Cronaca e politica estera [Equilibri mondiali] Thread unico.

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  • Sean
    Csar
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    Avanti tutta. L'occidente è ormai una poltiglia che non riesce nemmeno più a dettare "condizioni" a se stesso, figurarsi a chi ormai la guerra l'ha vinta, in quanto nessuno ha più i mezzi, le capacità e la forza per cacciare i russi dalle regioni conquistate (non occupate, sono ormai conquistate, annesse).

    Quei pagliacci autonominatisi "volenterosi", che adesso chiedono di "accettare tregue" per "dare spazio alla diplomazia", quando fino all'arrivo di Trump non avevano un mezzo piano su come concludere o divincolarsi da quella guerra.

    Francia, Germania, Inghilterra...ohilà, la spuma dell'acqua del water, il meglio che c'è...che dopo 3 anni ancora hanno il coraggio di parlare di "sanzioni", con l'occidente finito in pezzi, con l'America dei dazi, col sistema che ha terminato la sua corsa, binario morto, locomotore inghiottito da una crisi epocale e la reazione delle masse che si affidano ai partiti estremisti come la massaia al disinfestante quando ti trovi la casa piena di insetti parassitari: insistere col pesticida, unica ed ultima via di salvezza.
    ...ma di noi
    sopra una sola teca di cristallo
    popoli studiosi scriveranno
    forse, tra mille inverni
    «nessun vincolo univa questi morti
    nella necropoli deserta»

    C. Campo - Moriremo Lontani


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      Originariamente Scritto da X3me Visualizza Messaggio
      Dr Adam Hamawy, a US Army veteran and plastic surgeon who served in Iraq as a Trauma Surgeon for the US military and treated victims of war in Bosnia during the Srebrenica Genocide, travelled to Gaza with a team of American volunteer doctors. Despite his experience in some of the world’s most brutal conflict zones, he says the scale and severity of the devastation in Gaza is unlike anything he has ever seen. In this powerful In Conversation, Dr Hamawy describes the overwhelming medical crisis inside Gaza’s hospitals, why he went multiple times, and why — despite the dangers — he says he would go back again.
      Quanto sta accadendo in quella porzione di mondo, questo sterminio a cielo aperto, trova radice nella dottrina follemente suprematista del fondamentalismo biblico, nel mito del "grande Israele" e della "elezione", cioè a dire la terra "promessa" dal Dio e dunque nella legittimazione a sterminare i nemici, che non sono solo quelli in armi ma anche donne, bambini, indifesi, ma tutti pur sempre "bestie" da portare al macello.

      Ce lo spiega meglio un passaggio di un saggio di anni fa, tempi non sospetti, scritto da un eminentissimo professore di storia delle religioni e dedicato alla pratica dei sacrifici umani nel corso delle epoche storiche:


      [...] L'istituzione dell'herem consisteva nel votare allo sterminio il nemico con tutto il suo paese e tutti i suoi beni. Basti ricordare quanto più vantaggioso sia, dal punto di vista pratico, procurare bottino e, eventualmente, prigionieri anzichè uccidere e distruggere tutto e tutti, per capire che l'istituzione era di natura religiosa.

      Essa probabilmente era inseparabile dalla antichissima idea ebraica secondo cui le guerre che portavano alla conquista della "terra promessa" erano guerre di Jahvè stesso: il popolo ebraico non era che uno strumento di Dio nella guerra contro i nemici di Dio, che si opponevano alla realizzazione del piano divino [...] Ricorderemo qui solo l'episodio descritto in 1 Sam. 15: Samuele (che ha "unto" Saul re d'Israele) manda Saul contro "Amalek" (cioè gli Amalechiti): "Vota allo sterminio tutto ciò che gli appartiene, non lo risparmiare, ma uccidi uomini e donne, fanciulli e lattanti, buoi e pecore, cammelli ed asini"

      Angelo Brelich, "Presupposti del sacrificio umano", Editori Riuniti, 2011, pag. 95
      Questa l'opera in divenire per reinverare la "promessa" e realizzare l'immanenza del "grande Israele".

      Che si sia ormai ben oltre rispetto alla reazione all'attacco del 7 ottobre, lo ha capito anche Corrado Augias, per inciso di ascendenze ebraiche. Trascrivo da quanto ha dichiarato nell'ultima puntata a DiMartedì:

      "Se vogliamo isolare il fenomeno Netanyahu, io che sono stato in gioventù convinto sionista, devo dire che oggi provo un senso di repulsione davanti a quello che sta facendo Netanyahu...perchè la rappresaglia contro l'orrendo massacro del 7 ottobre dura da troppo tempo, con troppi mezzi, con troppa spietatezza, con troppi morti...non è più una rappresaglia, è un omicidio di massa" (dal minuto 50,15: https://www.youtube.com/watch?v=JVIh8SLZOFs&t=3313s)

      e difatti non trattasi di "rappresaglia" ma di "rito" sacrificale nelle forme dello sterminio umano secondo i precetti della "elezione" divina che garantirà, esaudito il Dio, quel premio promesso ad Israele e che si realizzerà nelle forme di territorio, di regno, di potenza. In cambio del sangue (delle vittime senza distinzione, devono essere tutte sterminate), il premio.

      Questo il fine della casta criminale al comando, con l'ovvia complicità dei "volenterosi carnefici" (si pensi ai "coloni"), perchè non è che il governo sta lì senza che qualcuno, al di sotto, non sia ben disposto a farsi strumento del rito sterminazionista.
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      • KURTANGLE
        Inculamelo: l'ottavo nano...quello gay
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        Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
        Il testo dichiarazione congiunta del vertice di Kiev
        I leader di Francia, Germania, Polonia, Regno Unito e Ucraina hanno adottato una dichiarazione congiunta dopo l'incontro tenutosi a Kiev ieri. Il sito web del Presidente dell'Ucraina fornisce il testo completo del documento: "Sabato 10 maggio 2025, i leader di Francia, Germania, Polonia, Regno Unito e Ucraina si sono incontrati a Kiev. Hanno concordato che a partire da lunedi' 12 maggio ci sara' un cessate il fuoco completo e incondizionato per almeno 30 giorni. Hanno concordato sul fatto che un cessate il fuoco incondizionato, per definizione, non puo' essere soggetto ad alcuna condizione. Se la Russia richiede tali condizioni, cio' puo' essere considerato solo un tentativo di prolungare la guerra e indebolire la diplomazia. Hanno chiesto che il cessate il fuoco fosse globale: in aria, in mare e sulla terraferma. Hanno sottolineato che e' necessario un monitoraggio efficace, che potrebbe essere attuato con successo in stretto coordinamento con gli Stati Uniti. Hanno concordato che il cessate il fuoco dovrebbe durare almeno 30 giorni per dare spazio alla diplomazia".

        Putin: da volenterosi dichiarazioni rozze e ultimatum
        Il presidente Vladimir Putin ha definito "rozzi" gli "ultimatum" lanciati ieri da Kiev e dai leader dei Paesi 'volenterosi', che hanno minacciato nuove pesanti sanzioni contro la Russia se non accetterà un cessate il fuoco di 30 giorni. "Stanno ancora cercando, lo vediamo anche ora, di parlarci in modo rozzo e con l'aiuto di ultimatum", ha affermato Putin in una dichiarazione notturna ai giornalisti, ripresa dall'agenzia Ria Novosti.

        Putin propone a Kiev di riprendere i negoziati diretti in Turchia
        Il presidente russo, Vladimir Putin, nel corso di dichiarazioni alla stampa ha proposto all'Ucraina di riprendere i negoziati diretti il prossimo 15 maggio a Istanbul. Putin ha aggiunto che nelle prossime ore ha intenzione di parlare con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. "La proposta russa per i negoziati è sul tavolo - ha affermato Putin - ora la decisione spetta a Kiev e ai suoi curatori".

        Putin: chi vuole la pace non può rifiutare nostra offerta
        "La nostra proposta è sul tavolo e la decisione spetta ora alle autorità ucraine e ai loro curatori", ma "chi vuole la pace non può fare a meno di sostenerla". Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin, citato da Ria Novosti, proponendo negoziati diretti con Kiev a Istanbul dal 15 maggio. "Ci impegniamo a condurre negoziati seri con l'Ucraina con lo scopo di eliminare le cause profonde del conflitto e di stabilire una pace duratura", ha aggiunto Putin.

        ​CorSera

        mi sembra sempre più chiaro che la guerra finirà con un cessate il fuoco e congelamento della situazione sul campo
        non coi sono i presupposti per un trattato di pace
        Originariamente Scritto da SPANATEMELA
        parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
        Originariamente Scritto da GoodBoy!
        ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


        grazie.




        PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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        • Sean
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          Tra Usa e Cina arriva la tregua: volano le Borse (Nasdaq +4%). Trump attacca l’Europa: «Più cattiva di Pechino»

          Accordo Usa-Cina: come cambiano le tariffe

          In base all'accordo, gli Stati Uniti ridurranno i dazi sulle importazioni cinesi dal 145% al ​30%, mentre la Cina ridurrà i dazi sulle importazioni di merci americane dal 125% al ​​10%. Le due parti hanno abbassato i loro dazi doganali di 115 punti percentuali per un periodo di 90 giorni, mentre i negoziati proseguono, hanno spiegato il rappresentante per il commercio degli Stati Uniti Jamieson Greer e il Segretario al Tesoro americano Scott Bessen


          Trump: «Cina toglierà tutte le barriere monetarie»

          «L'accordo» sui dazi con la Cina «sarà grandioso per l'unificazione e la pace». Lo ha detto il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, commentando l'intesa raggiunta tra i due Paesi a Ginevra, dove è stata decisa la sospensione dei super dazi reciproci per 90 giorni. La Cina ha deciso di «sospendere e rimuovere tutte le sue barriere monetarie», ha aggiunto.

          Trump: l’Ue più cattiva della Cina

          Sul piano commerciale «l'Unione Europea è per molti versi più cattiva della Cina». Lo ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, dopo aver concordato una riduzione dei dazi con Pechino e una de-escalation della guerra commerciale in atto. «Abbiamo tutte le carte in regola. Ci trattano in modo molto ingiusto», ha aggiunto il presidente, riferendosi ancora all'Ue e spiegando che l’Europa dovrà pagare di più in ambito healthcare.

          https://www.corriere.it/economia/fin...tml?refresh_ce
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          • Sergio
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            Bene, Trump finalmente si è reso conto che I Cinesi non trattano. Lo deve avere capito perchè già dai primi dazi introdotti da lui nel primo mandato, nel giugno del 2018, i Cinesi hanno sempre risposto alzando di conseguenza le loro tariffe e se ne sono fregati.
            Ora prova a fare marcia indietro, e questo sembra che funziona.



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            • M K K
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              Clown Conancon2019 GIF by Team Coco.
              Ogni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.
              Originariamente Scritto da Bob Terwilliger
              Di solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.

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              • germanomosconi
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                Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                Tra Usa e Cina arriva la tregua: volano le Borse (Nasdaq +4%). Trump attacca l’Europa: «Più cattiva di Pechino»

                Accordo Usa-Cina: come cambiano le tariffe

                In base all'accordo, gli Stati Uniti ridurranno i dazi sulle importazioni cinesi dal 145% al 30%, mentre la Cina ridurrà i dazi sulle importazioni di merci americane dal 125% al ​​10%. Le due parti hanno abbassato i loro dazi doganali di 115 punti percentuali per un periodo di 90 giorni, mentre i negoziati proseguono, hanno spiegato il rappresentante per il commercio degli Stati Uniti Jamieson Greer e il Segretario al Tesoro americano Scott Bessen


                Trump: «Cina toglierà tutte le barriere monetarie»

                «L'accordo» sui dazi con la Cina «sarà grandioso per l'unificazione e la pace». Lo ha detto il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, commentando l'intesa raggiunta tra i due Paesi a Ginevra, dove è stata decisa la sospensione dei super dazi reciproci per 90 giorni. La Cina ha deciso di «sospendere e rimuovere tutte le sue barriere monetarie», ha aggiunto.

                Trump: l’Ue più cattiva della Cina

                Sul piano commerciale «l'Unione Europea è per molti versi più cattiva della Cina». Lo ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, dopo aver concordato una riduzione dei dazi con Pechino e una de-escalation della guerra commerciale in atto. «Abbiamo tutte le carte in regola. Ci trattano in modo molto ingiusto», ha aggiunto il presidente, riferendosi ancora all'Ue e spiegando che l’Europa dovrà pagare di più in ambito healthcare.

                https://www.corriere.it/economia/fin...tml?refresh_ce
                insomma non ha avuto ragione su niente
                Originariamente Scritto da Marco pl
                i 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.
                Originariamente Scritto da master wallace
                IO? Mai masturbato.
                Originariamente Scritto da master wallace
                Io sono drogato..

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                • Sean
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                  Mosca, quel gelo sui negoziati: «Chi perde non può dettare condizioni»

                  La linea dello zar misteriosa anche coi fedeli

                  La scommessa dei suoi fedelissimi è sul silenzio. Alla ripresa dei lavori parlamentari, dopo vacanze lunghe un mese, i deputati di Russia Unita, il partito del presidente, sostengono che «Lui» non si degnerà di rispondere all’ultima uscita di Volodymyr Zelensky, il quale ha detto di aspettarlo a Istanbul, a patto che prima accetti il cessate il fuoco di durata mensile che gli è stato proposto dalla «coalizione dei volonterosi» d’Europa in visita a Kiev. «Ammesso e non concesso che ci saranno dei negoziati», dice il vicepresidente della Camera alta Kostantin Kosachev, «l’iniziativa spetta a noi, perché a quel che mi risulta, non è chi sta perdendo che deve porre le condizioni preliminari».

                  Giorno di pioggia, vento gelido e dilemmi che nessuno si azzarda a sciogliere. I deputati che si considerano meno distanti dal vero potere sostengono che Vladimir Putin ha deciso di tenere la conferenza stampa di sabato notte senza avvisare nessuno. Soltanto un messaggio al fedele Dmitry Peskov, affinché convocasse i giornalisti autorizzati a seguire il Cremlino. Nient’altro. Le «dichiarazioni importanti» che avrebbe fatto il presidente erano sconosciute anche al suo portavoce. È una versione confermata anche dai media russi meglio introdotti, che la dice lunga sul grado di condivisione delle decisioni da parte del presidente russo.

                  Andare o non andare, tregua e negoziati oppure negoziati e poi tregua? La prima opzione sembra esclusa, anche se una eventuale presenza di Donald Trump potrebbe essere l’ennesima variabile di questa tormentata trattativa preliminare.

                  La voce dei peones parlamentari, e anche quella dell’opinione pubblica, considera improbabile la possibilità di un dialogo diretto tra i due presidenti: tra protocolli di sicurezza e controlli sul posto, ci vogliono settimane per preparare un viaggio di Putin all’estero. Inoltre, come dice lo stesso Kosachev, ci vuole tempo anche per preparare i dossier sui quali poi discutere, senza dimenticare che «stiamo parlando di due uomini che si detestano dal profondo del cuore».

                  Rimane il tema del cessate il fuoco, posto come condizione ineludibile da Zelensky e dai leader europei. Ma anche una eventuale accettazione da parte di Putin non autorizzerebbe a considerare più vicina la pace. Entrambe la parti in causa sembrano infatti più interessate in questa fase a compiacere Trump. La missione che più conta sia per la Russia che per l’Ucraina appare quella di non sembrare il problema più grande per una Casa Bianca che ha bisogno di ottenere un risultato, uno qualunque, sul piano internazionale.

                  È quasi un paradosso il fatto che su questo punto si trovino concordi i cosiddetti analisti indipendenti, ormai tutti residenti all’estero per le note questioni legali, e quelli russi, che mettono in risalto l’autorità con la quale Putin sembra aver ripreso in mano una situazione che sembrava essergli sfuggita di mano. «La realtà è che né Mosca né Kiev sono pronte ad accettare una pace continuativa perché le loro posizioni sono fondamentalmente inconciliabili», scrive Tatiana Stanovaya, cremlinologa di opposizione. «Obiettivamente è impossibile raggiungere un prolungato cessate il fuoco».

                  Non siamo poi così distanti dalla conclusione cui giunge il suo opposto, ovvero il vicerettore dell’Accademia diplomatica Oleg Karpovich: «L’armistizio sarà possibile solo se Kiev accetta un dialogo serio, disponibile a tenere conto delle richieste russe. Per ora non vediamo mosse di questo genere».

                  Grigory Karasin non è un osservatore esterno, ma uno dei diplomatici che potrebbe fare le valigie per Istanbul, avendo guidato la delegazione che ha preso parte ai colloqui sull’Ucraina che si sono tenuti il mese scorso in Bahrein con gli emissari degli Usa. Eppure, il presidente della Commissione Esteri del Senato e attuale negoziatore, non si aspetta grandi cose. «Leggendo bene quello che è stato dichiarato a Kiev, è chiaro che si tratta solo di una prova di forza, e questo mette in guardia il presidente e tutti noi». C’è sempre la speranza che qualcosa possa cambiare. Ma al momento, come scrive con acume lo storico inglese Mark Galeotti, sia Putin che Zelensky sembrano avere in comune l’interesse non a negoziare, ma soltanto a far vedere che uno desidera farlo più dell’altro.

                  ​CorSera
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                    Trump: l’Ue più cattiva della Cina

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                    https://www.corriere.it/economia/fin...tml?refresh_ce
                    Tutto sto casino per niente
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                    parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
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                    ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


                    grazie.




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                      Mosca, quel gelo sui negoziati: «Chi perde non può dettare condizioni»

                      La linea dello zar misteriosa anche coi fedeli

                      La scommessa dei suoi fedelissimi è sul silenzio. Alla ripresa dei lavori parlamentari, dopo vacanze lunghe un mese, i deputati di Russia Unita, il partito del presidente, sostengono che «Lui» non si degnerà di rispondere all’ultima uscita di Volodymyr Zelensky, il quale ha detto di aspettarlo a Istanbul, a patto che prima accetti il cessate il fuoco di durata mensile che gli è stato proposto dalla «coalizione dei volonterosi» d’Europa in visita a Kiev. «Ammesso e non concesso che ci saranno dei negoziati», dice il vicepresidente della Camera alta Kostantin Kosachev, «l’iniziativa spetta a noi, perché a quel che mi risulta, non è chi sta perdendo che deve porre le condizioni preliminari».

                      Giorno di pioggia, vento gelido e dilemmi che nessuno si azzarda a sciogliere. I deputati che si considerano meno distanti dal vero potere sostengono che Vladimir Putin ha deciso di tenere la conferenza stampa di sabato notte senza avvisare nessuno. Soltanto un messaggio al fedele Dmitry Peskov, affinché convocasse i giornalisti autorizzati a seguire il Cremlino. Nient’altro. Le «dichiarazioni importanti» che avrebbe fatto il presidente erano sconosciute anche al suo portavoce. È una versione confermata anche dai media russi meglio introdotti, che la dice lunga sul grado di condivisione delle decisioni da parte del presidente russo.

                      Andare o non andare, tregua e negoziati oppure negoziati e poi tregua? La prima opzione sembra esclusa, anche se una eventuale presenza di Donald Trump potrebbe essere l’ennesima variabile di questa tormentata trattativa preliminare.

                      La voce dei peones parlamentari, e anche quella dell’opinione pubblica, considera improbabile la possibilità di un dialogo diretto tra i due presidenti: tra protocolli di sicurezza e controlli sul posto, ci vogliono settimane per preparare un viaggio di Putin all’estero. Inoltre, come dice lo stesso Kosachev, ci vuole tempo anche per preparare i dossier sui quali poi discutere, senza dimenticare che «stiamo parlando di due uomini che si detestano dal profondo del cuore».

                      Rimane il tema del cessate il fuoco, posto come condizione ineludibile da Zelensky e dai leader europei. Ma anche una eventuale accettazione da parte di Putin non autorizzerebbe a considerare più vicina la pace. Entrambe la parti in causa sembrano infatti più interessate in questa fase a compiacere Trump. La missione che più conta sia per la Russia che per l’Ucraina appare quella di non sembrare il problema più grande per una Casa Bianca che ha bisogno di ottenere un risultato, uno qualunque, sul piano internazionale.

                      È quasi un paradosso il fatto che su questo punto si trovino concordi i cosiddetti analisti indipendenti, ormai tutti residenti all’estero per le note questioni legali, e quelli russi, che mettono in risalto l’autorità con la quale Putin sembra aver ripreso in mano una situazione che sembrava essergli sfuggita di mano. «La realtà è che né Mosca né Kiev sono pronte ad accettare una pace continuativa perché le loro posizioni sono fondamentalmente inconciliabili», scrive Tatiana Stanovaya, cremlinologa di opposizione. «Obiettivamente è impossibile raggiungere un prolungato cessate il fuoco».

                      Non siamo poi così distanti dalla conclusione cui giunge il suo opposto, ovvero il vicerettore dell’Accademia diplomatica Oleg Karpovich: «L’armistizio sarà possibile solo se Kiev accetta un dialogo serio, disponibile a tenere conto delle richieste russe. Per ora non vediamo mosse di questo genere».

                      Grigory Karasin non è un osservatore esterno, ma uno dei diplomatici che potrebbe fare le valigie per Istanbul, avendo guidato la delegazione che ha preso parte ai colloqui sull’Ucraina che si sono tenuti il mese scorso in Bahrein con gli emissari degli Usa. Eppure, il presidente della Commissione Esteri del Senato e attuale negoziatore, non si aspetta grandi cose. «Leggendo bene quello che è stato dichiarato a Kiev, è chiaro che si tratta solo di una prova di forza, e questo mette in guardia il presidente e tutti noi». C’è sempre la speranza che qualcosa possa cambiare. Ma al momento, come scrive con acume lo storico inglese Mark Galeotti, sia Putin che Zelensky sembrano avere in comune l’interesse non a negoziare, ma soltanto a far vedere che uno desidera farlo più dell’altro.

                      CorSera

                      tregua armata in stile coreano
                      Non vedo alternative
                      Originariamente Scritto da SPANATEMELA
                      parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
                      Originariamente Scritto da GoodBoy!
                      ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


                      grazie.




                      PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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                      • Sean
                        Csar
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                        Ma è evidente che si stia girando in tondo...cosa dovrebbero andare a fare ad Istanbul tutti quanti, una gita? Da quando si mette su un vertice ai "massimi livelli" su invito unilaterale e senza adeguata preparazione sui punti del contendere, cioè a dire avendoli discussi e praticamente "risolti" prima? Si fa la "pace" al buio, lì al momento?

                        Cosa avrebbero da dirsi russi ed ucraini in questo momento? Non essendo d'accordo su nulla, non arriverebbero nemmeno a sedersi ad un tavolo, facendosi ciao con la manina prima ancora di cominciare: gli ucraini non vogliono cedere de jure i territori perduti, i russi li considerano incamerati, e nessuno dei belligeranti ha ancora in verità maturato l'idea di far terminare la guerra, perchè i russi non considerano raggiunti i loro scopi, e gli ucraini ormai vivono in un limbo, una sorta di rifiuto della realtà, per cui finchè eviterai di firmare qualunque trattato (che in quanto tale dovrà per forza contenere delle concessioni al nemico), al tempo stesso eluderai la presa di coscienza del lutto.

                        L'unica soluzione possibile è accompagnare questa guerra verso un congelamento di fatto, come appunto con le Coree. Poi fra 10, 20 o 50 anni, mutati leader e condizioni, forse potrà esseci pure un trattato, ma adesso è evidente che è impossibile, non si è fuori dalla logica della guerra, nessuno è disposto a cedere niente.
                        ...ma di noi
                        sopra una sola teca di cristallo
                        popoli studiosi scriveranno
                        forse, tra mille inverni
                        «nessun vincolo univa questi morti
                        nella necropoli deserta»

                        C. Campo - Moriremo Lontani


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                        • KURTANGLE
                          Inculamelo: l'ottavo nano...quello gay
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                          mi piacerebbe essere nella testa di putin per sapere se accetterebbe ad oggi un congelamento de facto della situazione o se spera di avanzare ancora nell'estate 25 per poi tornare a trattare
                          Originariamente Scritto da SPANATEMELA
                          parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
                          Originariamente Scritto da GoodBoy!
                          ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


                          grazie.




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                          • Sean
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                            Cremlino: «Inizio colloqui diretti con Kiev priorità»

                            L'avvio di negoziati diretti con l'Ucraina è una priorità, mentre la questione della legittimità del presidente Volodymyr Zelensky è secondaria. A chiarirlo è stato il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, con un cambio di linea rispetto al passato. Mosca ha più vole posto come punto centrale nelle discussioni su possibili trattative con Kiev il fatto che non vi siano state più elezioni presidenziali, nonostante sulla carta il mandato di Zelensky sia scaduto un anno fa.

                            Media: la delegazione russa a Istanbul sarà guidata da Lavrov

                            La delegazione russa a Istanbul per l'incontro di giovedì 15 maggio fra Ucraina e Russia sarà guidata dal ministro degli Esteri russo Serey Lavrov e del gruppo farà parte anche il consigliere presidenziale per la politica estera Yury Ushakov. Lo riporta l'agenzia di stampa azera APA. Il Cremlino non ha ancora fornito informazioni ufficiali sulla composizione della delegazione. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha annunciato che lui giovedì sarà a Istanbul, ma il suo consigliere Mykhailo Podolyak ha fatto sapere oggi che Zelensky in Turchia non incontrerà nessun funzionario russo che non sia Vladimir Putin.

                            ​​CorSera
                            ...ma di noi
                            sopra una sola teca di cristallo
                            popoli studiosi scriveranno
                            forse, tra mille inverni
                            «nessun vincolo univa questi morti
                            nella necropoli deserta»

                            C. Campo - Moriremo Lontani


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                            • Sean
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                              Trump e Putin non sarnno presenti ai colloqui in Turchia. Medinskij capo delegazione russa
                              Donald Trump non sarà presente ai colloqui Ucraina-Russia in Turchia previsti per giovedì 15, lo riferisce un funzionario Usa a Reuters. Per la Russia, sarà Vladimir Medinskij, ex ministro della Cultura e attuale consigliere del presidente Vladimir Putin, a guidare la delegazione ai negoziati diretti con l'Ucraina. Sarà quindi assente non solo lo stesso Putin ma anche il ministro degli Esteri Serghei Lavrov. Lo riferisce il Cremlino.

                              Media russi: “Negoziati a Istanbul dalle 10 a porte chiuse”
                              Secondo i media russi, l'inizio dei negoziati sull'Ucraina a Istanbul è previsto per le 10 ora locale (le 9 in Italia). Si terranno a porte chiuse alla stampa, ha detto all'agenzia Tass una fonte ben informata sull'organizzazione dell'incontro. "Con un'alta probabilità, i negoziati inizieranno intorno alle 10 a Dolmabahce", ha detto la fonte. I negoziati russo-ucraini si sono svolti nello stesso luogo nel marzo 2022. "Gli accordi raggiunti sono stati interrotti per colpa dell'Ucraina", sottolinea la Tass.

                              ​La Stampa

                              _________

                              Galeotti: “Istanbul è tutto un teatro, Mosca e Kiev puntano soltanto a compiacere Trump”

                              ​L’autore di trenta saggi sulla Russia: “Putin e Zelensky giocano d’astuzia per portare dalla propria parte la Casa Bianca. Non sono in grado di fare concessioni per arrivare finalmente alla pace”

                              ...ma di noi
                              sopra una sola teca di cristallo
                              popoli studiosi scriveranno
                              forse, tra mille inverni
                              «nessun vincolo univa questi morti
                              nella necropoli deserta»

                              C. Campo - Moriremo Lontani


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                              • Sean
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                                Penso proprio che la sintesi che fa quel Galeotti sia la più azzeccata: trattasi di recita per dare un minimo di soddisfazione all'amministrazione Trump che sta cercando di ottenere dei risultati che allo stato attuale non possono arrivare, perchè nessuno dei protagonisti è nella modalità di visualizzare una pace, per i tanti motivi ormai abbondantemente detti...per cui, siccome ad un invito non si può dire di no, si va a fare una gita in Turchia a parlare di non si sa cosa visto che non c'è un mezzo punto di partenza condiviso da russi e ucraini.
                                ...ma di noi
                                sopra una sola teca di cristallo
                                popoli studiosi scriveranno
                                forse, tra mille inverni
                                «nessun vincolo univa questi morti
                                nella necropoli deserta»

                                C. Campo - Moriremo Lontani


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