Cronaca e politica estera [Equilibri mondiali] Thread unico.

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  • Sean
    Csar
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    L'Ucraina non entrerà mai nella Nato. Tra l'altro l'impedirlo è una delle cause del conflitto, per cui l'eventuale "cessate il fuoco" dovrà essere garantito al più da una forza internazionale di pace composta da paesi non appartenenti alla Nato.

    L'apertura sui territori occupati dalla Russia è uno dei primi effetti della elezione di Trump, perchè il suo piano di pace prevede quello, cioè congelare la situazione così come è fotografata sul campo.
    ...ma di noi
    sopra una sola teca di cristallo
    popoli studiosi scriveranno
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    «nessun vincolo univa questi morti
    nella necropoli deserta»

    C. Campo - Moriremo Lontani


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    • LARRY SCOTT2
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      Originariamente Scritto da zuse Visualizza Messaggio

      fantastico come ad un certo punto tutti se ne vadano senza salutare il tipo che li intervistava ahaha
      Aahahaahaha come se avesse chiesto se l'acqua è liquida per questi ahahahahahaha

      Comunque succede spesso nei suoi video, anche questo è interessante



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      • M K K
        finte ferie user
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        ce anche frank gallagher
        Ogni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.
        Originariamente Scritto da Bob Terwilliger
        Di solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.

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        • Sean
          Csar
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          Ucraina, disertori e fuggiaschi: ora all’esercito mancano i soldati per potersi difendere

          Dopo l’ondata di generosi volontari dei primi momenti dell’invasione russa , oggi tanti disertano o cercano di evitare la coscrizione. La polizia va a caccia di reclute

          Le forze armate ucraine sono malate, mancano di soldati, tanti fuggono dal fronte: un problema gravissimo, specie in queste settimane in cui Vladimir Putin intensifica le offensive per annettere il massimo del territorio ucraino prima dell’arrivo alla Casa Bianca di Donald Trump. Pare che l’occupazione russa a inizio ottobre di Vulhedar, la cittadina strategica nel Donbass meridionale, sia da imputare alle unità che se la sono data a gambe lasciando i bunker sguarniti. Secondo alcune fonti, tra il 10 e 20 per cento del circa un milione e 300mila soldati ucraini potrebbe essere processato per vari gradi di renitenza al reclutamento.

          Ci sono i «disertori» veri e propri e invece gli «Szch», dall’acronimo ucraino che indica «coloro che hanno abbandonato la loro unità senza autorizzazione». I primi hanno su di loro il marchio dell’infamia: sono scappati dalle trincee col fucile in mano, mettendo in pericolo la vita dei compagni e pregiudicando la tenuta di interi settori, rischiano oltre 7 anni di carcere. I secondi godono di attenuanti: non hanno ceduto nel fuoco della battaglia, piuttosto sono fuggiti dalle seconde linee, hanno abbandonato le caserme, sono inclusi coloro che non tornano ai loro battaglioni dalle licenze o dalle convalescenze.

          Ma i gradi diversi della gravità del reato non cambiano la sostanza del problema: dopo l’ondata di generosi volontari che nei primi momenti dell’invasione russa 33 mesi fa si offrirono per difendere il Paese, oggi tanti, tantissimi disertano o cercano di evitare la coscrizione. «L’handicap maggiore delle forze armate ucraine non sta tanto nella mancanza di armi o munizioni, piuttosto non hanno soldati. I veterani sono stanchi, esauriti. E i rimpiazzi arrivati dopo la promulgazione tardiva della legge sulla leva, tra aprile e giugno, sono troppo pochi e per la maggioranza dei casi non vanno bene, mancano di addestramento e motivazione», sostengono al Pentagono.

          Lo stesso ministero degli Interni a Kiev ricorda che, tra i circa 8-10 milioni di ucraini emigrati all’estero dopo l’attacco russo, almeno 600.000 uomini tra i 25 e 60 anni non intendono tornare per combattere. Non a caso, ’amministrazione Biden ha di recente suggerito a Zelensky di abbassare l’età del reclutamento sino ai 18enni. Le conseguenze le abbiamo rilevate durante un recente reportage sul fronte presso Pokrovsk, la cittadina del Donbass contesa da tre mesi. «Non disponiamo di numeri sufficienti di soldati per tenere le postazioni. Per sopperire usiamo a man bassa i droni, specie quelli piccoli e leggeri disegnati per i blitz kamikaze. Ma non sempre vanno bene. I droni aiutano a difendere, però non funzionano per i contrattacchi veloci, dove le fanterie sono insostituibili», ci diceva Kostantin, un sergente maggiore quarantenne della 29esima Brigata dispiegata a fermare le pattuglie russe in avanscoperta.

          I motivi delle diserzioni sono molti, oltre alla stanchezza generale del Paese. La gente odia le brutali retate della polizia a caccia di reclute, specie la tattica che chiamano «busificazione»: gli agenti salgono sugli autobus di linea e portano in caserma tutti i ritenuti abili. Sono però aspetti da raccontare tenendo conto che la democrazia ucraina tollera le critiche al governo e la descrizione delle difficoltà interne, che certamente esistono anche in Russia, ma dove la censura punisce le voci di coloro che si discostano dalla propaganda di regime.

          Spiega il politologo Taras Semenyuk: «I veterani ucraini sono spietati contro la corruzione del Paese e non sopportano più che ci siano i benestanti che pagano per non fare il soldato, mentre i poveracci vanno a morire. C’è inoltre lo scontro generazionale tra i vecchi ufficiali formati al tempo dell’esercito sovietico e le reclute cresciute nella società aperta alle influenze occidentali». Anche per questo, Zelensky ha appena promulgato una nuova legge che facilità il ritorno nei ranghi dei disertori senza alcuna punizione e la possibilità di potere essere trasferiti in unità con comandanti diversi.

          ​CorSera
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            Originariamente Scritto da X3me Visualizza Messaggio


            in caso di chiamata generale si.
            In caso di chiamata generale alle armi, nessuno potrebbe sottrarsi...ma oggidì una eventualità simile è da escludersi, in quanto uno scenario bellico simile sarebbe impossibile a concretizzarsi perchè l'Italia fa parte della Nato e se subisse una aggressione interverrebbero le forze armate di quella alleanza.

            L'Italia nel caso di un conflitto simile parteciperebbe con le sue forze armate professionistiche o al più pescando tra i volontari e al massimo tra gli arruolabili, cioè nè i 18enni e nemmeno i 60enni: questi riguarderebbero una "mobilitazione totale" che presupporrebbe uno scenario da catastrofe mondiale...che in quanto tale si risolverebbe in circa 30 minuti con la guerra nucleare.

            Per lo scenario convenzionale basterebbero le forze armate in essere e la Nato.
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              In Ucraina nemmeno gli ucraini sono più disposti a morire per il Donbass (e meno che mai per la Crimea), si sono giustamente rotti le balle anche loro.

              Bisogna solo prendere atto dello stato delle cose e tirare una linea e metterci un punto.
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