Cronaca e politica estera [Equilibri mondiali] Thread unico.

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  • Sean
    Csar
    • Sep 2007
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    • In piedi tra le rovine
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    Il capitalismo non è solo americano ma occidentale, in quanto interconnesso. E' il sistema nel suo complesso che entra in crisi. Così come c'è una crisi del modello politico, una crisi delle ideologie, c'è ovviamente una crisi anche economica.

    Già Heidegger scrisse, proprio avendo in vista l'imperio della economia e della Tecnica, che viviamo "nella notte del mondo" (da un verso di Hoelderlin), sulla scorta della pulsione nichilista dell'occidente, di cui anche questa crisi è figlia.

    Un altro intellettuale (l'italiano Giorgio Locchi) ebbe a definire come un "interregno" la fase di passaggio tra il crollo di un sistema e il preconizzato arrivo di un altro. Sosteneva che il nuovo modello sarà "metamorfico", e potrebbe averci visto giusto (oltre che lontano).
    ...ma di noi
    sopra una sola teca di cristallo
    popoli studiosi scriveranno
    forse, tra mille inverni
    «nessun vincolo univa questi morti
    nella necropoli deserta»

    C. Campo - Moriremo Lontani


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    • The_machine
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      Mi sa che la luna di miele Trump Musk è già finita

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      • fede79
        Bass Player
        • Oct 2002
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        • Roma
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        “Faremo accordi equi con tutti, anche con Ue”, ha aggiunto. La Cina aveva replicato con barriere all’84%. In mattinata il presidente Usa aveva annunciato nuove…
        sigpic
        Free at last, they took your life
        They could not take your PRIDE

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        • Sean
          Csar
          • Sep 2007
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          Musk mi pare abbia un contratto di 130 giorni, cioè a maggio dovrebbe andarsene...la domanda è perchè è stato preso...in quanto per tagliare posti nella amministrazione statale credo che in America abbondino manager adatti...

          Musk è un cane sciolto, un battitore libero, che in una fase caotica porta ancora più caos...ma un domani rischierà di finire sui libri di storia come prima figura di quella saldatura visibile tra oligarchie tecno-finanziarie e politica, perchè non serve la sfera di cristallo per immaginare che nel futuro sarà quella una delle dimensioni del potere: già adesso un uomo, un privato, possiede migliaia e migliaia di satelliti, sogna di "umanoidi", di viaggi planetari e in prospettiva interstellari, e non possono non venire in mente i creatori dei replicanti in Blade Runner o la Compagnia proprietaria del Nostromo, la nave commerciale in Alien: i Musk possono rappresentare la preistoria di quel tipo di futuro.
          ...ma di noi
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          C. Campo - Moriremo Lontani


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          • Sergio
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            • May 1999
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            Video informativa del piano dei dazi di Trump.




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            • Sean
              Csar
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              • In piedi tra le rovine
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              Dazi, la marcia indietro di Trump: pausa di 90 giorni e «guerra» alla Cina

              Pausa di 90 giorni per quasi tutti i Paesi, tariffe al 125% per Pechino. Wall Street risale

              «Non ci stiamo pensando», aveva detto Donald Trump lunedì, alla domanda se stesse prendendo in considerazione una pausa di 90 giorni sull’applicazione dei dazi, come suggerito dal miliardario Bill Ackman. «Fake news», aveva dichiarato la Casa Bianca.

              Ma ieri, 48 ore dopo quei dinieghi, il presidente ha annunciato sul suo social Truth la pausa sulle «tariffe reciproche» nei confronti dei Paesi con il maggiore surplus commerciale (tra cui l’Unione europea): «Sulla base della mancanza di rispetto che la Cina ha mostrato per le Borse mondiali, dichiaro un aumento dei dazi al 125% con effetto immediato. A un certo punto, speriamo, nel prossimo futuro, la Cina capirà che non è più sostenibile né accettabile fregare gli Stati Uniti e gli altri Paesi. Al contrario, sulla base del fatto che oltre 75 Paesi hanno chiamato gli Stati Uniti per negoziare... e che su mio suggerimento non hanno risposto in alcuna forma e modo contro gli Stati Uniti, ho autorizzato una pausa di 90 giorni, durante la quale dazi fortemente ridotti al 10% saranno applicati immediatamente».

              La settimana

              Si conclude così una settimana terribile per i mercati azionari, iniziata «il Giorno della Liberazione» del 2 aprile e conclusasi con un respiro di sollievo che ha fatto schizzare in alto le Borse. Ma non è finita. Con la Cina — che ha annunciato da oggi dazi all’84% contro gli Stati Uniti — resta uno scontro diretto brutale. E dazi del 10% per tutti, accanto a quelli a parte per Canada e Messico. Non si è risolta l’incertezza sul futuro.

              Nel pomeriggio Trump nello Studio Ovale ha spiegato di aver preso proprio ieri la decisione. «Ci ho pensato negli ultimi giorni, ne ho parlato con Scott (Bessent, il segretario al Tesoro, ndr) e Howard (Lutnick, il segretario del Commercio, ndr)». Ha detto che hanno scritto insieme «con il cuore» e senza consultare gli avvocati, il post pubblicato su Truth: «Non vogliamo colpire gli altri Paesi, vogliamo negoziare, vogliamo prenderci cura degli altri ma anche del nostro Paese». Alla domanda se il crollo delle Borse abbia influito, ha replicato: «Le Borse adesso vanno benissimo... È un boom non male. Ma il mercato era malato, non era colpa dei dazi, penso che abbiano solo amplificato un problema sistemico». Anche se alcuni dei suoi consiglieri da giorni insistevano che non ci sarebbero stati negoziati, il presidente ora dichiara: «Non c’è il negoziato finché il negoziato c’è. Devi essere flessibile».

              Strategie

              La Casa Bianca la presenta non come una retromarcia ma come una strategia negoziale. La portavoce Karoline Leavitt ha detto ai giornalisti che «non vogliono capire che questa è l’arte del fare accordi. Avete sostenuto che il mondo si sarebbe avvicinato alla Cina e invece tutti chiamano noi, hanno bisogno di noi e di questo presidente». Bessent ha dichiarato che questo era il piano di Trump dall’inizio. «Ha portato oltre 75 Paesi a negoziare, c’è voluto grande coraggio nel mantenere la direzione fino a questo momento. L’avevo detto: “Non rispondete e sarete premiati”».

              Il segretario al Tesoro ha spiegato la pausa con l’esigenza di negoziare con tutti: «Ci vorrà tempo e il presidente vuole essere personalmente coinvolto». «Non la chiamo guerra commerciale — ha aggiunto a proposito della Cina — ma hanno scelto l’escalation» (una cronista gli ha fatto notare che anche l’Ue aveva pronti i controdazi, ma lui non ha replicato). Il ministro ha suggerito che gli Usa faranno accordi commerciali con gli alleati e si uniranno per fronteggiare la Cina, ma Trump ha negato di volere una «coalizione» contro Pechino. Ha detto che non incolpa la Cina, ma i suoi predecessori alla Casa Bianca. E del presidente Xi: «Mi piace, lo rispetto».

              L’irrisione degli alleati

              «Vi ascolteremo» ha detto Bessent agli alleati, anche se la sera prima a una raccolta fondi per il partito repubblicano, Trump li aveva descritti così: «Questi Paesi ci chiamano, mi baciano il culo, stanno morendo dal desiderio di fare un accordo. “Per favore, per favore signore, fai un accordo. Farò qualunque cosa, signore”». Aveva aggiunto: «Molti Paesi ci hanno fregato da destra e sinistra, e adesso è il nostro turno». E aveva sottolineato: «So quel che diavolo sto facendo». Era «fiero d’essere il presidente dei lavoratori,che difende Main Street, non Wall Street».

              Di certo, oltre alla pressione delle Borse, Trump sentiva quella dei «repubblicani ribelli» al Congresso e di alleati come il megafinanziatore del partito Ken Langone che sul Financial Times ha definito i dazi al 46% al Vietnam «una stronzata». Prima della «pausa» Trump si era complimentato sui social con Jamie Dimon per aver detto in tv che «i dazi sono una buona cosa», ma non poteva essergli sfuggito che in quella stessa intervista il ceo di JP Morgan avvertiva che la recessione era «probabile».

              ​CorSera
              ...ma di noi
              sopra una sola teca di cristallo
              popoli studiosi scriveranno
              forse, tra mille inverni
              «nessun vincolo univa questi morti
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              C. Campo - Moriremo Lontani


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              • The_machine
                Bodyweb Senior
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                Originariamente Scritto da Sergio Visualizza Messaggio
                Video informativa del piano dei dazi di Trump.


                E' un suicidio… ma visto che sembra stia già tirando il freno, forse qualcuno è riuscito a riportarlo alla ragione.

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                • zuse
                  Macumbico divinatore
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                  Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                  Dazi, la marcia indietro di Trump: pausa di 90 giorni e «guerra» alla Cina

                  Pausa di 90 giorni per quasi tutti i Paesi, tariffe al 125% per Pechino. Wall Street risale

                  «Non ci stiamo pensando», aveva detto Donald Trump lunedì, alla domanda se stesse prendendo in considerazione una pausa di 90 giorni sull’applicazione dei dazi, come suggerito dal miliardario Bill Ackman. «Fake news», aveva dichiarato la Casa Bianca.

                  Ma ieri, 48 ore dopo quei dinieghi, il presidente ha annunciato sul suo social Truth la pausa sulle «tariffe reciproche» nei confronti dei Paesi con il maggiore surplus commerciale (tra cui l’Unione europea): «[

                  CorSera
                  Per ora rimane una grandissima mossa di speculazione sui mercati. Il cerchio di Trump avrà fatto soldi a palate.

                  Se il mondo dell'imprenditoria internazionale è furbo (e visto che si tratta di fare soldi, lo è. Non sono rincoglioniti come dei burocrati). Questa mossa non è stata un bene per gli Usa. Perché personalmente, avessi impresa, da oggi mi guarderei subito intorno e diversificherei come un pazzo su altri mercati per evitare una sorpresa del genere nuovamente, dazi maggiorati i o meno.




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                  • Barone Bizzio
                    Bodyweb Senior
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                    Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                    Il capitalismo non è solo americano ma occidentale, in quanto interconnesso. E' il sistema nel suo complesso che entra in crisi. Così come c'è una crisi del modello politico, una crisi delle ideologie, c'è ovviamente una crisi anche economica.

                    Già Heidegger scrisse, proprio avendo in vista l'imperio della economia e della Tecnica, che viviamo "nella notte del mondo" (da un verso di Hoelderlin), sulla scorta della pulsione nichilista dell'occidente, di cui anche questa crisi è figlia.

                    Un altro intellettuale (l'italiano Giorgio Locchi) ebbe a definire come un "interregno" la fase di passaggio tra il crollo di un sistema e il preconizzato arrivo di un altro. Sosteneva che il nuovo modello sarà "metamorfico", e potrebbe averci visto giusto (oltre che lontano).
                    Oramai e' una ideologia mondiale, con varie declinazioni a seconda della zona geografica. Non credo stia morendo, sta semplicemente cambiando la muta

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                    • KURTANGLE
                      Inculamelo: l'ottavo nano...quello gay
                      • Jun 2005
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                      • Borgo D'io
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                      ma visto un'amministrazione USA così "lunatica"
                      Originariamente Scritto da SPANATEMELA
                      parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
                      Originariamente Scritto da GoodBoy!
                      ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


                      grazie.




                      PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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                      • Sean
                        Csar
                        • Sep 2007
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                        Originariamente Scritto da Barone Bizzio Visualizza Messaggio

                        Oramai e' una ideologia mondiale, con varie declinazioni a seconda della zona geografica. Non credo stia morendo, sta semplicemente cambiando la muta
                        Beh ma è chiaro, sarebbe come tentare di far tornare le lancette indietro all'epoca preindustriale: in quel senso i buoi sono scappati da un pezzo, la stessa Cina fece ingresso nel WTO proprio grazie agli americani (con Clinton) che avevano come fine l'erodere il sistema cinese dall'interno, provocando crepe nel monolite comunista, ma i cinesi sono stati più bravi, flessibili, applicando le logiche capitalistiche verso l'esterno e mantenendo un ferreo controllo statale (partitico) all'interno, non più ormai poggiante sulla dottrina comunista ma sul nazionalismo cinese, sul patriottismo, sulle aspirazioni di grandezza nazionale, sul revanscismo imperialista, che va a richiamare le antiche glorie cinesi e che sulla massa ha sempre presa, in specie in quelle asiatiche che sono portate (ontologicamente) ad una stasi più che ad una dynamis, a differenza del mondo occidentale.

                        E' l'America ad aver ingrassato la Cina, e adesso gli fa la guerra, ma questo pure è tipico della idiozia americana, ripetono sempre gli stessi errori in ogni contesto.

                        Il protezionismo ed i dazi sono il sintomo di un sistema malato, che non riesce più a controllare il processo industriale, produttivo ed economico e anzi lo subisce, come se dal dorso della tigre fossi finito sotto ai suoi artigli.

                        Puoi però tentare di cambiare le regole, che è poi l'obiettivo di Trump almeno nei confronti dei mercati europei, dove si vuole arrivare a trattare sulle liberalizzazioni, i controlli, le tasse ecc...Verso la Cina è invece una vera e propria guerra commerciale, comunque anche questo un segno che soffri la concorrenza cinese, il loro espansionismo, il loro porsi come sfidanti "globali" su ogni settore: tecnologia, commercio, industria, economia...

                        Circa la naturale inclinazione dell'uomo al commercio, ai "liberi" scambi commerciali, pensa che nell'età del Bronzo (e parliamo di una età che va all'incirca dal 2000 al 1000 prima di Cristo) per fondere quella lega serviva oltre al rame lo stagno...che in Europa non c'era se non in Inghilterra: lo stagno per fondere il bronzo veniva da lì, arrivava sul continente e fino in Grecia, partendo da un'isola e coi mezzi di allora: non esiste credo civiltà umana che non sia stata fondata (anche) sul commercio: da qui emerge chiaramente come il protezionismo sia una assoluta rarità e sintomo per l'appunto di un organismo intossicato che reagisce con sfoghi epidermici.
                        ...ma di noi
                        sopra una sola teca di cristallo
                        popoli studiosi scriveranno
                        forse, tra mille inverni
                        «nessun vincolo univa questi morti
                        nella necropoli deserta»

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                        • zuse
                          Macumbico divinatore
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                          Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio



                          Circa la naturale inclinazione dell'uomo al commercio, ai "liberi" scambi commerciali", pensa che nell'età del Bronzo (e parliamo di una età che va all'incirca dal 2000 al 1000 prima di Cristo) per fondere quella lega serviva oltre al rame lo stagno...che in Europa non c'era se non in Inghilterra: lo stagno per fondere il bronzo veniva da lì, arrivava sul continente e fino in Grecia, partendo da un'isola e coi mezzi di allora: non esiste credo civiltà umana che non sia stata fondata (anche) sul commercio: da qui emerge chiaramente come il protezionismo sia una assoluta rarità e sintomo per l'appunto di un organismo intossicato che reagisce con sfoghi epidermici.
                          è un protezionismo di un paese che però ha tentacoli ovunque oltre che molta terra ricca di risorse. Se a livello di materie puoi autosostenerti senza comprare, sei già ad un buon punto.

                          La chiave sono e saranno sempre le risorse. Quali, da declinare in base all'epoca. Quello che nel tuo esempio era lo stagno, è diventato il petrolio da fine ottocento, ed ora si parla di terre rare. (basta seguire le materie più richieste, per avere un quadro geopolitico e la risposta a molte guerre). Perchè la nuova rivoluzione è quella tecnologica, servono le materie per le componenti e memoria, e tanta tanta energia. Chi possiede quello che serve, domina quell'epoca (o viene bombardato da altri).

                          Gli USA non a caso guardano a groenlandia (vedremo l'europa come regirà quando questi faranno pressioni in caso di fallimenti pseudodemocratici per accaparrarsela), terre in Ucraina etc.

                          L'UE si deve svegliare. Cominciare con il non dipendere dal loro settore terziario (non a caso gli USA fanno tanto i bulli con lo scambio merci, ma l'enorme disequilibrio che c'è col terziario mica lo considerano...Hanno un surplus significativo e non a caso l'Irlanda non ha subito attacchi con i dazi, visto che permette tassazioni irrisorie ai vari colossi tech USA). In Russia e Cina hanno i loro servizi (logistica,social, ai, tech, messaggistica) Noi invece (noi generico) dipendiamo da google, facebook, instagram, amazon , chatgpt e whatsapp (che ora ha pure l ai integrata per ciucciarti fino all'ultima parola di privacy)

                          E per l'energia cominciare a parlare con tutti. Russia, Iran e pure Dart Fener e Sauron se necessario. Visto che non ci si fa problemi ad invitare Netanyahu (che è peggio degli ultimi due citati, visto che reale).




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                          • Ponno
                            Socialista col Rolex
                            • Feb 2013
                            • 13162
                            • 721
                            • 381
                            • Holy See (Vatican City State) [VA]
                            • Send PM

                            L'UE mi fa pena e sono generalmente contro il nucleare ma iniziare a parlare di micro reattori di ultima generazione, che anche in caso di fail catastrofici hanno un impatto molto più gestibile rispetto ad una tradizionale centrale, è la scelta giusta.
                            Prossimo passo è il merging totale delle infrastrutture elettriche europee. Sud Italia, Grecia, spagna dovrebbero pompare solare a cannone. Centro Europa a cannone di idroelettrico e nord Europa che sforna eolico e geotermico. Tutto integrato.

                            Fantascienza e allo stesso tempo così fattibile
                            Originariamente Scritto da claudio96

                            sigpic
                            più o meno il triplo

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                            • Sean
                              Csar
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                              «Potrebbe andare peggio», le telefonate dei senatori e le 18 ore che hanno convinto Trump sui dazi: «Ho deciso col cuore»

                              La svolta di Trump. A convincerlo sono stati i senatori repubblicani, la presidente svizzera, i ministri Bessent e Lutnick. Mentre Navarro, l'ideologo dei dazi, è sembrato restare isolato

                              È stata una decisione arrivata «dal cuore», di getto, ha sostenuto Donald Trump dopo aver annunciato la moratoria di novanta giorni per i dazi ai 75 Paesi che non ne avevano imposti di reciproci, applicando solo un 10%, e aver contestualmente alzato quelli cinesi al 125%. Dopo l'annuncio, arrivato all'improvviso con un post sul suo social Truth, Trump ha ammesso di averci pensato «negli ultimi giorni», aggiungendo ai giornalisti presenti mercoledì nello Studio ovale che la decisione finale «è arrivata probabilmente questa mattina presto, molto presto. Non abbiamo utilizzato avvocati, l’abbiamo scritta col cuore: ne parlavamo da un po’, abbiamo deciso di premere il grilletto e lo abbiamo fatto oggi. E ne siamo felici».

                              Le voci che filtrano dall’amministrazione americana raccontano però di 18 ore convulse, accompagnate dal crollo dei mercati finanziari e quindi da un rimbalzo repentino. Fra martedì sera e mercoledì pomeriggio, il presidente degli Stati Uniti e i suoi consiglieri per il commercio hanno parlato con numerosi parlamentari repubblicani e leader stranieri, che hanno tutti espresso la propria preoccupazione per l’andamento dei mercati e per l’incubo di una recessione globale, invitandolo a fare qualcosa.

                              La svolta sarebbe arrivata martedì, dopo le 21, durante il programma televisivo di Sean Hannity su Fox News. Il conduttore, molto ascoltato da Trump, aveva invitato diversi senatori repubblicani che hanno espresso la propria preoccupazione per i dazi e invitato il presidente a negoziare con i Paesi che intendono sedersi al tavolo: in studio c’erano il leader di maggioranza John Thune del South Dakota, l’influente Lindsey Graham e Tim Scott della South Carolina, John Neely Kennedy della Louisiana, Katie Boyd Britt dell’Alabama, Tom Cotton dell’Arkansas, Ted Cruz del Texas e Markwayne Mullin dell’Oklahoma.

                              ​ Il senatore Graham aveva confidato ai colleghi che Trump avrebbe guardato il programma e, durante l’ultima pausa pubblicitaria, il senatore Kennedy ha chiesto a Hannity «quindici secondi per rivolgersi direttamente al presidente». Quasi tutti hanno espresso preoccupazione per i dazi, invitando il presidente a trovare una strada alternativa. Una volta terminata la diretta, diversi dei senatori presenti hanno quindi parlato al telefono con Trump, che — ha rivelato lui stesso, parlando di gente «nauseta» — stava seguendo l’andamento incerto del mercato dei bond. «Lascerò a te decidere cosa è abbastanza e cosa non lo è», gli avrebbe confidato il decano Graham, «ma penso che vedi che la gente ha bisogno di ottenere qualche risultato».

                              Il senatore Cruz gli avrebbe invece detto che ora l’amministrazione si trovava davanti due strade: usare i dazi come leva per convincere gli altri Paesi ad abbassare i propri, oppure mantenere quelli annunciati e spingere gli altri Paesi ad adottarne di reciproci. «Quest’ultimo, ho detto al presidente, sarebbe un esito terribile e pericoloso per il Paese e per il Texas», ha rivelato Cruz al Washington Post. «L'ho anche incoraggiato, come avevo già fatto durante lo show di Hannity, a negoziare rapidamente uno o più accordi commerciali». Il presidente sarebbe quindi andato a letto con queste parole nella testa.

                              Mercoledì mattina, Trump ha incontrato molto preso il senatore Thune alla Casa Bianca — fonti vicine al leader di maggioranza ritengono però che non abbiano discusso di dazi — e ha parlato con la presidente svizzera Karin Keller-Sutter, il cui Paese aveva visto aumentare nella notte i dazi al 31% sugli orologi Rolex e sulla cioccolata. La telefonata è durata 25 minuti e la presidente Keller-Sutter lo ha invitato ad allentare misure che avrebbero danneggiato l’economia della confederazione, puntando sul ruolo che le imprese svizzere svolgono nel generare posti di lavoro in America e ricordando che il suo Paese lo scorso anno ha abolito i dazi sulle importazioni industriali americane.

                              Alle 8 del mattino, il presidente si è quindi risintonizzato su Fox News, ascoltando l’intervista di Maria Bartiromo all’amministratore delegato di JPMorgan Chase, Jamie Dimon, che da giorni criticava la politica commerciale trumpiana e che ha ribadito le alte probabilità di una recessione imminente. «Ho una visione calma, ma penso che le cose potrebbero peggiorare se non facciamo progressi», ha affermato Dimon in tv. Il presidente, ha rivelato il Wall Street Journal, era ormai entrato in «modalità di ascolto» e chiedeva ad amici e consiglieri notizie sull'andamento dei mercati.

                              A quel punto, Trump ha cominciato a pensare di invertire davvero la marcia — «Ha preso una decisione drastica, ha osservato attentamente le reazioni che ha innescato, ha lasciato consiglieri e alleati nel dubbio e infine «si è affidato all'istinto per cambiare direzione», ha sintetizzato il Wall Street Journal, definendolo un comportamento tipico del presidente — e ha postato sul suo social Truth: «Siate freddi», ha scritto. Per poi aggiungere, qualche minuto: «È un ottimo momento per comprare (azioni, ndr)». A pranzo, Trump ha ricevuto l'investitore Charles Schwab e la governatrice democratica del Michigan Gretchen Whitmer che lo ha messo in guardia: «L'industria automobilistica del Michigan — gli ha detto — sta già sentendo l'impatto dei dazi».

                              Nel frattempo il segretario al Commercio Howard Lutnick era al telefono con il commissario europeo Maros Sefcovic. A mezzogiorno Lutnick e il segretario al Tesoro Scott Bessent si sono recati nello Studio ovale per conferire con Trump — ma non c’era il consigliere Peter Navarro, ideologo dei dazi: un indizio che la sua influenza potrebbe aver perso slancio — e hanno discusso di una marcia indietro che avrebbe colto di sorpresa anche qualcuno all’interno dell’amministrazione. Erano ancora insieme quando il presidente ha composto «uno dei post su Truth più straordinari della sua presidenza», come l’ha definito Lutnick con un post su X dodici minuti più tardi: quello in cui annunciava la «pausa» di novanta giorni.

                              Bessent, che aveva passato il weekend al telefono con i leader di Wall Street e domenica era volato a Mar-a-Lago ottenendo il permesso di rilasciare dichiarazioni pubbliche sui negoziati commerciali, ha sostenuto che questa fosse la strategia di Trump dal principio. Fonti vicine all'amministrazione hanno però rivelato al Wall Street Journal che il segretario al Tesoro aveva ricevuto negli ultimi giorni l'investitura di Trump e che, forte di una maggiore autorità, abbia giocato un ruolo fondamentale nel convincerlo.

                              L'annuncio ha risuonato in tutto il mondo, a cominciare dalla Casa Bianca. Alcuni consiglieri — come il falco Stephen Miller, vice capo dello staff — si sono precipitati a lodare le «capacità strategiche» e la «brillante pianificazione tattica» di Trump, che «in pochi giorni ha fatto più per riformare il commercio internazionale di quanto sia stato fatto in decenni, al tempo stesso isolando politicamente ed economicamente l’architetto dell’aggressione economica, ovvero la Cina».

                              CorSera
                              ...ma di noi
                              sopra una sola teca di cristallo
                              popoli studiosi scriveranno
                              forse, tra mille inverni
                              «nessun vincolo univa questi morti
                              nella necropoli deserta»

                              C. Campo - Moriremo Lontani


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                              • germanomosconi
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                                Che razza di clown per non dire altro


                                Originariamente Scritto da Marco pl
                                i 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.
                                Originariamente Scritto da master wallace
                                IO? Mai masturbato.
                                Originariamente Scritto da master wallace
                                Io sono drogato..

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