Cronaca e politica estera [Equilibri mondiali] Thread unico.

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    Inculamelo: l'ottavo nano...quello gay
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    ah ma quindi riallocazione è una traduzione del cavolo, intendevano dire annessione o comunque controllo politico di Israele sulla striscia
    la riallocazione è un'altra cosa

    cmq è assurdo che gli israeliani non abbiano pensato prima all'idea della zona cuscinetto tra loro e la Striscia (una no-go zone di qualche km presidiata solo dai militari)
    è assurdo avere i civili a 2 passi dalla striscia
    Originariamente Scritto da SPANATEMELA
    parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
    Originariamente Scritto da GoodBoy!
    ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


    grazie.




    PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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    • Sean
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      I dissidi con Netanyahu, gli sgarbi di Erdogan. Così la diplomazia Usa si ritrova con le armi spuntate

      In un mondo sempre più multipolare, per il leader americano è sempre più difficile mantenere gli equilibri internazionali. E Washington non riesce a incidere sulla crisi in Medio Oriente

      Il leader turco Erdogan che rifiuta di incontrare il segretario di Stato Usa Antony Blinken, irritato per il sostegno di Washington a Israele. L’incontro del ministro degli Esteri di Biden col capo dell’Autorità palestinese della Cisgiordania che dura meno di un’ora: dialogo compromesso dal dissenso sul nodo chiave del cessate il fuoco. Il presidente degli Stati Uniti, unico alleato strategico di Israele, che lunedì incassa un altro «no» secco di Netanyahu alla richiesta, non di un cessate il fuoco, ma di momentanee pause umanitarie a Gaza. Dove, nonostante il Pentagono solleciti l’uso di armi meno distruttive e più mirate ai corridoi sotterranei di Hamas, continuano a piovere bombe da novecento chili, le più potenti dell’arsenale convenzionale israeliano, mai pensate per l’uso in una guerra urbana.

      L’offensiva diplomatica americana sembra essere andata a vuoto: la superpotenza non riesce a ottenere una correzione di rotta dal Paese che sostiene con forniture militari per quasi 4 miliardi di dollari all’anno e subisce uno sgarbo dal leader di un Paese partner della Nato.

      Joe Biden, convinto che sarà ricordato dai posteri per come ha cercato di riportare ordine nell’Occidente e nei rapporti internazionali dopo la tempestosa era Trump, deve prendere atto dei limiti della capacità americana di incidere in varie aree del mondo. Le fiamme mediorientali si aggiungono ai guai ucraini, l’altro conflitto che avrebbe dovuto definire la sua eredità politica internazionale. Biden ha difeso l’indipendenza di Kiev, rinsaldato i legami occidentali, rilanciato e allargato la Nato, costretto Putin a rinunciare alle sue mire imperiali, ma ora la guerra in Europa orientale è in stallo e la Casa Bianca è stretta tra Zelensky che rifiuta compromessi e un Congresso che fa sempre più fatica a votare pacchetti di aiuti militari senza vedere una strada che può portare alla fine del conflitto.

      In un mondo sempre più multipolare, con nuove potenze regionali spregiudicate (la Turchia che è nella Nato ma non sanziona la Russia, dialoga con Putin ma fornisce all’Ucraina droni da usare contro Mosca basati su tecnologie ottenute da Israele, ora nemico giurato) o pronte a servirsi di entità non statali (l’Iran che usa gli Hezbollah del Libano, gli Houthi in Yemen e, in parte, anche Hamas) per lanciare offensive «per procura», per l’America è sempre più difficile mantenere gli equilibri dell’ordine internazionale.

      Un ordine sopravvissuto al crollo dell’impero sovietico, ma ora fortemente danneggiato da due fattori: il progressivo spostamento degli equilibri verso l’Asia e il Sud del mondo e l’incapacità dell’Occidente di valorizzare, anche al suo interno, l’importanza di un ruolo planetario che non è solo economico, ma anche di stabilità legata al rispetto dei diritti umani e di valori democratici. Abbiamo cercato di portarli (con scarso successo) nelle società tribali, mentre oggi, anche a causa delle tecnologie digitali, andiamo verso la tribalizzazione delle società democratiche.

      In un mondo così conflittuale e frammentato, per gli Usa (alle prese con alleati che dubitano della tenuta di Biden, mentre Mosca e Pechino attendono il ritorno di Trump) è importante, prima ancora che risolvere i conflitti, evitare la loro estensione e un coinvolgimento delle forze militari americane di stanza in Medio Oriente. Qui, pur in una fase molto negativa, gli incontri di Blinken coi Paesi arabi e l’Autorità palestinese possono aver dato un contributo ai tentativi di evitare che le mine innescate da Hamas per incendiare il mondo arabo deflagrino in modo ancor più violento.

      CorSera











      ...ma di noi
      sopra una sola teca di cristallo
      popoli studiosi scriveranno
      forse, tra mille inverni
      «nessun vincolo univa questi morti
      nella necropoli deserta»

      C. Campo - Moriremo Lontani


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        L’ex premier di Israele Olmert: «Si rischia una guerra regionale per colpa dei fanatici al governo

        L’ex leader del partito Kadima: «Netanyahy e i ministri estremisti vogliono annettersi i territori occupati. Invece nella Striscia serve una forza internazionale. Se vogliamo esistere dobbiamo separarci dai palestinesi»

        «Corriamo il pericolo gravissimo che Benjamin Netanyahu e i suoi alleati fanatici approfittino della crisi di Gaza per scacciare i palestinesi da tutti i territori occupati. Rischiamo la guerra regionale per questi messianici criminali». A 78 anni Ehud Olmert parla a cuore aperto. «Dobbiamo fermarli, vanno anche contro la maggioranza dei cittadini israeliani, mi appello alla comunità internazionale che ci aiuti a farlo», esclama colui che per lungo tempo è stato tra i leader della destra nazionalista del partito Likud.

        Netanyahu e il suo governo una minaccia per Israele?
        «Certo, lui e ministri estremisti religiosi come Bezalel Smotrich e Itamar Ben-Gvir non considerano la guerra di Gaza come un modo per distruggere Hamas, bensì la usano come un corridoio per creare il caos, la fine dei tempi che per loro è parte di un disegno divino, approfittarne per buttare all’estero i palestinesi dei territori occupati e quindi annetterli finalmente allo Stato ebraico. Nei loro disegni anche gli arabi israeliani dovrebbero essere scacciati».

        La soluzione?
        «Israele deve annunciare subito che alla fine della battaglia contro Hamas è disposto a ritirare immediatamente le proprie truppe da Gaza a favore dell’arrivo di una forza di pace internazionale destinata ad assumere il controllo per un tempo limitato. Allo stesso tempo, va reso noto che noi siamo pronti a riprendere i negoziati per la partizione della terra e la creazione di uno Stato palestinese. Ora più che mai è necessaria una soluzione politica. Solo così la comunità internazionale potrà sostenere la nostra battaglia contro Hamas».

        Che tipo di forza internazionale?
        «Per esempio quella che comprende le truppe Nato, con il contingente italiano, nel Libano meridionale».

        Quindi smantellare le colonie ebraiche della Cisgiordania?
        «Assolutamente sì. Noi ci terremo circa il 4,4 per cento delle terre occupate nel 1967, specie quelle nella zona di Gerusalemme e compenseremo i palestinesi con altre terre. Hanno tutti i diritti di avere la loro capitale a Gerusalemme est. Le zone sensibili come le moschee sulla spianata dal Tempio dovranno essere amministrate da un ente internazionale composto da cinque nazioni: Arabia Saudita, Giordania, Autorità palestinese, Israele e Stati Uniti sotto gli auspici delle Nazioni Unite. E la questione profughi va trattata nel contesto dell’iniziativa di pace israeliana. Ciò oltretutto isolerà Hamas, che è un gruppo estremista nemico della pace e nemico anche del popolo palestinese, oltreché di tutto il mondo arabo moderato. L’Egitto, la Giordania e gli altri governi arabi che adesso condannano il nostro attacco su Gaza in realtà pregano segretamente che si distrugga Hamas una volta per tutte».

        Quindi si devono sradicare mezzo milione di coloni?
        «Resteranno nelle loro case di Gerusalemme est, oltre a Ariel, Gush Etzion e Maale Adumim, ciò significa che dovremo spostare circa 200.000 coloni che andranno nelle zone destinate allo scambio territoriale».

        Ma lei sa bene che oggi lo Stato palestinese è impossibile, le colonie ebraiche sono ovunque e Abu Mazen è debole, corrotto, marginalizzato.
        «Se vogliamo esistere come Stato democratico dobbiamo separarci dai palestinesi. Non abbiamo alternativa: non vogliamo l’apartheid, non vogliamo l’espulsione forzata, vogliamo il nostro Stato più piccolo ma sicuro».

        Che fare di Hamas e della Jihad?
        «Vanno distrutte, non vogliono la pace e non cercano la coesistenza. Ai loro occhi noi siamo parte della civiltà occidentale che va combattuta. Nel 2005 noi ci siamo ritirati da Gaza e guardate cosa hanno fatto: il giorno dopo hanno iniziato a costruire gli arsenali di razzi da spararci contro».

        Come legge il 7 ottobre?
        «Un punto di svolta. Noi israeliani dobbiamo essere meno arroganti, più modesti. Abbiamo sottovalutato i nostri nemici. Pensavamo di avere l’esercito più forte e sono arrivati quelli di Gaza in ciabatte e ci hanno massacrato. Dobbiamo capire i nemici e fare delle scelte di fondo. Siamo a un bivio, servono risposte politiche».

        CorSera
















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          In Israele qualcuno come Olmert ancora ragiona secondo criteri non di oscurantismo biblico ma col lume dell'umanità e della coscienza.

          Il disegno dei fanatici fondamentalisti che governano il criminale ed illegale stato sionista è infatti chiaro: approfittare di questa guerra per occupare la Striscia di Gaza, evacuare da essa quanti più palestinesi possibile, depredare altra terra palestinese e "colonizzarla", perseguendo quel mitico sogno del "grande regno di Israele".

          Anche gli Stati Uniti hanno avvisato quel gruppo di lupi famelici al governo: "non occuperete Gaza e non prenderete quella terra". Biden però, oltre che confuso, è anche debole: la leadership americana non è più il collante alle crisi del mondo, un mondo che finalmente si va scomponendo in tante macro aree, così che l'occidente non può più parlare, riferendosi a sè, a nome del "mondo".

          Israele è una colonia americana: esiste in quanto gli Stati Uniti la finanziano, l'appoggiano, la foraggiano, ne coprono i misfatti. Nel loro delirio di onnipotenza i sionisti credono di avere dalla loro parte una potenza celeste che li riveste dall'alto, pensano di star perseguendo un disegno divino, dimenticandosi che l'unica superiore entità che hanno sopra alla testa è quella degli Stati Uniti e che il disegno lo possono scarabocchiare finchè l'America ti dice fino a dove e come unire i puntini.
          Last edited by Sean; 08-11-2023, 09:41:21.
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            [Dichiarazione congiunta finale dei Ministri degli Esteri del G7:

            "Ribadiamo la nostra forte opposizione a qualsiasi tentativo unilaterale di modificare lo status pacificamente stabilito dei territori con la forza o la coercizione in qualsiasi parte del mondo. Tali tentativi minano lo stato di diritto, che protegge tutte le nazioni, soprattutto quelle vulnerabili, così come la sicurezza globale e la dignità umana. Condanniamo inequivocabilmente gli attacchi terroristici di Hamas e altri in tutto Israele iniziati il 7 ottobre 2023, nonché gli attacchi missilistici in corso contro Israele. Sottolineiamo il diritto di Israele a difendere se stesso e il suo popolo in conformità con il diritto internazionale nel tentativo di prevenire che ciò si ripeta. Chiediamo il rilascio immediato di tutti gli ostaggi senza precondizioni.
            L'aumento della violenza estremista commessa dai coloni contro i palestinesi è inaccettabile, mina la sicurezza in Cisgiordania e minaccia le prospettive di una pace duratura. I membri del G7, insieme ai partner della regione, stanno lavorando intensamente per evitare che il conflitto si inasprisca ulteriormente e si diffonda più ampiamente. Stiamo anche lavorando insieme, anche imponendo sanzioni o altre misure, per negare ad Hamas la capacità di raccogliere e utilizzare fondi per compiere atrocità. I membri del G7 sono impegnati a lavorare a stretto contatto con i partner per preparare soluzioni sostenibili a lungo termine per Gaza e il ritorno a un processo di pace più ampio in linea con i parametri concordati a livello internazionale. Sottolineiamo che una soluzione a due Stati, che prevede che Israele e uno Stato palestinese vivano fianco a fianco in pace, sicurezza e riconoscimento reciproco, rimane l'unica via verso una pace giusta, duratura e sicura".]
            (Ansa)​
            Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.

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              Gaza City, isolato l’ospedale: 40mila rifugiati in trappola senza farmaci e carburante

              ​I detriti di un bombardamento hanno bloccato l’accesso. A corto di elettricità, i medici scelgono chi operare e salvare

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                Sean ma ricordo male o c'era un utente che viveva in israele? Alberto?

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                  Credo libano o giordania
                  Originariamente Scritto da Pesca
                  lei ti parla però, ti saluta, è gentile, sei tu la merda hunt

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                    Guterres: «A Gaza il numero di bambini morti supera qualunque guerra»
                    Il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha paragonato il numero di bambini uccisi a Gaza con il bilancio dei conflitti nel mondo di cui dà conto ogni anno al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. «Ogni anno, il numero più alto di uccisioni di bambini da parte di qualsiasi attore in tutti i conflitti a cui assistiamo è al massimo di centinaia», ha detto Guterres a Reuters Next. «In pochi giorni a Gaza abbiamo migliaia e migliaia di bambini uccisi, il che significa che c’è anche qualcosa di chiaramente sbagliato nel modo in cui vengono condotte le operazioni militari», ha sottolineato.

                    Guterres: «Morti a Gaza mostrano che c’è qualcosa di errato»
                    «Ci sono violazioni da parte di Hamas quando usa scudi umani. Ma quando si guarda il numero di civili che sono stati uccisi durante le operazioni militari, c’è qualcosa che è chiaramente sbagliato»: lo ha detto il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres a Reuters Next, come si legge sul sito dell’agenzia. «È anche importante far capire a Israele - ha aggiunto - che è contro i suoi interessi vedere ogni giorno la terribile immagine dei drammatici bisogni umanitari del popolo palestinese. Ciò non aiuta Israele in relazione all’opinione pubblica globale».

                    CorSera









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                      Ue: «No alla presenza di Israele per sicurezza di Gaza»
                      «Innanzitutto Gaza non può essere un rifugio per i terroristi e non può essere governata dalle organizzazioni terroristiche. Ci deve essere un’unica autorità palestinese. Non ci deve essere alcuna presenza di lungo termine di Israele per la sicurezza di Gaza, il territorio di Gaza non può essere amputato o ridotto. Allo stesso tempo non ci può essere uno sfollamento forzato» dei palestinesi. Lo ha detto la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen parlando all’Eurocamera di quelle che considera le sue priorità per un piano politico successivo alla guerra in Medio Oriente.

                      Michel: «L’assedio di Gaza non rispetta le leggi umanitarie»
                      «Nulla può giustificare quanto successo. Non possiamo permettere che si ripeta mai più un attentato terroristico come quello di Hamas. Hamas non deve avere il futuro al governo di Gaza». Lo ha detto il presidente del Consiglio Charles Michel parlando all’Eurocamera. «Il diritto di Israele di difendersi deve essere in linea con le leggi internazionali e umanitarie. Un assedio di Gaza non lo è. Chiediamo delle pause umanitarie, più la situazione peggiora più sarà difficile avere una pace duratura», ha sottolineato Michel spiegando che, alla conferenza di Parigi di domani, «concorderemo un maggior sostegno» per i palestinesi.

                      CorSera









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                        [Von der Leyen:
                        "Dieci anni dopo le proteste di Maidan, dove alcune persone sono state uccise perché si erano avvolte in una bandiera europea, è un giorno storico perché la Commissione raccomanda al Consiglio di aprire i negoziati di adesione con l'Ucraina e la Moldavia. Raccomanda inoltre l'apertura dei negoziati di adesione all'Ue con la Bosnia-Erzegovina, una volta raggiunto il necessario grado di conformità ai criteri di adesione. E raccomanda al Consiglio di concedere alla Georgia lo status di Paese candidato a patto che vengano intraprese alcune riforme"
                        Per la leader Ue, l'Ucraina "ha completato ben oltre il novanta per cento delle misure necessarie" indicate nella relazione delle scorso anno. Nel dettaglio, dal rapporto sull'Allargamento emerge che Kiev abbia raggiunto quattro punti sui sette richiesti: la composizione della Corte costituzionale e del Consiglio superiore di giustizia (il primo e il secondo step);
                        la legge sull'antiriciclaggio (quarto step)
                        la legge sui media (settimo step).
                        Risultano ancora da completare i passi che riguardano la lotta contro la corruzione (terzo step); la legge contro gli oligarchi (quinto step); e la finalizzazione del quadro per la tutela delle minoranze (settimo step). E proprio dalla tutela delle minoranze potrebbero emergere i primi ostacoli in vista del vertice Ue di dicembre]
                        (Agi)
                        Last edited by Irrlicht; 09-11-2023, 10:33:56.
                        Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.

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                          L'Ucraina non entrerà mai. E' tutto fumo per tenerli buoni. Ormai campano di speranze e visioni escatologiche ("la vittoria totale"; "l'ingresso in UE", "l'ingresso nella Nato") che vengono posposte nelle indeterminatezze dei "tempi a venire".
                          ...ma di noi
                          sopra una sola teca di cristallo
                          popoli studiosi scriveranno
                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
                          nella necropoli deserta»

                          C. Campo - Moriremo Lontani


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                          • KURTANGLE
                            Inculamelo: l'ottavo nano...quello gay
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                            • Borgo D'io
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                            Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                            L'Ucraina non entrerà mai. .

                            sai che non sono sicuro?
                            Chiaro che non avverrà a guerra in corso....ma dopo la fine della guerra io li vedo nella UE e nella NATO
                            alla fine se entra la Moldavia non vedo perché non possa entrare l'Ucraina....stiamo raccattando di tutto
                            Originariamente Scritto da SPANATEMELA
                            parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
                            Originariamente Scritto da GoodBoy!
                            ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


                            grazie.




                            PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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                            • X3me
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                              - Climber
                              - ex Istruttore
                              - ex P.Trainer AFFWA

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                                Ogni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.
                                Originariamente Scritto da Bob Terwilliger
                                Di solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.

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