Ucraina, c’è l’ipotesi di militari Nato a Kiev
Il tema aleggia sul vertice convocato da Emmanuel Macron a Parigi. Dopo il voto in Ungheria, la Svezia entra nell’Alleanza. Scholz è cauto: no alla fornitura di Taurus tedeschi
Al vertice straordinario sull’Ucraina il presidente francese Emmanuel Macron usa toni drammatici e cerca di far passare due messaggi. Alla Russia: non siamo stanchi, non vincerete. Agli europei: siamo tutti minacciati, rischiamo tutti di venire aggrediti da Mosca, è il momento di un salto di qualità nell’aiuto a Kiev e a noi stessi.
«Tutti o quasi i Paesi rappresentati a questo tavolo lo hanno detto. (…) L’analisi collettiva è che, da adesso a qualche anno, bisogna prepararsi al fatto che la Russia attaccherà questi stessi Paesi. In gioco oggi c’è la sicurezza di tutti». I 28 Paesi rappresentati al tavolo, quelli che presto potrebbero essere attaccati dalla Russia, sono innanzitutto quelli dell’Unione europea — oltre alla Francia, la Germania del cancelliere Scholz, la Spagna del premier Pedro Sánchez, l’Italia rappresentata dal viceministro Edmondo Cirielli — più Stati Uniti e Canada.
L’Eliseo ha organizzato in fretta il vertice straordinario perché dopo due anni di bombardamenti russi, di battaglie sul campo e di riunioni di sostegno all’Ucraina, la Russia è in posizione di vantaggio. Quindi bisogna inviare più armi, fare arrivare davvero quelle promesse da mesi, e anche inventarsi qualcosa di nuovo. Così si arriva al grande tabù che non è più davvero tale, ovvero l’invio di militari europei in Ucraina.
Domenica nel corso di un briefing preparatorio una fonte dell’Eliseo non ha voluto escludere in linea di principio questa eventualità, pur ribadendo l’altro principio fondamentale, «nessuno vuole entrare in guerra contro la Russia». Prima di arrivare a Parigi ieri il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha sentito il bisogno di assicurare che «non ci saranno soldati tedeschi sul suolo ucraino». Il che dimostra che altri ci stanno forse pensando, e che comunque il tema è sul tavolo di discussione.
La conferma arriva dal premier slovacco, il populista Robert Fico, che partecipa al vertice su posizioni filo-russe simili a quelle dell’ungherese Viktor Orbán, assente.
«Molti Stati membri della Nato e dell’Unione europea stanno pensando di inviare i loro soldati sul territorio dell’Ucraina su base bilaterale — ha detto Fico prima dell’inizio del vertice —, e non posso neanche immaginarlo. So quel che faranno, ma questa è un’informazione riservata. Questa decisione provocherà un’enorme escalation della tensione, è una riunione di combattimento, vogliono solo che la strage continui».
Il cancelliere Scholz, irritato per le accuse di non fare abbastanza e forse per la voglia francese di fare di più, aggiunge che non invierà neppure i sistemi missilistici a lungo raggio Taurus, attesi da mesi. Regno Unito e Francia forniranno all’Ucraina i loro Storm Shadow e Scalp, ma «i Taurus sono un’arma molto potente, e quello che viene fatto per il controllo del bersaglio da parte dei britannici e dei francesi non può essere fatto in Germania. Non ci faremo coinvolgere in una guerra con la Russia».
Intanto la Svezia entra finalmente nella Nato mettendo fine a 200 anni di neutralità, dopo il via libera dei deputati ungheresi, e il presidente ucraino Zelensky non esclude che oltre ai missili Scalp la Francia fornisca all’Ucraina anche i caccia Mirage.
CorSera
Il tema aleggia sul vertice convocato da Emmanuel Macron a Parigi. Dopo il voto in Ungheria, la Svezia entra nell’Alleanza. Scholz è cauto: no alla fornitura di Taurus tedeschi
Al vertice straordinario sull’Ucraina il presidente francese Emmanuel Macron usa toni drammatici e cerca di far passare due messaggi. Alla Russia: non siamo stanchi, non vincerete. Agli europei: siamo tutti minacciati, rischiamo tutti di venire aggrediti da Mosca, è il momento di un salto di qualità nell’aiuto a Kiev e a noi stessi.
«Tutti o quasi i Paesi rappresentati a questo tavolo lo hanno detto. (…) L’analisi collettiva è che, da adesso a qualche anno, bisogna prepararsi al fatto che la Russia attaccherà questi stessi Paesi. In gioco oggi c’è la sicurezza di tutti». I 28 Paesi rappresentati al tavolo, quelli che presto potrebbero essere attaccati dalla Russia, sono innanzitutto quelli dell’Unione europea — oltre alla Francia, la Germania del cancelliere Scholz, la Spagna del premier Pedro Sánchez, l’Italia rappresentata dal viceministro Edmondo Cirielli — più Stati Uniti e Canada.
L’Eliseo ha organizzato in fretta il vertice straordinario perché dopo due anni di bombardamenti russi, di battaglie sul campo e di riunioni di sostegno all’Ucraina, la Russia è in posizione di vantaggio. Quindi bisogna inviare più armi, fare arrivare davvero quelle promesse da mesi, e anche inventarsi qualcosa di nuovo. Così si arriva al grande tabù che non è più davvero tale, ovvero l’invio di militari europei in Ucraina.
Domenica nel corso di un briefing preparatorio una fonte dell’Eliseo non ha voluto escludere in linea di principio questa eventualità, pur ribadendo l’altro principio fondamentale, «nessuno vuole entrare in guerra contro la Russia». Prima di arrivare a Parigi ieri il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha sentito il bisogno di assicurare che «non ci saranno soldati tedeschi sul suolo ucraino». Il che dimostra che altri ci stanno forse pensando, e che comunque il tema è sul tavolo di discussione.
La conferma arriva dal premier slovacco, il populista Robert Fico, che partecipa al vertice su posizioni filo-russe simili a quelle dell’ungherese Viktor Orbán, assente.
«Molti Stati membri della Nato e dell’Unione europea stanno pensando di inviare i loro soldati sul territorio dell’Ucraina su base bilaterale — ha detto Fico prima dell’inizio del vertice —, e non posso neanche immaginarlo. So quel che faranno, ma questa è un’informazione riservata. Questa decisione provocherà un’enorme escalation della tensione, è una riunione di combattimento, vogliono solo che la strage continui».
Il cancelliere Scholz, irritato per le accuse di non fare abbastanza e forse per la voglia francese di fare di più, aggiunge che non invierà neppure i sistemi missilistici a lungo raggio Taurus, attesi da mesi. Regno Unito e Francia forniranno all’Ucraina i loro Storm Shadow e Scalp, ma «i Taurus sono un’arma molto potente, e quello che viene fatto per il controllo del bersaglio da parte dei britannici e dei francesi non può essere fatto in Germania. Non ci faremo coinvolgere in una guerra con la Russia».
Intanto la Svezia entra finalmente nella Nato mettendo fine a 200 anni di neutralità, dopo il via libera dei deputati ungheresi, e il presidente ucraino Zelensky non esclude che oltre ai missili Scalp la Francia fornisca all’Ucraina anche i caccia Mirage.
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