Originariamente Scritto da Sean
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Trump chiude la causa con Meta: Zuckerberg lo elogia e poi gli versa 25 milioni, andranno alla biblioteca del presidente
Il risarcimento mette un punto alla vicenda dell'esclusione del tycoon dai social di Meta dopo l'assalto a Capitol Hill. Il fondatore di Facebook agli azionisti: «Il presidente dà priorità alla tecnologia americana, difenderà i nostri valori all'estero»
Pace fatta fra Donald Trump e Mark Zuckerberg. «Ora abbiamo un'amministrazione che è orgogliosa delle nostre aziende leader, che dà priorità alla vittoria della tecnologia americana», aggiungendo che «difenderà i nostri valori e interessi all'estero». Insomma, il ceo di Meta non si è risparmiato in lodi mercoledì, durante la riunione con gli investitori per parlare degli utili del quarto trimestre.
Ed è tempo di pace anche fra il tycoon e la stessa Meta, visto che la causa intentata dal neo-eletto presidente era contro l'azienda che lo aveva bannato dopo l'assalto di Capitol Hill del 6 gennaio 2021. Il presidente (allora uscente, adesso entrante) all'epoca aveva commentato così: «Chiederemo di mettere fine a questa penalizzazione ombra, a questo silenziare, ricattare, bandire e cancellare». Concludendo poi così: «La libertà di parola è un diritto dato da Dio».
Poi, a febbraio 2023, la sua riammissione su Facebook e Instagram. L'ultima puntata della vicenda è stata «trasmessa» mercoledì: la causa contro Meta è stata chiusa. Ma per sotterrare l'ascia di guerra, Zuckerberg ha dovuto pagare pegno. Sia in termini di faticose trattative a Mar-a-Lago, sia sotto forma di risarcimento in denaro.
La somma pattuita per chiudere la causa
La firma per chiudere la causa è dello scorso mercoledì. Nello Studio Ovale, il presidente Trump ha siglato l'accordo da 25 milioni di dollari per interrompere il processo contro Meta. Di questa somma, circa tre milioni saranno usati per le spese legali e e agli altri querelanti che all'epoca avevano aderito alla class action.
E il resto? Secondo il Wall Street Journal, che per primo ha dato la notizia, i 22 milioni «rimanenti» saranno versati in un fondo per costruire la biblioteca presidenziale di Trump. Così si chiude la causa, che lascia all'azienda della tecnologia almeno una soddisfazione. In cambio del risarcimento, Meta non sarà costretta ad ammettere di avere commesso nessun errore scegliendo di bandire Trump dalla sua piattaforma.
Meta non è l'unica, tuttavia, ad avere contribuito indirettamente alla costruzione della biblioteca presidenziale. Anche l'emittente americana Abc, il cui giornalista George Stephanopoulos aveva ripetutamente detto che Trump era stato ritenuto colpevole di stupro nei confronti di una scrittrice, ha scelto di versare 15 milioni di dollari alla fondazione collegata alla (ancora non esistente) biblioteca per chiudere la causa per diffamazione.
Il risarcimento mette un punto alla vicenda dell'esclusione del tycoon dai social di Meta dopo l'assalto a Capitol Hill. Il fondatore di Facebook agli azionisti: «Il presidente dà priorità alla tecnologia americana, difenderà i nostri valori all'estero»
Pace fatta fra Donald Trump e Mark Zuckerberg. «Ora abbiamo un'amministrazione che è orgogliosa delle nostre aziende leader, che dà priorità alla vittoria della tecnologia americana», aggiungendo che «difenderà i nostri valori e interessi all'estero». Insomma, il ceo di Meta non si è risparmiato in lodi mercoledì, durante la riunione con gli investitori per parlare degli utili del quarto trimestre.
Ed è tempo di pace anche fra il tycoon e la stessa Meta, visto che la causa intentata dal neo-eletto presidente era contro l'azienda che lo aveva bannato dopo l'assalto di Capitol Hill del 6 gennaio 2021. Il presidente (allora uscente, adesso entrante) all'epoca aveva commentato così: «Chiederemo di mettere fine a questa penalizzazione ombra, a questo silenziare, ricattare, bandire e cancellare». Concludendo poi così: «La libertà di parola è un diritto dato da Dio».
Poi, a febbraio 2023, la sua riammissione su Facebook e Instagram. L'ultima puntata della vicenda è stata «trasmessa» mercoledì: la causa contro Meta è stata chiusa. Ma per sotterrare l'ascia di guerra, Zuckerberg ha dovuto pagare pegno. Sia in termini di faticose trattative a Mar-a-Lago, sia sotto forma di risarcimento in denaro.
La somma pattuita per chiudere la causa
La firma per chiudere la causa è dello scorso mercoledì. Nello Studio Ovale, il presidente Trump ha siglato l'accordo da 25 milioni di dollari per interrompere il processo contro Meta. Di questa somma, circa tre milioni saranno usati per le spese legali e e agli altri querelanti che all'epoca avevano aderito alla class action.
E il resto? Secondo il Wall Street Journal, che per primo ha dato la notizia, i 22 milioni «rimanenti» saranno versati in un fondo per costruire la biblioteca presidenziale di Trump. Così si chiude la causa, che lascia all'azienda della tecnologia almeno una soddisfazione. In cambio del risarcimento, Meta non sarà costretta ad ammettere di avere commesso nessun errore scegliendo di bandire Trump dalla sua piattaforma.
Meta non è l'unica, tuttavia, ad avere contribuito indirettamente alla costruzione della biblioteca presidenziale. Anche l'emittente americana Abc, il cui giornalista George Stephanopoulos aveva ripetutamente detto che Trump era stato ritenuto colpevole di stupro nei confronti di una scrittrice, ha scelto di versare 15 milioni di dollari alla fondazione collegata alla (ancora non esistente) biblioteca per chiudere la causa per diffamazione.
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Il risarcimento mette un punto alla vicenda dell'esclusione del tycoon dai social di Meta dopo l'assalto a Capitol Hill. Il fondatore di Facebook agli azionisti: «Il presidente dà priorità alla tecnologia americana, difenderà i nostri valori all'estero»
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