Originariamente Scritto da M K K
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Cronaca e politica estera [Equilibri mondiali] Thread unico.
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[Bombe russe nel Kherson.
Un morto.
Il premier slovacco Fico, dopo l'insediamento ufficiale del suo Governo, annuncia che la Slovacchia non fornirà più armi all'Ucraina, ma continueranno gli aiuti civili e umanitari]
(Riassunto fonti Ansa)Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.
"Un acceso silenzio brucerà la campagna
come i falò la sera."
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In Russia parrebbero girare voci sulla dipartita di Putin.
Ovviamente nulla di verificato, etc, etc.Originariamente Scritto da SeanTu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
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Originariamente Scritto da marcu9 Visualizza MessaggioIn Russia parrebbero girare voci sulla dipartita di Putin.
Ovviamente nulla di verificato, etc, etc.Ogni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.Originariamente Scritto da Bob TerwilligerDi solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.
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Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.
"Un acceso silenzio brucerà la campagna
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incredibile come sia sopravvissuto tutti questi anniOriginariamente Scritto da Marco pli 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.Originariamente Scritto da master wallaceIO? Mai masturbato.Originariamente Scritto da master wallaceIo sono drogato..
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Altro che geopolitica. Ecco di cosa parliamo
Alessandro Sallusti
Nei salotti televisivi, in quelli domestici e nelle piazze si discute a volte animatamente, e spesso a vanvera, della guerra in corso tra israeliani e palestinesi. C'è chi tifa apertamente per i secondi, chi prende le distanze dai massacri con un «ma Israele» che alle nostre orecchie suona stonato; c'è chi fa partire il problema dall'origine la fondazione dello Stato ebraico nel 1948 chi rispolvera le precedenti guerre, la stagione dell'intifada, gli accordi di Oslo sui «due popoli e due stati», insomma si spolpa la storia in cerca di appigli per sostenere la propria tesi.
Tutto legittimo, ma poi una mattina, ieri mattina, il governo israeliano diffonde un manifesto (che qui riproduciamo rinunciando alla tradizionale formula della prima pagina) con le faccine e i nomi dei ventotto bambini età tra i nove mesi e i diciassette anni che i terroristi di Hamas hanno strappato alle loro famiglie, alcune sterminate al momento del sequestro, e ora tengono prigionieri chissà dove. E allora ecco che di fronte a questo manifesto la storia non serve più a nulla, qui bisogna fare i conti con la cronaca. Guardate bene queste ventotto facce: di questo stiamo parlando e di questo dobbiamo continuamente parlare senza farci distrarre da dotte discussioni di geopolitica. Liberare questi innocenti non può essere un di cui della questione, bensì deve essere la questione principale, direi pregiudiziale a qualsiasi ragione vera o presunta, perché questi non sono prigionieri militari e neppure politici, sono solo bambini indifesi e molti di loro non sanno neppure di essere ebrei né che cosa sia Israele.
In queste due settimane di guerra centinaia, forse migliaia di bambini sono morti su entrambi i fronti. La differenza è che quelli israeliani sono stati raggiunti casa per casa e volutamente uccisi, alcuni sgozzati, mentre quelli palestinesi sono rimasti uccisi nei bombardamenti di obiettivi militari, il che non attenua certamente dolore e rabbia ma sta sulla coscienza di chi ha voluto scatenare questo attacco, non di chi l'ha subito. Chi continua a pronunciare la parola «pace» prescindendo dalla sorte di questi ventotto innocenti non sa di che cosa parla. O forse lo sa ma gli va bene così.
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Originariamente Scritto da Arturo Bandini Visualizza MessaggioAltro che geopolitica. Ecco di cosa parliamo
Alessandro Sallusti
Nei salotti televisivi, in quelli domestici e nelle piazze si discute a volte animatamente, e spesso a vanvera, della guerra in corso tra israeliani e palestinesi. C'è chi tifa apertamente per i secondi, chi prende le distanze dai massacri con un «ma Israele» che alle nostre orecchie suona stonato; c'è chi fa partire il problema dall'origine la fondazione dello Stato ebraico nel 1948 chi rispolvera le precedenti guerre, la stagione dell'intifada, gli accordi di Oslo sui «due popoli e due stati», insomma si spolpa la storia in cerca di appigli per sostenere la propria tesi.
Tutto legittimo, ma poi una mattina, ieri mattina, il governo israeliano diffonde un manifesto (che qui riproduciamo rinunciando alla tradizionale formula della prima pagina) con le faccine e i nomi dei ventotto bambini età tra i nove mesi e i diciassette anni che i terroristi di Hamas hanno strappato alle loro famiglie, alcune sterminate al momento del sequestro, e ora tengono prigionieri chissà dove. E allora ecco che di fronte a questo manifesto la storia non serve più a nulla, qui bisogna fare i conti con la cronaca. Guardate bene queste ventotto facce: di questo stiamo parlando e di questo dobbiamo continuamente parlare senza farci distrarre da dotte discussioni di geopolitica. Liberare questi innocenti non può essere un di cui della questione, bensì deve essere la questione principale, direi pregiudiziale a qualsiasi ragione vera o presunta, perché questi non sono prigionieri militari e neppure politici, sono solo bambini indifesi e molti di loro non sanno neppure di essere ebrei né che cosa sia Israele.
In queste due settimane di guerra centinaia, forse migliaia di bambini sono morti su entrambi i fronti. La differenza è che quelli israeliani sono stati raggiunti casa per casa e volutamente uccisi, alcuni sgozzati, mentre quelli palestinesi sono rimasti uccisi nei bombardamenti di obiettivi militari, il che non attenua certamente dolore e rabbia ma sta sulla coscienza di chi ha voluto scatenare questo attacco, non di chi l'ha subito. Chi continua a pronunciare la parola «pace» prescindendo dalla sorte di questi ventotto innocenti non sa di che cosa parla. O forse lo sa ma gli va bene così.
Quella dei bambini, anche.
Ma lascio un commento che trascende dal come la pensi chi ha scritto l'articolo o chicchessia.
È di una demagogia notevoleSpesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.
"Un acceso silenzio brucerà la campagna
come i falò la sera."
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Sallusti scrive delle boiate incommentabili sfiorando l'abominio, il doppiopesismo ed il razzismo.
Prima dice di non accettare quelli che: "Hamas sono terroristi ma Israele ecc..." e poi, in maniera oscena, fa una differenza tra il sequestro dei bambini ebrei e le uccisioni dei bambini palestinesi, perchè i primi "sono stati cercati casa per casa" e i secondi "vittime collaterali di obiettivi militari": ah sì?
Quindi Israele, contro ogni norma umanitaria e internazionale, con la scusa degli "obiettivi militari" può fare strage indiscriminata di civili, bambini compresi? Colpire mercati, chiese, ospedali, case? Non vengono anche quei bambini palestinesi strappati alle loro case, assieme alla loro vita?
L'Unicef in due settimane di bombardamenti indiscriminati conta 2360 bambini morti: https://www.unicef.it/media/conflitt...e-in-ostaggio/ e Sallusti ha il coraggio di riproporre la propaganda sionista delle foto dei 28 bambini rapiti?
2360 bambini uccisi contro i 28. Va bene che per Sallusti quelli israeliani evidentemente sono degli "eletti", per cui magari, per compensare, a fronte di un rapito se ne devono ammazzare 80, la vita di un bambino israeliano ne vale 80 di quelli palestinesi, cioè, per definizione dei sionisti, degli "animali parlanti", ma se in due anni di guerra in Ucraina (fonte Kiev: https://www.repubblica.it/esteri/202...37480-P4-S1-T1) sono stati uccisi dai "cattivissimi russi" 510 minori, e qua in Palestina siamo a 2360 bambini trucidati in due settimane, forse Sion non sta replicando ad un attacco terroristico ma sterminando una intera popolazione, secondo un ben preciso intento che va al di là del target contro Hamas al quale solo un allucinante Sallusti (e suoi compari) può credere o propagandare.Last edited by Sean; 27-10-2023, 13:33:37....ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
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Arturo ma vaffancul0 te e Sallusti. Demagogia spicciola e continuo meming di ogni problema che porta a solo altra polarizzazioneOriginariamente Scritto da claudio96
sigpic
più o meno il triplo
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sarà anche come dite voi, e più volte mi sono posto il dubbio, ma poi guardi cosa dicono i politici e gli opinionisti in italia e in tutto il mondo, e neanche la schlein difende le ragioni dei palestinesi, è rimasto Di Battista in italia, e viene visto con sdegno. Ovunque è così: in usa in uk e ovunque, chi dice "sì ma hamas..." viene additato come un individuo immorale. Ora può anche darsi che sia così, e vorrà dire che gli unici buoni e sinceri sono Di Battista, Orsini e Potere al Popolo.
Il problema è questo sean: non sono "solo un allucinato sallusti e compari". Sono tutti. E poi dall'altra parte Di Battista e compari
Gli arabi sbagliano a fidarsi di "Dibba" Vittorio Feltri
sono contento per Alessandro Di Battista il quale, come il suo ex collega di partito, Luigi Di Maio, ha più successo in Medio Oriente che in casa. Sai come si dice...: «Nemo propheta in patria». Certo, lo avremmo preferito falegname, o animatore nei villaggi turistici, attività che svolgeva prima di essere eletto alla Camera dei deputati nel 2013, o avventuriero con lo zaino sulle spalle a zonzo per il mondo e impegnato a farci le prediche da ogni latitudine, attività che ha svolto una volta conclusosi il suo mandato, invece Alessandro Di Battista, due braccia strappate all'artigianato o alle segherie italiane afflitte dalla carenza di personale, è diventato idolo di massa nei Paesi islamici per il suo sostegno ad Hamas e alla Palestina, tanto che i suoi dibattiti e le sue disamine audio-video vengono trasmessi con sottotitoli in arabo. E saremmo curiosi di sapere come egli venga presentato, cioè introdotto, dal momento che in patria è il Signor Nessuno.
Del resto, il cinquestelle cadente, anzi no, scadente, anni fa arrivò a dichiarare che «l'Isis va compreso», insomma i terroristi islamici sono cattivi ragazzi ma hanno, dopotutto, le loro buone ragioni che noi ragionevoli cristiani non conosciamo. E che dire del suo appoggio ai gilet gialli nel momento in cui mettevano a ferro e fuoco Parigi e la Francia tutta? Alessandro è così: ha la capacità straordinaria di stare sempre dalla parte sbagliata, ossia di chi adopera la violenza come ordinario strumento di pressione e di potere. Nel marzo del 2022, ospite nel programma Di Martedì, spiegò che, se diamo le armi all'Ucraina per difendersi da Putin, anzi dai «missili supersonici russi» (sic!, anziché ipersonici), allora sarebbe giusto fornirle anche ai palestinesi «senza Stato per colpa dell'ipocrita comunità internazionale». Il rivoluzionario (con il sedere degli altri) Dibba, uno che per intenderci è convinto che la nostra Costituzione sia stata «approvata a suffragio universale nel 1948» e che ritiene che «Mario Draghi non capisce nulla di politica e nemmeno di economia», se la prende se osi parlargli sopra in uno degli show televisivi in cui è troppo spesso ospite replicando con un congiuntivo maccheronico alla Gigi Di Maio: «Lei non mi interrompi». Ci sfugge il motivo per il quale il Dibba seguiti ad intervenire nel dibattito pubblico dispensando troppo generosamente le sue perle (o supposte) di saggezza. A che titolo blatera? Non è un politico. Al massimo, lo fu, per qualche annetto. Non è un esperto. Non lo è mai stato e mai lo sarà, sebbene a tale si sia atteggiato. Non è un intellettuale. Non è un giornalista. Non è un politologo. È un rompipalle conclamato e pluridecorato, sì, ma questo non ci sembra faccia curriculum. Che l'ex grillino sia stato promosso difensore della causa dei terroristi antisemiti di Hamas non dovrebbe tuttavia stupirci, ove consideriamo che Dibba è uno che in aula ha confuso Austerlitz con Auschwitz, salvo scusarsi poi su Facebook. «Macron piace a tutti quanti voi come se fosse Napoleone, ma almeno quello combatteva sui campi ad Auschwitz e non nei cda delle banche d'affari», affermò Di Battista nel 2017.
Io lo terrei in auge soltanto perché ci fa divertire. E, in fondo in fondo, noi commettiamo lo stesso errore di chi ora nei Paesi arabi lo applaude: lo prendiamo troppo ma davvero troppo sul serio. E questo è un vizio che persino Dibba coltiva nei confronti di se stesso.
Last edited by Arturo Bandini; 27-10-2023, 13:43:38.
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