Cronaca e politica estera [Equilibri mondiali] Thread unico.
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Ogni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.Originariamente Scritto da Bob TerwilligerDi solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.
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Il video è molto lungo: dei minutaggi dei passaggi concetttualmente più riassuntivi?...ma di noi
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C. Campo - Moriremo Lontani
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Originariamente Scritto da fede79 Visualizza MessaggioPer un mondo più sicuro, viva la corsa allo smantellamento del nucleare!!!
Sarebbe più agevole se fosse intanto la Germania ad iniziare con la base americana di Ramstein https://en.wikipedia.org/wiki/Ramstein_Air_Base
gigantesca base aerea nel cuore della Germania e dell'Europa che è il simbolo stesso del reale "possesso" americano dell'occidente continentale. In questo senso, anche parlare di eserciti "europei", quando si hanno in Europa potentissime basi americane, suolo americano sul suolo europeo, è inutile, è una proposizione che si elide da sola....ma di noi
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioIl video è molto lungo: dei minutaggi dei passaggi concetttualmente più riassuntivi?
Questi i minutaggi evidenziati da Gemini.- Rapporto tra giustizia e forza Il programma inizia con una riflessione sul rapporto tra giustizia e forza, citando l'esempio storico degli abitanti di Melo e gli ambasciatori di Atene [01:11]. Viene evidenziato come, spesso, la forza prevalga sulla giustizia, un concetto applicato anche all'attuale contesto geopolitico.
- Forza nelle relazioni internazionali Si discute di come la forza sembri essere il criterio dominante nelle relazioni tra stati, con riferimento alle azioni di figure politiche come Donald Trump e Vladimir Putin [05:06]. Vengono menzionati eventi come l'annessione della Crimea, il conflitto in Ucraina, e le dinamiche di potere tra USA, Russia e Cina.
- Il ruolo dell'Europa Viene analizzata la posizione dell'Europa in questo scenario, sottolineando la sua peculiarità di essere basata sui diritti e sulla democrazia, in contrasto con la logica imperiale di altre potenze [18:29]. Si discute della necessità per l'Europa di rafforzare la propria difesa, pur mantenendo fede ai suoi valori fondanti.
- Pacifismo e deterrenza Si affronta il tema del pacifismo, distinguendolo dalla resa, e si sostiene la necessità di un armamento come deterrenza per garantire la pace [10:12]. Viene citato Amos Oz, che sottolinea l'importanza di un "bel bastone" per reprimere la sopraffazione [12:14].
- La crisi della democrazia Viene espressa preoccupazione per lo stato della democrazia, con riferimento al cambiamento di regime promosso da Trump e alla percezione che la democrazia sia considerata vecchia e inefficiente [14:49]. Si discute della necessità di difendere la democrazia contro chi la vuole sopprimere.
- La tecnica e la perdita di senso Si analizza come l'era della tecnica, con la sua enfasi sull'efficacia e il perfezionamento delle procedure, porti a una perdita di senso e a un'ignoranza della storia [32:15]. Viene criticato l'abuso della menzogna e la mancanza di cultura come fattori che minano la capacità di discernimento.
- Il ruolo dell'America Si discute del ruolo degli Stati Uniti nel sistema internazionale, evidenziando come la presidenza Trump abbia messo in discussione il sistema liberale e i valori tradizionali americani [38:57]. Viene menzionato il piano Trump per Gaza come esempio di una politica che viola il diritto internazionale.
- La sinistra e la pace Si riflette sulla posizione della sinistra riguardo al riarmo, sottolineando come, pur essendo tradizionalmente legata alla pace, debba confrontarsi con la necessità di difendere i propri valori [44:51]. Viene evidenziato come la pace e la democrazia non siano un "habitat naturale", ma qualcosa che va difeso continuamente.
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Originariamente Scritto da The_machine Visualizza Messaggio
Hai ragione però non ho preso appunti sulle parti più rilevanti.
Questi i minutaggi evidenziati da Gemini....ma di noi
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Il pagliaccio 🤡 zelensky rifiuta la resa nel Kursk ( dove gli ucraini sono spacciati) e vuole che l'operazione continui.
Ricordiamoci chi è questo grande statista quando poverino viene preso a pesci in faccia nello studio ovale.
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Originariamente Scritto da The_machine Visualizza Messaggio
Hai ragione però non ho preso appunti sulle parti più rilevanti.
Questi i minutaggi evidenziati da Gemini.
Ateniesi: “Se è per la benevolenza degli dèi, neppure noi abbiamo paura di essere da essi trascurati; poiché nulla noi pretendiamo, nulla facciamo che non s’accordi con quello che degli dèi pensano degli uomini e che gli uomini stessi pretendono per sé. Gli dèi, infatti, secondo il concetto che ne abbiamo, e gli uomini, come chiaramente si vede, tendono sempre, per necessità di natura, a dominare ovunque prevalgano per forze. Questa legge non l’abbiamo istituita noi, non siamo nemmeno stati i primi ad applicarla; così, come l’abbiamo ricevuta e come la lasceremo ai tempi futuri e per sempre, ce ne serviamo, convinti che anche voi, come gli altri, se aveste la nostra potenza, fareste altrettanto.
Da parte degli dèi, dunque, com’è naturale, non temiamo di essere in posizione di inferiorità rispetto a voi. Per quel che riguarda l’opinione che avete degli Spartani, e sulla quale basate la vostra fiducia che essi accorreranno in vostro aiuto per non tradire l’onore, noi vi complimentiamo per la vostra ingenuità, ma non possiamo invidiare la vostra stoltezza. Gli Spartani, infatti, quando si tratta di propri interessi e delle patrie istituzioni, sono più che mai seguaci della virtù, ma sui loro rapporti con gli altri popoli molto ci sarebbe da dire: per riassumere in breve, si può con molta verità dichiarare che essi, più sfacciatamente di tutti i popoli che conosciamo, considerano virtù ciò che piace a loro e giustizia ciò che loro è utile: un tal modo di pensare, dunque, non s’accorda con la vostra stolta speranza di salvezza.
Il mondo è dunque un caos governato solo dalla forza bruta? No, certo che no. Dalla forza scatenata poi si sale a quella ordinata, per questo la storia conosce poi i rapporti tra stati, la convivenza, anche la pace...ma i rapporti tra stati, la convivenza e la pace poggiano comunque sulla forza (riassunti nella nota formula romana del diritto e della spada). Una volta che un equilibrio viene rotto si ha il riscatenamento di queste forze di potenza, che nella storia si sono comunque sempre date, al loro sbocco, come demiurgiche di un ordine, un ordine necessario al ristabilirsi dell'equilibrio.
Il più lungo periodo di pace che ha vissuto l'Europa, cioè gli anni che vanno dal '45 al '22, si è avuto in virtù di belle parole come diritto internazionale o grazie a trasparenti istituzioni internazionali come l'ONU, o a cagione dell'equilibrio di potenze, cioè impero americano da una parte e impero sovietico dall'altra? E' questo equilibrio di forze, la rottura del quale avrebbe prodotto un cataclisma mondiale, ad aver garantito la pace sul continente.
Sulla democrazia anche abbiamo già detto: un domani vi potrebbe essere un suo superamento, saremmo pienamente nell'ordine delle dinamiche storiche, ma si deve tenere presente che non è la democrazia ad aver inventato la libertà, questa anzi precede quella forma di governo di millenni: lo stesso libertarismo cui si richiamano i teorici del tecno-feudalesimo (di cui in argomento Ezio Mauro e di cui io stesso ho postato giorni fa degli estratti da un paio di autori) è una forma di libertà che fa a meno della democrazia liberale - perchè è questa particolare forma della democrazia ad essere in crisi, la democrazia liberale.
Sull'Europa intesa come UE è inutile parlare, finchè almeno non si sarà data una unità politica: attualmente come soggetto internazionale, capace cioè di determinare una influenza sulle rotte destinali ed epocali che si sono aperte con questa crisi, è neutralizzato, è im-potente, la sua forma è disfunzionale...e se anche la stessa pace è il frutto maturo di un rapporto di potenza, quella pace non potrà che venire al continente grazie a chi è dotato di imperium, cioè USA e Russia, se anche sono soggetti non troppo simpatici agli idealisti come gli ospiti di Augias, ma questo è...e d'altro canto, dall'UE in questi 3 anni non è arrivata una mezza idea di come farla questa pace, ci è voluto Trump per mettere l'argomento al centro, imporlo anche con la forza (rieccoci) ai renitenti (si veda Zelensky, costretto ad arrendersi alla idea dopo la sospensione degli aiuti militari).
Infine trovo tutto in fondo un pò ridicolo e anche inutile, come se ci si fosse svegliati stamattina: ma fino a ieri dove erano tutti? Quando c'era chi criticava il globalismo, l'atomizzazione dell'individuo, la sua massificazione (mi riferisco alle doglianze di Galimberti), il predominio della Tecnica (e della economia) a scapito della Politica, il "progressismo", si veniva guardati come dei beceri retrogadi che avrebbero voluto riportare l'uomo alla età della pietra...e adesso ci si allarma dei pericoli del controllo delle masse, della Tecnica al potere (ne avrà sempre di più di potere, è la direzione ormai, la spinta che muove il tempo e nessuno può più farci niente), del demagogismo e simili?
Non esiste soluzione, ovvero la soluzione è contenuta nella forma che si compirà una volta trascorsa la crisi epocale e richiusasi l'epocale frattura. Questa forma imporrà il suo metro e il suo nome alla epoca nuova. Tutto il resto è già un trapassato....ma di noi
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"Riunione militare in difesa della pace"..le ultime perle che si sentono da quella terra di dentoni inchiavabili che nulla c'entrano con l'Europa.
Fa coppia con i vari " più armi per la pace" o " riarmo per la pace"...
Ed io che pensavo fossero la diplomazia ed il dialogo le "armi" per la pace.
Per fortuna c'è la meloni che combatte per noi e si sta facendo valere perché rearm eu diventi defend eu.
Il succo è lo stesso. Ma suona più chill, guys.
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
Sulla democrazia anche abbiamo già detto: un domani vi potrebbe essere un suo superamento, saremmo pienamente nell'ordine delle dinamiche storiche, ma si deve tenere presente che non è la democrazia ad aver inventato la libertà, questa anzi precede quella forma di governo di millenni: lo stesso libertarismo cui si richiamano i teorici del tecno-feudalesimo (di cui in argomento Ezio Mauro e di cui io stesso ho postato giorni fa degli estratti da un paio di autori) è una forma di libertà che fa a meno della democrazia liberale - perchè è questa particolare forma della democrazia ad essere in crisi, la democrazia liberale.
Cosa intendi esattamente con "superamento della democrazia"? Non mi è chiaro a quale forma di governo tu stia facendo riferimento.
Sono d'accordo sul fatto che la libertà non sia stata "inventata" dalla democrazia; infatti, la libertà esiste da sempre e continuerà ad esistere proprio perché si realizza in gradi diversi. Non può essere mai nulla (nemmeno nella condizione estrema dello schiavo) nè totale, dato che la convivenza umana comporta sempre dei limiti.
Tuttavia, concorderai che ad oggi i sistemi liberal-democratici siano quelli che garantiscono agli individui la massima libertà possibile e rappresentano il risultato di un lungo processo storico. Continuo a pensare che chi desidera eliminare la componente "liberale" dalla democrazia lo faccia perché mira a un sistema non liberale, dove prevalga un unico punto di vista, immaginando erroneamente che sia il proprio.
Questa è tipicamente la posizione di alcune destre conservatrici, che presumono di poter continuare a condurre la propria vita senza cambiamenti, togliendo però libertà a persone o gruppi che hanno idee differenti dalle proprie. Per questo motivo le derive autoritarie risultano spesso così attraenti per queste correnti di pensiero.
Basti pensare a ciò che Trump ha promesso ai suoi elettori affermando: "America will be woke no longer". Sta dicendo ai suoi sostenitori che toglierà qualcosa agli altri, non certo a loro. Facile così.
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Intendevo quello di cui si parla in queste settimane, i temi anche di quella trasmissione: credo che sia Augias che ad un certo punto, colloquiando con Galimberti, faccia un riassunto di quelle che sono le critiche che si muovono al sistema democratico-liberale ("dicono che è un sistema vecchio, lento, burocratico" ecc...) per poi aggiungere che adesso prendono piede le forme di potere che definisce "verticali", quelle che pure qui abbiamo chiamato "cesarismo", cioè forme di potere che hanno nel rapporto diretto/carismatico col "popolo" la loro principale caratteristica, oltre a quella di voler diciamo "forzare" certi meccanismi (che comunque in America sono già pochi, in quanto il capo dello stato incarna anche il potere esecutivo) di filtro di quel potere "populista", se si può chiamare così...anche perchè pure qui ci sarebbe comunque da specificare che il demagogo è una figura che prende importanza in seno alle democrazie, il demagogismo ed il populismo (che si correlano uno con l'altro) non li ha inventati Trump, e quando si tratta di farsi votare, dunque di fare "promesse", siamo già in un sistema demagogico, cioè nel cattivarsi i favori delle masse...è che nei tempi odierni i mezzi di comunicazione si sono da una parte moltiplicati, dall'altra hanno perso peso ed influneza quelli classici: fino a ieri un giornale era a modo suo una "autorità" e il giornalista una professione che presso la massa aveva un ascendente...adesso un pò internet, un pò la caduta qualitativa, e al tempo stesso l'assunzione di una forte caratterizzazione politica del giornalismo stampato (spesso di segno progressista), hanno creato un vallo tra massa e informazione "ufficiale", lo stesso vallo che c'è tra masse popolari ed elites, e il discorso diretto, non mediato, il discorso "forte" del politico carismatico, va al punto e fa molta presa sul popolo, anche perchè individua dei "mali" e delle criticità, o che come tali vengono avvertite dalle masse (immigrazione, ideologia woke e simili sono stati forti cavalli di battaglia per Trump) e promette soluzioni "forti", "veloci", ovviamente facendo leva sulla impressione che si trasmette alla massa.
Con "superamento della democrazia" non ho in testa un modello di riferimento. Non lo so cosa succederà. Il sistema democratico-liberale potrebbe semplicemente essere svuotato di senso, mantenendo una cornice apparente.
Per il futuro non mi immagino un autoritarismo sul modello di quelli del Novecento e a cui sempre pensiamo quando si tratta di queste cose...si potrebbero tranquillamente avere poteri autoritari in alto e l'illusione delle libertà presso il basso, in una sorta di generale anestetizzazione - d'altra parte che i cervelli vadano sempre più perdendo una sorta di senso critico mi pare pure questa una evidenza che avrà i suoi effetti sulle società future....ma di noi
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Capisco cosa intendi, ma il termine "superamento" ha generalmente un'accezione positiva o progressiva, mentre qui stiamo discutendo di situazioni che rappresentano piuttosto una regressione. Nel caso di Russia e Cina, infatti, parliamo chiaramente di dittature, e per quanto riguarda gli USA, di uno svuotamento progressivo della democrazia liberale attraverso dinamiche populiste e demagogiche. Non c'è nulla di realmente nuovo in tutto questo e, soprattutto, nulla di positivo.
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Originariamente Scritto da The_machine Visualizza MessaggioCapisco cosa intendi, ma il termine "superamento" ha generalmente un'accezione positiva o progressiva, mentre qui stiamo discutendo di situazioni che rappresentano piuttosto una regressione. Nel caso di Russia e Cina, infatti, parliamo chiaramente di dittature, e per quanto riguarda gli USA, di uno svuotamento progressivo della democrazia liberale attraverso dinamiche populiste e demagogiche. Non c'è nulla di realmente nuovo in tutto questo e, soprattutto, nulla di positivo.
Bisognerebbe che ciascuno chiedesse a se stesso se la democrazia liberalista abbia ancora da dire qualcosa e se non siano i tempi stessi ad averla resa "superata" e dunque ormai inefficace o addirittura controproducente.
La democrazia liberalista si presenta oggi come una serie di ideologie utopiche che vengono proposte con accezioni di assolutismo morale e fatte calare dall'alto senza domandarsi se si abbia un riscontro nel basso, e questo fa si che tutta quella serie di teorie e visioni del mondo provochino una eruzione cutanea sul corpo sociale, cioè a dire un reagente che dalla sinistra progressista viene definito "populismo"...che però (quest'ultimo) non si dà come concetto astratto ma è niente di meno che il popolo nella sua realtà e concretezza storiche, questo è il punto, con le sue emergenze ed i suoi problemi e la sua necessità di far accogliere politicamente le sue istanze.
Non c'è più nulla che leghi i programmi progressisti alla cosiddetta "gente", perchè quei programmi si sono ridotti ad una serie di slogan ideologici che non hanno più niente di efficace: lo slogan della "inclusività" ha portato ad "accogliere" milioni e milioni di individui che hanno creato una serie di problematiche sociali ed è uno dei motivi della crescita delle destre in tutta Europa e della vittoria trumpiana in USA.
Il "politicamente corretto" è stato infine percepito come una sorta di dittatura del "pensiero unico", arrivando al risultato che adesso è la destra a farsi portatrice di un ambito di "libertà" da quelle ganasce ideologiche.
Per contro c'è un completo vuoto di programmi concreti: il progressismo liberalista ha abbandonato completamente la classe lavoratrice, che anzi ora vede come il proprio avversario, in quanto andrebbe ad ingrossare le forze "populiste"; sul tema della sicurezza si tace; sulla famiglia si tace, ma tutti quelli che si vorrebbero sposare e vorrebbero fare figli, a chi dovrebbero rivolgersi in alto?
Alla fine sono queste le cose concrete che interessano alla gente, non i discorsi da salotto. Il tema della pace è stato completamente appaltato alle destre, è Trump ad aver fatto gli unici passi in quella direzione. In Germania le politiche di Scholz hanno fatto perdere al proprio partito la metà, dicasi la metà, dei voti. La Le Pen in Francia sta al 33%, un francese su 3. In America i repubblicani si sono presi Casa Bianca e pure il Congresso: altro che "autocratismo": trattasi di vera investitura "popolare", una specie di unzione regia con la differenza che non cala dall'alto ma viene dal basso...e d'altro canto, nell'evo moderno, nessun potere può reggersi se non sul piedistallo che poggia sul basso, per questo il controllo sulle masse, il tentare di indirizzarle, il tentare di fascinarle, è decisivo....ma per farlo devi avere degli argomenti che vadano incontro a quelle masse, e se hai solo slogan il campo per i leader carismatici è aperto, perchè a differenza delle ideologie partitiche, il leader carismatico dà al popolo la sensazione di vedersi "rappresentato", anzi compreso, anzi "vendicato".
In Italia la sinistra di che parla? Qualcuno lo ha capito? Che programmi ha per il paese "reale"?
Ieri a quella pseudo manifestazione per l' "Europa" c'erano le solite facce, i soliti giornalisti, i soliti "artisti" a dire le solite non-cose: Europa dei "diritti", Europa della "inclusività", Europa della "pace"...ma nel concreto ormai che dovrebbero significare alla gente, ai popoli e al vento dell'epoca per come soffia?...e ci si chiede anche come è che poi i Trump od i Putin, o il potere "verticalista/carismatico" eserciti una presa, una attrattiva sulle masse? A chi dovrebbero rivolgersi quelle masse, per tentare di avere risposte immediate, concrete, ai problemi reali e sostanziali?
Quando uno strumento, rispetto all'epoca, diventa inefficace o fuori fuoco, è come se si rottamasse da solo. Ho già fatto l'esempio della voce che risuona in una camera senza più eco; è come se io mi mettessi a parlare dei valori "eroici" ed "olimpici" e "sacrali" che informavano le civiltà tradizionali: che moto produrrei, che accoglienza avrei, se è il tempo storico ad essere cambiato, e con esso gli uomini, la civiltà, la società? Nessuno mi intenderebbe più, sarebbe come mostrare un cadavere invece di un corpo vivo - ed è per questo esatto motivo che la democrazia liberalista mostra i primi segni di necrosi....ma di noi
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
Superamento l'ho voluto usare senza coloritura di merito ma nel suo senso spicciolo di andare "oltre", di "sopravanzare" storicamente una fase od una età che si chiude.
Bisognerebbe che ciascuno chiedesse a se stesso se la democrazia liberalista abbia ancora da dire qualcosa e se non siano i tempi stessi ad averla resa "superata" e dunque ormai inefficace o addirittura controproducente.
La democrazia liberalista si presenta oggi come una serie di ideologie utopiche che vengono proposte con accezioni di assolutismo morale e fatte calare dall'alto senza domandarsi se si abbia un riscontro nel basso, e questo fa si che tutta quella serie di teorie e visioni del mondo provochino una eruzione cutanea sul corpo sociale, cioè a dire un reagente che dalla sinistra progressista viene definito "populismo"...che però (quest'ultimo) non si dà come concetto astratto ma è niente di meno che il popolo nella sua realtà e concretezza storiche, questo è il punto, con le sue emergenze ed i suoi problemi e la sua necessità di far accogliere politicamente le sue istanze.
Non c'è più nulla che leghi i programmi progressisti alla cosiddetta "gente", perchè quei programmi si sono ridotti ad una serie di slogan ideologici che non hanno più niente di efficace: lo slogan della "inclusività" ha portato ad "accogliere" milioni e milioni di individui che hanno creato una serie di problematiche sociali ed è uno dei motivi della crescita delle destre in tutta Europa e della vittoria trumpiana in USA.
Il "politicamente corretto" è stato infine percepito come una sorta di dittatura del "pensiero unico", arrivando al risultato che adesso è la destra a farsi portatrice di un ambito di "libertà" da quelle ganasce ideologiche.
Per contro c'è un completo vuoto di programmi concreti: il progressismo liberalista ha abbandonato completamente la classe lavoratrice, che anzi ora vede come il proprio avversario, in quanto andrebbe ad ingrossare le forze "populiste"; sul tema della sicurezza si tace; sulla famiglia si tace, ma tutti quelli che si vorrebbero sposare e vorrebbero fare figli, a chi dovrebbero rivolgersi in alto?
Alla fine sono queste le cose concrete che interessano alla gente, non i discorsi da salotto. Il tema della pace è stato completamente appaltato alle destre, è Trump ad aver fatto gli unici passi in quella direzione. In Germania le politiche di Scholz hanno fatto perdere al proprio partito la metà, dicasi la metà, dei voti. La Le Pen in Francia sta al 33%, un francese su 3. In America i repubblicani si sono presi Casa Bianca e pure il Congresso: altro che "autocratismo": trattasi di vera investitura "popolare", una specie di unzione regia con la differenza che non cala dall'alto ma viene dal basso...e d'altro canto, nell'evo moderno, nessun potere può reggersi se non sul piedistallo che poggia sul basso, per questo il controllo sulle masse, il tentare di indirizzarle, il tentare di fascinarle, è decisivo....ma per farlo devi avere degli argomenti che vadano incontro a quelle masse, e se hai solo slogan il campo per i leader carismatici è aperto, perchè a differenza delle ideologie partitiche, il leader carismatico dà al popolo la sensazione di vedersi "rappresentato", anzi compreso, anzi "vendicato".
In Italia la sinistra di che parla? Qualcuno lo ha capito? Che programmi ha per il paese "reale"?
Ieri a quella pseudo manifestazione per l' "Europa" c'erano le solite facce, i soliti giornalisti, i soliti "artisti" a dire le solite non-cose: Europa dei "diritti", Europa della "inclusività", Europa della "pace"...ma nel concreto ormai che dovrebbero significare alla gente, ai popoli e al vento dell'epoca per come soffia?...e ci si chiede anche come è che poi i Trump od i Putin, o il potere "verticalista/carismatico" eserciti una presa, una attrattiva sulle masse? A chi dovrebbero rivolgersi quelle masse, per tentare di avere risposte immediate, concrete, ai problemi reali e sostanziali?
Quando uno strumento, rispetto all'epoca, diventa inefficace o fuori fuoco, è come se si rottamasse da solo. Ho già fatto l'esempio della voce che risuona in una camera senza più eco; è come se io mi mettessi a parlare dei valori "eroici" ed "olimpici" e "sacrali" che informavano le civiltà tradizionali: che moto produrrei, che accoglienza avrei, se è il tempo storico ad essere cambiato, e con esso gli uomini, la civiltà, la società? Nessuno mi intenderebbe più, sarebbe come mostrare un cadavere invece di un corpo vivo - ed è per questo esatto motivo che la democrazia liberalista mostra i primi segni di necrosi.
Concordo con te sul fatto che il tema dell'immigrazione sia stato centrale nella crisi di fiducia verso le ideologie progressiste. Va però sottolineato che il fenomeno migratorio rappresenta una sfida storica, estremamente difficile da affrontare per qualsiasi schieramento politico, soprattutto se si vuole mantenere un approccio che rispetti certi standard umanitari e civili. Lo dimostra chiaramente il caso del governo Meloni, che, nonostante i toni forti e i proclami elettorali, si sta scontrando con le stesse difficoltà e contraddizioni nella gestione concreta del problema.
Il distacco dalla realtà che hai evidenziato nelle politiche di alcune sinistre progressiste degli ultimi anni può anche essere reale, ma questo processo rientra a pieno titolo nel meccanismo democratico: quando i partiti perdono la fiducia popolare, hanno la responsabilità di evolvere, modificare i propri programmi e cercare nuove strade per riavvicinarsi alla realtà della vita quotidiana dei cittadini. La soluzione quindi non deve essere per forza l'abbandono del sistema democratico per affidarsi alla figura carismatica di turno, che spesso sfrutta il vantaggio di presentarsi come alternativa "anti-sistema" finché non arriva al potere. È facile cavalcare il malcontento quando si è all'opposizione, molto meno facile è soddisfare concretamente le esigenze popolari una volta al governo. Aspettiamo dunque di vedere il bilancio reale delle destre una volta che avranno esercitato concretamente il potere per un periodo più lungo. Sarà interessante, ad esempio, valutare fra qualche anno se chi ha votato Trump sarà ancora soddisfatto della propria scelta. Inoltre il fatto che le fasce popolari si identifichino con Trump resta comunque paradossale, se pensiamo che si tratta di una persona nata e cresciuta in ambienti privilegiati, molto distante dalle problematiche quotidiane delle classi più disagiate. Questa idenficazione nasce e muore forse solo nei modi: l'essere volgare e grossolano di Trump lo fa percepire più vicino al suo elettorato, ma di nuovo, questo è un bene?
Anche riguardo agli slogan di pace e libertà, bisogna fare attenzione alle interpretazioni strumentali. Quando la destra ne parla, spesso lo fa con obiettivi ben diversi da quelli dichiarati. L'appello alla "pace", ad esempio, nel caso della guerra in Ucraina, viene utilizzato principalmente come strumento per favorire un regime autoritario come quello di Putin contro uno stato democratico che cerca di difendere la propria sovranità e libertà. Analogamente, l'opposizione al "politicamente corretto" rischia di diventare non una vera difesa della libertà di espressione, bensì una richiesta di libertà di offendere e delegittimare chi la pensa diversamente.
La destra populista contemporanea ha spesso indicato Putin come un modello, ma possiamo davvero dire che Putin abbia portato pace e libertà al suo paese? La risposta è chiaramente negativa: Putin ha condotto il proprio popolo in una guerra, sacrificando vite umane per il suo personale progetto politico. Quanto alla libertà, credi davvero che togliere la componente "liberale" dalla democrazia possa incrementarla? È evidente che questi sistemi "verticali", una volta consolidati, finiscono inevitabilmente per ridurre le libertà individuali, eliminando in primis il dissenso, proprio perché privi dei fondamentali contrappesi garantiti da un sistema realmente democratico.
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