Cronaca e politica estera [Equilibri mondiali] Thread unico.

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  • The_machine
    Bodyweb Senior
    • Nov 2004
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    Sean, questa tua ossessione per la perdita delle radici e il timore di un’invasione culturale (e non solo) mi sembrano più sintomi di una tua ansia personale (anche se ovviamente non sei l’unico a provarla) piuttosto che una rappresentazione oggettiva della realtà attuale. Parli spesso di valori come se fossero assoluti e indiscutibili e trasmetti l’impressione di voler imporre a tutti gli altri la tua visione di identità, tradizione e famiglia. A volte sembri quasi desiderare che si instaurino da noi quei regimi non liberali capaci magari di realizzare i tuoi ideali al posto tuo, imponendoli con la forza a chi non li condivide.

    Su questi temi le opinioni sono tante e diverse, ma tu non sembri accettare alcuna forma di diversità: ogni posizione contraria viene subito etichettata con termini molto negativi, come se volessi quasi disumanizzare chi la pensa diversamente da te.

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    • Sean
      Csar
      • Sep 2007
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      Originariamente Scritto da The_machine Visualizza Messaggio
      Sean, questa tua ossessione per la perdita delle radici e il timore di un’invasione culturale (e non solo) mi sembrano più sintomi di una tua ansia personale (anche se ovviamente non sei l’unico a provarla) piuttosto che una rappresentazione oggettiva della realtà attuale. Parli spesso di valori come se fossero assoluti e indiscutibili e trasmetti l’impressione di voler imporre a tutti gli altri la tua visione di identità, tradizione e famiglia. A volte sembri quasi desiderare che si instaurino da noi quei regimi non liberali capaci magari di realizzare i tuoi ideali al posto tuo, imponendoli con la forza a chi non li condivide.

      Su questi temi le opinioni sono tante e diverse, ma tu non sembri accettare alcuna forma di diversità: ogni posizione contraria viene subito etichettata con termini molto negativi, come se volessi quasi disumanizzare chi la pensa diversamente da te.
      Non ho pretese di assolutismo, forse è lo stile dei post a trasmettere con una certa forza lo scritto, ma questo perchè lo scritto è frutto di una convinzione matura, ma dal momento che si postano in un foro pubblico quei post sono relativi a chi li ha scritti, dunque come tali criticabili alla radice e suscettibili di essere fatti a pezzi ovviamente, come accade alle posizioni espresse in ogni dialogo, in ogni dibattito, in ogni discussione.

      Invece non mi trovo proprio nel concetto di "disumanizzare chi non la pensa come me": da dove lo ricavi? Io critico le ideologie, mica le persone, sto all'oggetto della polemica, non al soggetto. Se poi intendi che definisco in termini spregiativi la cricca al comando, che si lasci almeno al povero suddito la "libertà" di dissentire rispetto ad una direzione che il suddito considera niente di meno che catastrofica.

      D'altro canto il lamento fa meno male del voto, e siccome io non voto, le mie parole al riguardo della politica, l'attualità, i personaggi o i temi correnti e soliti, alla cricca non fanno alcun male...e comunque i politici stanno lì per quello, per essere criticati, la politica è quello: dovrebbero piuttosto loro chiedersi se stanno o non stanno facendo il bene dei propri popoli, dei propri stati, delle proprie nazioni.

      So anche io che ci sono posizioni diverse, ma questo non mi deve impedire o influenzare nell'esporre le mie di posizioni...non le sfumo? Ma se le sfumassi diventerei anche io come quelli che critico, cioè una fumisteria: perchè un concetto si faccia sostanza, deve possedere la sostanza del concetto, e siccome non sono un politico democratico, cioè un demagogo, posso permettermi il lusso della (mia, esclusivamente mia) sincerità.

      Forse semplicemente alcuni si sono disabituati alla polemica, al dialogo polemico attorno ai grandi temi, ma se questi non s'accendono di passione, vuol dire che o sono cosa morta quei temi o lo è chi ne discute o che ci si fa andare bene tutto, il rosso e il nero, il bianco e il blu e non si sono sviluppati dei filtri critici in base ai quali discernere, secondo la propria (propria, non altrui e meno che mai con pretese di assolutismo) visione, la realtà.

      Infine, è proprio perchè accetto la diversità e la meraviglia delle infinite possibilità della storia che rifiuto la democrazia e radicalmente la democrazia liberale, le sue utopie, le sue astrazioni. Il concetto di omologazione che è sotteso alla demonia della "uguaglianza", impedisce la manifestazione di ogni diversità, in quanto la diversità altro non è che il diseguale.

      Il suo darsi (della democrazia) come assoluto, sequestra il futuro, in questo abolendo la storia, che invece è il luogo della massima libertà, libertà continuamente creatrice: volendo la democrazia liberalista (dandosi come assoluto) determinare qui ed ora il futuro come presente eterno, ce lo toglie quel futuro dalle mani, e con esso la libertà: in questo la democrazia è tirannide.

      Io spero invece che la storia ci soprenda sempre, che possa morire nella sue forme e rinascere, altrimenti non si darebbe nemmeno storia, e la democrazia è a-storia, non vuol morire e dunque nemmeno darsi come rinascita, come possibilità sempre viva, dunque come autentica libertà...e forse è proprio per questo che sta morendo.
      ...ma di noi
      sopra una sola teca di cristallo
      popoli studiosi scriveranno
      forse, tra mille inverni
      «nessun vincolo univa questi morti
      nella necropoli deserta»

      C. Campo - Moriremo Lontani


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        Non ho pretese di assolutismo, forse è lo stile dei post a trasmettere con una certa forza lo scritto, ma questo perchè lo scritto è frutto di una convinzione matura, ma dal momento che si postano in un foro pubblico quei post sono relativi a chi li ha scritti, dunque come tali criticabili alla radice e suscettibili di essere fatti a pezzi ovviamente, come accade alle posizioni espresse in ogni dialogo, in ogni dibattito, in ogni discussione.

        Invece non mi trovo proprio nel concetto di "disumanizzare chi non la pensa come me": da dove lo ricavi? Io critico le ideologie, mica le persone, sto all'oggetto della polemica, non al soggetto. Se poi intendi che definisco in termini spregiativi la cricca al comando, che si lasci almeno al povero suddito la "libertà" di dissentire rispetto ad una direzione che il suddito considera niente di meno che catastrofica.

        D'altro canto il lamento fa meno male del voto, e siccome io non voto, le mie parole al riguardo della politica, l'attualità, i personaggi o i temi correnti e soliti, alla cricca non fanno alcun male...e comunque i politici stanno lì per quello, per essere criticati, la politica è quello: dovrebbero piuttosto loro chiedersi se stanno o non stanno facendo il bene dei propri popoli, dei propri stati, delle proprie nazioni.

        So anche io che ci sono posizioni diverse, ma questo non mi deve impedire o influenzare nell'esporre le mie di posizioni...non le sfumo? Ma se le sfumassi diventerei anche io come quelli che critico, cioè una fumisteria: perchè un concetto si faccia sostanza, deve possedere la sostanza del concetto, e siccome non sono un politico democratico, cioè un demagogo, posso permettermi il lusso della (mia, esclusivamente mia) sincerità.

        Forse semplicemente alcuni si sono disabituati alla polemica, al dialogo polemico attorno ai grandi temi, ma se questi non s'accendono di passione, vuol dire che o sono cosa morta quei temi o lo è chi ne discute o che ci si fa andare bene tutto, il rosso e il nero, il bianco e il blu e non si sono sviluppati dei filtri critici in base ai quali discernere, secondo la propria (propria, non altrui e meno che mai con pretese di assolutismo) visione, la realtà.

        Infine, è proprio perchè accetto la diversità e la meraviglia delle infinite possibilità della storia che rifiuto la democrazia e radicalmente la democrazia liberale, le sue utopie, le sue astrazioni. Il concetto di omologazione che è sotteso alla demonia della "uguaglianza", impedisce la manifestazione di ogni diversità, in quanto la diversità altro non è che il diseguale.

        Il suo darsi (della democrazia) come assoluto, sequestra il futuro, in questo abolendo la storia, che invece è il luogo della massima libertà, libertà continuamente creatrice: volendo la democrazia liberalista (dandosi come assoluto) determinare qui ed ora il futuro come presente eterno, ce lo toglie quel futuro dalle mani, e con esso la libertà: in questo la democrazia è tirannide.

        Io spero invece che la storia ci soprenda sempre, che possa morire nella sue forme e rinascere, altrimenti non si darebbe nemmeno storia, e la democrazia è a-storia, non vuol morire e dunque nemmeno darsi come rinascita, come possibilità sempre viva, dunque come autentica libertà...e forse è proprio per questo che sta morendo.

        Rispondo per punti:
        • Disumanizzare le idee è molto vicino a disumanizzare anche le persone che le sostengono e le fanno proprie. Non sempre è possibile scindere nettamente le due cose.
        • Perché definisci te stesso come un "suddito" se nessuno ti sta privando delle tue libertà? Semmai, in una società non liberale o autoritaria, saresti davvero un suddito, perché la libertà di espressione che ora eserciti non sarebbe garantita.
        • Ovviamente è legittimo esporre le proprie posizioni, anche senza sfumarle.
        • Faccio fatica però a comprendere il tuo concetto di diversità contrapposto a quello di uguaglianza. Mi pare invece evidente che le società non democratiche siano molto più omologate rispetto a quelle democratiche, proprio perché l’omologazione viene imposta dall’alto in maniera rigida e autoritaria. Persino la tua visione della storia appare piuttosto cristallizzata: sembri pensare che i popoli debbano necessariamente mantenere certe caratteristiche etniche e culturali immutabili nel tempo, agendo sempre secondo schemi prefissati. Per certi versi anche l’immagraizone che tanto critichi è storia che si fa, così come usi e costumi che cambiano nel tempo sono un mutamento che però non accetti. Invece nei regimi autoritari che ammiri tanto cosa c'è se non un invertire la freccia del tempo, un guardare al passato?

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        • Sean
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          Rispondo per punti:
          • Disumanizzare le idee è molto vicino a disumanizzare anche le persone che le sostengono e le fanno proprie. Non sempre è possibile scindere nettamente le due cose.
          • Perché definisci te stesso come un "suddito" se nessuno ti sta privando delle tue libertà? Semmai, in una società non liberale o autoritaria, saresti davvero un suddito, perché la libertà di espressione che ora eserciti non sarebbe garantita.
          • Ovviamente è legittimo esporre le proprie posizioni, anche senza sfumarle.
          • Faccio fatica però a comprendere il tuo concetto di diversità contrapposto a quello di uguaglianza. Mi pare invece evidente che le società non democratiche siano molto più omologate rispetto a quelle democratiche, proprio perché l’omologazione viene imposta dall’alto in maniera rigida e autoritaria. Persino la tua visione della storia appare piuttosto cristallizzata: sembri pensare che i popoli debbano necessariamente mantenere certe caratteristiche etniche e culturali immutabili nel tempo, agendo sempre secondo schemi prefissati. Per certi versi anche l’immagraizone che tanto critichi è storia che si fa, così come usi e costumi che cambiano nel tempo sono un mutamento che però non accetti. Invece nei regimi autoritari che ammiri tanto cosa c'è se non un invertire la freccia del tempo, un guardare al passato?
          L'esistenza che si dà come storia è un eterno conflitto tra opposti, come aveva intuito l'antica sapienza (Polemos è padre di tutte le cose), dualità che si affermano e si negano a vicenda (lo stesso tempo contiene in sè la vita e la morte, due opposizioni radicali): in questo conflitto sorgono dunque idee ordinatrici e quelli disorganizzatrici, idee conformi al cosmo e idee che si fanno portato del suo opposto, cioè il caos.

          Contrastare, volendole negare, quelle che si ritengono idee portatrici del caos non è un "disumanizzare l'idea", ma impedire che quella, incarnantasi nella realtà della storia attraverso la politica (è questo il senso dell'uomo come "animale politico", perchè se è vero che l'idea precede la sua manifestazione, è altrettanto vero che si manifesta nell'uomo come facitore di storia) possa agire in senso caotico - lo stesso concetto di "libertà" andrebbe dunque definito, perchè la libertà è assoluta solo nel suo fondo magmatico, ma se si vuol forma deve anch'essa assumere un ordine, altrimenti non potrebbe esistere se non come caos.

          E' per questo che nella storia si danno dunque le civiltà, per ordinare le forze libere, indurle, "costringerle" in una forma organica, "cosmica", cioè ordinata.

          Da qui discende che nel regno della dualità e delle opposizioni, del cosmo e del caos, non tutte le idee sono ordinatrici.

          Pensare come possibile un mondo senza "confini", dove sia possibile innestare artificialmente civiltà sviluppatesi in un "altrove", porta quell'ordine "cosmico" che viene costretto a ricevere l'onda d'urto di una alterità (di cultura, identità, tradizioni, modo di essere) a rovesciarsi nel caos. E' vero che civiltà sono scomparse, e con esse le etnie costitutive (i greci di oggi non sono quelli dell'Ellade; gli italiani di oggi non sono quelli dei tempi della Roma arcaica) ma questo è avvenuto non per scientifica e subitanea programmazione "ideologica", ma per stratificazione secolare, dando così modo alla cultura (e dunque alla identità) della koinè preesistente di assimilare i "barbari", innestandoli per stratificazione in quel terreno e in quella storia.

          E' la storia ad aver agito, non una ideologia. Altrove sono state le conquiste ad aver agito, la violenza repentina: in quel caso, dove il ceppo conquistatore era radicalmente diverso da quello conquistato, abbiamo avuto come risultato la completa scomparsa della cultura e tradizione e dunque identità precedente e la sostituzione con quella nuova - penso a Costantinopoli, penso al Nord Africa, civiltà completamente cancellate.

          L'odierna invasione etnica-culturale aliena viene invece promossa a grandi dosi da una ideologia, a motivo di una idea che è in se stessa, nella logica della dualità e delle opposizioni della storia, caotica, portatrice del caos per la civiltà e società stratificatasi nei secoli, secondo propri usi e costumi, sulla terra "madre".

          Non si tratta nè di un innesto naturale nè di una conquista violenta ma di una ideologia permessa dalle ideologie nate nella terra e dalla civiltà che dovrebbero invece preservare, difendere, conservare, trasmettere.

          Una idea siffatta va combattuta con ogni mezzo se si vuol salvare il "cosmo" (l'armonia e l'ordine interni), nella lotta tra gli opposti in cui la storia si dà fin dalla origine.

          ___________

          Il perchè mi definisca suddito è presto detto: ogni forma di governo è un regime, i cittadini in quanto tali sono sudditi di quel regime...o crediamo veramente che il popolo sia "sovrano"?

          La democrazia in se stessa è una forma di governo "neutra", una forma come tante ne sono apparse nella storia: una forma di governo che prevede che il popolo partecipi in una qualche maniera alla costituzione del potere, tutto qua.

          Una democrazia non nasce dunque "liberale" (nella antichità esistevano le democrazie, ma non erano liberali ad esempio), una democrazia può essere aristocratica, "valoriale", oligarchica o appunto liberale o tante altre cose.

          Se quel "liberale" diventa un veicolo di ideologie che vengono imposte come assoluti, si fa democrazia della tirranide. Il fatto che si possa esprimere un dissenso non ha nulla a che vedere col più importante fatto che alla società venga imposta una direzione assoluta e irriformabile, non sottoposta nemmeno ad autocritica dai reggitori, come se ci si trovasse di fronte ad una via "obbligata" (ma da chi o da cosa?): l'esaltazione della ideologia omosessualista cosa ha a che vedere con i diritti? L'immigrazione a dosi massicce, cosa ha a che vedere con la democrazia (ce lo ha imposto una sconfitta bellica il dover accettare un invasore? ce lo hanno imposto lo stratificarsi dei secoli?). L'ideologia gender, il confondere e mettere in discussioni i sessi, cosa col distribuire i diritti ad una impercettibile minoranza?

          Ha molto invece a che vedere con la sovversione di quelle che sono le idee "ordinatrici", nella dialettica del cosmo contro il caos, e quindi ad agire sono le idee-forze del caos, a motivo del quale ritengo andrebbero rettificate.

          In conclusione, io non ammiro nessun regime autoritario, ma voglio solo ricordare che le "libertà" non le ha inventate la democrazia liberalista: l'occidente si è sempre dato come libertà, è anzi il luogo dove è nata politicamente la libertà, l'uomo occidentale si è sempre presentito come libero, la stessa filosofia, che qui nasce, è pensiero libero attorno alle cose e ai misteri dell'Essere.

          Nella Grecia antica gli uomini non erano liberi? I Romani, al possedere la cittadinanza dei quali il mondo tutto aspirava, non erano liberi? Chi era più libero del cittadino Romano? Nel medio evo gli uomini non erano liberi? I liberi comuni nascono da lì. Il mercato, lo stesso capitalismo nascono da lì. Il parlamento inglese nasce nel medio evo, sotto ad una monarchia.

          Il Rinascimento, che mette addirittura l'uomo al centro dell'universo, non è una epoca libera? Ce l'ha inventata forse la democrazia liberale, l'ultima arrivata, la libertà?

          ...E' per questo che la democrazia liberalista si dà come assoluto e come tirannide, perchè nella idolatria di se stessa non vuole essere superata, nel mentre invece, come vita e morte sono iscritte nel tempo, così nella storia sono scritte l'apparizione ed il conseguente superamento delle forme storiche, e questo la democrazia rifiuta di accettarlo, facendosi cieca...ma la storia non si cura delle accettazioni o dei dinieghi, viene a reclamare i suoi diritti eterni, lo stiamo vedendo anche oggi, abbiamo avuto in un certo senso la fortuna di vedere apparire una crisi storica, epocale, che cioè segnerà una nuova epoca, non a tutti è stato dato questo privilegio di assistere a questo spettacolo, e ci potrebbe essere in questa crisi la sparizione o la trasmutazione della democrazia o dell'aggettivo liberale che si è come voluto legare al termine di democrazia...ma che questo significherebbe ritrovarsi meno liberi, è tutto da verificare: semmai forse ci si potrebbe ritrovare "raddrizzati" anche solo di qualche grado nel de-lirare che ogni regime, per la sua stessa esistenza, facendosi assoluto, inevitabilmente arriva a sperimentare.
          ...ma di noi
          sopra una sola teca di cristallo
          popoli studiosi scriveranno
          forse, tra mille inverni
          «nessun vincolo univa questi morti
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