Cronaca e politica estera [Equilibri mondiali] Thread unico.

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  • fede79
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    • Oct 2002
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    • Roma
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    Ma è vero che durante quell’inutilità dell’Eurovision Song Contest, hanno vietato qualsiasi riferimento alla Palestina?

    Questi non erano gli stessi che l’edizione scorsa, o quella prima ancora, tappezzarono tutto pro Ucraina?

    sigpic
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    • Steel77
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      Originariamente Scritto da Virulogo.88 Visualizza Messaggio
      Nel frattempo in romania dopo 2 elezioni annullate finalmente ha " vinto " il liberale pro europa, ma sono i russi che manipolano le elezioni è! ahahah che farsa di mondo.
      la democrazia è salva

      Originariamente Scritto da fede79 Visualizza Messaggio
      Ma è vero che durante quell’inutilità dell’Eurovision Song Contest, hanno vietato qualsiasi riferimento alla Palestina?
      Questi non erano gli stessi che l’edizione scorsa, o quella prima ancora, tappezzarono tutto pro Ucraina?
      c'è un video in cui si capisce che hanno silenziato i buhh a israele. Ho letto pure che sono arrivati secondi grazie a un numero abnorme (cioè sospetto) di televoti

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      • KURTANGLE
        Inculamelo: l'ottavo nano...quello gay
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        • Borgo D'io
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        vabbeh ma il senso di sommergere di fischi dei cantanti solo in base a dove sono nati?
        Magari sono anche critici delle politiche di Neth
        Originariamente Scritto da SPANATEMELA
        parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
        Originariamente Scritto da GoodBoy!
        ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


        grazie.




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        • The_machine
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          Originariamente Scritto da Virulogo.88 Visualizza Messaggio
          Nel frattempo in romania dopo 2 elezioni annullate finalmente ha " vinto " il liberale pro europa, ma sono i russi che manipolano le elezioni è! ahahah che farsa di mondo.
          In che senso 2 elezioni annullate?

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          • Steel77
            Administrator
            • Feb 2002
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            Originariamente Scritto da KURTANGLE Visualizza Messaggio
            vabbeh ma il senso di sommergere di fischi dei cantanti solo in base a dove sono nati?
            Lo stesso senso di escluderli per dove sono nati. Ma vale solo se sono russi

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            • fede79
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              • Oct 2002
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              Originariamente Scritto da Virulogo.88 Visualizza Messaggio
              Nel frattempo in romania dopo 2 elezioni annullate finalmente ha " vinto " il liberale pro europa, ma sono i russi che manipolano le elezioni è! ahahah che farsa di mondo.
              In compenso il Portogallo è passato alla destra.
              sigpic
              Free at last, they took your life
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              • Sergio
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                Far-right candidate George Simion acknowledges defeat and relaunches, "We lost a battle, not the war." Brussels and Kyiv breathe a sigh of relief, Zelensky: "Important that Romania remains a reliable partner."


                In Romania era comprensibile che scegliesse un moderato o uno di centro, se non venite triggerati troppo facilmente da DX vs SX, vi ricordo che l'ultimo dittatore lo ebbero negli anni 80. Destra o sinistra, agli estremi finiscono tutte in dittatura.



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                • KURTANGLE
                  Inculamelo: l'ottavo nano...quello gay
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                  Originariamente Scritto da Steel77 Visualizza Messaggio

                  Lo stesso senso di escluderli per dove sono nati. Ma vale solo se sono russi

                  condivido pienamente
                  trovo infatti una stronzata entrambe le cose
                  Originariamente Scritto da SPANATEMELA
                  parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
                  Originariamente Scritto da GoodBoy!
                  ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


                  grazie.




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                  • Sean
                    Csar
                    • Sep 2007
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                    • In piedi tra le rovine
                    • Send PM

                    Putin a Trump: “Pronti a lavorare con Kiev su un memorandum per i futuri colloqui di pace”
                    Il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato di aver avuto una telefonata informativa e utile con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e che Mosca è pronta a lavorare con l'Ucraina su un memorandum per i futuri colloqui di pace, secondo i media statali russi.

                    Putin: “Trump ha parlato di cessate fuoco, individuare percorso”
                    "Il presidente degli Stati Uniti ha espresso la sua posizione sulla cessazione delle ostilità, un cessate il fuoco. E da parte sua, ha anche osservato che anche la Russia sostiene una soluzione pacifica della crisi ucraina. Dobbiamo semplicemente individuare i percorsi più efficaci per raggiungere la pace", lo ha detto Vladimir Putin ai giornalisti riferendo del colloquio con Trump, secondo quanto riporta Interfax.

                    Putin: “Ringraziato Trump per ripresa negoziati con Kiev”
                    Il presidente russo Vladimir Putin ha ringraziato il presidente statunitense Donald Trump per il sostegno di Washington alla ripresa dei negoziati diretti tra Mosca e Kiev. "Innanzitutto ho ringraziato il presidente degli Stati Uniti per il sostegno fornito dagli Usa alla ripresa dei negoziati diretti tra Russia e Ucraina sulla possibilità di concludere un accordo di pace, in merito alla ripresa dei colloqui che, come è noto, erano stati interrotti dalla parte ucraina nel 2022", ha detto Putin ai giornalisti

                    ​ Putin a Trump: “Sì a compromessi, ma eliminare cause della crisi”
                    Russia e Ucraina troveranno dei compromessi, ma è necessario eliminare le cause principali della crisi. Lo ha detto il presidente russo, Vladimir Putin al suo omologo Usa, Donald Trump, secondo quanto riportano le agenzie russe.

                    Repubblica

                    ...ma di noi
                    sopra una sola teca di cristallo
                    popoli studiosi scriveranno
                    forse, tra mille inverni
                    «nessun vincolo univa questi morti
                    nella necropoli deserta»

                    C. Campo - Moriremo Lontani


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                    • fede79
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                      Trump e Putin stanno prendendo a sberle quegli inetti delle cancellerie UE, carte da culo senza un culo da servire.
                      sigpic
                      Free at last, they took your life
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                      • Sean
                        Csar
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                        Tregua, Trump sente Putin «Mosca e Kiev trattino ora»

                        Lo zar più cauto: prima un memorandum. Donald informa Zelensky, Meloni e gli altri leader

                        Donald Trump e Vladimir Putin parlato al telefono per oltre due ore ieri: era la loro terza telefonata dall’insediamento del presidente americano a fine gennaio. Ma nonostante le descrizioni positive del colloquio («eccellente» ha scritto Trump; «molto informativo e molto franco» secondo Putin), una soluzione alla guerra in Ucraina non sembra vicina. «La Russia e l’Ucraina inizieranno immediatamente i negoziati verso un cessate il fuoco e — cosa più importante — per porre FINE alla guerra», ha scritto Trump sul social Truth. Le parole di Putin sono state tuttavia più caute: non ha segnalato una svolta nella posizione russa, né l’adesione a una tregua di 30 giorni. Mosca — ha detto il presidente russo ai giornalisti — «proporrà ed è pronta a lavorare con la parte ucraina su un memorandum a proposito del futuro accordo di pace determinando una serie di posizioni come, per esempio, i principi di ricomposizione, i tempi di una eventuale conclusione dell’accordo di pace eccetera, compreso anche un possibile cessate il fuoco per un determinato periodo, in caso del raggiungimento delle rispettive intese». Ma Putin ha ribadito che «la posizione della Russia, in generale, è chiara: l’essenziale per noi è eliminare le cause prime di questa crisi» (parole in cui gli europei leggono la volontà di riportare l’Ucraina nella sfera di influenza russa). Il portavoce del Cremlino Peskov, d’altronde, aveva detto già prima della telefonata che — per porre fine alla guerra — sarà necessario «un lavoro accurato e possibilmente prolungato».

                        La mediazione

                        «Le condizioni verranno negoziate tra le due parti, perché solo loro conoscono i dettagli di una trattativa di cui nessun altro è consapevole», ha scritto Trump sul suo social Truth. E ha osservato che il Vaticano è «molto interessato» a ospitare i negoziati.

                        Alcuni vi hanno letto la possibile rinuncia degli Stati Uniti a mediare tra Russia e Ucraina. Più tardi, parlando con i giornalisti nello Studio Ovale, il presidente americano lo ha negato. Poco dopo però ha aggiunto che esiste in effetti «una linea rossa nella mia testa» che segnerebbe il momento in cui lui si farebbe da parte come mediatore, ma non ha voluto aggiungere dettagli. «Credo che Putin voglia fermarsi, gli ho detto che è ora di farlo». E su Zelensky: «È un uomo forte, non la persona più semplice con cui interagire ma penso che voglia fermarsi». Secondo Trump «grossi ego sono coinvolti ma qualcosa succederà. Se non succede, mi farò indietro e dovranno continuare loro... Questa era una situazione europea e dovrebbe rimanere tale».
                        Anche la portavoce Karoline Leavitt ha detto prima della telefonata che Trump è «sempre più frustrato con entrambe le parti del conflitto». E il suo obiettivo era «vedere il cessate il fuoco» (che ieri non si è materializzato). Tornando a Washington da Roma, il vicepresidente JD Vance ha affermato che gli Stati Uniti sono «più che aperti ad abbandonare» i negoziati, in assenza di risultati. Il tentativo di risolvere il conflitto è arrivato a uno «stallo» — ha dichiarato Vance — suggerendo che Putin non abbia «una vera strategia per uscirne» visto che ha «un milione di uomini in armi» e ha riconfigurato l’intera economia per lo sforzo bellico. Perciò la telefonata di Trump e Putin mirava a capire se quest’ultimo è «serio» nel cercare un accordo; ma se non lo è, «dovremo dire: “Questa non è la nostra guerra, è la guerra di Joe Biden, di Vladimir Putin, non la nostra”».

                        Le sanzioni

                        I leader di Germania, Francia, Gran Bretagna e Italia avevano parlato con Trump domenica, prima della telefonata. Subito dopo, il presidente americano ha chiamato Ursula von der Leyen, Giorgia Meloni, il cancelliere tedesco Merz, il presidente francese Macron e il finlandese Stubb oltre a Zelensky. Gli europei intendono rafforzare le sanzioni, visto che la telefonata non ha portato alla tregua, secondo un portavoce di Merz. Anche Trump le ha minacciate nei giorni scorsi. Ma ieri su Truth ha usato «la carota» anziché il «bastone»: ha ripetuto l’offerta di scambi commerciali «su larga scala» e potenzialmente «illimitati» tra Stati Uniti e Russia, di cui anche l’Ucraina potrebbe beneficiare. Poi ha spiegato ai reporter di non aver aumentato finora le sanzioni perché c’è «una chance che accada qualcosa e che possano peggiorare la situazione, ma ci sarà un momento in cui arriveranno». Zelensky si è detto pronto a studiare l’offerta russa, ma ha anche chiesto a Trump nuove sanzioni contro i settori bancario ed energetico russi. E gli ha chiesto di «non prendere decisioni senza di noi»: oltre al timore che Trump si sfili come mediatore, c’è quello opposto che possa accettare tutte le richieste di Putin pur di porre fine al conflitto.

                        Anche Zelensky e gli europei hanno accolto con favore l’offerta del Vaticano di ospitare i colloqui. «L’Italia è pronta a fare la sua parte per facilitare i contatti e lavorare per la pace», ha detto in una nota la premier Meloni.

                        CorSera

                        ...ma di noi
                        sopra una sola teca di cristallo
                        popoli studiosi scriveranno
                        forse, tra mille inverni
                        «nessun vincolo univa questi morti
                        nella necropoli deserta»

                        C. Campo - Moriremo Lontani


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                        • Sean
                          Csar
                          • Sep 2007
                          • 123130
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                          A me pare evidente che una "pace" non possa essere messa su in un battibaleno...e dunque la necessità di un "memorandum" che contempli i passi necessari (graduali) per giungere di volta in volta ad un progresso successivo, perchè altrimenti ci si siede ad un tavolo da nemici e da nemici ci si alza in tempo dieci minuti.

                          Se Trump e Putin hanno parlato per 2 ore, presumo che Putin abbia reso edotto Trump sul cosa intenda con "(preliminarmente) risolvere le cause profonde del conflitto", e queste "cause" possono essere trattate e risolte soltanto con gli Stati Uniti, per cui un qualsiasi "memorandum" che dettasse la tabella di marcia ad un avvicinamento all'obiettivo finale (la "pace") non potrebbe nemmeno partire, e senz'altro non potrebbe funzionare, se alla base non ci si mettesse d'accordo sulla risoluzione di quelle "cause profonde" - che si sostanziano nel riconoscimento alla Russia di diritto ad una propria sfera di influenza che l'espansione Nato da dopo il crollo del Muro era arrivata a minacciare, giungendo, con le mire sull'Ucraina, fin dentro il giardino di casa della Russia: la Russia vuole garanzie sulla sua sicurezza, questo il nodo e questa la causa prima della guerra.

                          Per quanto riguarda la Meloni che si dice disposta a "favorire" dei colloqui tra le parti eventualmente in Vaticano, credo proprio che il suo sarebbe eventualmente un aiuto non richiesto, in quanto 1) è stato lo stesso Papa a mettere a disposizione il Vaticano come ipotetica sede dei colloqui, 2) la diplomazia vaticana non ha certo bisogno dell' "aiuto" di nessuno, meno che mai del governicchio italiano, in quanto trattasi della più antica diplomazia d'occidente, 3) il Papa se alza la cornetta del telefono parla con tutti...la Meloni un pò meno, anche perchè in Europa chi conta sono Francia, Germania e mettiamoci anche l'Inghilterra...che tra l'altro, dopo mesi dall'avvio della iniziativa di pace di Trump, quei "volenterosi" ancora devono nominare un inviato europeo da spedire in Russia, ma questo è un altro discorso, ma che fa capire bene lo stato dell'arte in seno ai "volenterosi", perchè arrivati al punto gli unici che potranno sistemare davvero le cose saranno solo Russia e USA, che con la Cina formano la triade che detiene la capacità di indirizzare e trasformare (in meglio o in peggio) le sorti del mondo.
                          ...ma di noi
                          sopra una sola teca di cristallo
                          popoli studiosi scriveranno
                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
                          nella necropoli deserta»

                          C. Campo - Moriremo Lontani


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                          • Sean
                            Csar
                            • Sep 2007
                            • 123130
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                            Il consigliere del Cremlino: «Trump è pragmatico, con gli Usa nuove intese»

                            Maxim Suchkov: «La strada è ancora lunga ma il tempo stringe. Putin sta cercando di ripristinare una politica del "buon senso" con l'America»

                            «Come dite voi? Bastone e carota, mi sembra. La telefonata di ieri non fa eccezione, perché la tecnica degli americani è sempre quella». Siamo al piano più alto della palazzina che domina il campus della Mgimo, l’università per le relazioni internazionali considerata il serbatoio al quale attinge il ministero degli Esteri. «È l’equivalente del Centro Belfer di Harvard», dice con malcelato orgoglio e in un inglese più che perfetto Maxim Suchkov, docente, direttore dell’Istituto di studi sulle relazioni russo-americane, membro del Consiglio scientifico presso il Consiglio di sicurezza, ancora giovane e considerato in sicura ascesa sulle scale del potere russo. «Trump avrà usato come sempre la versione dello “spingi e tira”, quella che utilizza sia con gli alleati che con gli avversari, non fa nessuna differenza. E non c’è alcuna sorpresa».

                            Come giudica l’approccio del presidente Usa alla Russia?

                            «Abbiamo capito che Trump è focalizzato soltanto sul raggiungimento di risultati concreti per l’America, e questo ci sta bene. Un approccio pragmatico era quello che chiedevamo da tempo agli Usa e all’Occidente in generale».

                            Quanto conta il rapporto tra lui e Putin?

                            «Nonostante le sue minacce di nuove sanzioni o di altre misure punitive, Trump sta bene attento a non scendere mai sul piano personale con il nostro presidente e non è mai irrispettoso del popolo russo. Il rispetto era una delle cose che più mancavano nelle nostre relazioni con l’America. Adesso con Trump lo abbiamo, ed è una cosa che Putin apprezza molto. Ma chiaramente, la strada da percorrere è ancora lunga».

                            La questione ucraina è davvero il semplice tassello di un disegno più ampio?

                            «Nel marzo del 2009, a Ginevra, il segretario di Stato americano Hillary Clinton consegnò al ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov un bottone rosso con la parola inglese “reset” e la traslitterazione della parola russa cirillica “peregruzka”, che significava un incomprensibile “sovraccarico”, al posto di “perezagruzka”, ovvero reset, azzeramento. Lasciando da parte l’errore, la giusta filosofia alla base di quella politica del nuovo inizio era che Russia e Stati Uniti avrebbero dovuto concentrarsi sui settori dello sviluppo, e lasciare fuori dall’equazione le spinose questioni dei conflitti congelati dello spazio post-sovietico. Ma i nodi della politica eurasiatica sono tornati al pettine sei anni dopo con le proteste di Maidan, che la Russia considera il punto di partenza dell’attuale conflitto. Questo per dire che anche se l’agenda di entrambi i presidenti rimane più ambiziosa, l’Ucraina è l’elefante nella stanza che non si può ignorare».

                            Si aspettava un ribaltamento così rapido dei rapporti tra i due Stati?

                            «Non c’è ancora una svolta sostanziale e tanto meno rapida nelle relazioni tra Stati Uniti e Russia. I problemi accumulati negli ultimi anni permangono. Gli Usa, nonostante il presidente Trump affermi di voler forgiare un accordo di pace, sono ancora di fatto parte del conflitto, poiché aiutano l’Ucraina dal punto di vista dell’intelligence e forniscono aiuti finanziari. Ma tutti riconosciamo che l’atteggiamento e l’approccio stesso da parte statunitense sono cambiati. Questo è molto apprezzato nella comunità politica di Mosca, che vede una opportunità per raggiungere risultati più grandi del futuro di Kiev».

                            Cosa vuole davvero Putin dagli Usa?

                            «Credo che il presidente stia cercando di ripristinare una politica del “buon senso” con gli Stati Uniti, data la tossicità del “problema russo” a Washington. Oggi, c’è un uomo alla Casa Bianca che cerca nuovi stimoli per lo sviluppo americano e vede la Russia come parte della soluzione. Con tutte le dovute riserve, questa è la promessa di porre finalmente Russia e Usa su solide basi di cooperazione. Credo che questo sia di per sé l’obiettivo chiave che Putin sta perseguendo; un nuovo quadro di relazioni. A riempirlo di progetti concreti ci penseranno lo spirito creativo delle comunità imprenditoriali statunitense e russa e l’orientamento pragmatico delle rispettive classi dirigenti».

                            Ora o mai più?

                            «La Russia non farà marcia indietro sul tema della sua sicurezza, in Ucraina e altrove. Ma è vero che il contesto attuale offre una finestra di opportunità che potrebbe non durare a lungo. Questo crea una situazione dove, da un lato, c’è la volontà da parte di Mosca di ottenere il maggior numero possibile di risultati positivi con Trump; dall’altro, dobbiamo valutare attentamente ogni proposta proveniente dagli Usa, soppesandone pro e contro, limiti temporali e vincoli politici. Siamo comunque consapevoli di avere una reale possibilità di aprire una nuova pagina con gli Usa. La storia è un’insegnante severa che non offre molte occasioni per correggere la rotta. Quando succede, è meglio coglierle».

                            ​CorSera

                            ...ma di noi
                            sopra una sola teca di cristallo
                            popoli studiosi scriveranno
                            forse, tra mille inverni
                            «nessun vincolo univa questi morti
                            nella necropoli deserta»

                            C. Campo - Moriremo Lontani


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                            • zuse
                              Macumbico divinatore
                              • Oct 2010
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                              • White House
                              • Send PM

                              Spostare i negoziati dalla musulmana ed opportunista turchia che nulla c'entra con le radici culturali europeo/slave, dove sta avvenendo il conflitto, ad un cristianissimo luogo nel cuore dell'Italia, sarebbe già un buon inizio. Sicuramente meno forzato che fare mettere becco alla disgustosa Albione o ad una nazione piena di minareti.

                              L'Italia doveva ricoprire questo ruolo 3 anni fa. Visto le eccellenti relazioni con Russia ed Ucraina. Ora potrebbe svolgere questo ruolo lo stato vaticano che , con una grandissima paraculata, si potrebbe trasformare in mossa diplomatica "italiana".






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                              • Sean
                                Csar
                                • Sep 2007
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                                • Send PM

                                Neppure Israele c'entra nulla con le radici storico-culturali dell'Europa, eppure ce l'abbiamo sempre tra la p@lle, viene addirittura messo dentro nei tornei di calcio europei, all'Eurovision della canzone e simili...Turchia ed Israele sono anti-Europa, mentre la Russia bianca e cristiana, che si richiama direttamente alle radici dell'occidente (Terza Roma) la si tiene sul vallo opposto, volendo l'UE prendere a bordo cani e porci...d'altro canto stanno completamente islamizzando il continente, per cui a quelli che gliene frega?

                                E' per questo e tanto altro che l'UE deve essere smantellata, disintegrata, spazzata via. Non importa il grado di caos in cui potrebbe cadere il sistema politico-economico del continente - che d'altra parte è lo stesso sistema che ci ha condotti a questo punto, è esso il tumore - non esiste cura indolore, così come sacrificio che non sia sopportabile quando si tratta di raggiungere un bene superiore o la salus, intesa come salvezza.
                                ...ma di noi
                                sopra una sola teca di cristallo
                                popoli studiosi scriveranno
                                forse, tra mille inverni
                                «nessun vincolo univa questi morti
                                nella necropoli deserta»

                                C. Campo - Moriremo Lontani


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