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Cronaca e politica estera [Equilibri mondiali] Thread unico.
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Ogni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.Originariamente Scritto da Bob TerwilligerDi solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.
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Israele, l’ora X per l’offensiva di terra a Gaza può scattare già questa notte: ecco il piano d’attacco
La macchina dell’esercito israeliano è pronta all’attacco: ci si attende che le prime truppe scelte avanzeranno con i visori notturni, e che commando arriveranno con i gommoni dal mare. I bulldozer dovranno tagliare in due la Striscia: la grande difficoltà saranno i vicoli dei campi profughi
L’ora X per l’offensiva di terra di Israele nella Striscia di Gaza potrebbe scattare già questa notte. La macchina militare è praticamente pronta.
Come già altre volte nel passato, ci si attende che le prime truppe scelte avanzeranno verso le zone abitate di Gaza dove sono concentrati i tunnel e le posizioni di Hamas utilizzando i visori notturni. Commando arriveranno coi gommoni dal mare sulle spiagge. E il tutto sarà monitorato passo dopo passo da centinaia di droni per segnalare ed eventualmente colpire i nidi di resistenza. La superiorità numerica e qualitativa di Israele rispetto a Hamas è schiacciante. Parliamo di oltre mezzo milione di uomini tra esercito regolare e più di 300.000 riservisti, molti dei quali sono stati mandati a pattugliare la Cisgiordania e le zone orientali di Gerusalemme.
I media israeliani accettano per ora di buon grado di non pubblicare dettagli. Ma i soldati si parlano tra loro. Sappiamo che non lontano dal centro del comando sud a Zikim, quello invaso dal blitz di Hamas il 7 ottobre tra le dune sabbiose che separano le periferie meridionali di Ashkelon e la barriera di Gaza nord, sono posizionate alcune unità di carristi. Le altre stanno nelle basi più a sud verso Rafah al confine con l’Egitto e soprattutto non lontano da Be’eri, l’insediamento massacrato, da dove possono infilarsi nei sentieri di Wadi Azza, che in una decina di chilometri permettano di arrivare al Mediterraneo tagliando la Striscia in due settori.
Sembra che su questo punto ripeteranno ciò che fecero già durante l’operazione Piombo Fuso tra la fine dicembre 2008 e il gennaio 2009: scaveranno con i bulldozer una profonda trincea per limitare i movimenti nemici.
I soldati twittano o scrivono su Instagram di essere sulle loro posizioni di «otef Gaza», la zona profonda cinque o sei chilometri che circonda i quasi 9 chilometri di larghezza media per i 42 di lunghezza della Striscia. In prima linea i paracadutisti, assieme a gruppi scelti di Golani e Givati.
La grande difficoltà saranno i dedali di vicoli dei campi profughi. La sfida più pericolosa sarà la guerriglia urbana: i jihadisti di Hamas sono votati alla morte.
I generali israeliani hanno studiato le battaglie di Mosul e Raqqa contro Isis nel 2016-18. Presto sapremo se hanno imparato la lezione.
CorSera
...ma di noi
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C. Campo - Moriremo Lontani
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Ormai, prima si comincia e prima si finisce, così almeno a Gaza potranno arrivare gli aiuti umanitari....ma di noi
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Ma chi le scrive ste robe ?
nemmeno un ragazzino di 15 anni arriverebbe a tantoOgni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.Originariamente Scritto da Bob TerwilligerDi solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.
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Ogni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.Originariamente Scritto da Bob TerwilligerDi solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.
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non essendo hamas un esercito ma dei guerriglieri, dato che non hanno possibilità di resistere potrebbero anche non reagire e basta, tranne qualche azione, e mischiarsi alla popolazione.
Cosa accadrebbe se l'esercito di israele entrasse senza trovare reistenza, come se niente fosse.. Poi una volta lì come li trovano quelli di hamas?
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Originariamente Scritto da Arturo Bandini Visualizza Messaggionon essendo hamas un esercito ma dei guerriglieri, dato che non hanno possibilità di resistere potrebbero anche non reagire e basta, tranne qualche azione, e mischiarsi alla popolazione.
Cosa accadrebbe se l'esercito di israele entrasse senza trovare reistenza, come se niente fosse.. Poi una volta lì come li trovano quelli di hamas?
Non dico che abbiano tutto l'organigramma dell'associazione, ma insomma non vanno nemmeno alla cieca....ma di noi
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mi spiegate sta roba dei bulldozer?Originariamente Scritto da SPANATEMELAparliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentusOriginariamente Scritto da GoodBoy!ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?
grazie.
PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
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Quello che stiamo vivendo è solo un assaggio del mondo post-americano
In due settimane - con la guerra tra Israele e Hamas, il tentativo degli Usa di frenare l’escalation, l’abbraccio tra Xi, Putin e il Grande Sud - il mondo è cambiato molto, a sfavore dell’Occidente. Una riedizione della «dottrina Hemingway»: «Come sono finito nei guai? Prima gradualmente, poi brutalmente»
di Federico Rampini
In due settimane il mondo è cambiato molto, a nostro sfavore, se per «noi» intendiamo l’Occidente. O per lo meno è peggiorata drasticamente la nostra percezione del mondo, dei suoi equilibri e rapporti di forze geopolitici.
Il feroce attacco di Hamas contro la popolazione civile israeliana è stato il detonatore di una serie di reazioni a cascata: controffensiva delle forze armate israeliane; manifestazioni pro-Hamas dalle piazze d’Europa ai campus americani a tutte le nazioni islamiche; atti di terrorismo in Francia e Belgio. Una conseguenza è il repentino indebolimento delle leadership arabe o islamiche più pro-occidentali o meno anti-israeliane (Egitto, Giordania, Arabia saudita, Emirati). All’interno dell’Occidente stesso le divisioni politiche più pericolose si manifestano proprio nella potenza leader, l’America.
Sullo sfondo, un altro evento accaduto in questi giorni è significativo: il vertice di Pechino dove Xi Jinping ha celebrato il decennale della sua Belt and Road Initiative (l’Iniziativa Cintura e Strada, chiamata anche le Nuove Vie della Seta). Oltre all’ennesimo abbraccio fra Xi e Vladimir Putin quel summit ha radunato una folta schiera di leader del Grande Sud globale, sottolineando così la nuova divisione del mondo in blocchi: l’atteggiamento verso Hamas contribuisce a rafforzare il collante ideologico nello schieramento anti-occidentale. Uno storico americano, e autorevole teorico di geopolitica, Walter Russell Mead, a proposito delle ultime due settimane evoca un passaggio del romanzo di Ernest Hemingway «Fiesta» (1926). È lo scambio tra due personaggi del romanzo, in cui Bill Gorton chiede a Mike Campbell: «Come sei finito in bancarotta?» La risposta: «In due modi. Gradualmente e poi tutto d’un colpo».
Così la capacità dissuasiva degli Usa è diminuita
È la metafora di quel che secondo Russell Mead sta accadendo all’impero americano, o alla Pax Americana, o comunque al potere di deterrenza degli Stati Uniti.
Prima e per molti anni si è deteriorato un po’ alla volta. Poi la sua debolezza viene rivelata in modo brutale, attraverso una concatenazione di eventi molto ravvicinati. I nemici dell’America si sentono incoraggiati, si spalleggiano l’un l’altro, si emulano.
Le ripetute offensive di Putin rimaste senza una risposta efficace (dalla guerra di Georgia nel 2008 all’annessione della Crimea nel 2014) sono sfociate nell’aggressione all’Ucraina del 2022; i prezzi che Putin ha pagato sono sostanziali ma finora non fatali grazie all’appoggio della Cina; questo a sua volta ha dato ad altri l’idea che l’Occidente possa essere sfidato impunemente. In Medio Oriente i segni di ritirata dell’America sono stati vari: la famosa «linea rossa» preannunciata da Barack Obama al dittatore siriano Assad (l’ultimatum contro l’uso di armi chimiche per fare stragi di civili) violata senza conseguenze; lo scivolamento dell’Iraq nell’orbita iraniana; l’abbandono dell’Afghanistan ai talebani. Secondo alcuni (i repubblicani Usa) in questa serie di cedimenti e debolezze va incluso il patto nucleare con l’Iran voluto da Obama: ha dato al regime degli ayatollah la prova di poter gabbare l’Occidente con un ambiguo rallentamento del programma nucleare in cambio di grossi vantaggi economici; un errore ancora ripetuto da Biden con il recente accordo da 6 miliardi di dollari in cambio della liberazione di ostaggi americani.
Nell’elenco di sbagli di tutto l’Occidente – Israele incluso – va aggiunto che dal 2005 si è pensato di convogliare aiuti umanitari al popolo palestinese consegnandoli alla gestione di Hamas che puntualmente li trasformava in missili lasciando nella miseria i suoi sudditi.
In Estremo Oriente, la Cina ha incassato la sua dose di arrendevolezza occidentale: per esempio, sul piano strettamente militare, quando ha violato senza pagare conseguenze gli accordi internazionali e le leggi con l’occupazione e la militarizzazione di varie isole contese con i suoi vicini. L’escalation di minacce militari contro Taiwan, gli incidenti di frontiera con India Vietnam Filippine sono tanti altri segnali che l’aggressività non ha incontrato robuste controreazioni né ha comportato degli svantaggi significativi. Tra gli ultimi accadimenti si può aggiungere la rinascita di un armonioso accordo tra Pechino Mosca e Pyongyang – come agli albori della guerra fredda nel 1950 – in violazione di risoluzioni Onu contro la Corea del Nord che imponevano sanzioni, votate dalla stessa Cina e Russia.
Cosa unisce Ucraina e Israele
Joe Biden nel chiedere nuovi fondi al Congresso per aiutare sia l’Ucraina sia Israele (nell’immediato altri 74 miliardi di dollari, destinati a crescere) ha unito questi due conflitti dentro un tema comune che è la difesa della libertà e democrazia. In effetti, se l’Ucraina è uno Stato democratico e sovrano la cui caduta sarebbe un colpo per i valori dell’Occidente, d’altro lato Israele è l’unica democrazia del Medio Oriente (che ci piaccia o no il suo premier attuale). L’America può permettersi di combattere su due fronti, ha detto Biden, e questa affermazione è ineccepibile. Tanto più visto che stiamo parlando di conflitti nei quali gli Stati Uniti non sono coinvolti direttamente, non mandano truppe né impegnano aerei o navi in combattimento (almeno per ora). L’onere economico è assai modesto rispetto a guerre del passato come Vietnam, Afghanistan, Iraq. La vulnerabilità americana e dell’Occidente è di tutt’altro tipo: riguarda la tenuta delle sue alleanze; e la tenuta del fronte interno.
Che errore sottovalutare l’Iran
Sulle alleanze, restando al Medio Oriente, colpisce che né gli Stati Uniti né Israele né i loro amici arabo-africani abbiano capito quanto l’Iran avesse «giurato morte» al processo di disgelo e distensione che stava cambiando le mappe geopolitiche di quell’area.
Dopo gli accordi di Abramo (2020) che avevano avvicinato a Israele gli Emirati, Bahrein, Marocco e Sudan, il gran finale doveva coinvolgere l’Arabia saudita del principe Mohammed bin Salman. Si sarebbe chiusa un’era che durava dal 1947. Un’epoca segnata dalla volontà di tante leadership mediorientali di distruggere Israele, e parallelamente di usare Israele (e l’America sua protettrice) come alibi e capro espiatorio verso cui indirizzare la rabbia di popoli a cui le stesse classi dirigenti avevano rovinato il futuro. Se il nuovo corso saudita di Mbs fosse andato in porto l’Iran si sarebbe visto circondato e accerchiato da un cordone israelo-arabo… come Putin dal cordone di paesi aderenti all’Unione europea e alla Nato.
Né Biden né Netanyahu né MbS hanno capito che l’Iran era disposto a versare fiumi di sangue in quell’area per impedire lo scenario che avrebbe relegato gli ayatollah dal lato dei perdenti. Questo errore politico è almeno altrettanto grave della débacle dell’intelligence israeliana riguardo ai preparativi militari di Hamas. Ora tutti i nemici dell’Occidente esultano in modo aperto. La Cina si unisce alla Russia nell’evitare ogni condanna di Hamas, pur di cementare i legami con un mondo islamico che chiude gli occhi sul trattamento inflitto da Pechino ai suoi musulmani (gli uiguri dello Xinjiang: un milione di detenuti in campi di «rieducazione» dove l’Islam viene sradicato dalle loro teste).
Xi Putin e il Grande Sud abbracciati
Il summit di Pechino dedicato al decennale delle Nuove Vie della Seta, per coincidenza si celebrava proprio negli stessi giorni della tragedia in Medio Oriente. Quel vertice ha avuto molti significati. È stato disertato per la prima volta dagli europei, con la solitaria eccezione dell’ungherese Orban, a conferma che il clima della nuova guerra fredda impone scelte di campo chiare. È stato un summit dove si è parlato poco di economia, investimenti, infrastrutture, anche perché su quel terreno il bilancio dei mille miliardi investiti o più spesso prestati dalla Cina è meno esaltante di quel che si vorrebbe. Si è parlato molto più di politica estera, sempre con i toni di un processo all’Occidente, alla sua nazione leader che sono gli Stati Uniti, all’ordine globale ancora troppo americano-centrico che la Repubblica Popolare si propone di smantellare e sostituire. L’adunata del Grande Sud globale a Pechino è stata una sorta di «conta» dei governi che condividono l’ostilità all’Occidente, alla sua storia, ai suoi valori.
Le nostre piazze ci contestano, le loro... pure
Durante la prima guerra fredda in una conferenza internazionale del 1955 a Bandung (Indonesia) fu tenuto a battesimo il movimento dei non allineati detto anche «Terzo mondo» perché ufficialmente non voleva schierarsi né con il primo (l’Occidente) né col secondo (il blocco comunista comandato dall’Unione sovietica). Nella realtà però i leader più influenti di quel Terzo Mondo erano come l’indiano Nehru: guardavano con più simpatia il socialismo sovietico.
Il vertice di Pechino del 2023 potrebbe essere ricordato come un evento simile: con tanti leader africani, sudamericani, che professano il non allineamento ma abbondano nella propaganda antioccidentale. A conferma della difficoltà in cui naviga l’Occidente c’è un’asimmetria nel confronto. Le piazze di Londra e Berlino, più qualche piazza italiana, nonché molte città Usa e la maggioranza dei campus universitari americani, sono stati dominati da manifestazioni filo-palestinesi che spesso sono diventate apertamente pro-Hamas. In quelle manifestazioni la condanna d’Israele si è mescolata con la condanna dell’America e di tutto l’Occidente. Nell’altro campo? Nelle capitali arabe, in Africa, in Russia e in Cina, non ci sono state manifestazioni di solidarietà verso i bambini israeliani uccisi; nessuna protesta contro le carneficine di Hamas.
A Bruxelles o a Parigi non si sono viste le comunità islamiche locali invadere le piazze per esprimere cordoglio con le vittime francesi e svedesi del terrorismo jihadista. Questa asimmetrìa, come ricordo nel segmento successivo, è uno dei (tanti) problemi di Biden.
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Mi fa piacere leggere che (secondo Rampini): "molte città Usa e la maggioranza dei campus universitari americani, sono stati dominati da manifestazioni filo-palestinesi che spesso sono diventate apertamente pro-Hamas".
Stavolta nell'impero della menzogna non riesce il maquillage ingannevole di cambiare le carte in tavola. Il mondo sa chi in terra di Palestina sono i carcerieri e ladri (di terre non sue)...e fa tanto più piacere scoprire che anche in USA, dove il movimento sionista è più radicato, addentro alla economia e alla politica e finanzia quello israeliano, anche in USA nei campus universitari e nelle città ci sono manifestazioni pro Palestina. Piccole lucerne nel buio.
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Le nostre piazze dovrebbero occuparsi di cose più utili come la povertà ela miseria sociale che incombe sull Italia . Nessuno manifesta quando periodicamente il lavoratore/ contribuente viene sodomizzato da manovre e politiche assurde ...,forse perché chi manifesta lo fa di mestiere e i soldi li prende da papà...?Ogni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.Originariamente Scritto da Bob TerwilligerDi solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.
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In genere manifestano i giovani, che (ancora) credono che partecipare voglia dire poter influenzare o cambiare le grandi questioni del mondo. Per il lavoro, le condizioni economiche, i mali storici che affliggono l'Italia, lì credo che oramai si sia così rassegnati ad una impossibilità di risanamento e cambiamento (l'Italia è in perenne crisi, tranne poche e passate parentesi felici) che ci si è come abituati a questo stato di cose per cui al più può esserci una sorta di distacco dalla politica - ne fanno fede la continua erosione di fiducia nella classe politica, nei partiti, che si traduce in un sempre maggiore astensionismo alle elezioni.
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tanto li mantengo io i giovani...e pure i vecchiOgni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.Originariamente Scritto da Bob TerwilligerDi solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.
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[Bombe russe sul Kharkiv.
3 feriti.
Nella giornata di ieri, almeno 100 scontri militari.
A farne le spese una scuola nel Donetsk, distrutta.
Nessuna notizia su feriti o morti.
Biden chiede 105 miliardi al Congresso.
Per il confine con il Messico, Israele ed Ucraina.
Tajani afferma che l'Italia ricostruirà il duomo di Odessa]
(Riassunto fonti Ansa)
Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.
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