Cronaca e politica estera [Equilibri mondiali] Thread unico.

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  • Ponno
    Socialista col Rolex
    • Feb 2013
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    Originariamente Scritto da Giampo93 Visualizza Messaggio
    Dire che senza Versailles non ci sarebbe stato il nazismo è un po' come dire che senza ghigliottina non si sarebbe fatta la Rivoluzione: già che c'era ha fatto senz'altro comodo, ma se ne sarebbe benissimo fatto anche a meno.

    Gli USA, in tutto questo, ironicamente l'assist più ghiotto non l'hanno neanche offerto di proposito, col patatrac del '29
    É un qualcosa di indimostrabile. Senza Versailles avremmo avuto un movimento nazionalista anche con tratti fascisti in Germania? Probabilmente si, il dopo guerra ha portato aliti di rinnovamento un po' ovunque, Italia, Spagna, Russia quindi plausibile pensare un ritorno a qualcosa di più "prussiano" e revanscista. Ma il nazismo come fenomeno storico ha usato la rivincita e la crisi economica senza senso creata da Versailles come humus necessario.

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    Originariamente Scritto da claudio96

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    più o meno il triplo

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    • Ponno
      Socialista col Rolex
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      Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
      Biden accerchiato: per ora resiste, ma la nomina di Kamala Harris si fa più vicina

      ​Il presidente nel Wisconsin: batterò Trump. Tra gli oltre 100 donatori in fuga c’è anche l’erede Disney

      Joe Biden cerca un quasi impossibile rilancio con comizi negli Stati chiave — in Wisconsin ha detto che non si ritira e che sconfiggerà Donald Trump — e l’intervista televisiva trasmessa stanotte dalla rete Abc, ma il suo sentiero è sempre più stretto: sostenendo, nell’incontro coi governatori democratici, di avere bisogno di più riposo (non più impegni dopo le 8 di sera), ha ammesso che il suo fisico si sta degradando. Come può pensare di continuare a svolgere il mestiere più importante e impegnativo del mondo per altri 4 anni e mezzo? E poi c’è l’emorragia dei gradi finanziatori della campagna presidenziale. Dopo le defezioni dei giorni scorsi, ieri è stata Abigal Disney, erede del patrimonio del gigante dello spettacolo, ad avvertire: non darò più un soldo fino al ritiro di Biden. Seguita, in questo, da altri miliardari, come Gideon Stein, e da 168 manager e finanziatori che hanno inviato una lettera alla Casa Bianca.

      Cosa gioca a favore di Kamala Harris: tre considerazioni

      Dunque ritiro sempre più probabile e Kamala Harris in pole position per la nomination democratica. I dubbi rimangono, ma vengono messi da parte sulla base di tre considerazioni.
      Il primo: porre un veto alla prima donna vicepresidente, per di più di colore, unica, tra i candidati possibili, che ha fatto esperienze di governo federale e di politica internazionale, rischia di essere un suicidio politico per chi si fa avanti dicendo «non è il tuo momento». Tanto più che nessuno degli altri candidati possibili, quasi tutti governatori, è mai stato testato sul palcoscenico nazionale e internazionale.

      Il secondo: fino a qualche mese fa la Harris veniva scartata perché più impopolare di Biden nei sondaggi. Ora non sembra essere più così: l’ultima rilevazione della Cnn dà sempre in vantaggio Trump che, però, batterebbe Kamala di soli due punti (47% a 45%) mentre con Biden il distacco è più ampio (47% a 43%). Ma, soprattutto, nessuno degli altri potenziali candidati democratici alla Casa Bianca fa meglio della vicepresidente nel confronto con Trump.

      Il terzo: se deciderà di ritirarsi, quasi certamente Biden indicherà per la successione la vice che, rimasta al suo fianco per quattro anni condividendo le sue politiche, fedele fino in fondo, può essere considerata parte della sua eredità politica. Se lo farà, la sua indicazione verrà certamente condivisa anche da Barack Obama e Bill Clinton. Chi potrà obiettare a quel punto? Anche Trump si sta convincendo che dovrà vedersela con lei e sembra temerla visto che ha già coniato un soprannome denigratorio, «laffin’ Kamala»: un riferimento ad alcune sue risate un po’ sgangherate degli anni scorsi che le televisioni di destra ritrasmettono continuamente.

      I consiglieri del leader repubblicano già la bollano: «Incompetente come Biden e per di più molto ideologica e radicale». Preannuncio di attacchi più brutali. Bisognerà vedere quale sarà la tenuta — e la capacità di reazione — della Harris davanti a possibili attacchi sessisti o a sfondo razziale.
      La campagna di Trump teme che un ticket democratico tutto nuovo e giovane possa guadagnare terreno sull’ex presidente, soprattutto se Kamala sceglierà come vice un personaggio popolare di uno degli Stati decisivi per la corsa alla Casa Bianca.

      ​CorSera
      Kamala Harris o Biden. O Trump. Cioè questo é il livello e ancora facciamo la morale a Putin o Xi
      Originariamente Scritto da claudio96

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      più o meno il triplo

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      • MarcoT
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        • Jun 2013
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        Originariamente Scritto da The_Shadow Visualizza Messaggio

        Se lo lasciano andare avanti, mi aspetto da Biden scene epiche, tipo rubare il marshmellow a un bambino o farsi tirare il dito per sganciare una scorreggia. Sono pronto al peggio.
        Sarà un disastro, per i dem.
        Aspetto con ansia il momento in cui si caga sotto
        Originariamente Scritto da Lorenzo993
        non nominare cristo che se ti avesse incontrato avrebbe mandato a mignotte la bibbia e ti avrebbe preso a calci in culo

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        • zuse
          Macumbico divinatore
          • Oct 2010
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          • White House
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          Originariamente Scritto da MarcoT Visualizza Messaggio

          Aspetto con ansia il momento in cui si caga sotto
          Quello già lo fa, ma avrà addosso pannolino di pregio anti culone sgamo


          Originariamente Scritto da Sean
          mi attacco ai tuoi pantaloni o te lo infilo a forza in gola




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          • MarcoT
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            • Jun 2013
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            Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
            Biden accerchiato: per ora resiste, ma la nomina di Kamala Harris si fa più vicina

            ​Il presidente nel Wisconsin: batterò Trump. Tra gli oltre 100 donatori in fuga c’è anche l’erede Disney

            Joe Biden cerca un quasi impossibile rilancio con comizi negli Stati chiave — in Wisconsin ha detto che non si ritira e che sconfiggerà Donald Trump — e l’intervista televisiva trasmessa stanotte dalla rete Abc, ma il suo sentiero è sempre più stretto: sostenendo, nell’incontro coi governatori democratici, di avere bisogno di più riposo (non più impegni dopo le 8 di sera), ha ammesso che il suo fisico si sta degradando. Come può pensare di continuare a svolgere il mestiere più importante e impegnativo del mondo per altri 4 anni e mezzo? E poi c’è l’emorragia dei gradi finanziatori della campagna presidenziale. Dopo le defezioni dei giorni scorsi, ieri è stata Abigal Disney, erede del patrimonio del gigante dello spettacolo, ad avvertire: non darò più un soldo fino al ritiro di Biden. Seguita, in questo, da altri miliardari, come Gideon Stein, e da 168 manager e finanziatori che hanno inviato una lettera alla Casa Bianca.

            Cosa gioca a favore di Kamala Harris: tre considerazioni

            Dunque ritiro sempre più probabile e Kamala Harris in pole position per la nomination democratica. I dubbi rimangono, ma vengono messi da parte sulla base di tre considerazioni.
            Il primo: porre un veto alla prima donna vicepresidente, per di più di colore, unica, tra i candidati possibili, che ha fatto esperienze di governo federale e di politica internazionale, rischia di essere un suicidio politico per chi si fa avanti dicendo «non è il tuo momento». Tanto più che nessuno degli altri candidati possibili, quasi tutti governatori, è mai stato testato sul palcoscenico nazionale e internazionale.

            Il secondo: fino a qualche mese fa la Harris veniva scartata perché più impopolare di Biden nei sondaggi. Ora non sembra essere più così: l’ultima rilevazione della Cnn dà sempre in vantaggio Trump che, però, batterebbe Kamala di soli due punti (47% a 45%) mentre con Biden il distacco è più ampio (47% a 43%). Ma, soprattutto, nessuno degli altri potenziali candidati democratici alla Casa Bianca fa meglio della vicepresidente nel confronto con Trump.

            Il terzo: se deciderà di ritirarsi, quasi certamente Biden indicherà per la successione la vice che, rimasta al suo fianco per quattro anni condividendo le sue politiche, fedele fino in fondo, può essere considerata parte della sua eredità politica. Se lo farà, la sua indicazione verrà certamente condivisa anche da Barack Obama e Bill Clinton. Chi potrà obiettare a quel punto? Anche Trump si sta convincendo che dovrà vedersela con lei e sembra temerla visto che ha già coniato un soprannome denigratorio, «laffin’ Kamala»: un riferimento ad alcune sue risate un po’ sgangherate degli anni scorsi che le televisioni di destra ritrasmettono continuamente.

            I consiglieri del leader repubblicano già la bollano: «Incompetente come Biden e per di più molto ideologica e radicale». Preannuncio di attacchi più brutali. Bisognerà vedere quale sarà la tenuta — e la capacità di reazione — della Harris davanti a possibili attacchi sessisti o a sfondo razziale.
            La campagna di Trump teme che un ticket democratico tutto nuovo e giovane possa guadagnare terreno sull’ex presidente, soprattutto se Kamala sceglierà come vice un personaggio popolare di uno degli Stati decisivi per la corsa alla Casa Bianca.

            ​CorSera
            Questa ha come unico pregio quello di essere donna e nera
            che belle elezioni che si prospettano
            Originariamente Scritto da Lorenzo993
            non nominare cristo che se ti avesse incontrato avrebbe mandato a mignotte la bibbia e ti avrebbe preso a calci in culo

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            • fede79
              Stratocaster Addicted
              • Oct 2002
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              • Roma
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              Originariamente Scritto da Ponno Visualizza Messaggio

              É un qualcosa di indimostrabile. Senza Versailles avremmo avuto un movimento nazionalista anche con tratti fascisti in Germania? Probabilmente si, il dopo guerra ha portato aliti di rinnovamento un po' ovunque, Italia, Spagna, Russia quindi plausibile pensare un ritorno a qualcosa di più "prussiano" e revanscista. Ma il nazismo come fenomeno storico ha usato la rivincita e la crisi economica senza senso creata da Versailles come humus necessario.

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              Gran parte della colpa lì fu anche dei gruppi industriali tedeschi che appoggiarono la scalata di Hitler, altrimenti non sarebbe giunto al potere in quel modo. Fecero leva proprio sulla crisi economica (ci rubano il lavoro) ed il popolo, soprattutto la borghesia, fomentò la nascita del movimento nazista.
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              Free at last, they took your life
              They could not take your PRIDE

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              • Sean
                Csar
                • Sep 2007
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                • In piedi tra le rovine
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                Venendo un attimo al complesso argomento delle origini e della nascita del Nazionalsocialismo, è necessario, pur nei limiti di questo mezzo (impossibile qui condensare un tema tanto vasto e profondo e articolato) fare una necessaria distinzione, ovvero separare le cause storiche e contingenti che hanno permesso al Nazionalsocialismo di affermarsi e quelle afferenti la sua essenza, perchè il Nazionalsocialismo, in quanto "Idea" motrice poi di un movimento, precede le cause storiche che hanno poi permesso di portare quel movimento al potere, per cui trovo giuste sia le posizioni di Barone e sia quelle di Ponno, semplicemente perchè sono piani di analisi che solo poi la storia si occuperà di intersecare.

                Se parliamo dell'humus storico-politico-sociale che ha consentito al Nazionalsocialismo di avere succeso e di prendere il potere, è ovvio che non si può prescindere (anche) da Versailles (perchè come dice Ponno quella conferenza da cui uscirà una pace "sciagurata" avrà un grosso peso anche nell'affermarsi del Fascismo in Italia), in quanto l'umiliazione subita dai tedeschi porterà ad un radicale malcontento che farà nascere, sotto Weimar, movimenti di ispirazione "rivoluzionaria" tesi a "vendicare" quelle condizioni di pace e miranti a riportare la Germania alla sua "grandezza" - Hitler nei suoi discorsi pre potere ci batterà molto, assieme alle sue intemerate contro gli ebrei.

                Non solo Versailles però, ma anche il diffusamente percepito pericolo di una presa di potere dei comunisti - c'è la testimonianza, ad esempio, di Pacelli, futuro Pio XII, che da nunzio a Berlino rimarrà segnato per sempre dalla irruzione nella nunziatura di una banda comunista che lo minacciò a pistole spianate...quindi che si fosse in cerca di un "argine" al caos e alla deriva rossa, e che le istituzioni come la Chiesa o la grande industria ad un certo punto iniziarono a guardare con "simpatia" (o come male minore) al Nazionalsocialismo, questo è pane comune ormai della storia...e d'altro canto una cosa simile accadde in Italia col Fascismo, quindi è proprio il clima di massima instabilità in Europa che favorì l'affermarsi al potere dei Fascismi.

                C'è un piano di analisi che però precede quelle condizioni storiche che hanno fatto da detonatore e riguarda l'origine e la natura del Nazionalsocialismo, perchè come Idea che poi si concretizzerà in un movimento e dunque in un partito, essa prescinde dai presupposti storici che ne hanno favorito l'ascesa.

                In nuce il Nazionalsocialismo è infatti presente (come potenzialità) in tutto quel movimento culturale tedesco denominato come "rivoluzione conservatrice". Il mito del cavaliere teutonico che tornerà a riportare l'ordine nel mondo in disfacimento (che si sposa con la teoria indo-aria dell' "ultimo avatara", l'eroe della fase ultima del ciclo storico, quella denominata età oscura); la Germania come patria del "genio" europeo; il Nord e la razza aria come genitrice di civiltà e di beltà; la ricerca dell' "origine", il mondo che si "oscura"...sono tutti temi presenti nei circoli letterari e poetici della Germania della seconda metà dell'Ottocento in avanti, basti pensare ad un poeta come Stefan George, che tra l'altro poi il Nazionalsocialismo cercherà di "arruolare" senza successo, così come con Junger ed altri (anche Wagner fu adottato a posteriori, in quanto assonante con certe tematiche care al Nazionalsocialismo).

                C'è poi dell'idealismo e del romanticismo dentro, Hoelderlin fu un altro poeta che finì poi nell'immaginario di certo Nazionalsocialismo.

                Di suo però il Nazionalsocialismo ci mise una forte, anzi direi fortissima componente razzista in senso biologico. "Di suo" non nel senso che lo ha inventato (pure qui non ha scoperto niente, il razzismo biologico ha radici lontane, nell'illuminismo e poi nel positivismo, era pane comune in occidente) ma che ne ha fatto un cardine ideologico, per cui il mito della razza - la razza biologica, e qui c'è una divaricazione con i temi cari alla rivoluzione conservatrice, che si elevavano rispetto alla mera razza biologica per immettervi una componente "spirituale", per cui non basta appartenere ad una "razza eletta" a livello di sangue, occorrerebbe anche una certa inclinazione dello spirito per attivare le forze "creatrici" - il Nazionalsocialismo invece rimase ad un livello basico in questo, sfuggendogli il necessario concetto che senza spirito non si dà forma, per cui non basta possedere il "sangue" che viene da un "suolo" ma occorre poi che l'uomo si elevi dal puro sangue e suolo, perchè non si tratta di cavalli - e difatti i Germani per i Romani erano "barbari", pur provendendo dalla stesso ceppo, e mi pare fosse proprio George a invitare la "bionda bestia" ad andare a Sud, ovverosia ad immettere nell'elemento puramente e semplicemente etnico un che di differente, perchè il combinato composto potesse dare poi i felicissimi frutti che si potettero apprezzare in Grecia, in Roma.

                E' per questo motivo che parecchi degli appartenenti alla rivoluzione conservatrice rifiutarono poi di aderire al movimento di Hitler - ma è indubbio che il Nazionalsocialismo nel suo insieme fa da collettore ad una serie di correnti e miti e idelogie ed idealità preesistenti, non ha inventato niente; il detonatore di quel collettore sarà invece il convergere di alcune condizioni storiche in un preciso tempo (quello caotico e irrisolto del post I guerra mondiale) e in un preciso luogo (l'Europa uscita a pezzi dalla guerra).
                Last edited by Sean; 06-07-2024, 16:09:23.
                ...ma di noi
                sopra una sola teca di cristallo
                popoli studiosi scriveranno
                forse, tra mille inverni
                «nessun vincolo univa questi morti
                nella necropoli deserta»

                C. Campo - Moriremo Lontani


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                • Sean
                  Csar
                  • Sep 2007
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                  Originariamente Scritto da Ponno Visualizza Messaggio
                  Sean dacci due pareri.

                  PS: il super uomo Niciano (oltreuomo é la traduzione corretta) non é mai stato preso a ideale nazista, sono fake news diffuse principalmente da quella ritardata della sorella di Nietzsche. I filosofi in Generale non erano ben visti da baffetto, non era certo Benito con Gentile
                  Concordo. Nietzsche fu un altro degli "arruolati" suo malgrado, perchè defunto, come tanti grandi poeti e scrittori tedeschi - e non solo tedeschi, si pensi a Platone e alle sue teorie sullo "stato ideale" dove è necessario "preservare la componente razziale"...ma se poi prendiamo l'intero Nietzsche e l'intero Platone scopriamo che sono portatori di filosofie complesse e che solo se ridotte ai pezzi funzionali all'ideologia nazionalsocialista possono entrare in quel movimento come "padri nobili".

                  Su Mussolini e la filosofia il tuo post mi casca a fagiolo per segnalare un recente saggio al riguardo:

                  Cosa lega Benito Mussolini, capo del fascismo ed eterno spauracchio della politica italiana, al mondo della filosofia? Il nuovo libro di Adriano Scianca.


                  Sul piano filosofico, il passaggio decisivo di Mussolini fu da Marx a Nietzsche. Marx era la rivoluzione, la lotta di classe, lo scontro finale tra socialismo


                  Mussolini ed Hitler non sono paragonabili. Il primo ha uno spessore culturale e politico di un livello che il secondo si sognava. Hitler era un rabdomante, un istintivo, un visionario che seppe però interpretare i sentimenti dei tedeschi trascinandoseli tutti dietro.

                  Mussolini un uomo di profondissima cultura e intelletto, molto più "politico" dunque di Hitler, che voleva portare l'Italia ad una nuova "rinascenza" entro quello che considerava uno spirito italico, che non si esauriva nella sola fisima della "razza" per dire. Mussolini non a caso battè sempre sul concetto di "civiltà".
                  Last edited by Sean; 06-07-2024, 13:07:52.
                  ...ma di noi
                  sopra una sola teca di cristallo
                  popoli studiosi scriveranno
                  forse, tra mille inverni
                  «nessun vincolo univa questi morti
                  nella necropoli deserta»

                  C. Campo - Moriremo Lontani


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                  • Sean
                    Csar
                    • Sep 2007
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                    Originariamente Scritto da LARRY SCOTT2 Visualizza Messaggio
                    Il declino della Civiltà Occidentale è stato previsto BEN PRIMA del 45 (vedere voce ''Spengler''), ma l'ascesa del Secondo Reich davvero non può essere presa come spartiacque
                    Quello, e chiudo, è un altro punto fondamentale per "comprendere" i Fascismi, ovverosia il diffuso e netto sentore che l'occidente fosse in disfacimento, e in siffatto pensiero gli autori della "crisi" sono stati profetici - e sulla scorta di questo, trova un senso la lettura dei Fascismi come tentativo ultimo di reazione alla decadenza occidentale.

                    Qui dunque viene in causa quell'America di cui diceva Ponno, perchè quella nazione viene presa a modello di cosa sarebbe accaduto all'occidente se avesse proseguito sulla via del declino: la perdita di ogni superiore valore spirituale e "tradizionale"; l'individualismo atomizzante; il mercantilismo, il materialismo, il caos etnico-culturale-sociale, tutte le deità insomma che, secondo quegli autori, agitano una civiltà al suo stadio finale e che si vedevano giustappunto rappresentate nella società americana.

                    Caso volle che poi, con la seconda guerra mondiale e la sua conclusione, la storia abbia fatto da acceleratore di quei recondoti incubi, perchè in effetti l'America vittoriosa iniziò da lì la sua espansione e "colonizzazione" in Europa e non solo - ma per l'appunto, in uno sguardo più ampio e più "alto", questa è solo una fase recente del declino, che principia in verità da molto molto prima - il Rinascimento, spesso lodato, altro non è che uno dei prischi segni della crisi del "mondo moderno" con quel suo mettere l'uomo-individuo al centro e misura di tutte le cose, la sola razionalità come bussola e l'inizio dello scettismo su tutto ciò che è "sacro", quando la società tradizionale invece insegna che l'uomo e il mondo non sono che una realtà/specchio di realtà e principi superiori, i soli a poter dettare il canone e la "misura" esemplari ai quali l'uomo e il suo cosmo devono uniformarsi.
                    Last edited by Sean; 06-07-2024, 13:58:44.
                    ...ma di noi
                    sopra una sola teca di cristallo
                    popoli studiosi scriveranno
                    forse, tra mille inverni
                    «nessun vincolo univa questi morti
                    nella necropoli deserta»

                    C. Campo - Moriremo Lontani


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                    • Ponno
                      Socialista col Rolex
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                      Originariamente Scritto da fede79 Visualizza Messaggio

                      Gran parte della colpa lì fu anche dei gruppi industriali tedeschi che appoggiarono la scalata di Hitler, altrimenti non sarebbe giunto al potere in quel modo. Fecero leva proprio sulla crisi economica (ci rubano il lavoro) ed il popolo, soprattutto la borghesia, fomentò la nascita del movimento nazista.
                      Assolutamente, ripeto è questione complessissima ma resta il fatto che senza Versailles e conseguenti crisi economiche e umiliazioni il nazismo (ed il Fascismo) non avrebbero avuto quello strabiliante sostegno popolare, senza il quale sarebbe stato pressoché impossibile impostare ciò che fu.
                      ​​
                      Originariamente Scritto da claudio96

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                      più o meno il triplo

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                      • Ponno
                        Socialista col Rolex
                        • Feb 2013
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                        Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                        Venendo un attimo al complesso argomento delle origini e della nascita del Nazionalsocialismo, è necessario, pur nei limiti di questo mezzo (impossibile qui condensare un tema tanto vasto e profondo e articolato) fare una necessaria distinzione, ovvero separare le cause storiche e contingenti che hanno permesso al Nazionalsocialismo di affermarsi e quelle afferenti la sua essenza, perchè il Nazionalsocialismo, in quanto "Idea" motrice poi di un movimento, precede le cause storiche che hanno poi permesso di portare quel movimento al potere, per cui trovo giuste sia le posizioni di Barone e sia quelle di Ponno, semplicemente perchè sono piani di analisi che solo poi la storia si occuperà di intersecare.

                        Se parliamo dell'humus storico-politico-sociale che ha consentito al Nazionalsocialismo di avere succeso e di prendere il potere, è ovvio che non si può prescindere (anche) da Versailles (perchè come dice Ponno quella conferenza da cui uscirà una pace "sciagurata" avrà un grosso peso anche nell'affermarsi del Fascismo in Italia), in quanto l'umiliazione subita dai tedeschi porterà ad un radicale malcontento che farà nascere, sotto Weimer, movimenti di ispirazione "rivoluzionaria" tesi a "vendidare" quelle condizioni di pace e miranti a riportare la Germania alla sua "grandezza" - Hitler nei suoi discorsi pre potere ci batterà molto, assieme alle sue intemerate contro gli ebrei.

                        Non solo Versailles però, ma anche il diffusamente percepito pericolo di una presa di potere dei comunisti - c'è la testimonianza, ad esempio, di Pacelli, futuro Pio XII, che da nunzio a Berlino rimarrà segnato per sempre dalla irruzione nella nunziatura di una banda comunista che lo minacciarono a pistole spianate...quindi che si fosse in cerca di un "argine" al caos e alla deriva rossa, e che le istituzioni come la Chiesa o la grande industria ad un certo punto iniziarono a guardare con "simpatia" (o come male minore) al Nazionalsocialismo, questo è pane comune ormai della storia...e d'altro canto una cosa simile accadde in Italia col Fascismo, quindi è proprio il clima di massima instabilità in Europa che favorì l'affermarsi al potere dei Fascismi.

                        C'è un piano di analisi che però precede quelle condizioni storiche che hanno fatto da detonatore e riguarda l'origine e la natura del Nazionalsocialismo, perchè come Idea che poi si concretizzerà in un movimento e dunque in un partito, essa prescinde dai presupposti storici che ne hanno favorito l'ascesa.

                        In nuce il Nazionalsocialismo è infatti presente (come potenzialità) in tutto quel movimento culturale tedesco denominato come "rivoluzione conservatrice". Il mito del cavaliere teutonico che tornerà a riportare l'ordine nel mondo in disfacimento (che si sposa con la teoria indo-aria dell' "ultimo avatara", l'eroe della fase ultima del ciclo storico, quella denominata età oscura); la Germania come patria del "genio" europeo; il Nord e la razza aria come genitrice di civiltà e di beltà; la ricerca dell' "origene", il mondo che si "oscura"...sono tutti temi presenti nei circoli letterari e poetici della Germania della seconda metà dell'Ottocento in avanti, basti pensare ad un poeta come Stefan George, che tra l'altro poi il Nazionalsocialismo cercherà di "arruolare" senza successo, così come con Junger ed altri (anche Wagner fu adottato a posteriori, in quanto assonante con certe tematiche care al Nazionalsocialismo).

                        C'è poi dell'idealismo e del romanticismo dentro, Hoelderlin fu un altro poeta che finì poi nell'immaginario di certo Nazionalsocialismo.

                        Di suo però il Nazionalsocialismo ci mise una forte, anzi direi fortissima componente razzista in senso biologico. "Di suo" non nel senso che lo ha inventato (pure qui non ha scoperto niente, il razzismo biologico ha radici lontane, nell'illuminismo e poi nel positivismo, era pane comune in occidente) ma che ne ha fatto un cardine ideologico, per cui il mito della razza - la razza biologica, e qui c'è una divaricazione con i temi cari alla rivoluzione conservatrice, che si elevava rispetto alla mera razza biologica per immettervi una componente "spirituale", per cui non basta appartenere ad una "razza eletta" a livello di sangue, occorrerebbe anche una certa inclinazione dello spirito per attivare le forze "creatrici" - il Nazionalsocialismo invece rimase ad un livello basico in questo, sfuggendogli il necessario concetto che senza spirito non si dà forma, per cui non basta possedere il "sangue" che viene da un "suolo" ma occorre poi che l'uomo si elevi dal puro sangue e suolo, perchè non si tratta di cavalli - e difatti i Germani per i Romani erano "barbari", pur provendendo dalla stesso ceppo, e mi pare fosse proprio George a invitare la "bionda bestia" ad andare a Sud, ovverosia ad immettere nell'elemento puramente e semplicemente etnico un che di differente, perchè il combinato composto potesse dare poi i felicissimi frutti che si potettero apprezzare in Grecia, in Roma.

                        E' per questo motivo che parecchi degli appartenenti alla rivoluzione conservatrice rifiutarono poi di aderire al movimento di Hitler - ma è indubbio che il Nazionalsocialismo nel suo insieme fa da collettore ad una serie di correnti e miti e idelogie ed idealità preesistenti, non ha inventato niente; il detonatore di quel collettore sarà invece il convergere di alcune condizioni storiche in un preciso tempo (quello caotico e irrisolto del post I guerra mondiale) e in un preciso luogo (l'Europa uscita a pezzi dalla guerra).
                        Solito ottimo intervento. Di Stefan George, che non conoscevo fino a non molto fa, parla un pochino Barbero nel suo intervento su Ernst Kantorowicz.
                        Originariamente Scritto da claudio96

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                        più o meno il triplo

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                        • Sean
                          Csar
                          • Sep 2007
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                          Originariamente Scritto da Ponno Visualizza Messaggio

                          Solito ottimo intervento. Di Stefan George, che non conoscevo fino a non molto fa, parla un pochino Barbero nel suo intervento su Ernst Kantorowicz.
                          George è uno degli autori fondamentali per comprendere non solo le origini del Nazionalsocialismo ma tutto il pensiero della crisi e della crisi dell'occidente. D'altra parte anche Thomas Mann apparteneva a quel filone della rivoluzione conservatrice.

                          E' di George il verso inciso nell'anello di Von Stauffenberg: finis initium. Quel verso ci aiuta a capire come deve essere letta la parola "rivoluzione" secondo quel movimento culturale e di pensiero, ovverosia non come ribaltamento dei valori ma semmai come ritorno a quei valori e all' "origine". Rivoluzione nel senso proprio del termine, cioè da un punto partire e a quel punto tornare. Questo aspetto del ritorno all'origine è anch'esso presente in certo pensiero del Nazionalsocialismo - d'altro canto il simbolo della svastica è a quello che rimanda, all'origine.

                          Si sa che quel simbolo è presente in diverse civiltà, ad occidente come ad oriente, dunque è con certezza uno dei simboli della Tradizione (maiuscola) originaria e originante, assieme a quelli del carro solare, della fenice, della croce, del cerchio irradiante ecc...

                          Però allora perchè tanti appartenenti alla rivoluzione conservatrice non aderirono (e alcuni arrivarono a contrastare) al Nazionalsocialismo? Perchè in esso vi vedevano mancante la componente spirituale, per l'appunto, riducendo il tutto ad una mera (biologica) dimostrazione di forza/volontà di potenza, quindi in senso nichilista, "notturno" e "barbarico" - quando, non dobbiamo dimenticarlo, per i fautori e seguaci della Tradizione il Nord è la Luce, cioè il polo della massima spiritualità, la "terra dell'età aurea".
                          Last edited by Sean; 06-07-2024, 15:10:01.
                          ...ma di noi
                          sopra una sola teca di cristallo
                          popoli studiosi scriveranno
                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
                          nella necropoli deserta»

                          C. Campo - Moriremo Lontani


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                          • Sean
                            Csar
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                            Le Pen: “Con Bardella revocheremo l’’uso delle armi in Russia”

                            La leader del partito francese di estrema destra Rassemblement National (Rn), Marine Le Pen, ha promesso che un primo ministro del suo partito impedirà a Kiev di usare armi a lungo raggio fornite dalla Francia per colpire la Russia. Inoltre, ostacolerà un possibile invio di soldati francesi in Ucraina. "Se Emmanuel Macron vuole inviare truppe in Ucraina e il primo ministro è contrario, allora non verranno inviate truppe in Ucraina", ha detto Le Pen in un'intervista alla Cnn

                            "L'ultima parola spetta al primo ministro", ha aggiunto. Oltre a bloccare il potenziale dispiegamento di truppe in Ucraina - ipotizzato da Macron come un modo per aumentare l'efficienza degli istruttori militari - Le Pen ha dichiarato alla Cnn che il permesso a Kiev di utilizzare all'interno della Russia missili a lungo raggio forniti dalla Francia sarebbe revocato. Macron è stato uno dei primi leader a consentire pubblicamente all'Ucraina di colpire obiettivi all'interno della Russia, ponendo le basi perché Washington facesse lo stesso. Questo ha permesso a Kiev di colpire le basi militari russe, le formazioni e l'artiglieria utilizzate per lanciare attacchi in Ucraina. Nell'intervista Le Pen ha dichiarato che la sua unica "linea rossa" sull'Ucraina è impedire che la Francia diventi un "co-belligerante" nel conflitto attraverso l'uso di missili francesi a lungo raggio contro obiettivi in territorio russo.

                            ​CorSera
                            ...ma di noi
                            sopra una sola teca di cristallo
                            popoli studiosi scriveranno
                            forse, tra mille inverni
                            «nessun vincolo univa questi morti
                            nella necropoli deserta»

                            C. Campo - Moriremo Lontani


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                            • Irrlicht
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                              Stop alle esplusioni dei migranti in Ruanda, Starmer volta pagina
                              Nella sua prima conferenza stampa da primo ministro britannico, il leader laburista ha assicurato che "non si fermerà finché non avrà realizzato il cambiamento" per il quale i cittadini lo hanno eletto
                              Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.

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                              • zuse
                                Macumbico divinatore
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                                La leader del partito francese di estrema destra Rassemblement National (Rn), Marine Le Pen, ha promesso che un primo ministro del suo partito impedirà a Kiev di usare armi a lungo raggio fornite dalla Francia per colpire la Russia. Inoltre, ostacolerà un possibile invio di soldati francesi in Ucraina. "Se Emmanuel Macron vuole inviare truppe in Ucraina e il primo ministro è contrario, allora non verranno inviate truppe in Ucraina", ha detto Le Pen in un'intervista alla Cnn

                                "L'ultima parola spetta al primo ministro", ha aggiunto. Oltre a bloccare il potenziale dispiegamento di truppe in Ucraina - ipotizzato da Macron come un modo per aumentare l'efficienza degli istruttori militari - Le Pen ha dichiarato alla Cnn che il permesso a Kiev di utilizzare all'interno della Russia missili a lungo raggio forniti dalla Francia sarebbe revocato. Macron è stato uno dei primi leader a consentire pubblicamente all'Ucraina di colpire obiettivi all'interno della Russia, ponendo le basi perché Washington facesse lo stesso. Questo ha permesso a Kiev di colpire le basi militari russe, le formazioni e l'artiglieria utilizzate per lanciare attacchi in Ucraina. Nell'intervista Le Pen ha dichiarato che la sua unica "linea rossa" sull'Ucraina è impedire che la Francia diventi un "co-belligerante" nel conflitto attraverso l'uso di missili francesi a lungo raggio contro obiettivi in territorio russo.

                                ​CorSera
                                Cuginetto Bardy! ❤️


                                Originariamente Scritto da Sean
                                mi attacco ai tuoi pantaloni o te lo infilo a forza in gola




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