Cronaca e politica estera [Equilibri mondiali] Thread unico.

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  • Sean
    Csar
    • Sep 2007
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    • In piedi tra le rovine
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    L'Ucraina non entrerà mai nella Nato. Tra l'altro l'impedirlo è una delle cause del conflitto, per cui l'eventuale "cessate il fuoco" dovrà essere garantito al più da una forza internazionale di pace composta da paesi non appartenenti alla Nato.

    L'apertura sui territori occupati dalla Russia è uno dei primi effetti della elezione di Trump, perchè il suo piano di pace prevede quello, cioè congelare la situazione così come è fotografata sul campo.
    ...ma di noi
    sopra una sola teca di cristallo
    popoli studiosi scriveranno
    forse, tra mille inverni
    «nessun vincolo univa questi morti
    nella necropoli deserta»

    C. Campo - Moriremo Lontani


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    • LARRY SCOTT2
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      • Sep 2021
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      Originariamente Scritto da zuse Visualizza Messaggio

      fantastico come ad un certo punto tutti se ne vadano senza salutare il tipo che li intervistava ahaha
      Aahahaahaha come se avesse chiesto se l'acqua è liquida per questi ahahahahahaha

      Comunque succede spesso nei suoi video, anche questo è interessante



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      • M K K
        finte ferie user
        • Dec 2005
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        ce anche frank gallagher
        Ogni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.
        Originariamente Scritto da Bob Terwilliger
        Di solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.

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        • Sean
          Csar
          • Sep 2007
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          • In piedi tra le rovine
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          Ucraina, disertori e fuggiaschi: ora all’esercito mancano i soldati per potersi difendere

          Dopo l’ondata di generosi volontari dei primi momenti dell’invasione russa , oggi tanti disertano o cercano di evitare la coscrizione. La polizia va a caccia di reclute

          Le forze armate ucraine sono malate, mancano di soldati, tanti fuggono dal fronte: un problema gravissimo, specie in queste settimane in cui Vladimir Putin intensifica le offensive per annettere il massimo del territorio ucraino prima dell’arrivo alla Casa Bianca di Donald Trump. Pare che l’occupazione russa a inizio ottobre di Vulhedar, la cittadina strategica nel Donbass meridionale, sia da imputare alle unità che se la sono data a gambe lasciando i bunker sguarniti. Secondo alcune fonti, tra il 10 e 20 per cento del circa un milione e 300mila soldati ucraini potrebbe essere processato per vari gradi di renitenza al reclutamento.

          Ci sono i «disertori» veri e propri e invece gli «Szch», dall’acronimo ucraino che indica «coloro che hanno abbandonato la loro unità senza autorizzazione». I primi hanno su di loro il marchio dell’infamia: sono scappati dalle trincee col fucile in mano, mettendo in pericolo la vita dei compagni e pregiudicando la tenuta di interi settori, rischiano oltre 7 anni di carcere. I secondi godono di attenuanti: non hanno ceduto nel fuoco della battaglia, piuttosto sono fuggiti dalle seconde linee, hanno abbandonato le caserme, sono inclusi coloro che non tornano ai loro battaglioni dalle licenze o dalle convalescenze.

          Ma i gradi diversi della gravità del reato non cambiano la sostanza del problema: dopo l’ondata di generosi volontari che nei primi momenti dell’invasione russa 33 mesi fa si offrirono per difendere il Paese, oggi tanti, tantissimi disertano o cercano di evitare la coscrizione. «L’handicap maggiore delle forze armate ucraine non sta tanto nella mancanza di armi o munizioni, piuttosto non hanno soldati. I veterani sono stanchi, esauriti. E i rimpiazzi arrivati dopo la promulgazione tardiva della legge sulla leva, tra aprile e giugno, sono troppo pochi e per la maggioranza dei casi non vanno bene, mancano di addestramento e motivazione», sostengono al Pentagono.

          Lo stesso ministero degli Interni a Kiev ricorda che, tra i circa 8-10 milioni di ucraini emigrati all’estero dopo l’attacco russo, almeno 600.000 uomini tra i 25 e 60 anni non intendono tornare per combattere. Non a caso, ’amministrazione Biden ha di recente suggerito a Zelensky di abbassare l’età del reclutamento sino ai 18enni. Le conseguenze le abbiamo rilevate durante un recente reportage sul fronte presso Pokrovsk, la cittadina del Donbass contesa da tre mesi. «Non disponiamo di numeri sufficienti di soldati per tenere le postazioni. Per sopperire usiamo a man bassa i droni, specie quelli piccoli e leggeri disegnati per i blitz kamikaze. Ma non sempre vanno bene. I droni aiutano a difendere, però non funzionano per i contrattacchi veloci, dove le fanterie sono insostituibili», ci diceva Kostantin, un sergente maggiore quarantenne della 29esima Brigata dispiegata a fermare le pattuglie russe in avanscoperta.

          I motivi delle diserzioni sono molti, oltre alla stanchezza generale del Paese. La gente odia le brutali retate della polizia a caccia di reclute, specie la tattica che chiamano «busificazione»: gli agenti salgono sugli autobus di linea e portano in caserma tutti i ritenuti abili. Sono però aspetti da raccontare tenendo conto che la democrazia ucraina tollera le critiche al governo e la descrizione delle difficoltà interne, che certamente esistono anche in Russia, ma dove la censura punisce le voci di coloro che si discostano dalla propaganda di regime.

          Spiega il politologo Taras Semenyuk: «I veterani ucraini sono spietati contro la corruzione del Paese e non sopportano più che ci siano i benestanti che pagano per non fare il soldato, mentre i poveracci vanno a morire. C’è inoltre lo scontro generazionale tra i vecchi ufficiali formati al tempo dell’esercito sovietico e le reclute cresciute nella società aperta alle influenze occidentali». Anche per questo, Zelensky ha appena promulgato una nuova legge che facilità il ritorno nei ranghi dei disertori senza alcuna punizione e la possibilità di potere essere trasferiti in unità con comandanti diversi.

          ​CorSera
          ...ma di noi
          sopra una sola teca di cristallo
          popoli studiosi scriveranno
          forse, tra mille inverni
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          nella necropoli deserta»

          C. Campo - Moriremo Lontani


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          • Sean
            Csar
            • Sep 2007
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            • In piedi tra le rovine
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            Originariamente Scritto da X3me Visualizza Messaggio


            in caso di chiamata generale si.
            In caso di chiamata generale alle armi, nessuno potrebbe sottrarsi...ma oggidì una eventualità simile è da escludersi, in quanto uno scenario bellico simile sarebbe impossibile a concretizzarsi perchè l'Italia fa parte della Nato e se subisse una aggressione interverrebbero le forze armate di quella alleanza.

            L'Italia nel caso di un conflitto simile parteciperebbe con le sue forze armate professionistiche o al più pescando tra i volontari e al massimo tra gli arruolabili, cioè nè i 18enni e nemmeno i 60enni: questi riguarderebbero una "mobilitazione totale" che presupporrebbe uno scenario da catastrofe mondiale...che in quanto tale si risolverebbe in circa 30 minuti con la guerra nucleare.

            Per lo scenario convenzionale basterebbero le forze armate in essere e la Nato.
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            • Sean
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              • In piedi tra le rovine
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              In Ucraina nemmeno gli ucraini sono più disposti a morire per il Donbass (e meno che mai per la Crimea), si sono giustamente rotti le balle anche loro.

              Bisogna solo prendere atto dello stato delle cose e tirare una linea e metterci un punto.
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              • X3me
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                • Nord Italia
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                Ops


                - Climber
                - ex Istruttore
                - ex P.Trainer AFFWA

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                • Sergio
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                  Originariamente Scritto da LARRY SCOTT2 Visualizza Messaggio

                  Sarebbero interessanti le stesse domande fatte nelle rural counties del Deep South e del Midwest.

                  Secondo me si avrebbero le stesse risposte speculari con gli USA al posto della Russia
                  Assolutamente si. Il bello è che ciascuno a modo sua sta bene e ciascuno "ha scelto" (lui o chi per lui) il proprio veleno.



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                  • Sergio
                    Administrator
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                    Originariamente Scritto da LARRY SCOTT2 Visualizza Messaggio

                    Aahahaahaha come se avesse chiesto se l'acqua è liquida per questi ahahahahahaha

                    Comunque succede spesso nei suoi video, anche questo è interessante


                    Bastardi Europei, ahahahahahah

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                    • Sean
                      Csar
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                      Il piano di Zelensky per la pace, sotto l'ombrello della Nato

                      L'aiuto americano è in bilico, l'Europa divisa, i russi avanzano. Il leader dell'Ucraina, però, accelera

                      Come terminare la «fase calda della guerra»? Si può raggiungere presto, «facendo entrare nella Nato le aree libere dell’Ucraina» e, nel frattempo, assicurandoci che «ancora la Nato riconosca la validità dei nostri confini internazionali, toccherà poi a noi ucraini nel futuro di riprenderne il controllo con mezzi diplomatici».

                      Per la prima volta dopo parecchio tempo. Volodymyr Zelensky torna ad ammettere pubblicamente la possibilità da parte sua di accettare l’occupazione temporanea della Russia di parte del territorio ucraino in cambio del cessate il fuoco e l’avvio di negoziati con Vladimir Putin. Il presidente ucraino ne ha parlato durante un’intervista a Sky News con toni che sono un misto di vecchio e relativamente nuovo, calibrati con grande attenzione per essere ascoltato da Donald Trump.

                      Era dalle fasi iniziali dell’invasione russa, nel febbraio 2022, che Zelensky quasi non parlava più di accettare l’occupazione di regioni ucraine in cambio del cessate il fuoco. Se ne era trattato ai colloqui di Istanbul sino ad aprile dello stesso anno. Allora Zelensky aveva proposto a Putin di «congelare» l’occupazione russa della Crimea e di parte del Donbass sui confini del 2014 per un quindicennio in cambio della pace. Ma in seguito il referendum imposto da Putin nel settembre 2022 per annettersi le regioni occupate (mai riconosciuto valido da larga parte della comunità internazionale) aveva spinto Zelensky a tornare su posizioni massimaliste, esigendo il pieno ritiro nemico sino ai confini del 1991 e persino la rimozione di Putin dal Cremlino.

                      Adesso sono le circostanze avverse a imprimere una ventata di pragmatismo: Trump spariglia le carte; l’aiuto americano è in serio pericolo; l’Europa resta divisa e incapace di sostituirsi agli Usa, mentre le truppe russe continuano ad avanzare nel Donbass e le città ucraine a essere bombardate. Le sue affermazioni richiedono almeno tre considerazioni.

                      Primo. Zelensky lancia messaggi di amicizia a Trump e prepara il terreno per il suo arrivo alla Casa Bianca il 20 gennaio. «Voglio parlare direttamente con lui, perché sono cresciute troppe voci a confondere le acque», spiega a Sky. La sua speranza resta quella di tessere un accordo. Il tempo incalza e l’incertezza domina come una cappa ingombrante su Kiev. A suo dire, l’ultimo incontro con Trump a New York in settembre era stato «ottimo, caloroso, costruttivo» e adesso «occorre prepararne un altro».

                      Secondo. Putin parla apertamente di «annessione legale» alla Federazione Russa delle terre occupate. Per Zelensky si tratta invece di una concessione solo temporanea. Stiamo parlando di circa il 20 per cento del territorio ucraino conquistato manu militari dai russi e i loro alleati nel Donbass a partire dal 2014. Putin sta cercando di fare avanzare le sue truppe il massimo possibile prima dell’insediamento di Trump, i confini sono dunque ancora in espansione.

                      Zelensky ne parla obtorto collo. In luglio, durante un’intervista con Le Monde, aveva accennato al fatto che per la Costituzione ucraina le terre occupate potrebbero diventare russe solo dopo un referendum tra i loro abitanti e ciò comporterebbe, prima del voto, il loro ritorno alla sovranità ucraina. Ma in questo caso vince il principio di realtà: Putin si terrà tutto ciò che riesce a prendere. Sia a Kiev che tra gli alleati nel campo occidentale sono ormai tutti ben consapevoli che l’unica speranza per Zelensky restano le garanzie che riesce a ottenere per il futuro.

                      Terzo. Da qui, l’insistenza del presidente ucraino sulla necessità che le regioni sotto il controllo di Kiev entrino ufficialmente a fare parte della Nato. La richiesta non è certamente nuova. Lui l’ha rilaneciata con forza al summit internazionale in Svizzera a metà giugno e quindi ribadita nei primi dei 10 punti del suo «piano di pace» avanzato a settembre. Anche oggi ai suoi occhi l’entrata del governo di Kiev nella Nato rappresenta la condizione necessaria per avviare le trattative. Ma proprio qui emergono le massime difficoltà. Putin è assolutamente contrario: esige che l’Ucraina, anche nella sua versione priva dei territori annessi alla Russia, sia «disarmata» e «neutrale».

                      E c’è di più: Trump a sua volta ha già ribadito di non volere l’Ucraina nella Nato, come del resto ha sempre sostenuto anche Joe Biden. La posizione è condivisa da larga parte dell’Alleanza Atlantica, con l’eccezione dei Paesi Baltici e della Polonia, che deve ancora deliberare con chiarezza. Durante le prossime settimane, Zelensky si troverà dunque nella posizione scomoda di dover cercare garanzie alternative all’opzione Nato e assillato dal timore che Trump parli direttamente con Putin.

                      ​CorSera
                      ...ma di noi
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                      C. Campo - Moriremo Lontani


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                      • Irrlicht
                        Bodyweb Senior
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                        Impossibile ci entri.

                        Poi è proprio un punto fermo di Putin per fare calmare ipoteticamente le acque.
                        Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.

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                        • Sean
                          Csar
                          • Sep 2007
                          • 120277
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                          Ci sono momenti nella storia in cui si viene improvvisamente superati dalla dinamo dello "spirito dei tempi", risucchiati dal vortice di quelle spirali storiche che, se non le prevedi o non le segui, ti riducono come il pulviscolo che si deposita sopra ai mobili accatastati in soffitta.

                          Zelensky è già un ferro vecchio, un attrezzo inutilizzabile, una presenza divenuta d'un tratto imbarazzante, come il vecchio zio rintontolito che alle ricorrenze in famiglia si fa finta di ascoltare per due minuti per poi dimenticarselo sull'angolo della tavola.

                          Ci si sveglia una mattina e la guerra è perduta, la musica è finita e gli amici se ne vanno.

                          L'ottundimento mentale del protagonista si evidenzia dal fatto che l'ultima carta che si vuol giocare il fu presidente ucraino è quella di chiedere la protezione della Nato, cioè di quegli "amici" che lo stanno lasciando per strada: "sono disposto a concedere ai russi tutto quello che si sono presi sul campo ma fatemi almeno entrare nella Nato", supplica di là dal fossato mentre il ponte levatoio si è alzato e i feudatari chiusi nel castello hanno abbandonato tra le steppe il villico, che sognava di farsi signorotto, al suo destino.

                          Ora dovrà stare attento ai suoi consanguinei, cioè a coloro (gli ultranazionalisti e fondamentalisti ucraini, quelli che i russi definisco i "nazisti") che a cedere intere regioni ai russi, veder ridotto, anzichè espanso, il sogno della "grande Ucraina", non ci stanno; e al clan di coloro che la guerra non la vogliono più e vorrebbero vivere in pace, tornare ad una "normalità".

                          Zelensky è un ferro vecchio per entrambi quei gruppi e ovviamente per l'occidente dalla lingua triforcuta, per questo fa già parte del mondo degli spettri.
                          ...ma di noi
                          sopra una sola teca di cristallo
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                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
                          nella necropoli deserta»

                          C. Campo - Moriremo Lontani


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                          • zuse
                            Macumbico divinatore
                            • Oct 2010
                            • 13396
                            • 2,003
                            • 1,456
                            • White House
                            • Send PM

                            Zelensky pagliaccio 🤡 (cit. Bw ad una settimana dal conflitto)


                            Originariamente Scritto da Sean
                            mi attacco ai tuoi pantaloni o te lo infilo a forza in gola




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