colpo di stato (1953) che ha rovesciato un politico che si chiamava Mohammad Mossadeq: colui che portò una svolta socialista in Iran, oltre che democratica.
                            Mossadegh fu destituito grazie alla Cia. La stessa Cia che poi ha messo a capo Mohammad Reza Pahlavi: lo stesso che ha scatenato una ribellione del popolo iraniano e che ha portato l'Iran alla rivoluzione del 1979. Rivoluzione che portò al potere Ruhollah Khomeyni, l'uomo che ha creato il regime teocratico che c'è tutt'ora in Iran.
                            Benjamin Netanyahu bombarda l'Iran con l'appoggio degli Usa per destituirne il regime.
                            Lo stesso regime che, se esiste, è proprio colpa degli Stati Uniti.

                            Solo a me ricorda qualcosa?
                            Il punto è sempre lo stesso: americani pezzi di merd4, cancro del mondo, seguiti a stretto giro da Sion
                            Originariamente Scritto da claudio96

                            sigpic
                            più o meno il triplo

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                            • zuse
                              Macumbico divinatore
                              • Oct 2010
                              • 14412
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                              • White House
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                              Originariamente Scritto da Ponno Visualizza Messaggio

                              Il punto è sempre lo stesso: americani pezzi di merd4, cancro del mondo, seguiti a stretto giro da Sion
                              Non a caso me fanno taja' gli iraniani che nonostante gli attacchi e bombardamenti chiamano Israele solo "piccolo" Satana, perché quello grande rimangono, giustamente, gli USA




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                              • Sean
                                Csar
                                • Sep 2007
                                • 123057
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                                • In piedi tra le rovine
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                                Il regime mutilato, i rischi per Khamenei, l'ipotesi colpo di Stato: gli scenari possibili

                                Nel secondo giorno di guerra tra Israele e la Repubblica islamica, il regime è mutilato. I raid israeliani hanno ucciso una ventina di uomini a capo degli apparati strategici del Paese

                                Dal terrazzo, Ghael vede Beit-e Rahbari - la «casa del leader» - la residenza dell’ayatollah Ali Khamenei che si trova nel centro di Teheran e che è munita di un bunker antinucleare molto sofisticato. «Ieri sera hanno provato a centrarla più volte », scrive in un messaggio con un’emoticon. La Guida suprema non dovrebbe trovarsi lì. Pare sia nascosto da qualche parte a Mashhad, la sua città d’origine. Ma non ci sono certezze.

                                Nel secondo giorno di guerra tra Israele e la Repubblica islamica, il regime è mutilato. I raid israeliani hanno ucciso una ventina di uomini a capo degli apparati strategici del Paese. Non c’è più: Hossein Salami, comandante delle Guardie della Rivoluzione Islamica (Ircg); Mohammad Bagheri, capo di Stato maggiore delle forze armate iraniane; Gholamali Rashid, capo del quartier generale Khatam Al-Anbiya; Esmail Qaani, comandante della Forza Quds delle Ircg; Amir Ali Hajizadeh, il responsabile della divisione aerospaziale, stratega dell’ultimo attacco allo Stato ebraico.

                                «Il regime si fondava sui capi di queste divisioni. Le figure del parlamento contano poco. Ha molto più potere e peso un generale delle Guardie della rivoluzione che il presidente Masoud Pezeshkian: gli attacchi sono stati studiati per paralizzare l’apparato della dittatura», dice al Corriere Beni Sabti, esperto iraniano dell’Inss di Tel Aviv, nato a Teheran. Benjamin Netanyahu ha minacciato che se l’Iran ucciderà civili, Israele risponderà colpendo figure politiche di alto profilo. «Molte di queste sono già state eliminate», commenta Sabti, e aggiunge: «Tutti gli uomini con un ruolo nell’Ircg - i pasdaran - non sono al sicuro, così come tutti i "nuovi" nominati da Khamenei. E' l’avvertimento del presidente israeliano all’ayatollah e al suo cerchio del terrore. Gli sta dicendo "attenti, siete i prossimi"».
                                La minaccia rafforza l'idea che negli obiettivi israeliani non ci sia solo la distruzione del programma nucleare e missilistico di Teheran, ma anche la destabilizzazione se non il tentativo di rovesciamento del regime.

                                Nella «lista di Netanyahu» potrebbe finirci il secondogenito della Guida suprema, Mojtaba, l’erede designato. È spietato, determinato a preservare la dinastia Khamenei a ogni costo, attraverso il controllo delle milizie, degli apparati di sicurezza e dei canali finanziari. Un altro uomo vicino al leader è Mohammad Bagher Ghalibaf, ultraconservatore, ex comandante delle Guardie della Rivoluzione, ex capo della polizia e sindaco di Teheran, Ghalibaf ha scalato le vette del potere, diventando il presidente del Parlamento. Fedelissimo alla linea della Guida Suprema, ma anche abile stratega, era un alleato stretto di Qassem Soleimani, il leggendario comandante della Forza Quds dell’Ircg, ucciso in Iraq per volere di Donald Trump, nel 2019. Un altro «amico» di Khamenei è Ali Larijani, ex comandante dell’Ircg. E' stato capo della televisione di Stato per dieci anni, segretario del Consiglio Supremo di Sicurezza Nazionale e presidente del parlamento per oltre un decennio. Considerato un conservatore pragmatico, ha trattato sul nucleare con l’Europa.

                                Ma lo scenario peggiore - migliore per molti iraniani stremati da 46 anni di dittatura - è che il primo della lista di Netanyahu sia proprio lui, l’ayatollah. Non un obiettivo facile, visto gli altissimi livelli di sicurezza che lo circondano. L’uccisione del leader che dal 1989, dalla morte di Ruhollah Khomeini, guida la Repubblica islamica, aprirebbe scenari opposti e avrebbe conseguenze esplosive ben oltre il campo di battaglia. Dice al telefono con il Corrierelo scrittore ed esperto Arash Azizi: «Se Khamenei venisse ucciso, si attiverebbe un processo per eleggere un altro religioso al suo posto. Un organismo chiamato Assemblea degli Esperti, formato da clerici: una sorta di conclave. Mojtaba, suo figlio, è uno dei principali candidati. Tuttavia, c’è la possibilità che l’uccisione di Khamenei sia talmente destabilizzante da spingere anche altri elementi all’interno del regime a farsi avanti e a cambiare il sistema. In tal caso, il vero potere potrebbe non risiedere più nell’ufficio della Guida Suprema».

                                Si innescherebbero lotte intestine che creerebbero ancora più disordine anche regionale, viso l’influenza su Iraq, Libano, Siria e Yemen, dove l'Iran ha armato e sostenuto milizie locali. Le strade potrebbero tornare a riempirsi di manifestanti. Gente che sogna la fine della dittatura, che ha meno del 20% del popolo dalla sua parte. «Un’altra opzione è il colpo di stato. Le fazioni militari e coloro che sono legati agli oligarchi iraniani potrebbero prendere il controllo», dice Azizi. In Iran non esiste un leader dell’opposizione.

                                Non c’è perché è vietato opporsi, chi lo ha fatto è stato ucciso o è in prigione. «Nessuna delle organizzazioni o figure dell’opposizione iraniana possiede attualmente la forza sufficiente per avere una reale possibilità di arrivare al potere. Una rivolta popolare spontanea potrebbe portare alcuni di loro in primo piano, ma oggi sembra difficile. Può anche essere che una fazione del regime, come i riformisti, prenda il controllo e gestisca i contatti con l’Occidente», conclude Azizi. Secondo Ali Vaez, direttore dell'International Crisis Group's Iran esperto Non esiste un’alternativa praticabile a questo regime, né all’interno né all’esterno dell’Iran. Perciò, un’implosione è destinata a sfociare o in una guerra civile o in un colpo di stato militare.

                                Spaesati e colti di sorpresa, i leader della Repubblica Islamica sono all’angolo, ma non possono permettersi di mostrarsi fragili. Sempre più assediati dalla paura per la propria sopravvivenza e segnati da un’umiliazione profonda, sembrano spinti verso l’escalation. In questo clima di tensione crescente, non è da escludere che Teheran scelga la via degli attacchi clandestini contro Israele, o peggio, decida di accelerare senza indugi il programma nucleare, destabilizzando ancora di più il Medio Oriente.

                                CorSera
                                ...ma di noi
                                sopra una sola teca di cristallo
                                popoli studiosi scriveranno
                                forse, tra mille inverni
                                «nessun vincolo univa questi morti
                                nella necropoli deserta»

                                C. Campo - Moriremo Lontani


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