Boh, comunque l'aria generale che si respira e' pessima. Nel 2023 si e' memato un genocidio senza colpo ferire. Nel 2030 si memeranno i fascismi ( o post-fascismi, chiamateli come volete) come metodo scaramantico per cercare di scacciare la distopia in cui siamo finiti. Il fatto che sia stato rivotato un presidente che ha avvallato e fomentato un tentativo di insurrezione nel 2020 e' gravissimo, indipendentemente da cosa uno ne pensi della Harris
Cronaca e politica estera [Equilibri mondiali] Thread unico.
Collapse
X
-
Originariamente Scritto da Ponno Visualizza Messaggio
Musk é un idiota accellerazionista molto più pericoloso di Trump. É l'unico veramente "pericoloso" li dentro perché ha una visione di corpocrazia netta.
Commenta
-
-
Originariamente Scritto da zuse Visualizza Messaggio
Alcuni giornali intitolavano" con Trump ha perso la democrazia " ...questo perché milioni di elettori l'hanno votato democraticamente
Dovrebbero far pace con il cervello
Commenta
-
-
Originariamente Scritto da Ponno Visualizza Messaggio
Musk é un idiota accellerazionista molto più pericoloso di Trump. É l'unico veramente "pericoloso" li dentro perché ha una visione di corpocrazia netta.
Si inizia come sempre negli Stati Uniti, lì dove l'iniziativa privata è sacra, dove il governo federale non mette nè può mettere becco, e anzi se li porta nella pancia perchè i miliardi fanno gola a tutti, in specie quando per concorrere alla cariche pubbliche servono milioni, centinaia di milioni di dollari...e qualcosa in cambio dovrai dare.
La direzione è quella, con soggetti non eletti che saranno dei dominus (intanto del mercato) di tanti aspetti della vita politica e sociale dei cittadini, con le loro visioni, idee, accelerazioni, con la politica contigua o complice o senza chance di controllo e normazione, semplicemente perchè l'oceano del mercato e del capitalismo (per loro natura tendenti ad uno spazio infinito) sono l'unica "democrazia" - e il vero governo sarà in chi cavalcherà e dominerà quel mercato e quel capitalismo....ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
Commenta
-
-
Originariamente Scritto da Barone Bizzio Visualizza Messaggio
Beh ma e' chiaro che una democrazia in una societa' polarizzata e' fallita. Ma non solo negli USA, anche in UK e presto anche nel resto del cosidetto 'Occidente libero e democratico'
La democrazia, per sua stessa natura, ad un certo punto del percorso degenera in oligarchia, senza più contatto con la base dove suppostamente e ridicolmente dovrebbe risiedere la "sovranità". Inoltre, in momenti di crisi profonda e sistemica, le masse tendono a cercare figure dominanti, in quanto, per definizione classica, la massa è femmina e vuole essere condotta, guidata.
Il punto è che la democrazia, sistema debole, produce solo mezzi leader con dalla loro al più solo la forza del populismo, che è un placebo, non certo una soluzione.
Che le democrazie occidentali, e tutto il loro portato, siano in crisi ormai lo capisce anche un cieco. 80 anni, nemmeno un secolo, di sistema democraticistico, ignorati tutti gli allarmi che indicavano una repentina degenerazione del sistema, ed eccoci qua....ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
-
1
Commenta
-
-
Originariamente Scritto da Arturo Bandini Visualizza Messaggio
salvini però non ha mai smesso di lodarlo
Adesso la Meloni cerca di attutire i danni facendo leva sulla "amicizia" con Musk...ma Musk intanto è amico solo di se stesso e poi temo che i patti che egli ha con Trump non riguardino la speciale tutela per quel museo a cielo aperto che gli americani pensano (a ragione, siamo solo quello ormai) sia l'Italia.
Se dovranno mettere i dazi li metteranno, la Meloni nei piani americani è nessuno. Più furbo Orban, lo ripeto, si è mostrato il tipico amico che c'è anche quando sei in difficoltà...e questo per certuni ha ancora un peso....ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
Commenta
-
-
Intanto il governo tedesco è in crisi, Scholz silura il ministro delle finanze Lindner a causa delle spaccature sulla direzione economica da dare alla crisi recessiva della Germania. A primavera voteranno.
Nel frattempo Nissan taglia 9mila posti di lavoro in tutto il mondo riducendo del 20% la produzione. In Francia Michelin e Auchan licenziano. Questo è lo stato dell'arte...solo una parte di quello stato dell'arte, perchè è tutto in crisi, pian piano esploderanno tutti i bubboni, nel mentre la politica europea sta facendo crack ovunque.
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
Commenta
-
-
Originariamente Scritto da Barone Bizzio Visualizza Messaggio
Peter Thiel
La differenza sostanziale é che questi non hanno un esercito di idioti che li idolatrano, anzi sono quasi universalmente mal visti dal pubblico (non che conti nulla)Originariamente Scritto da claudio96
sigpic
più o meno il triplo
Commenta
-
-
Wall Street Journal: i consiglieri di Trump raccomandano di congelare la guerra in Ucraina
I consiglieri di Donald Trump gli raccomandano di congelare la guerra in atto tra Russia e Ucraina, fissando l'occupazione da parte della Russia di circa il 20% dell'Ucraina e costringendo l'Ucraina a sospendere temporaneamente la sua richiesta di adesione alla Nato. Lo riporta il Wall Street Journal.
Un'idea proposta all'interno dell'ufficio di transizione di Trump prevedrebbe che Kiev prometta di non unirsi alla Nato per almeno 20 anni. In cambio, gli Stati Uniti continuerebbero a fornire all'Ucraina armi per scoraggiare un futuro attacco russo. La linea del fronte sostanzialmente si bloccherebbe e entrambe le parti concorderebbero su una zona demilitarizzata di 800 miglia. Chi pattuglierebbe quel territorio resta poco chiaro, ma un consigliere ha detto che la forza di mantenimento della pace non coinvolgerebbe truppe americane, né proverrebbe da un organismo internazionale finanziato dagli Stati Uniti, come le Nazioni Unite.
Come nel primo mandato di Trump, diverse fazioni sono pronte a competere per influenzare la politica estera del repubblicano.
Gli alleati più tradizionalisti come Mike Pompeo, l'ex segretario di stato ora in lizza per guidare il Pentagono, probabilmente spingeranno per un accordo che non sembra dare una vittoria importante a Mosca. Altri consiglieri, in particolare Richard Grenell, uno dei principali candidati a guidare il Dipartimento di Stato o a fungere da consigliere per la sicurezza nazionale, potrebbero dare priorità al desiderio di Trump di porre fine alla guerra il prima possibile, anche se ciò significa costringere Kiev a concessioni significative.
Repubblica...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
Commenta
-
-
Originariamente Scritto da Ponno Visualizza Messaggio
Thiel, come Bezos, Zuckerberg e gli altri sono pericolosi e lo sono sempre stati a prescindere da chi vinca. Si muovono nell'ombra e con il loro lobbying hanno distrutto gli USA e il mondo.
La differenza sostanziale é che questi non hanno un esercito di idioti che li idolatrano, anzi sono quasi universalmente mal visti dal pubblico (non che conti nulla)
Commenta
-
-
I dazi e il timore dell'Europa dopo la vittoria di Trump: quali potrebbero essere le aziende più colpite? Altomonte: «Italia paese più esposto»
L’economista della Bocconi: «Le esportazioni verso gli Stati Uniti ne risentiranno e l’Italia è il paese europeo più esposto alla domanda americana, in particolare per quel che riguarda l’export dell’agroalimentare»
«La vittoria di Donald Trump obbliga noi europei a prendere in mano il nostro destino. Con Kamala Harris l’Europa avrebbe avuto una sensazione di scampato pericolo, ma non sarebbe cambiato molto. Anche lei aveva un'agenda orientata al protezionismo e avrebbe attuato un progressivo disingaggio dalla guerra in Ucraina perché costretta da un congresso diviso», spiega Carlo Altomonte, docente di politica economica dell’Università Bocconi di Milano.
Professor Altomonte, le Borse hanno accolto positivamente la vittoria di Donald Trump. Cosa si aspettano gli investitori?
«La scommessa dei mercati è sull’atteggiamento pro-business di Trump, sulla riduzione della pressione fiscale e sull’ampia deregolamentazione promessa in campagna elettorale. Ma se nell’immediato le quotazioni di Wall Street continueranno a salire, nel medio periodo bisogna capire quanto i mercati sconteranno il maggior utile a fronte di tagli di interesse che non saranno c0sì bassi in futuro. Lo spartiacque sarà quello che dirà la Fed a dicembre. A una politica economica che finirà con il generare maggiore inflazione negli Stati Uniti la Federal Reserve potrebbe reagire con una minore riduzione dei tassi nel corso del 2025».
Quali saranno le conseguenze di questa vittoria per l’Europa?
«Sul fronte della politica monetaria, una minor riduzione dei tassi da parte della Fed potrebbe obbligare la Bce ad essere prudente con il suo allentamento monetario, per evitare di importare inflazione con un euro troppo debole rispetto al dollaro. Inoltre l’aumento dei dazi annunciato da Trump ha due implicazioni».
Quali?
«L’export verso gli Stati Uniti ne risentirà e l’Italia è il paese europeo più esposto alla domanda americana, in particolare per quel che riguarda l’export dell’agroalimentare. Ma anche chimica, meccanica e automotive, settore già molto in difficoltà, sarebbero penalizzati da un aumento dei dazi. Un secondo rischio è che, se come annunciato, le nuove tariffe Usa saranno asimmetriche e quindi colpiranno soprattutto la Cina. Pechino finirà per ritrovarsi con un eccesso di produzione che tenterà di esportare verso l’Europa. Il rischio per l’economia europea, in un contesto di politica monetaria non troppo ribassista, è uno scenario di stagnazione dovuto alla somma di queste due variabili: meno export verso gli Usa e più prodotti dalla Cina che fanno concorrenza a quelli europei».
Cosa può fare l’Ue per evitare questa situazione?
«Puntare di più sul mercato interno come fattore di crescita. La strada è quella indicata dal Rapporto Draghi, a partire da alcuni dossier chiave legati all’apertura dei mercati delle telecomunicazioni, dell’energia, delle banche e della difesa. Per poter fare questo è necessaria la messa in comune di risorse, ma il primo problema è la volontà politica di superare le barriere nazionali in questi settori chiave».
Da un punto di vista geopolitico quali sfide comporterà per l’Europa l’esito del voto americano?
«Gli Stati Uniti si allontaneranno dal finanziamento della guerra in Ucraina. Trump potrebbe decidere di imporre una tregua ma in ogni caso non sarà un punto di equilibrio. Si creerà una confine caldo, paragonabile a quello che separa le due Coree, all’interno dell’Europa che sarà costoso da difendere. E questo costringerà a fare delle scelte: o si decide di mettere in comune delle risorse per la sicurezza e la difesa o l’Unione europea si condanna all’irrilevanza sia da un punto di vista geostrategico che economico. Bisogna deciderlo adesso, con la vittoria di Trump non c’è più tempo per rinviare».
CorSera...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
Commenta
-
-
Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioWall Street Journal: i consiglieri di Trump raccomandano di congelare la guerra in Ucraina
I consiglieri di Donald Trump gli raccomandano di congelare la guerra in atto tra Russia e Ucraina, fissando l'occupazione da parte della Russia di circa il 20% dell'Ucraina e costringendo l'Ucraina a sospendere temporaneamente la sua richiesta di adesione alla Nato. Lo riporta il Wall Street Journal.
Un'idea proposta all'interno dell'ufficio di transizione di Trump prevedrebbe che Kiev prometta di non unirsi alla Nato per almeno 20 anni. In cambio, gli Stati Uniti continuerebbero a fornire all'Ucraina armi per scoraggiare un futuro attacco russo. La linea del fronte sostanzialmente si bloccherebbe e entrambe le parti concorderebbero su una zona demilitarizzata di 800 miglia. Chi pattuglierebbe quel territorio resta poco chiaro, ma un consigliere ha detto che la forza di mantenimento della pace non coinvolgerebbe truppe americane, né proverrebbe da un organismo internazionale finanziato dagli Stati Uniti, come le Nazioni Unite.
Come nel primo mandato di Trump, diverse fazioni sono pronte a competere per influenzare la politica estera del repubblicano.
Gli alleati più tradizionalisti come Mike Pompeo, l'ex segretario di stato ora in lizza per guidare il Pentagono, probabilmente spingeranno per un accordo che non sembra dare una vittoria importante a Mosca. Altri consiglieri, in particolare Richard Grenell, uno dei principali candidati a guidare il Dipartimento di Stato o a fungere da consigliere per la sicurezza nazionale, potrebbero dare priorità al desiderio di Trump di porre fine alla guerra il prima possibile, anche se ciò significa costringere Kiev a concessioni significative.
Repubblica
Commenta
-
-
Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
Barone, sai meglio di me che le democrazie ad un certo punto vanno sempre in crisi, semplicemente perchè sono sistemi deboli - basti pensare a come erano ridotte nella seconda e terza decade del Novecento.
La democrazia, per sua stessa natura, ad un certo punto del percorso degenera in oligarchia, senza più contatto con la base dove suppostamente e ridicolmente dovrebbe risiedere la "sovranità". Inoltre, in momenti di crisi profonda e sistemica, le masse tendono a cercare figure dominanti, in quanto, per definizione classica, la massa è femmina e vuole essere condotta, guidata.
Il punto è che la democrazia, sistema debole, produce solo mezzi leader con dalla loro al più solo la forza del populismo, che è un placebo, non certo una soluzione.
Che le democrazie occidentali, e tutto il loro portato, siano in crisi ormai lo capisce anche un cieco. 80 anni, nemmeno un secolo, di sistema democraticistico, ignorati tutti gli allarmi che indicavano una repentina degenerazione del sistema, ed eccoci qua.
Inoltre, le altre non-democrazie non se la passano mica bene.
Poi ci sarebbe da fare un discorso piu' ampio sulle implicazioni ideologiche di una transizione da una societa' democratica ad una post-democratica. In una societa' democratica, la finestra di Overton di quello che e' permesso fare a oppositori o a chiunque non faccia parte di un gruppo dominante e' molto, molto piu' ampia.
Commenta
-
Commenta