Cronaca e politica estera [Equilibri mondiali] Thread unico.
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Beh sì, sono impressionanti...anche perchè hanno usato le economie occidentali per mettere il turbo alla loro di economia, e sotto ai nostri occhi hanno armato un esercito enorme, stanno costruendo una flotta potente, sono arrivati ad avere dei missili atomici, lanciano i loro satelliti, le loro stazioni spaziali, le navicelle...
Li si trova "inquietanti" perchè noi in verità di loro non sappiamo nulla...e perchè essi si dissimulano dietro maschere ed ombre - cinesi appunto. All'occidente mostrano sempre la maschera "moderata", no? Si appellano spesso e volentieri al "diritto internazionale", che la pace fa fare buoni affari per tutti, che la Cina promuove la pace...ma cosa pensano davvero del mondo, della storia, del loro ruolo nel mondo e nella storia? Chi potrebbe rispondere?
In America fanno bene ad essere preoccupati. La Cina non aspira al ruolo di leader dell'ordine mondiale, questo non lo credo anche perchè il comunismo è stramorto ovunque...ma è chiaro che vorranno essere almeno il dominus dell'Asia e del Pacifico, e sul Pacifico vorrebbero allungare le mani anche gli americani, è la loro ossessione atavica fin da quando si trattava di conquistarlo per avere il monopolio del commercio con le Indie...la Frontiera per loro è sempre stata l'Ovest...per cui prima o poi questa guerra dei mondi (che adesso sarà economica) potrebbe di sicuro sboccare in un conflitto armato....ma di noi
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C. Campo - Moriremo Lontani
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«Sto trattando con il presidente Zelensky. Sto trattando con il presidente Putin. Sto cercando di ottenere i soldi indietro o garantiti», ha ribadito Trump, affermando che l'Europa «ha dato i soldi all'Ucraina sotto forma di prestito, hanno riavuto i loro soldi. Noi non li abbiamo dato sotto forma di nulla. Quindi voglio che ci diano qualcosa per tutti i soldi che abbiamo messo. Stiamo chiedendo terre rare e petrolio, tutto ciò che possiamo ottenere. Ci riprenderemo i nostri soldi perché non è giusto».
L'Ucraina si oppone alla richiesta americana per un fondo da 500 miliardi di dollari nell'ambito di un accordo per concedere a Washington parte della ricchezza mineraria del Paese. Secondo quanto riporta l’agenzia Bloomberg, citando alcune fonti, l’Ucraina sostiene che l'importo effettivo è circa cinque volte inferiore, ovvero oltre i 90 miliardi di dollari. Un altro punto critico nei colloqui sarebbe la mancanza di garanzie da parte degli Stati Uniti riguardo a futuri aiuti militari e finanziari.
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Gli Stati Uniti premono per le terre rare dell'Ucraina. Nella trattativa anche l’uso di Starlink
La minaccia di stop al sistema satellitare. Poi Elon Musk smentisce. Lunedì il Parlamento ucraino comincerà a esaminare la proposta degli Usa
Punto centrale del negoziato tra il governo Zelensky e l’amministrazione Trump resta l’impegno per aiuti militari americani in cambio dello sfruttamento delle terre rare ucraine. «L’accordo capestro», come lo definiscono sui social a Kiev, pur se penalizzante per l’economia nazionale già severamente impoverita da tre anni di guerra, servirà perlomeno a garantirsi il futuro contro la minaccia militare russa come chiede Volodymyr Zelensky, oppure mira unicamente a ripagare gli Stati Uniti per gli aiuti forniti sino ad ora come pretende Trump?
I colloqui sono serrati, non mancano i colpi bassi, compreso il ricatto sulla logistica delle comunicazioni fondamentale per le truppe al fronte e l’utilizzo dei droni. Il portale Ukrainska Pravda e la Reuters segnalano che già una settimana fa durante i colloqui tra Zelensky e il segretario al Tesoro Usa Scott Bessent gli americani avevano minacciato di scollegare l’Ucraina da Starlink e se ne è riparlato durante gli incontri a Kiev giovedì con l’inviato speciale Usa, Keith Kellogg. Una vera Spada di Damocle: pare che gli americani abbiano parlato di «taglio imminente» del sistema satellitare posseduto da Elon Musk, un passo che renderebbe cieche le comunicazioni ucraine in un battito di ciglia. Già nell’estate del 2022 era evidente che proprio Starlink fosse decisivo per l’Ucraina, poi il suo allargamento alla Russia lo ha reso meno incisivo, ma il sistema rimane certamente insostituibile. In serata Musk ha smentito che ci sia l’intenzione di interrompere.
Zelensky dice di lavorare per un compromesso. Dopo i colloqui con Kellogg e le dichiarazioni di Trump sulla necessità che il leader ucraino incontri personalmente Vladimir Putin (l’ennesima giravolta, dato che poche ore prima il presidente Usa aveva definito «non necessaria» la sua presenza ai negoziati), lo stesso presidente di Kiev aveva fatto buon viso a cattivo gioco dicendosi certo che un accordo verrà trovato «e aiuterà a migliorare le relazioni bilaterali con Washington».
Ma ben poco per ora sembra provarlo. Tutt’altro. Secondo i media americani e ucraini, che hanno potuto prendere visione delle versioni aggiornate dei «papers» di lavoro presentati dall’amministrazione Trump, le condizioni di base non solo non sono migliorate, bensì paiono anche peggiorate per gli ucraini. Non vi si ritrova assolutamente nulla dello spirito di cooperazione e aiuto generoso dei tempi dell’amministrazione Biden, bensì Trump si sta comportando come un uomo d’affari col pelo sullo stomaco determinato a trattare l’intera questione come un mero business da cui occorre guadagnare il massimo possibile.
Dunque, nessun rispetto per le difficoltà finanziare di un Paese in guerra che necessita di ogni risorsa per difendersi dall’aggressione della dittatura russa e che poi sarà costretto ad impegnarsi nella ricostruzione. Secondo il New York Times nelle bozze di accordo risalenti alla sera del 21 febbraio, Washington pretenderebbe da Kiev di rinunciare alla metà delle sue risorse naturali, inclusi gas, petrolio e terre rare, proprio come aveva chiesto la prima volta il 14 febbraio. Allora Zelensky aveva reagito chiedendo in cambio impegni precisi sul futuro degli aiuti militari Usa. Ma anche adesso gli emissari di Trump tacciono in proposito e si limitano a promettere sostegni finanziari di lungo periodo. Trump, del resto, ripete che il suo Paese non spenderà più un dollaro per la guerra della «lontana Ucraina» e che adesso è il turno degli europei.
Ancora il documento prevede che i redditi provenienti dall’estrazione delle terre rare ucraine andranno a un fondo controllato totalmente dagli Usa e a cui gli ucraini dovrebbero contribuire sino a 500 miliardi di dollari, che a suo parere equivalgono al valore degli aiuti Usa ad oggi (secondo gli osservatori la cifra reale sarebbe 114 miliardi di dollari). Quanto ai giacimenti nelle zone del Donbass, al momento occupate dai russi, si prevede che solo il 66% dei loro proventi andrebbe al fondo Usa. Il parlamento di Kiev comincerà ad esaminare la proposta a partire da lunedì.
CorSera
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Suslov: «La Russia non può essere sconfitta, Trump lo ha ammesso. Vogliamo un'Ucraina neutrale, sarà una zona cuscinetto. E senza soldati europei»
Il consigliere del Cremlino parla a tre anni dall'inizio dell'«operazione militare speciale»: «A Riad c'è stato l'inizio della normalizzazione dei rapporti Usa-Russia. Ma l'America resta il nostro avversario, non daremo via le relazioni con i Brics - in nome di cosa, poi? Donald, poi, non sarà lì per sempre...»
«La cosa più importante dei colloqui in Arabia Saudita è che hanno segnato l’inizio della normalizzazione dei rapporti tra Russia e Stati Uniti, pur nel permanere delle nostre profonde differenze e del nostro essere concorrenti nel mondo».
Dmitrii Suslov è il vicedirettore del Centro di studi europei e internazionali presso la Scuola Superiore di Economia ed è uno dei più ascoltati consiglieri di politica estera del Cremlino.
Sembra quasi più importante questo che la trattativa sull’Ucraina.
«La questione ucraina è solo una parte del quadro generale. È finito l’assurdo periodo delle relazioni anormali tra due grandi potenze non in guerra tra di loro, ma in grado di distruggersi reciprocamente. C’è un cambio di paradigma: per la prima volta dalla fine degli anni Ottanta del secolo scorso, gli Stati Uniti dialogano con la Russia sulla base del riconoscimento degli interessi russi. Dopo la fine della Guerra Fredda, l’approccio dell’Occidente è stato che la Russia non aveva interessi e che, se faceva qualcosa per promuoverli, doveva essere ignorata o punita».
Cos’è cambiato?
«Riconoscere, come fa l’amministrazione Trump, che la Russia ha interessi, è un cambio rivoluzionario. In questo senso, è l’ammissione del fallimento del tentativo di sconfiggere la Russia, perseguito da Joseph Biden e dai suoi alleati europei militarmente, economicamente e politicamente. Questa politica è fallita. Trump ha ammesso esplicitamente che la Russia non può essere sconfitta».
Tornando all’Ucraina. Cosa vuol dire Putin quando afferma che una tregua non basta e che occorre trovare una soluzione che affronti le cause del conflitto?
«Si riferisce al ruolo dell’Ucraina come avamposto militarizzato dell’Occidente ai confini con la Russia, integrato con la Nato anche se non ne è parte. La Russia chiede nel negoziato la neutralità ufficiale, riconosciuta formalmente sia da Kiev, con una norma costituzionale, sia dalla Nato, che dovrà ritirare la promessa fatta a Bucarest nel 2008 che l’Ucraina un giorno sarebbe entrata nell’Alleanza. Inoltre, siccome è chiaro che non può essere nostra alleata o amica, l’Ucraina dovrà essere zona cuscinetto, fuori dalla comunità occidentale, con forze armate ridotte e limiti precisi alla cooperazione con l’Occidente, sia a livello bilaterale che multilaterale: niente manovre militari congiunte, niente addestramenti, nessuno spiegamento di forze occidentali sul suo territorio».
Ma siete aperti alla presenza di altre forze come garanzia di sicurezza di un accordo?
«Dipende dalle condizioni politiche dell’intesa. Se come ho detto l’Ucraina diventa zona cuscinetto neutrale, allora la Russia potrebbe discutere dello schieramento di osservatori, non peacekeeper, forniti da Paesi non occidentali coperti da una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu».
E l’ingresso nell’Unione europea? Putin è sembrato aprire a questa ipotesi.
«C’è un dibattito in corso da noi. Una scuola di pensiero dice che l’Ue è più ostile degli Usa verso la Russia e dovremmo essere contrari. Un’altra, in cui mi riconosco, dice che appena la questione dell’allargamento a Kiev diventa concreta, l’Unione sarà dilaniata al suo interno: per esempio anche la Polonia, che oggi è il più forte sostenitore di Kiev, sarebbe ferocemente contraria».
Trump ha già detto che l’Ucraina non entrerà nella Nato. Ma l’impressione è che non abbia un piano preciso sull’Ucraina.
«Trump vuole finire la guerra il prima possibile. Secondo, non ha molto tempo, al massimo due anni. L’amministrazione sa che sta perdendo la competizione con la Cina, sotto ogni aspetto, militarmente e sull’intelligenza artificiale, e vuole mobilitare più risorse possibili contro Pechino, anche riducendo la presenza americana in Europa. L’Ucraina è un peso di cui sbarazzarsi ed è pronto a spingersi molto avanti, vedi la concessione su Kiev fuori dalla Nato. E poi è pronto a sacrificare Zelensky, che non ha più alcuna legittimità: se si dimettesse, accelererebbe il processo di pace. Perché in quel caso, anche senza nuove elezioni, Putin ha già detto che potrebbe trattare con la Rada, il Parlamento, come rappresentante dell’Ucraina».
Trump accetterà la demilitarizzazione dell’Ucraina?
«Non sarà facile. Una parte dei suoi collaboratori e dei repubblicani vuole una presenza militare in Ucraina, anche se toccherebbe agli europei assicurarla, e insiste che Kiev rimanga militarmente forte».
Trump dialoga con Putin anche perché vuole sganciarlo dall’abbraccio con la Cina. Ci riuscirà?
«È così, non a caso ha detto che Mosca deve rientrare nel G8. Vuole allontanare la Russia dai Brics, verso cui è molto ostile. Anche Michael Waltz ha detto che è interesse degli Stati Uniti indebolire i legami della Russia con Cina, Iran e Corea del Nord. Ma sono destinati a fallire».
Perché?
«Trump vuole rafforzare l’egemonia americana, la dominanza del dollaro, minando la più forte e importante istituzione globale anti-egemonica che sono i Brics. Questo va contro gli interessi della Russia, che nel consolidamento dell’Eurasia ha una delle sue principali priorità strategiche. Non permetteremo che i nostri rapporti con Cina, Iran e Corea del Nord vengano danneggiati. L’America rimane il nostro avversario, non daremo via le relazioni che hanno assicurato la nostra sopravvivenza negli ultimi tre anni. In nome di cosa poi? Trump non sarà lì per sempre».
CorSera
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C. Campo - Moriremo Lontani
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Dopo gli insulti a Zelensky, anche il trumpiano New York Post si smarca. La copertina con Putin: «Questo è un dittatore»
https://www.open.online/2025/02/21/d...ina-dittatore/Il quotidiano americano, storicamente conservatore, ha stilato una lista di 10 «verità dimenticate» della guerra. Intanto i social impazziscono parodizzando sull'intesa con il Cremlino
Una lista di dieci verità sulla guerra in Ucraina «che ignoriamo a nostro rischio e pericolo», nascoste dietro una prima pagina che parla da sola. Sulla copertina del New York Post di oggi, giornale storicamente molto vicino a Donald Trump, campeggia una enorme foto del presidente russo Vladimir Putin. Accanto il richiamo esplicito: «Presidente Trump, questo è un dittatore». Un modo diretto con cui il quotidiano conservatore critica le prese di posizione controverse dell’inquilino della Casa Bianca, che negli ultimi giorni ha definito «dittatore» il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e lo ha escluso d’ufficio da ogni trattativa per la pace. La spallata del New York Post
I dieci punti sono brevi e chiari: Vladimir Putin ha iniziato la guerra, la Russia sta combattendo una guerra di conquista mentre l’Ucraina per la sua indipendenza, gli ucraini non sono russi. E ancora: la Russia non è amica degli Stati Uniti mentre l’Ucraina sì, Putin non è affidabile, gli aiuti americani all’Ucraina non vengono sprecati. Ma soprattutto il quinto e il sesto punto, centrali: Putin è un dittatore e non Zelensky. A dispetto della postura prettamente filo-trumpiana del New York Post, è evidente che ci siano delle «verità» – così le chiama il quotidiano americano – da cui non si può sfuggire. E più che verità si tratta di evidenze, come il fatto che la Russia sia da tre anni a questa parte una forza di invasione in territorio ucraino. Avvertimenti, o meglio tentativi di far aprire gli occhi al tycoon, che sembrano cadere nel vuoto. Dopotutto lo stesso Mr. President avrebbe già deciso di non firmare una bozza di risoluzione Onu per chiedere a Putin di ritirare le sue truppe. E si rifiuterebbe, questa volta in un documento del G7, di chiamare Mosca “aggressore”. L’ironia dei social sullo stretto rapporto Putin-Trump
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Francamente mi pare un pò troppo tardi per i media per rimestare nella propaganda che ormai si è fatta una minestra fredda. Quella lista mi sembra una semplificazione per neonati, semplici slogan che abbiamo ascoltato per 3 anni e che non hanno portato a niente e attecchito su chi?
Gli ucraini non sono russi è una falsità, in quanto larghi territori di Ucraina dell'est è composta da russi e da russofoni, ma cosa vanno a scrivere? e dal '14 vi è una guerra civile in loco proprio per questo...e le ragioni della guerra sono state discusse e sviscerate ad libitum: le cause di una guerra precedono il primo colpo di cannone, questo è l'abc della storia. Se alla Russia fossero state garantite le sue "ragioni di sicurezza"; se dopo il crollo del Muro ci fosse stata una Yalta 2 per determinare a tavolino e pacificamente un nuovo "ordine mondiale", non ci sarebbe stata nessuna guerra.
Chi declina queste "verità"? Chi sono i possessori e i legittimatori di questo "decalogo" delle verità? I giornalisti occidentali? I "fact cheker"? Quegli slogan brevi come quelli pubblicitari, che stanno bene sulle etichette di una lattina di pomodori? Hanno questa consistenza e questa robustezza le "colonne della Verità"? Sarà forse per questo allora che quelle colonne stanno venendo giù assieme al vecchio mondo, le vecchie certezze, i vecchi sistemi e le vecchie ideologie....ma di noi
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Ogni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.Originariamente Scritto da Bob TerwilligerDi solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioFrancamente mi pare un pò troppo tardi per i media per rimestare nella propaganda che ormai si è fatta una minestra fredda. Quella lista mi sembra una semplificazione per neonati, semplici slogan che abbiamo ascoltato per 3 anni e che non hanno portato a niente e attecchito su chi?
Gli ucraini non sono russi è una falsità, in quanto larghi territori di Ucraina dell'est è composta da russi e da russofoni, ma cosa vanno a scrivere? e dal '14 vi è una guerra civile in loco proprio per questo...e le ragioni della guerra sono state discusse e sviscerate ad libitum: le cause di una guerra precedono il primo colpo di cannone, questo è l'abc della storia. Se alla Russia fossero state garantite le sue "ragioni di sicurezza"; se dopo il crollo del Muro ci fosse stata una Yalta 2 per determinare a tavolino e pacificamente un nuovo "ordine mondiale", non ci sarebbe stata nessuna guerra.
Chi declina queste "verità"? Chi sono i possessori e i legittimatori di questo "decalogo" delle verità? I giornalisti occidentali? I "fact cheker"? Quegli slogan brevi come quelli pubblicitari, che stanno bene sulle etichette di una lattina di pomodori? Hanno questa consistenza e questa robustezza le "colonne della Verità"? Sarà forse per questo allora che quelle colonne stanno venendo giù assieme al vecchio mondo, le vecchie certezze, i vecchi sistemi e le vecchie ideologie.
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Originariamente Scritto da M K K Visualizza Messaggio
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Originariamente Scritto da The_machine Visualizza Messaggio
Sai, alla fine si tratta di interpretazioni dei fatti, inutile tornare sui punti in se. L'aspetto veramente intressante di quell'articolo è che a scriverlo sono stati i "suoi", quelli che hanno supportato Turmp e che hanno celebrato la sua vittoria alle elezioni. Questo farebbe pensare che una componente significativa di quelli che l'hanno votato ha una visione diversa sul conflitto russo-ucraino e quindi giudicano negativamente la sua strategia.
Noi, come semplici individui e soggetti passivi della storia, in questo momento dove agonie e doglie (di epoche che crepuscolano e di altre che si avventano) si intrecciano, avremmo bisogno non più della informazione spicciola ed ideologica, quella che difende i fortini assediati, ma di analisi profonde, quanto più possibile lucide e che sappiano almeno disegnare i contorni delle figure storiche che si fanno innanzi: di questo avremmo bisogno - senza certo dimenticare quanto scriveva Junger circa i tempi della crisi, e cioè: "quale punto di osservazione può ritenersi saldo quando anch'esso riposa sulla slavina che viene giù?", ed è questo che ci impedisce di avere certezze...al più presentimenti basati su sensazioni e inquietudini (che a volte sono antenne rivelatrici).
Io cosa voglia fare Trump, che idee abbia sull'Ucraina e sul fine guerra confesso di non averlo ancora capito. Non è irrealistico comunque pensare che non tutto il partito repubblicano sia d'accordo sul "prendi i soldi e scappa" che pare titillare nella testa di Trump...perchè l'Europa viene considerata un possedimento storico dell'impero americano, per cui non penso ci sia tutta questa unanimità nel divincolarsi da essa e/o consentire alla Russia di avere un campo aperto di fronte ad essa.
E' altrettano verosimile che pero la proccupazione di regalare la Russia alla Cina, e dunque un enorme affaccio alla Cina sulla Europa (e sul polo Nord e zone limitrofe), e quindi sull'occidente, sia altrettanto pungente.
Col passare dei mesi si capirà qualcosa di più. Una cosa mi pare certa: i due belligeranti hanno a modo loro, ormai, quasi esaurito la spinta bellica, nel senso di uomini, materiali, impulso a gettarsi al massacro: da qui a fare la "pace" ci passa un universo però....ma di noi
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C. Campo - Moriremo Lontani
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Originariamente Scritto da zuse Visualizza MessaggioMosca torna ad attaccare Sergio Mattarella: “Il paragone con il Terzo Reich avrà conseguenze”
https://www.ilfattoquotidiano.it/202...uenze/7880860/
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Originariamente Scritto da LARRY SCOTT2 Visualizza MessaggioSean
Conclusione
La differenza tra il pensiero cinese e quello occidentale nasce dalla storia, dalla cultura e dalle strutture politiche. Mentre gli occidentali vedono la vita in termini di successi immediati e progresso lineare, la Cina ragiona in termini di cicli, attesa e inevitabile ritorno alla supremazia.Originariamente Scritto da Marco pli 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.Originariamente Scritto da master wallaceIO? Mai masturbato.Originariamente Scritto da master wallaceIo sono drogato..
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Il Papa pare aggravarsi.
Bw lato chiesa com'è schierato?
Ricordo un Ponno avverso al linguaggio pane al pane vino al vino di Francesco e più incline ad un approccio teologico e distaccato alla Ratzinger.
Bergoglio unico uomo di sinistra di peso in Italia, tra l'altro. Non saprei quantificare quanto abbia inciso a livello di politica interna italiana e soprattutto estera. E quanto potrebbe incidere un futuro Papa rispetto ad un altro.
Inoltre se qualcuno è più informato sarei curioso di sapere quanto abbia inciso a livello di popolarità e diffusione del cristianesimo (essendo Bergoglio comunque sudamericano) rispetto a papi precedenti. Insomma, lo stato di salute della chiesa.
In quanto ad aventuale successore (auguro a Francesco di riprendersi, ma c'è comunque l'eventualità lasci l'incarico), spero almeno in un europeo. Se arriva uno statunitense ciao proprio
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