Originariamente Scritto da Sean
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Germania, Merz imita Trump: se divento cancelliere espello i migranti irregolari
Il candidato della Cdu alla cancelleria: il primo giorno del mio mandato blindo i confini
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Una Germania forte (e più armata). Merz prepara la «rottura epocale» e annuncia la creazione dell'ufficio per la Sicurezza nazionale
Il candidato cancelliere della Cdu infrange un tabù. E annuncia: dal giorno uno controlli ai confini. In questo contesto, l’Europa non deve più appoggiare tutte le «cause giuste», ma definire le proprie priorità strategiche
In un discorso molto atteso, nel più lussuoso dei grandi alberghi di Berlino, l’Hotel de Rome, Friedrich Merz ha annunciato le linee della sua politica estera se, o meglio quando, diventerà cancelliere. Duecento i posti per questo evento curato dalla Körber Stiftung, al quale hanno preso parte molti ambasciatori e diplomatici della capitale, capi di think tank e giornalisti tedeschi e stranieri. Merz, che ha il pallino della politica estera, ha tracciato l’idea di una Germania filo Usa e in riarmo, saldamente europea, diversa non solo da quella di Olaf Scholz, ma anche di Angela Merkel e perfino di Helmut Kohl.
«Epochenbruch»: la rottura epocale
Se Olaf Scholz aveva coniato l’espressione Zeitenwende (cambio di stagione), Merz va oltre e parla di Epochenbruch, rottura epocale. A suo avviso, lo «sviluppo lineare della democrazia» è finito, e nell’«erosione del principio dell’ordine internazionale» bisogna prender atto che si sono formati il campo democratico e «l’asse delle autocrazie». Al vertice del quale ci sono la Russia e la Cina, con una politica di sfere di influenza o di potere imperiale. Non solo. Merz ritiene Pechino così pericolosa da «avvisare i rappresentanti dell’economia tedesca che investire in Cina è una decisione ad altissimo rischio». In ogni modo, in questo contesto, l’Europa non deve più appoggiare tutte le «cause giuste», ma definire le proprie priorità strategiche.
Il riarmo
La difesa è al centro delle idee di Merz. Aumenterà la spesa del riarmo, vuole un coordinamento degli eserciti e uno sviluppo comune di armi («Gli europei hanno 17 tipi di panzer, gli Usa uno»), nel segno delle «3S»: semplificazione, standardizzazione, scalabilità. Ma si guarda bene dall’aprire al debito comune: resta un falco fiscale.
Asse con Washington
Merz definisce il rapporto Usa-Europa la più «importante alleanza mondiale», indipendentemente da chi c’è alla Casa Bianca. Profondamente filoamericano, il capo della Cdu è stato per 10 anni presidente della potente Transatlantische Brücke. Tende la mano a Trump, anzi si propone come il suo principale interlocutore. Se l’Europa saprà difendere i suoi interessi, la tesi, sarà un alleato valido e un vantaggio per gli Usa. Così come bisogna essere pronti con The Donald, sostiene, ad accordi transazionali. Evitando in tutti i modi di finire nella «spirale dei dazi». Mai, inoltre, Merz acconsentirebbe all’arresto di Netanyahu.
Controlli ai confini
Prima di entrare all’Hotel de Rome, parlando dell’attentato di Aschaffenburg, Merz ha annunciato che se diventerà cancelliere, «dal giorno 1 introdurrà i controlli ai confini» e «rivedrò il diritto d’ingresso, di soggiorno e di asilo». Se queste sono le sue linee negoziali, è molto difficile immaginare un governo con i Verdi. Più facile quello con la Spd che con Scholz — pur tra mal di pancia — ha inaugurato, a sinistra, la linea dura.
https://www.corriere.it/esteri/25_ge...tml?refresh_ce
Il candidato della Cdu alla cancelleria: il primo giorno del mio mandato blindo i confini
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Una Germania forte (e più armata). Merz prepara la «rottura epocale» e annuncia la creazione dell'ufficio per la Sicurezza nazionale
Il candidato cancelliere della Cdu infrange un tabù. E annuncia: dal giorno uno controlli ai confini. In questo contesto, l’Europa non deve più appoggiare tutte le «cause giuste», ma definire le proprie priorità strategiche
In un discorso molto atteso, nel più lussuoso dei grandi alberghi di Berlino, l’Hotel de Rome, Friedrich Merz ha annunciato le linee della sua politica estera se, o meglio quando, diventerà cancelliere. Duecento i posti per questo evento curato dalla Körber Stiftung, al quale hanno preso parte molti ambasciatori e diplomatici della capitale, capi di think tank e giornalisti tedeschi e stranieri. Merz, che ha il pallino della politica estera, ha tracciato l’idea di una Germania filo Usa e in riarmo, saldamente europea, diversa non solo da quella di Olaf Scholz, ma anche di Angela Merkel e perfino di Helmut Kohl.
«Epochenbruch»: la rottura epocale
Se Olaf Scholz aveva coniato l’espressione Zeitenwende (cambio di stagione), Merz va oltre e parla di Epochenbruch, rottura epocale. A suo avviso, lo «sviluppo lineare della democrazia» è finito, e nell’«erosione del principio dell’ordine internazionale» bisogna prender atto che si sono formati il campo democratico e «l’asse delle autocrazie». Al vertice del quale ci sono la Russia e la Cina, con una politica di sfere di influenza o di potere imperiale. Non solo. Merz ritiene Pechino così pericolosa da «avvisare i rappresentanti dell’economia tedesca che investire in Cina è una decisione ad altissimo rischio». In ogni modo, in questo contesto, l’Europa non deve più appoggiare tutte le «cause giuste», ma definire le proprie priorità strategiche.
Il riarmo
La difesa è al centro delle idee di Merz. Aumenterà la spesa del riarmo, vuole un coordinamento degli eserciti e uno sviluppo comune di armi («Gli europei hanno 17 tipi di panzer, gli Usa uno»), nel segno delle «3S»: semplificazione, standardizzazione, scalabilità. Ma si guarda bene dall’aprire al debito comune: resta un falco fiscale.
Asse con Washington
Merz definisce il rapporto Usa-Europa la più «importante alleanza mondiale», indipendentemente da chi c’è alla Casa Bianca. Profondamente filoamericano, il capo della Cdu è stato per 10 anni presidente della potente Transatlantische Brücke. Tende la mano a Trump, anzi si propone come il suo principale interlocutore. Se l’Europa saprà difendere i suoi interessi, la tesi, sarà un alleato valido e un vantaggio per gli Usa. Così come bisogna essere pronti con The Donald, sostiene, ad accordi transazionali. Evitando in tutti i modi di finire nella «spirale dei dazi». Mai, inoltre, Merz acconsentirebbe all’arresto di Netanyahu.
Controlli ai confini
Prima di entrare all’Hotel de Rome, parlando dell’attentato di Aschaffenburg, Merz ha annunciato che se diventerà cancelliere, «dal giorno 1 introdurrà i controlli ai confini» e «rivedrò il diritto d’ingresso, di soggiorno e di asilo». Se queste sono le sue linee negoziali, è molto difficile immaginare un governo con i Verdi. Più facile quello con la Spd che con Scholz — pur tra mal di pancia — ha inaugurato, a sinistra, la linea dura.
https://www.corriere.it/esteri/25_ge...tml?refresh_ce
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