La Russia prepara il super missile: può raggiungere ogni luogo della terra
Il Burevestnik, motore nucleare, è capace di raggiungere qualsiasi punto del globo. Segnali di un test nell’Artico
Non c’erano riusciti prima dell’attacco all’Ucraina ma ora i tecnici missilistici di Vladimir Putin ci riprovano, sicuri del fatto loro. Nell’Artico, secondo il «New York Times», starebbero per lanciare o avrebbero già fatto partire nei giorni scorsi un super missile a motore nucleare, capace di raggiungere qualsiasi punto del globo o, addirittura, di rimanere in volo per giorni e giorni, il «Burevestnik» (nome di un uccello marino, la procellaria). Per la verità, anche l’ultimo test effettuato nel 2019 (ne erano già stati tentati altri 12), non ha dato i risultati sperati. Il missile è partito, ma è rimasto in volo solo due minuti coprendo poco più di trenta chilometri, secondo gli esperti. Non sembra che il reattore atomico si sia attivato.
La nuova super arma fa parte di quell’«arsenale delle meraviglie» che il presidente russo aveva annunciato nel marzo del 2018. Ed è particolarmente inquietante, non tanto per la sua capacità di rimanere in volo anche dopo un eventuale olocausto nucleare a seguito di uno scontro tra le super potenze. Ma piuttosto perché, in caso di incidente, anche i semplici collaudi potrebbero provocare la caduta di scorie fissili sui territori sorvolati.
Il Burevestnik (Skyfall, secondo il codice Nato) sembra essere un po’ il missile dell’Armageddon,la minaccia finale contro i nemici , anche se questi potessero sperare di distruggere completamente la Russia con un attacco massiccio. In ogni caso l’eventuale arsenale di Burevestnik accumulato da Mosca rimarrebbe in volo andando a colpire automaticamente le città dell’avversario anche dopo la totale sconfitta.
Delle armi annunciate da Vladimir Vladimirovich cinque anni fa, due sono state testate positivamente e sono in esercizio. Il missile intercontinentale Sarmat capace di raggiungere obiettivi a 16 mila chilometri che sta gradualmente sostituendo i vecchi Voevoda (Satan, secondo la classificazione Nato) che hanno una portata di diecimila chilometri. Il razzo Kinzhal, a gittata intermedia (fino a duemila chilometri) che è stato utilizzato da Mosca in Ucraina. Ma il capo dello Stato aveva parlato pure di strumenti assolutamente «inarrestabili», ai quali i tecnici starebbero lavorando. Intanto il siluro Poseidon, sempre a propulsione nucleare e quindi in grado di rimanere sotto gli oceani per giorni o addirittura anni, pronto a colpire in qualsiasi punto del globo. Non sarebbe ancora nella fase dei test.
Poi l’Avangard, una testata nucleare planante che, una volta lanciata, raggiungerebbe la parte superiore della stratosfera per acquisire una velocità pari a venti volte quella del suono e poi planare su qualsiasi obiettivo. Infine, Putin aveva parlato anche di un’arma laser di straordinaria potenza. Secondo il ministero della Difesa, si tratterebbe del Zadira, già usato in Ucraina per accecare i satelliti. Ma una versione più potente sarebbe addirittura in grado di distruggerli. Meno di un mese fa a San Pietroburgo Putin ha rilanciato. Mosca starebbe studiando addirittura armi basate su nuovi principi della fisica che «potranno garantire a qualunque Stato la sicurezza nella prossima prospettiva storica».
CorSera
Il Burevestnik, motore nucleare, è capace di raggiungere qualsiasi punto del globo. Segnali di un test nell’Artico
Non c’erano riusciti prima dell’attacco all’Ucraina ma ora i tecnici missilistici di Vladimir Putin ci riprovano, sicuri del fatto loro. Nell’Artico, secondo il «New York Times», starebbero per lanciare o avrebbero già fatto partire nei giorni scorsi un super missile a motore nucleare, capace di raggiungere qualsiasi punto del globo o, addirittura, di rimanere in volo per giorni e giorni, il «Burevestnik» (nome di un uccello marino, la procellaria). Per la verità, anche l’ultimo test effettuato nel 2019 (ne erano già stati tentati altri 12), non ha dato i risultati sperati. Il missile è partito, ma è rimasto in volo solo due minuti coprendo poco più di trenta chilometri, secondo gli esperti. Non sembra che il reattore atomico si sia attivato.
La nuova super arma fa parte di quell’«arsenale delle meraviglie» che il presidente russo aveva annunciato nel marzo del 2018. Ed è particolarmente inquietante, non tanto per la sua capacità di rimanere in volo anche dopo un eventuale olocausto nucleare a seguito di uno scontro tra le super potenze. Ma piuttosto perché, in caso di incidente, anche i semplici collaudi potrebbero provocare la caduta di scorie fissili sui territori sorvolati.
Il Burevestnik (Skyfall, secondo il codice Nato) sembra essere un po’ il missile dell’Armageddon,la minaccia finale contro i nemici , anche se questi potessero sperare di distruggere completamente la Russia con un attacco massiccio. In ogni caso l’eventuale arsenale di Burevestnik accumulato da Mosca rimarrebbe in volo andando a colpire automaticamente le città dell’avversario anche dopo la totale sconfitta.
Delle armi annunciate da Vladimir Vladimirovich cinque anni fa, due sono state testate positivamente e sono in esercizio. Il missile intercontinentale Sarmat capace di raggiungere obiettivi a 16 mila chilometri che sta gradualmente sostituendo i vecchi Voevoda (Satan, secondo la classificazione Nato) che hanno una portata di diecimila chilometri. Il razzo Kinzhal, a gittata intermedia (fino a duemila chilometri) che è stato utilizzato da Mosca in Ucraina. Ma il capo dello Stato aveva parlato pure di strumenti assolutamente «inarrestabili», ai quali i tecnici starebbero lavorando. Intanto il siluro Poseidon, sempre a propulsione nucleare e quindi in grado di rimanere sotto gli oceani per giorni o addirittura anni, pronto a colpire in qualsiasi punto del globo. Non sarebbe ancora nella fase dei test.
Poi l’Avangard, una testata nucleare planante che, una volta lanciata, raggiungerebbe la parte superiore della stratosfera per acquisire una velocità pari a venti volte quella del suono e poi planare su qualsiasi obiettivo. Infine, Putin aveva parlato anche di un’arma laser di straordinaria potenza. Secondo il ministero della Difesa, si tratterebbe del Zadira, già usato in Ucraina per accecare i satelliti. Ma una versione più potente sarebbe addirittura in grado di distruggerli. Meno di un mese fa a San Pietroburgo Putin ha rilanciato. Mosca starebbe studiando addirittura armi basate su nuovi principi della fisica che «potranno garantire a qualunque Stato la sicurezza nella prossima prospettiva storica».
CorSera
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