Se, come Cacciari (ma non c'è credo pensatore o storico o filosofo o anche persona comune che però sensatamente non avverta il divenire delle cose e del mondo) si ha presente la morfologia della storia, l'uomo nella storia, le civiltà e le epoche nella storia, si sarebbe credo interiormente più sereni, in un certo senso "tranquilli", nella consapevolezza che tutto trascorre.
Come riflessione vorrei proporre questo breve brano di Elemire Zolla:
"Da un'epoca si travalica in un'altra quando le idee, i sentimenti, le immagini ossessive o consolatrici più diffuse incominciano ad appassire. Lo avvertono subito i più fragili o sensitivi, e coloro che vivono di ricatti sentimentali. Gridare un certo nome, prendere una certa posa, esibirsi in un certo vestito, non serve più a molto, il richiamo agisce stancamente, il pubblico è distratto. Si racconta che Giuliano l'Apostata evocò gli dei dell'Olimpo e se li vide comparire stanchi, umbratili" [E. Zolla: Verità segrete esposte in evidenza, 1990]
Lo abbiamo detto anche qui: quando ad un punto di un determinato percorso storico, le Idee-Mito che hanno informato e conformato quel percorso si esauriscono, non hanno più presa su quell'evo: è in quell'esatto momento che si rende manifesta una crisi: essa non prorompe come un fulmine a ciel sereno, ma cova e cresce da anni (lo stesso processo delle malattie), inavvertita dai più se non, come scrive Zolla, da animi particolarmente sensibili (di "crisi dell'occidente" si scrive e si riflette da oltre un secolo, come sappiamo, e anche nell'ultimo paio di decadi sono usciti saggi in serie, in America ed in Europa).
Nella dinamica della storia, non è niente di diverso da quanto accaduto nel corso dei millenni, potremmo dire fin dal primo costituirsi delle società umane.
Nei suoi oltre mille anni di storia, Roma (nella sua parte occidentale; sottoforma di Bisanzio continuerà per qualche altro secolo) ha conosciuto tutti i tipi di regime: la monarchia, la repubblica, l'impero...è esemplare del discorso in oggetto, e paradigma di tutte le civiltà occidentali.
La monarchia "costituzionale" delle origini (un re con un senato ed un popolo) verso la fine diventa tirannide (coi re etruschi) e si trapassa nella Repubblica; la Repubblica nell'ultimo suo secolo degenera, esaurisce la sua funzione e la sua forma, e dunque la sua "presa" sul tempo e sugli uomini, e spunta Cesare (ma prima di lui Silla, il proto-Cesare), e si trapassa nell'Impero...il quale anch'esso, dopo altri 5 secoli, si disfà in un'altra storia, e così via di anello in anello, alba e tramonto di civiltà, modelli, sistemi e fino a noi, ma il tratto a tutti comune è la dinamica di alba, mezzodì, tramonto, notturno ed oblio.
Zolla cita il grande imperatore Giuliano, che in piena epoca cristiana cerca di ripristinare i vecchi culti pagani, anche scrivendo pensieri pieni di razionalità, giustificazioni, pathos...ma fu come se oggi qualcuno si mettesse a sacrificare un animale di fronte al Pantheon: ciò che in una epoca pienamente pagana era una funzione sacrale comprensibile e sentita da tutti, e che attivava delle forze interiori ed esteriori, apparirebbe oggi come una macelleria a cielo aperto, evocando nessuno, perchè quel "cosmo" si è desertificato.
Junger spiega che, per quella stessa legge dei cicli, i regimi fascisti non potevano non soccombere di fronte alle democrazie alleatesi assieme, in quanto la mitologia, le "Idee" da cui quei regimi cercavano nutrimento appartenevano ad un altro mondo ed altre epoche: la "Germania eterna" norreno-aria per il nazionalsocialismo; Roma antica per il Fascismo; i samurai per il Giappone: forze "disattivate" rispetto alla età in cui furono rievocate, come per Giuliano e la sua preghiera agli dei.
E' tutto questo che bisogna tenere presente per l'oggi: la scomposizione del mondo, che si riformerà in senso multipolare; la crisi del regime liberale; la passività ed impermeabilità, indifferenza, e progressivo distacco (quando non una vera e propria reazione di senso contrario) del "popolo" rispetto a quella crisi; l'elezione di Trump e il modello "isolazionista" americano, introflesso entro il suo proprio universo per l'esaurirsi della propulsione "imperialista" globalmente intesa, per cui deve accettare, nella decadenze dell'occidente, la sua propria decadenza e ritagliarsi orizzonti più centrati e definiti...sono le stesse dinamiche di sempre.
...Quindi noi perchè, rispetto ai millenni, dovremmo fare eccezione? Non saranno gli appelli o le preghiere, le suppliche o il declamare le "virtù" dell'occidente "per come è stato" (dimenticandosi di aggiungere "nella sua ultima versione", che, come ricorda Cacciari, ha solo 80 anni, non 8mila) a salvarlo dal trapasso, se l'epoca vecchia tramonta e la nuova sorge: quegli appelli cadrebbero solo nel deserto, in quanto il vecchio "cosmo" si è dissolto, e semmai ora si sta nella fase di transizione (in quanto tale oscura, caotica, "critica") verso il Nuovo di cui da qui non indoviniamo ancora nemmeno i contorni.
Come riflessione vorrei proporre questo breve brano di Elemire Zolla:
"Da un'epoca si travalica in un'altra quando le idee, i sentimenti, le immagini ossessive o consolatrici più diffuse incominciano ad appassire. Lo avvertono subito i più fragili o sensitivi, e coloro che vivono di ricatti sentimentali. Gridare un certo nome, prendere una certa posa, esibirsi in un certo vestito, non serve più a molto, il richiamo agisce stancamente, il pubblico è distratto. Si racconta che Giuliano l'Apostata evocò gli dei dell'Olimpo e se li vide comparire stanchi, umbratili" [E. Zolla: Verità segrete esposte in evidenza, 1990]
Lo abbiamo detto anche qui: quando ad un punto di un determinato percorso storico, le Idee-Mito che hanno informato e conformato quel percorso si esauriscono, non hanno più presa su quell'evo: è in quell'esatto momento che si rende manifesta una crisi: essa non prorompe come un fulmine a ciel sereno, ma cova e cresce da anni (lo stesso processo delle malattie), inavvertita dai più se non, come scrive Zolla, da animi particolarmente sensibili (di "crisi dell'occidente" si scrive e si riflette da oltre un secolo, come sappiamo, e anche nell'ultimo paio di decadi sono usciti saggi in serie, in America ed in Europa).
Nella dinamica della storia, non è niente di diverso da quanto accaduto nel corso dei millenni, potremmo dire fin dal primo costituirsi delle società umane.
Nei suoi oltre mille anni di storia, Roma (nella sua parte occidentale; sottoforma di Bisanzio continuerà per qualche altro secolo) ha conosciuto tutti i tipi di regime: la monarchia, la repubblica, l'impero...è esemplare del discorso in oggetto, e paradigma di tutte le civiltà occidentali.
La monarchia "costituzionale" delle origini (un re con un senato ed un popolo) verso la fine diventa tirannide (coi re etruschi) e si trapassa nella Repubblica; la Repubblica nell'ultimo suo secolo degenera, esaurisce la sua funzione e la sua forma, e dunque la sua "presa" sul tempo e sugli uomini, e spunta Cesare (ma prima di lui Silla, il proto-Cesare), e si trapassa nell'Impero...il quale anch'esso, dopo altri 5 secoli, si disfà in un'altra storia, e così via di anello in anello, alba e tramonto di civiltà, modelli, sistemi e fino a noi, ma il tratto a tutti comune è la dinamica di alba, mezzodì, tramonto, notturno ed oblio.
Zolla cita il grande imperatore Giuliano, che in piena epoca cristiana cerca di ripristinare i vecchi culti pagani, anche scrivendo pensieri pieni di razionalità, giustificazioni, pathos...ma fu come se oggi qualcuno si mettesse a sacrificare un animale di fronte al Pantheon: ciò che in una epoca pienamente pagana era una funzione sacrale comprensibile e sentita da tutti, e che attivava delle forze interiori ed esteriori, apparirebbe oggi come una macelleria a cielo aperto, evocando nessuno, perchè quel "cosmo" si è desertificato.
Junger spiega che, per quella stessa legge dei cicli, i regimi fascisti non potevano non soccombere di fronte alle democrazie alleatesi assieme, in quanto la mitologia, le "Idee" da cui quei regimi cercavano nutrimento appartenevano ad un altro mondo ed altre epoche: la "Germania eterna" norreno-aria per il nazionalsocialismo; Roma antica per il Fascismo; i samurai per il Giappone: forze "disattivate" rispetto alla età in cui furono rievocate, come per Giuliano e la sua preghiera agli dei.
E' tutto questo che bisogna tenere presente per l'oggi: la scomposizione del mondo, che si riformerà in senso multipolare; la crisi del regime liberale; la passività ed impermeabilità, indifferenza, e progressivo distacco (quando non una vera e propria reazione di senso contrario) del "popolo" rispetto a quella crisi; l'elezione di Trump e il modello "isolazionista" americano, introflesso entro il suo proprio universo per l'esaurirsi della propulsione "imperialista" globalmente intesa, per cui deve accettare, nella decadenze dell'occidente, la sua propria decadenza e ritagliarsi orizzonti più centrati e definiti...sono le stesse dinamiche di sempre.
...Quindi noi perchè, rispetto ai millenni, dovremmo fare eccezione? Non saranno gli appelli o le preghiere, le suppliche o il declamare le "virtù" dell'occidente "per come è stato" (dimenticandosi di aggiungere "nella sua ultima versione", che, come ricorda Cacciari, ha solo 80 anni, non 8mila) a salvarlo dal trapasso, se l'epoca vecchia tramonta e la nuova sorge: quegli appelli cadrebbero solo nel deserto, in quanto il vecchio "cosmo" si è dissolto, e semmai ora si sta nella fase di transizione (in quanto tale oscura, caotica, "critica") verso il Nuovo di cui da qui non indoviniamo ancora nemmeno i contorni.
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